Ecco le parole del Ds De Santis della Salernitana in conferenza stampa.
“Oggi ci vediamo per fare un bilancio della stagione passata. Il lavoro è stato importante, abbiamo raggiunto risultati notevoli e voglio chiarire tante situazioni. Durante il campionato non ho parlato molto, non sono intervenuto tante volte quanto necessario e in alcuni momenti avrei potuto creare schieramenti e divisioni. Invece ho scelto di restare in silenzio, volevo salvaguardare l’interesse della Salernitana. Ero certo che la squadra allestita avrebbe ottenuto i risultati auspicati e che tutto si sarebbe ricondotto ad una stagione soddisfacente. Ci siamo visti un anno fa qui e dissi che volevamo salvarci alla penultima giornata, è successo in anticipo ed è stata una gioia per tutti. Restare in silenzio non è stato esercizio complicato, la mia famiglia mi ha insegnato l’educazione. Il mio carattere e la mia provenienza hanno dato un contributo, si dice che gli abruzzesi siano forti e gentili e mi riconosco in questa descrizione. Sono sempre stato a disposizione, mi ritengo un uomo generoso. Farmi apprezzare dalle persone e dai tifosi è stato più complicato, così come da chi ha lavorato alacremente all’interno del club. E’ successo, in concomitanza con l’arrivo dei risultati, e quindi siamo soddisfatti e voglio condividere con tutti i tesserati della Salernitana la gioia della salvezza. Area tecnica, amministratore, presidente, tifosi, staff tecnico, staff medico, giornalisti. La stampa è stata compagna di viaggio per 12 mesi. Molte volte ho compreso l’onestà intellettuale delle vostre critiche, attingendo da lì come fonte di riflessione. Alcune volte ho apprezzato, altre volte mi sono chiesto il perchè di alcune letture che non corrispondevano alla realtà. Però questo fa parte di un percorso condiviso e io devo essere una persona responsabile, al pari di chi si rivolge ai tifosi. Però sono soddisfatto di come avete raccontato la Salernitana, ma…si può migliorare. Dipenderà anche da noi e stiamo lavorando affinché la Salernitana venga descritta per quello che è e per ciò che vorrà fare”.
Su Sousa: “E’ arrivato a febbraio e ha accettato nella negoziazione la nostra sfida. Stimolante per lui e per noi. Abbiamo accolto un profilo veramente importante. L’accordo contrattuale prevede un’opzione unilaterale, è stata esercitata ma abbiamo concesso al mister la possibilità di avere un piccolo spazio nel quale si prenderà legittimamente il diritto di decidere se continuare con noi. Vi garantisco che, rispetto al futuro della Salernitana, c’è allineamento e condivisione al 100%. Da parte mia e della proprietà c’è la convinzione che il progetto continuerà con Paulo Sousa”.
Iniziano le domande, c’è la possibilità anche per i tifosi di interagire da casa attraverso i social.
Bilancio positivo?
“Certo. Si può sempre migliorare, si deve migliorare e vogliamo ambire ad ottenere qualcosa in più. Tutti noi dobbiamo avere la consapevolezza che l’obiettivo resta salvarsi il più velocemente possibile. Poi ci sono tanti aspetti che rendono una salvezza più bella e diversa dalle altre”.
Iniziò la stagione come successore di Sabatini e un allenatore già a busta paga, con l’addio di Ederson e l’arrivo di tante scommesse. Poi è stato rinnegato l’allenatore del moriremo insieme. Quanto è cresciuto De Sanctis in un anno?
“Mi sento diverso da quando sono arrivato, mi sento il direttore della Salernitana più completo nelle informazioni a disposizione. Vivo la quotidianità proiettandomi al futuro. Stringevo la mano al presidente un anno fa, dal primo luglio del 2022 ho iniziato a lavorare come direttore sportivo della Salernitana raccogliendo un’eredità pesante. Capivo quanto Sabatini, mio direttore ai tempi della Roma, fosse entrato nel cuore di tutta la città, dei tifosi, dei calciatori. Ma non ho mai sofferto di sudditanza psicologica, anzi ero consapevole di mezzi e limiti. Quando dissi sì a Iervolino ero certo fossi la persona più adatta possibile a sostituire Sabatini. I miei sentimenti sono sempre stati positivi, l’entusiasmo del presidente era un’ulteriore spinta così come la sua volontà di investire. Ho voglia di rivivere con voi tutti i momenti della stagione appena trascorsa. Su Sabatini una cosa mi sento di dirla. Gli ho fatto sempre i complimenti per quello che rappresenta nel mondo del calcio, per la capacità di raccontarsi e di farsi conoscere con un mix di filosofia ed energia devo apprendere anche io. Aggiungo, però. Non so quanto tempo lavorerò per la Salernitana. Trent’anni o prima, chissà. Ma quando andrò via di certo non sarò così influente all’interno dell’ambiente Salernitana. Per carattere e per pensiero credo che sia doveroso, come forma di rispetto verso chi mi sostituirà, non condizionare opinioni e lavoro”.
Cosa può avere in meno la Salernitana rispetto ai club che hanno contattato un Paulo Sousa chiamato ad essere grato a chi lo ha rilanciato?
“Il mister non aveva avuto delle esperienze felicissime, soprattutto le ultime due. Anche a Bordeaux non era andata come tutti auspicavano. Accettò con entusiasmo e oggi sa benissimo di cosa stiamo parlando. Sa chi è Danilo Iervolino, chi è Maurizio Milan. Sa come lavora la direzione sportiva, è consapevole di quello che la Salernitana è ora e sarà in futuro. E’ vero che ci saranno scelte di mercato che potranno renderci più forte per restare a livello di quest’anno, ma è anche vero che all’inizio potremmo essere leggermente meno forti perchè faremo grossi investimenti sui giovani. Ma siamo sereni perchè li affideremo a un maestro. Noi siamo profondamente convinti che qui abbia tutto per imporsi e per arrivare ai livelli che merita. Noi non siamo un club che strozza le ambizioni dei giocatori e di chi lavora all’interno della società. La nostra filosofia è basata sulla responsabilità nei confronti della tifoseria, sulla libertà e sul rispetto dei contratti. Il mister, come detto, ha uno stretto periodo per prendere la sua decisione ma siamo sereni e Paulo Sousa resterà con noi. Ciascuno di noi ha bisogno di continuare a crescere”.
Quale sarà il futuro di Dia?
“E’ stato fatto un esercizio di corteggiamento enorme, ma il calciatore lo meritava. Siamo convinti di riscattare il giocatore, c’è stato questo piccolo problema fisico di cui abbiamo parlato nei comunicati ufficiali. Al 100% sarà a disposizione il 9 luglio in ritiro, quando ricominceremo la nuova stagione. Tutto il prossimo mercato sarà indirizzato a due cose fondamentali: rendere la Salernitana un progetto sostenibile e virtuoso. Spesso da parte vostra ho letto che vi siete preoccupati di parlare del bilancio, dei numeri. Ho letto i dati di questo biennio in A, la B era un mondo a parte. Nel 2021-22, nella gestione trust e poi Iervolino, sono stati investiti circa 30 milioni di euro tra prestiti, costi di cartellino e commissioni. Con monte ingaggio di 36 milioni di euro lordi. Nella seconda stagione il costo complessivo è di 41 milioni di euro dai quali, però, detrarre i 21 milioni di euro per la cessione di Ederson. E’ vero che sono cresciuti gli stipendi, il tetto ingaggi si aggira attorno ai 47 milioni di euro a cui aggiungere incentivi all’esodo e soldi utilizzati per fare 31 uscite. Ci tengo tanto che venissero rimarcati questi numeri, mi prendo il merito di questo lavoro enorme. 17 uscite a titolo definitivo, 3 risoluzioni di contratto e undici prestiti. Continueremo anche in futuro a ripulire la Salernitana, è un percorso necessario che non va sottovalutato. Nel giro di sei mesi siamo passati dal mantenimento della dignità sportiva alla voglia di essere ambiziosi e questo ha creato una disparità tra chi c’era prima e chi è arrivato dopo. E la pulizia tecnica è stata necessaria. Credo che in 12 o 24 mesi risolveremo tutto. Sono certo che porteremo questa società ad avere una autosostenibilità, è questo il futuro del calcio. Entro il 30 giugno saremo tra le poche ad investire per l’acquisizione di cartellini, non occorrono plusvalenze per salvare il bilancio. Ed è merito della proprietà, consapevole che per strutturarsi bisogna investire. Senza, però, dare nulla per scontato. L’acquisto di Dia e Pirola, assieme al rinnovo di Ochoa, non sono fatti secondari”.
La vecchia società ha lasciato in eredità un top come Coulibaly e un flop come Simy. Come vi comporterete?
“Il lavoro di Fabiani e di Sabatini hanno presupposti assoluti di positività, bisogna contestualizzare in che condizioni hanno dovuto lavorare. Hanno prodotto due risultati sportivi importantissimi, la Salernitana è stata promossa in A e quel mercato estivo è stato condotto in difficoltà enormi. Poi, a gennaio, Sabatini doveva convincere in pochissimo tempo tutti i profili che sono arrivati, da ultimi in classifica e quasi spacciati. Io ho riconoscenza per i miei due predecessori, hanno fatto un ottimo lavoro. Ci sono calciatori che non rientrano minimamente nei progetti della Salernitana, non entrerò nel dettaglio ma è facile immaginare quali siano questi giocatori. Tanti sono stati già esclusi l’anno scorso e accadrà anche quest’anno. Noi vogliamo trovare soluzioni, mi aspetto che 12 mesi dopo le controparti siano più collaborative. Viceversa abbiamo deciso che useremo il pugno duro. Io sono stato sindacalista per 12 anni, per 4 anni ero vicepresidente dell’AIC dietro Damiano Tommasi. I diritti sono sacrosanti, ma anche i doveri. La sproporzione è enorme. Non saremo teneri con chi parlerà di diritti senza tener conto dei doveri e del loro rendimento sul campo. Non accadrà tutto e subito, il mercato chiude il 31 agosto. Ma lì dobbiamo recuperare risorse per non intaccare il valore della rosa e dei giocatori più importanti. La permanenza dei giocatori migliori, richiesti eventualmente da società importanti, ci porterà a fare valutazioni. L’operazione Ederson oggi ci deve rendere tranquilli, perchè ad uscita corrisponderà entrata. Faccio l’esempio di Vlihena. Non sempre ha performato come voleva, ma ha fatto 4 gol e 4 assist. Ma la sua stagione è stata importante, non è stato inferiore all’Ederson visto nell’Atalanta”.
L’Inter potrebbe esercitare il contro-riscatto per Pirola?
“Oggi sono impegnati su altri fronti. Ma mi sorprenderei”.
Quale sarà il budget?
“Noi vogliamo abbassare i costi, non è questo il tipo di calcio che vuole fare il presidente e non dobbiamo approfittare delle sue disponibilità economiche. Iervolino ci ha chiesto investimenti meno influenti rispetto all’obiettivo del mantenimento della categoria. Vogliamo un saldo positivo tra cessioni e acquisti. Non dobbiamo approfittare dei nostri privilegi e non vogliamo mettere spalle al muro il proprietario. Nei prossimi mesi di mercato faremo in modo di arrivare al 2 settembre con soddisfazione, cedendo chi non rientra nei piani e chi vuole andare via. Aggiungo anche che, in Italia, è difficile avere rapporti di collaborazione sul mercato con altre società fatta eccezione delle big. Lì entra in gioco il discorso della competizione. Il mercato domestico è complicatissimo e attingeremo da quello estero. Siamo giovani e abbiamo la fortuna di girare tanto, l’occhio umano e l’esperienza possono fare la differenza. L’allenatore ci ha indicato le caratteristiche di cui ha bisogno”.
Riscatterete anche qualche altro giocatore?
“Una volta sistemate le situazioni di Dia e Pirola valuteremo tutte le altre questioni, senza escludere nulla. Io voglio ringraziare tutti, avete visto l’esultanza di Troost Ekong quando ha segnato contro l’Udinese. Mi avevano tutti parlato di un ragazzo professionale e di una gran persona. Ma molto dipenderà dalle uscite”.
Quanto conterà rinforzare il settore giovanile?
“Sotto questo aspetto bisogna dire che Iervolino non ha trovato nulla, ma è legittimo che i miei predecessori si siano concentrati, e bene, sulla prima squadra. Conquistare una promozione e una salvezza certifica la bontà del lavoro svolto. Quanto all’attualità, non siamo soddisfatti che la Primavera abbia chiuso all’ultimo posto. Probabilmente avremo una seconda opportunità tramite ripescaggio, sappiamo che non possiamo essere competitivi da subito e a me non interessa costruire un Instant Team che costa tanto e non garantisce un futuro. A me interessa sviluppare l’attività di base e sfruttare le risorse del territorio lavorando anche con le società dilettantistiche. Mi prendo le mie responsabilità, ma non ho avuto forza, energie e tempo per stare vicino al settore giovanile. E questo tempo non lo avrò nemmeno a breve termine. A mister Colantuono è stato dato un compito difficile e non è scontato riciclarsi rapidamente in un nuovo ruolo e con una efficienza da subito soddisfacente. Allora ci prendiamo ancora del tempo per ragionare. Sono state fatte cose buone, ma anche degli errori. Affronterò il discorso a breve scadenza con Iervolino e Milan. Continueremo con Colantuono, nelle categorie inferiori abbiamo visto situazioni positive. Guai ad essere profondamente critici, ma dobbiamo migliorare tanto. Forse inseriremo figure nuove che possono aiutarlo”.
Mazzocchi resta?
“Tante volte mi hanno addossato la colpa di voler mandare via Mazzocchi. Ho fatto buon viso a cattivo gioco, preferendo tacere sull’argomento. Nella mia testa non è mai stato fuori dalla Salernitana e nessuno ha mai fatto una offerta concreta per acquistarlo. Chiacchiere e speculazioni giornalistiche. E’ arrivato a gennaio 2022, firma un contratto con scadenza 2025 e il sottoscritto, già sei mesi dopo, ha proposto un adeguamento di contratto riconoscendogli l’importanza del lavoro svolto in precedenza. Gli proponevo il 40% in più di quanto percepiva. Il calciatore ha fatto ulteriori richieste, legittime. E Iervolino in prima persona lo ha accontentato, parliamo del 70% in più. Prima io e poi la proprietà abbiamo fatto grandi sforzi per trattenere il capitano della Salernitana. Ad oggi abbiamo esattamente la stessa idea e, ad oggi, non ci sono offerte concrete. So che è esercizio si fa su Mazzocchi. A volte onesto, a volte disonesto. Vale il discorso fatto per gli altri. Non strozziamo nessuno. Davanti a cose reali siamo pronti a negoziare qualunque tipo di accordo, ma non ci faremo mettere pressione addosso per l’ennesima volta. Da nessuno! C’è allineamento tra me, presidente, amministratore delegato e staff tecnico. Chi guida questa società deve rappresentare al meglio i tifosi e occorre onestà intellettuale da parte dei giornalisti e dei giocatori. Il post su Instagram? Parlate con lui. E’ un ragazzo meraviglioso, è arrivato in Nazionale. Quando ero calciatore pensavo soltanto ai doveri, non ai diritti. La felicità dei calciatori dura 5 partite. Se partono bene vogliono rinnovo, adeguamento o cessione e cominciano a mettere pressione. Se ne sbagliano cinque nessuno dice niente, la colpa è sempre dell’erba, della pizza che non era buona o dell’allenatore. Non possiamo discutere quotidianamente dei mal di pancia di tutti i nostri tesserati. Ma state certi che questa società non accetterà più pressioni di alcun genere. Occorre concretezza, oppure si allineino nel rispetto del club e dei tifosi. Non si transige su questo