Il Lecce primavera conclude la cavalcata con il titolo!

Moduli a specchio per le due squadre di Mister Coppitelli e Aquilani. La squadra salentina si gioca il campionato al Mapei Stadium di Reggio Emilia contro la Viola. Col 4-3-3 il Lecce va in campo con Borbei; Munoz, Pascalau, Hasic, Dorgu; Berisha, Vulturar, McJannet; Corfitzen, Burnete,  Salomaa. La Fiorentina con lo stesso modulo schiera Martinelli; Comuzzo, Krastev, Lucchesi, Kayode; Harder, Amatucci, Berti; Capasso, Nardi, Distefano.

Nei primi minuti il Lecce si rende pericoloso e si avvicina al vantaggio, scampato pericolo per i gigliati. La partita sembra bloccata e non ci sono occasioni considerevoli da ambo le parti: alla mezz’ora i giallorossi non approfittano di un errore del portiere della Fiorentina che con uno svarione stava per regalare un occasione d’oro per gli avversari. Si chiude la prima frazione a reti inviolate.

Arriviamo al settantesimo senza emozioni, quando la Fiorentina reclama un rigore su Distefano, ma il direttore di gara vede tutto e fa proseguire, unica vera occasione degna di nota della squadra di Aquilani è un azione sull’asse Lucchesi-Ktrastev che viene inibito da Borbei. Le due squadre temono il contropiede degli avversari soprattutto la fiorentina dopo aver visto la squadra dei “grandi” perdere la finale di Conference League al 90, quindi match “bloccato” nel vero senso della parola: le due compagini non affondano. Si va ai supplementari.

Nel primo tempo supplementare l’occasionissima è di marca leccese: Burnete incorna su un cross invitante, la palla esce di pochissimo.. Anche il primo tempo supplementare finisce col risultato di 0-0.

Secondo tempo, come i precedenti 105′, timore di farsi prendere in contropiede lasciando presagire l’avvento dei calci di rigore, ma al 122′ il tocco sottomisura di Hasic manda in estasi il Lecce e all’inferno la Fiorentina, costretta a rimandare ancora l’appuntamento con lo scudetto.

Il settore giovanile del Lecce torna ai fasti di un tempo, 20 anni fa riusciva a fare la doppietta contro l’Inter di Oba Oba Martins.