Mateo Retegui il nuovo attaccante del Genoa si presenta in conferenza stampa dove ci sarà anche Zangrillo. Ecco le sue dichiarazioni.
Inizia il presidente Alberto Zangrillo con una breve introduzione.
“Fare il presidente di una società di calcio è un sogno meraviglioso. Poi quando anche il presidente è il primo tifoso inizia il difficile. Bisogna misurare le parole e deludere quelle parole. L’importante è non deludere con i fatti. Oggi è un grande giorno perchè presentiamo la realizzazione di un sogno iniziato tanto tempo fa. Qualche tempo dopo la nostra promozione. Era un sogno irraggiungibile. Questo sogno è entrato nella testa di un gruppo meraviglioso, importante, unito. Che ha alle spalle una grande proprietà, illuminata, moderna soprattutto nelle dinamiche e nella visione. Che ha ceduto di credere in un sogno. Era talmente bello questo sogno da sembrare impossibile perchè quando l’obiettivo è alto ci sono altre difficoltà. Questo sogno ha dovuto comporsi di tipo logistico. Doveva essere monitorato ed era una fase difficile in cui ci si doveva comportarsi intelligentemente. Bisognava avere causale, rispetto, attenzione. Questa delegato è stata data all’ingegner Ricciardella. Era un ruolo impegnativo. Vedete poi il nostro direttore sportivo Ottolini, maestro di diplomazia quasi come me. Poi abbiamo in carne ed ossa la realizzazione del sogno che ci dice che il Genoa è tornato e il Genoa porta avanti, con la sua proprietà e con i suoi protagonisti, un progetto straordinario. Ed ecco che vi presento l’oggetto del sogno. Il grande bomber della nazionale italiana Mateo Retegui”.
Prosegue Ottolini.
“Volevo solo aggiungere che già l’estate scorsa abbiamo provato ad intavolare qualcosa ma non si è concretizzata. Poi c’è stata questa cena a Genova in cui Ricciardella mi ha detto ‘E se prendiamo Retegui?’. E’ stato lui bravo a trovare le soluzioni migliori per portare in fondo tutto”.
Prende la parole Retegui.
“E’ un onore essere qui. E’ un grandissimo club con una grandissima storia. Sono felice”.
Le tue emozioni.
“Sono felice. Sono in una grandissima squadra con un grande allenatore. Ho parlato con Milito e mi ha detto che il Genoa è una bellissima società con grandissimi tifosi”.
Come mai hai scelto il Genoa?
“Avevo altre soluzioni. Le parole dell’allenatore, la posizione del club che mi voleva. Ho preso una decisione per me e per la mia famiglia e nel mio cuore c’era di venire al Genoa. Sono felice di essere qua”.
Cosa ti ha detto Gilardino?
“Mi ha parlato di calcio. E’ un grande allenatore, è stato un grande giocatore della Nazionale e per me è un onore che sia il mio allenatore. Spero di imparare molto da lui e da tutta la squadra”.
Tra i motivi che hai scelto il Genoa c’era di stare più “vicino” a Mancini?
“E’ un onore giocare nella Serie A. Il Genoa era una soluzione. Sono felice di stare al Genoa, è un sogno giocare in Nazionale. Mi devo allenare molto. Grazie a Roberto che hanno avuto buone parole con me”.
Hai firmato un contratto di quattro anni. Ambisci e diventare un giocatore molto importante per questo club?
“Spero di imparare molto in squadra, di essere protagonista partita dopo partita”.
Come stai fisicamente?
“Ho giocato nel Tigre fino a giovedì. Sono in un’ottima condizione”.
Da Milito a Simeone tanti giocatori argentini. E’ una responsabilità o una gioia?
“Entrambe. Anche un onore essere qui mettersi la maglia e difenderla a morte”.
Conosci la storia fra Genoa e Boca Juniors?
“Ha una grandissima storia con grandi tifosi. Sono felice di difendere questo scudo. Abbiamo parlato a lungo di questo. E’ il destino, il mio bisnonno era genovese, penso sia il destino che giochi qui”.
Ti trovi più a tuo agio con un giocatore a fianco o come unica punta?
“Ho parlato con il mister, mi adatto a quello che mi dice il mister e a quello che necessita la squadra. Decide però il mister se giocare con un unico attaccante o con due”.
Il tuo obiettivo?
“La cosa più importante è giocare a calcio ed essere felice. Ovviamente poi è segnare. Il mio ruolo lo chiede. La squadra però ha il primo posto”.
L’Italia è un’occasione per dimostrare il tuo valore come in Nazionale.
“Grazie a Mancini. Sono fortunato a vestire la maglia della Nazionale. E’ un sogno realizzato”.
La corte del Genoa.
“Sono qui perchè ho voluto venire qua. Per la storia del club, per Ricciardella, Ottolini e il presidente che si sono interessati molto a me come al mister che mi ha chiamato. Per me è un onore che mi hanno mostrato la loro fiducia. Quindi è stata una decisione corretta”.
Il tuo numero e il tuo soprannome?
“Ho scelto il 19. Chapa è mio papà, io sono Mateo”.