Roma, Mourinho: “Non siamo in discussione”

La Roma domani torna in campo contro il Frosinone e Josè Mourinho parla in conferenza stampa dopo il brutto ko di giovedì sera contro il Genoa. Di seguito le sue parole:

Come deve ripartire la Roma in questo momento delicato?
“Vogliamo e dobbiamo vincere, non dobbiamo cercare nessun tipo di alibi. Abbiamo avuto tre partite prima di finire il mercato dove quel punto unico ci ha lasciato in una situazione che penso che a tanti giocatori ha lasciato un peso. Ho pensato che dopo l’Empoli e lo Sheriff quel peso uscisse dalle spalle dei giocatori. Non è andata così con quel pari a Torino che in condizione normale sarebbe un punto positivo dopo una buona partita. A Genoa mi aspettavo continuità e non solo. Ma un miglioramento e non è successo. Se vogliamo di nuovo andare a quello che è successo giovedì, sono successe tante cose. Ma come si riparte? Prima di tutto dobbiamo avere il coraggio di entrare in campo domani, avere il coraggio di accettare una reazione di grande romanismo che può essere un supporto o può essere una manifestazione di scontento. Dobbiamo avere il rispetto per questa manifestazione, positiva o negativa che sia, e avere rispetto per il Frosinone”.

Se oggi Dan Friedkin le offrisse il rinnovo accetterebbe?
“Stiamo parlando di una situazione ipotetica e non mi piace parlare di ipotesi. Se non è successo non ti posso rispondere. Quello che ti posso dire è che tre mesi fa, parliamo di Budapest, c’era quasi un dramma a pensare che io potessi andare via. A Budapest ho detto ai giocatori che sarei rimasto, due giorni dopo abbiamo giocato con lo Spezia, torno in campo e lì ho detto ai tifosi che resto qui. Due o tre giorni dopo ho trovato Dan Friedkin e gli ho dato la mia parola che sei rimasto. Durante il periodo di vacanze ho avuto la più grande, la più pazza offerta di lavoro che un allenatore ha mai avuto nella storia del calcio e l’ho rifiutata per la parola ai mie giocatori, a Friedkin e ai tifosi. Tre mesi dopo sembra che io sono il problema, ma non lo accetto. Non leggo o guardo tv, ma ho amici e collaboratori che mi fa arrivare queste voci. Io non sono il problema. Le cose sono multifattoriali. Non si può dire nemmeno nelle vittorie il responsabile è quello lì. Lo siamo tutti. Sono tutte piccole cose che succedono in un’azienda o in una squadra. Io ho dato la mia parola e la rispetterò fino al 30 giugno 2024 sono qui a lottare ogni giorno per i giocatori, la proprietà e i tifosi. Solo una persona può dirmi che finisce prima del 30 giugno ed è mister Friedkin. Se non me lo dice sono qui fino a 30 giugno. Io domani non ho paura di entrare in campo ed essere contestato”.