L’Italia dopo l’ottima vittoria, nella gara di esordio degli Europei contro l’Albania per 2-1, ci aveva fatto ben sperare. Gli azzurri nonostante il clamoroso svantaggio iniziale, erano riusciti a reagire alla grande, vincendo in rimonta. Un successo che ci aveva fatto sorridere e che aveva convinto un po’ tutti quanti, anche i più scettici.
La partita però, di giovedì sera persa dagli azzurri di misura, per 1-0 contro la Spagna ci ha ridimensionato subito. Una sconfitta netta, non sul fronte del risultato, ma in termini di gioco e di prestazione. Senza le stratosferiche parate del portiere Donnarumma, il passivo sarebbe stato decisamente più pesante. Certo nulla è compromesso, con la Croazia ci basta un pari per avanzare agli ottavi di finale.
La cosa che è emersa dalla sfida con gli spagnoli è che la nostra nazionale paga un gap, non tanto in qualità. Il livello tecnico del calcio si è abbasato parecchio, in generale negli ultimi anni. Le nostre difficoltà sono più che altro in forza e potenza. Al di là del possesso palla e dei palleggiatori. L’affanno è sempre sulla corsa, sulla fisicità, sulla preparazione atletica e sul piano dell’ intensità. La fatica che facciamo sulla muscolarita’ e nei contrasti è abbastanza evidente. Sul piano del correre e dell’ intensità, andiamo troppo in crisi. Un fattore non da poco e che deve farci riflettere parecchio, su quello che non funziona ancora, non solo alla nazionale, ma al calcio italiano.
Niente è ancora perduto, perché l’Italia come lo strepitoso successo di tre anni fa, ci ha abituato a delle grandi sorprese ed a splendide vittorie. Ma serve un cambio di rotta, più corsa e più intensità per fronteggiare al meglio gli avversari.