La parola chiave di Pietro Pellegri, neo attaccante rossonero è riscattarsi. Il significato va letto sia in senso personale che contrattuale. “Da me bisogna aspettarsi voglia di lavorare e determinazione e questo è ciò che si attende anche Pioli. Voglio migliorare, convincere il Milan a riscattarmi e restare in questa grande società”. Teenager da record appena arrivato in Serie A, il 20enne nuovo attaccante rossonero è sparito dai radar del grande calcio per un po’, limitato da problemi fisici dopo il trasferimento in Ligue 1: “Sono stato sfortunato, ma ora penso solo a cose positive. Voglio ripagare la fiducia della società, qui ho trovato un ambiente familiare e mi sono sentito subito bene”. È stata deludente l’avventura al Monaco: “È vero, ma mi ha insegnato tanto e la rifarei. È stata un’esperienza formativa in cui sono cresciuto”. E le altre squadre della sua vita calcistica, appena cominciata ma già così ricca di capitoli? “Il Genoa era la mia casa, mentre il Milan è un sogno. Sono venuto qui soprattutto per imparare, ho scelto il numero 64 perché è l’anno di nascita di mio padre”. Papà Marco che si commosse fino alle lacrime, quando Pietro segnò il primo gol in rossoblù: “Le lacrime all’esordio sono state normali. Vedere il proprio figlio segnare nello stadio della loro città è una grande emozione”. A proposito di emozioni, niente male anche quella che Pellegri deve aver provato nel conoscere Zlatan Ibrahimovic: “Per me è un idolo fin da quando ero piccolo, quando ieri gli ho dato il ‘cinque’ è stato stupendo. Anche giocare con lui e Giroud è un sogno, e spero che il mio futuro da ora sia in discesa”. Ora Pellegri è pronto al grande salto, iniziando da una probabile panchina domenica a San Siro contro il Cagliari.