Josè Mourinho torna a parlare e lo fa in conferenza stampa alla vigilia dell’esordio della gara con il CSKA Sofia di domani in Conference League. Queste le sue dichiarazioni: Come sta la squadra? Come si mantiene questo livello di tensione alto? “Cinque vittorie non sono cinquanta. Non c’è ragione per essere ultra ottimisti e positivi. I risultati positivi sono comunque importanti perché aiutano il progetto di sviluppo della squadra. I tifosi anche devono essere equilibrati come noi, devono capire che è un processo e stiamo lavorando solo da due mesi. C’è un’evoluzione? Sì, chiaramente ma stiamo tranquilli. Il fatto che lo stadio sia sempre pieno è bello e può spingere le autorità a capire che c’è una voglia tremenda della gente di tutte le squadre d’Italia di poter andare allo stadio con normalità e quindi al 100% della capienza. Tutto quello che è meno di 100% non.è niente, lo dico sempre ai miei calciatori. Dobbiamo sempre lavorare al massimo, contro il Sassuolo potevamo perdere 2-1 ma la nostra ambizione non era stata negoziabile. E’ una caratteristica che vogliamo avere sempre. Turnover? Ovviamente li farò, ma l’importante è mantenere una struttura. E’ una competizione dove vogliamo fare qualcosa passo dopo passo”. Su Zaniolo: “I giocatori non lo sanno ancora chi giocherà per questo non lo dico ora. Bisogna trovare un equilibrio tranquillo, senza alcun pressioni. Nicolò sta bene e l’infortunio è nel suo passato. Qualche giorno fa era stanco, capisco che quando vanno in Nazionale non c’è tanto tempo per lavorare. Se va in Nazionale e non gioca torna con capacità fisiche inferiori rispetto a quando lascia il club. Lo abbiamo visto con Nico ma anche con altri. Se sta bene è in condizioni di giocare domani. Dal punto di vista psicologico per lui è importante dimenticare l’infortunio, guardiamo al futuro”. Come si tiene compatto il gruppo dei giocatori che giocano meno? “I calciatori sono intelligenti e capiscono le cose. Se un giocatore anche se non gioca tanto in un determinato momento guardano come gli parliamo e come noi facciamo dei commenti in allenamento o in partita. El Shaarawy capisce che per me è importante ed è un titolare. Non sono mai solo undici, stare in panchina o dall’inizio è una situazione che può cambiare. Non ho mai avuto una stagione in cui la formazione che ha cominciato è stata la stessa che ha finito. La stagione è un’autostrada, ma poi diventa anche una statua tortuosa. I calciatori devono capire che senza di loro siamo morti, non possiamo giocare solo con 10 o 11 giocatori. Stephan capisce che le sue caratteristiche mi piacciono tanto e a inizio stagione doveva percorrere un percorso per migliorare la forma che aveva perso tra Cina e infortuni. Ora è in crescita e ha tanta esperienza. Prima del Sassuolo gli ho detto che è un titolare e che lo avrebbe fatto contro il CSKA Sofia. Tutti i giocatori sono più responsabili di me nell’unità di spogliatoio. In questo senso il gruppo lavora bene tra di loro, sento la mia missione come leader molto facile perché è un bel gruppo”. Sulla Conference League: “Come assistente ho vinto anche una coppa che non c’è più (Coppa delle Coppe, ndr). Era con il Barca nel 97. Mi piacerebbe vincere la Conference, ma l’obiettivo non è essere l’unico ad aver vinto tutte e tre le coppe europee. Oggi siamo lontani dal poterla vincere, ma mi interessa e il primo passo è vincere il girone. Nessun giocatore andrà in vacanza o a riposare, saremo tutti lì. E’ un progetto collettivo e se qualcuno di quelli che ha giocato con il Sassuolo va in panchina è così”. La Roma è una squadra più da coppa o campionato? “E’ facile dire che loro lo scorso anno hanno fatto bene in Europa League. La sconfitta con il Manchester è stata pesante ma di fronte c’era una squadra con un potere diverso e la Roma era arrivata in difficoltà. Non so se questa squadra è più adatta alle coppe, ma per noi è molto più importante il campionato della Conference League. Ma voglio la mentalità giusta: la prossima partita è sempre più importante. Quando ci sarà la Coppa Italia dovrà essere lo stesso. E’ così che mi piace ragionare e così faremo. Voglio che la squadra sia pronta in tutte le competizioni. Domani non gioca Vina ma Calafiori, è normale che debba fare questo tipo di cambio, ma ora l’obiettivo non è pensare al campionato ma alla gara di domani”. Si aspettava quasi 200 persone fuori dal ristorante per omaggiarla? “Quello è bello ed è importante per noi. Per chi arriva la prima volta in Italia come Tammy e Vina è importante che capiscano dove sono. Ringrazio e niente più. Questa empatia creata con i tifosi è importante. Noi dobbiamo avere esperienza e tranquillità. Dobbiamo capire che c’è tanto da migliorare. Oggi abbiamo avuto la riunione sulla gara con il Sassuolo e abbiamo analizzato gli errori. Siamo in lavoro costante. Se i tifosi capiscono questo per noi è un plus. Sono convinto che anche senza il gol magico di El Shaarawy, la gente sarebbe comunque andata a casa consapevole che avevamo dato tutto in campo”. Come stanno i centrali difensivi? Kumbulla? “Sono quattro, è il numero giusto. Cinque sarebbero stati troppi. Sono contento con il gruppo che abbiamo, hanno età e caratteristiche diverse. Se tu mi chiedi domani se cambio tutti e due ti dico di no”. Avete iniziato bene la Serie A, ma ci sono dei difetti? “Non siamo perfetti, c’è molto da lavorare e qualche errore lo abbiamo sempre commesso. Dobbiamo restare umili. Domani non ci sono le pressioni della gara con il Trabzonspor perché è un girone e si possono perdere dei punti. Noi vogliamo comunque arrivare primi”.