Sono ormai diversi anni che il calcio tedesco è all’avanguardia per quanto riguarda la crescita dei giovani calciatori. Merito del grande lavoro degli osservatori ma anche di una filosofia che permette al talento di emergere e farsi strada velocemente. Una filosofia che ha attirato le stelline più luminose negli ultimi anni, soprattutto dalla Francia, terreno di caccia preferito dalle società di Bundesliga. Così, i nati all’alba del nuovo millennio hanno già accumulato tantissima esperienza. I nomi fanno paura: Erling Haaland, Dominik Szoboszlai, Alphonso Davies, Paulinho, Maxence Lacroix, Lukas Nmecha, oltre a Chris Richards, Mohamed Simakan, Jurgen Ekkelenkamp e Leandro Barreiro.
I 2001 interessanti sono di meno ma tutti di qualità: Odilon Kossounou, Manu Kone (obiettivo del Milan in passato), Bartosz Bialek (Wolfsburg), Tanguy Coulibaly (Stoccarda) e Armel Bella Kotchap (Bochum) i più utilizzati. Con i 2002 si toccano invece vette altissime: Gio Reyna, Josko Gvardiol, Tanguy Nianzou, Piero Hincapié e Bryan Brobbey guidano la carica, completata da Reinier, Aster Vranckx (Wolfsburg), Melayro Bogarde e Georginio Rutter (Hoffenheim) e Jan Thielmann (Colonia). Jude Bellingham, Jamal Musiala e Florian Wirtz sono i 2003 già conosciutissimi al grande pubblico, ma nella stessa classe spiccano anche Hugo Novoa Ramos (Lipsia), Anselmo García McNulty (Wolfsburg) e Luca Netz (Borussia Mönchengladbach). Non sono ancora maggiorenni ma hanno già esordito in prima squadra Youssoufa Moukoko, enfant prodige 17enne del Borussia Dortmund, e il 2005 Zidan Sertdemir, astro nascente del Bayer Leverkusen.