Europei femminili, la presentazione del gruppo C

Questa sera prenderà il via l’Europeo Femminile in Inghilterra. Una competizione che ci accompagnerà per tutto il mese di luglio fino a decretare a Wembley la squadra che succederà sul trono del Vecchio Continente all’Olanda, vincitrice per la prima volta del titolo cinque anni fa nel torneo ospitato proprio in casa. Ecco una breve guida delle 16squadre al via divise per i gruppi d’appartenenza.

GRUPPO C
OLANDA
Le campionesse in carica puntano al bis forti di una squadra ancora più matura ed esperta rispetto a cinque anni fa e che all’ultimo Mondiale ha chiuso al secondo posto dietro gli irraggiungibili Stati Uniti. Il nuovo ct Mark Parson ha deciso di non cambiare la formula vincente confermando il classico 4-3-3 fatto di palleggio, gioco verticale e tantissima qualità, ma con una difesa granitica e forte fisicamente.

Il Modulo – Come si è detto anche la squadra femminile segue i dettami del calcio olandese con Miedema a fare da punto di riferimento in avanti affiancata da una top player come Mertens e una fra Roord, che può giocare anche a centrocampo, e la neo juventina Beerensteyn. A centrocampo tutto passa per i piedi fatati di Van de Donk con l’esperta Spitse a dirigere il traffico. Attenzione poi anche alle nuove leve Pelova e soprattutto Egurrola, giocatrice al centro degli interessi di varie nazionali (fra cui Stati Uniti e Spagna) che ha scelto di vestire l’arancione per contribuire a trionfare ancora.

La Stella – Difficile sceglierne solo una, ma certamente molto passerà dai piedi e dalla testa di Viviane Miedema, centravanti letale sia con la Nazionale sia con il suo Arsenal, dove ha scelto di restare nonostante le sirene del mercato. Una calciatrice che sa segnare in ogni modo e con una continuità pazzesca come dimostrano i 94 centri in 111 presenze con le Leonesse. Una delle stelle di tutto il torneo.

PORTOGALLO
Catapultato all’Europeo per l’esclusione della Russia dalle competizioni sportive dopo lo scoppio della guerra con l’Ucraina la squadra lusitana difficilmente potrà replicare la favola della Danimarca maschile del lontano ’92. Nonostante il Portogallo ospiti una delle competizioni amichevoli più importanti del Mondo – la Algarve Cup – la nazionale non ha fatto grandi passi avanti tanto che è solo alla seconda partecipazione all’Europeo. Sembra destinata a essere vittima sacrificale del girone.

Il Modulo – Il 4-3-3 è il modulo tipo fin dalle giovanili, ma nelle gare contro squadre di maggiore caratura è stato utilizzato anche il 3-5-2 per dare maggiore copertura alla difesa. I perni della squadra sono Carole Costa in difesa, Dolores Silva in mezzo al campo e Jessica Silva in avanti e su loro si punterà per provare a ben figurare. Occhi puntati anhce sulla giovane Kika Nazareth, talento emergente che giostra fra centrocampo e attacco che potrebbe essere una rivelazione all’Europeo.

La Stella – Centrale difensiva e colonna del Portogallo, con cui vanta 128 presenze, Carole Costa del Benfica è la giocatrice simbolo delle lusitane. Una carriera che l’ha vista a lungo militare in Germania con le maglie di Essen, Duisburg e Cloppenburg prima del ritorno in patria. A 17 anni esordisce con la nazionale maggiore e da allora è praticamente sempre presente.

SVEZIA
Una delle favorite della competizione, ma anche una perdente di successo. Dopo il trionfo nella prima edizione nel lontano ’84 infati le scandinave non sono mai riuscite a ripetersi pur sfiorando in più occasioni un titolo importante: seconde dietro la Germania all’Europeo 2001 e ai Mondiali 2003, e poi doppio argento olimpico nel 2016 e 2021 a cui si aggiunge il bronzo ai Mondiali del 2019. Una squadra, e una generazione, chiamata a chiudere il cerchio in questi due anni con un alloro che manca da troppo tempo in una delle nazioni capofila del calcio femminile.

Il Modulo – Difesa a quattro e poi schiramente variabile a tre o due in avanti, ma sempre con la costante del gioco offensivo, vista anche la batteria di giocatrici a disposizione, e la capacità di cambiare schieramento a gara in corso per la duttilità delle sue interpreti, come l’esterno Rolfo che può agire indistintamente su tutta la corsia mancina dalla difesa al tridente d’attacco. I punti fermi sono l’esperto portiere Lindahl, la regista Seger, che con oltre 220 presenze è la calciatrice con più presenze in nazionale in Europa oltre a essere una vera e propria leggenda del calcio. Davanti c’è l’imbarazzo della scelta dalla neo milanista Asllani, che può giocare anche in mediana, a Blackstenius, Jakobsson e la juventina Hurtig. Dietro c’è poi l’esperienza di un’altra bianconera come Sembrant.

La Stella – L’ater ego di Ibrahimovic è Kosovare Asllani, simbolo di questa Svezia e del calcio femminile. Calciatrice esperta, è una classe ’89, di grandissimo talento ha vestito alcune delle maglie più prestigiose in Europa – PSG, Manchester City, Real Madrid e ora Milan – lasciando ovunque il segno e ripetendosi anche con quella gialloblù delle scandinave. A lei, come alle compagne, manca solo l’acuto per entrare nella storia (e superare anche il più famoso collega).

SVIZZERA
Una squadra che in Italia conosciamo bene visto che è la nostra principale rivale nella corsa al prossimo Mondiale. Quella elvetica è una nazionale in crescita che ha raggiunto nel 2015 per la prima volta la fase finale del Mondiale, ma ha poi fallito le qualificazioni all’Europeo e Mondiale successivo tornando solo in questa edizione a giocarsi una fase finale. Merito della crescita soprattuto l’apporto delle figlie dei migranti arrivati dall’ex Jugoslavia e dall’Albania. Difficile che possa ambire al passaggio del turno.

Il Modulo – Lo schieramento del ct Nielsen è offensivo, con la difesa a quattro come punto fermo per poi svariare da centrocampo in su. Una scelta che viene fatta, in maniera singolare, con un consulto fra ct e calciatrici prima della partita. Il punto fermo è ovviamente Crnogorcevic, riferimento offensivo in qualunque modulo sia adottato, a cui viene spesso affiancata una calciatrice esperta come Bachmann. In difesa e a centrocampo invece spiccano due giocatrici dell’Arsenal come Maritz e Walti. Riola Xhemaili è invece la stellina del futuro.

La Stella – La classe ’90 d’origine croata Ana-Maria Crnogorčević è senza dubbio la calciatrice più rappresentativa della squadra. Milita nel Barcellona dove ha vinto la Champions League due anni fa (bissando il successo con il Francoforte nel 2014-15) e vanta un’esperienza anche negli USA con il Portland Torns. Nel giro della Nazionale da quando era appena maggiorenne vanta oltre 130 presenze, con 67 reti.