Nel post lockdown il Milan ha subito una evidente trasformazione, da brutto anatroccolo a principe azzurro. Il lavoro di mister Pioli ha portato i suoi frutti e i miglioramenti dei singoli e del collettivo non passano indifferenti ma allo stesso tempo non sorprendono l’allenatore rossonero che ha più volte sostenuto che per crescere, il bisogno di tempo è inevitabile. Esatto, il tempo, quel tempo che negli ultimi anni il club di via Aldo Rossi non è stato in grado di gestire nel migliore dei modi. Purtroppo le grandi piazze, si sa, pretendono il meglio e lo pretendono subito. La pazienza è una caratteristica rara da trovare nei grandi club, sopratutto quando ti chiami Milan e hai un passato glorioso che non fa altro che starti con il fiato sul collo. Probabilmente, anzi quasi sicuramente, tanti dei protagonisti passati tra le fila rossonere delle ultime stagioni, non avevano le spalle abbastanza larghe da poter sostenere l’inevitabile pressione di un ambiente desideroso di tornare ai palcoscenici che gli competono. Ora qualcosa sembra essere cambiato, ma cambiato davvero. Ciò non vuol dire che tutti i fantasmi passati siano magicamente scomparsi, ma dalle ceneri prima o poi bisognerà pur sempre risorgere. Spesso, nelle ultime stagioni, si è visto un Milan senza anima, quell’anima che sembrerebbe essere ritornata prepotentemente. Un Milan padrone del gioco, sempre propositivo, divertente, affamato. Nel 2020 si è visto un Milan, che a differenza del passato, alla prima difficoltà non si nasconde e non scompare dal campo, ma bensì reagisce dimostrando di essere squadra, squadra vera. Dal ritorno in campo contro il Lecce, i rossoneri hanno inellato 9 vittorie, 4 pareggi e 0 sconfitte, con 35 gol all’attivo e 12 subiti. Numeri importanti, soprattutto a livello di realizzazioni. Il principale tendine d’achille dei rossoneri era proprio il reparto offensivo, reo di sparare a salve ed essere poco efficace e prevedibile. Ora tutto sembra essersi ribaltato. A fare la differenza sicuramente il grande lavoro fatto sui campi di allenamento ma anche l’arrivo di un volto già noto in quel di Milanello: Zlatan Ibrahimovic. Si è presentato dichiarando: “quando hai l’occasione di fare gol devi sfruttarla, devi ammazzare” e a quanto pare il messaggio è stato recepito velocemente, forte e chiaro. L’arrivo dello svedese ha giovato a tutti i componenti della squadra, sia a livello tecnico, sia a livello mentale. Serviva una scossa ed è arrivata proprio a margine del suo arrivo. Sarà una coincidenza? Il Milan ha cambiato volto ed è tornata a vincere convincendo. Ora la parola d’ordine è: continuità. Il rinnovo di Stefano Pioli è più che meritato ed è la dimostrazione che ora le idee sembrano essere chiare. Dispiace non essere riusciti a raggiungere direttamente la qualificazione ai gironi di Europa League ma, anche partendo dai preliminari, l’importante era ritrovare il profumo d’Europa. Ora serve programmare il futuro con l’obiettivo di dare continuità all’ottimo processo di crescita dimostrato e puntellare la rosa con innesti funzionali e che possano far fare il salto di qualità definitivo ad una squadra che deve e può puntare alla qualificazione alla Champions League. Con Donnarumma tra i pali pui dormire sonni tranquilli e il suo rinnovo sembra essere ai dettagli. La difesa ripartirà dagli intoccabili Romagnoli ed Hernandez, con la conferma di Kjaer, riscattato dal Siviglia. Gabbia dovrebbe essere riconfermato e uno tra Musacchio e Duarte potrebbe lasciare Milano. Interessano Milenkovic, Todibo e Fofana per il ruolo di centrale. Laxalt dovrebbe partire (si parla dell’interesse della Lokomotiv Mosca) e torna di moda il nome di Robinson del Wigan per rimpiazzarlo. Sulla destra il Milan cerca un nuovo titolare, per il quale si fanno i nomi di Aurier, Dumfries ed Emerson, rispattivamente di Tottenham, PSV e Barcellona. Conti dovrebbe rimanere, mentre Calabria è sempre più vicino ai titoli di coda (su di lui Torino, Betis e Siviglia). A centrocampo Bennacer e Kessie non si toccano. Con la partenza di Bonaventura e Biglia che non hanno rinnovato, i rossoneri cercheranno almeno due innesti di qualità. Un nome è quello di Bakayoko che potrebbe tornare in rossonero dopo la stagione in prestito nel 2018/19 condita da 31 presenze e 1 gol. Gli altri profili sono quelli di Roca dell’Espanyol, seguito anche dal Lipsia, Myranchuk della Lokomotiv Mosca (potrebbe rientrare nell’operazione Laxalt) e Pessina, che i rossoneri potrebbero pagare la metà del suo valore come da accordi contrattualizzati con l’Atalanta. Krunic potrebbe finire al Torino dell’ex Giampaolo. Difficile l’arrivo di De Paul per il quale l’Udinese spara alto: 40 milioni di euro. La stagione opaca di Paqueta potrebbe spingere i rossoneri ad utilizzarlo come contropartita per l’acquisto di Milenkovic della Fiorentina. Calhanoglu confermatissimo. Sugli esterni i rossoneri ripartiranno dalla conferma del giovane Saelemaekers, riscattato dall’Anderlecht, Castillejo, Rebic e Leao. Sul portoghese pare ci siano gli occhi del Real Madrid, ma il Milan non è intenzionato a privarsene. Negli ultimi giorni rimbalzano le voci di un forte interessamento nei confronti di Federico Chiesa, che sarebbe stato richiesto direttamente da mister Pioli. Il suo arrivo però è molto difficile vista la tanta concorrenza per il giocatore (Juventus e Inter su tutte). A giorni potrebbe arrivare il tanto atteso rinnovo di Zlatan Ibrahimovic a cui Pioli darà le chiavi dell’attacco. A prescindere dalla conferma dello svedese, al Diavolo servirebbe un’altra prima punta e l’ideale potrebbe essere l’acquisto di un giovane di prospettiva che possa crescere sotto la sua ala. Scamacca del Sassuolo e Vlahovic della Fiorentina i nomi che potrebbero interessare. Più complicato l’arrivo di Jovic dal Real Madrid, che difficilmente accetterebbe il ruolo di comprimario, anche a fronte della necessità di giocare in vista dell’Europeo. Di nomi se ne fanno tanti, il calciomercato ti spinge a sognare e spesso i sogni diventano realtà. Non ci resta che aspettare, ma viste le premesse è lecito pensare che per il Milan che verrà il sogno di ritornare a giocare la Champions League non è più proibito.