Nemmeno lo sceneggiatore più crudele. Il calcio però è fatto di attimi, istanti, momenti cruciali: la Lazio non ha trovato il terzo gol e nel giro di dieci minuti ha buttato praticamente via una vittoria già messa in archivio. Le scorie di Lecce sono entrate in circolo sul gol di Caputo, poi Marin ha completato lo psicodramma: la sfida con l’Empoli finisce 2-2 dopo un match praticamente dominato dalla compagine biancazzurra. Non sono bastati 80′ di qualità, la squadra di Sarri spreca un’occasione abbastanza clamorosa e butta via due punti. Quasi tre. Le scelte del tecnico toscano hanno fatto capire sin da subito la volontà di cancellare la débacle di quattro giorni fa: centrocampo di qualità con Luis Alberto e Milinkovic-Savic a supporto di Cataldi, con Immobile unica punta scortato da Zaccagni e Felipe Anderson. L’Empoli si è affidata subito a Caputo, tornato in Toscana dopo le avventure con Sassuolo e Samp. E l’approccio aggressivo si è visto già nei primi istanti di gioco, con le due mezzali subito in pressione sui portatori di palla. Il forcing ha pagato immediatamente, dopo un minuto e trenta è arrivata la spizzata di Felipe Anderson (su corner battuto da Luis Alberto), decisiva la deviazione di Caputo nella propria porta. Una rete che ha stappato la sfida è ha visto i capitolini sfiorare il raddoppio in due occasioni: prima sulla conclusione di Immobile terminata di poco alta, poi sul diagonale di Zaccagni uscito di parecchi metri nonostante la posizione favorevole. L’Empoli invece s’è visto pochissimo, al di là di un paio d’accelerazioni la squadra di Zanetti ha fraseggiato più d’inerzia che di sostanza. La squadra di Sarri, in condizioni simili, ha avuto soltanto il demerito di non segnare la seconda rete. Il copione non è cambiato nemmeno nella ripresa, i padroni di casa hanno gestito col solito palleggio in mezzo al campo. Il 2-0, meritato, è arrivato al 54’ con un tocco sotto di Zaccagni da dentro l’area piccola: una rete che ha stordito Satriano e compagni, incapaci di trovare una reazione. Dopo il raddoppio la Lazio ha giocato sul velluto, trovando Varchi e sfondando soprattutto per vie centrali: al 63’ Milinkovic-Savic ha rischiato di buttare giù l’Olimpico con un tiro dai 30 metri, decisivo l’intervento di Vicario aiutato anche dal palo. Nel finale però è successo praticamente di tutto, con Pedro e compagni che hanno pensato più allo spettacolo che alla sostanza: la Lazio si è divorata di tutto, l’Empoli non ha mai smesso di crederci. Caputo in contropiede ha riaperto tutto – decisivo l’ingresso in campo di Cambiaghi -, Marin con il tiro della disperazione ha firmato il 2-2 finale. Dopo Lecce l’incubo continua: la Lazio si è abbonata ai black out.