SORRISO AMARO CHE NASCONDE GRANDI RIMPIANTI

Se guardassimo il tabellino senza far caso ai minuti in cui sono avvenuti i gol e senza far caso ai marcatori allora potremmo dire che l’Atalanta ha tenuto testa ad una grande squadra e che la classe ed il prestigio dei giocatori in campo ha avuto la meglio su una bella favola che Gasperini avrebbe potuto raccontare ai suoi nipoti tra 20 anni. Se invece abbiamo assistito al match di ieri sera o analizziamo bene quello che è riportato dai dati della partita, la parola che possiamo recitare è una sola: Rimpianto!
Adesso vediamo perché usiamo questa affermazione. Il gol del pareggio arriva al minuto 89, 89 come i minuti in cui i nerazzurri erano stati in vantaggio su Neymar & Co. , 89 come i minuti in cui si era sofferto poco e niente, 89 i minuti che avevano giustificato la presenza dei bergamaschi ai quarti di Champions e che avevano dimostrato la maturità di una squadra di alto livello. E tutto ciò diventa ancora più nero se guardiamo il gol come viene subito, rimpallo con Marquinhos che spinge in porta un pallone che finisce addosso a De Roon ed entra in rete, rocambolesco è dir poco. Andiamo avanti, 92esimo minuto vantaggio Psg che rimonta la rete di Pasalic del primo tempo, 92 come i minuti in cui l’Atalanta spreca quanto di buono aveva dimostrato ed aveva fatto in questa Champions, 92 come i minuti in cui ti crolla tutto addosso e non riesci a capire neanche come, 92 come i minuti che dimostrano che questa Atalanta forse non ha ancora quella esperienza europea che serve per affrontare queste partite. A segnare non è né Neymar, né Mbappé, né Icardi ma Choupo-Moting dopo una dormita collettiva della difesa nerazzurra.
Una partita che ha visto la solita Atalanta propositiva ed arrembante nel primo tempo che non a caso trova il vantaggio che fa sognare tutti i tifosi bergamaschi, anzi tutti gli italiani, come ha tenuto a dire Gasperini nella conferenza stampa pre partita. Nel secondo tempo invece la pressione cala, perché alla stanchezza fisica si unisce magari un po’ di compiacimento dei giocatori in maglia nerazzurra in campo per la prestazione, per la completa gestione della partita e non ultimo per il risultato, a tutto ciò magari va aggiunta un po’ di soggezione al possesso palla a tutto campo di Neymar e all’entrata di Mbappé che dà sprint ai francesi. Tutti errori che l’Atalanta in questi anni non ha mai fatto e che stasera invece hanno condizionato e parecchio il finale.
Un’altra chiave di lettura è sicuramente anche la differenza di ciò che avviene sulle due panchine all’80esimo, minuto di ingresso in campo per la squadra guidata da Tuchel dell’uomo che deciderà il match Choupo-Moting, certo assolutamente non paragonabile per valore agli altri membri della rosa, ma il camerunese ha l’esperienza adatta per giocare questo genere di partite. Invece sulla panchina affianco, quella gestita dal Gasp, due minuti dopo all’82esimo uscirà Dùvan Zapata e farà il suo ingresso in campo il giovanissimo Jacopo Da Riva. Questo appunto per dire che in Champions purtroppo il blasone ed il maggior tasso tecnico di una squadra il più delle volte decidono le partite.
Gasperini a fine partita ha dichiarato che la squadra deve essere contenta lo stesso per i traguardi raggiunti quest’anno e la grande annata complessiva tra mille difficoltà, anche se la faccia diceva tutt’altro, quel volto infatti nascondeva con l’aiuto di un sorriso amaro, la convinzione durata 89 minuti di poter superare il Psg ed arrivare in Semifinale e la delusione finale, iniziata al 92esimo minuto, per l’occasione buttata via. Mettiamola così: è stata acquisita una buona esperienza da questa squadra per la Champions del prossimo anno dopo la partita di ieri sera a Lisbona.