L’esterno sinistro Dimarco è il giocatore scelto dall’Inter per affiancare Inzaghi in conferenza stampa alla vigilia del derby Champions. Ecco le sue parole.
Come ci si sente a giocare un derby in semifinale di Champions?
“È sempre bello giocare un derby, ne ho giocati tanti e questo voglio godermelo al 100 per cento”.
È l’occasione di dimostrare il vostro spirito di gruppo?
“Il Milan ha dimostrato di aver passato due turni difficili, noi cercheremo di dimostrare a noi stessi quello che valiamo”.
Ci si abitua a fare gol pesanti?
“Per me tutti i gol sono importanti, ci tengo che la squadra vinca”.
Dopo il sorteggio estivo pensavate di poter andare avanti o di finire in Europa League?
“Sapevamo di avere un girone difficile, ma abbiamo dimostrato quello che valiamo. Ci siamo meritati di essere qui”.
Il Milan è l’avversario migliore o peggiore possibile?
“È una squadra che conosciamo bene, sappiamo che comunque affrontiamo i campioni d’Italia in carica. Sarà una bella partita”.
I precedenti in Champions dicono Milan. C’è un sentimento di rivalsa?
“Non parlerei di vendetta, è passato tanto tempo e pensiamo al presente, a domani, a cercare di fare un risultato positivo e basta”.
Nel 2003 avevi cinque anni, che ricordi hai di quella partita?
“Ero a San Siro. Non ho bellissimi ricordi, da tifoso interista. Però pensare che vent’anni fa ero a vederla e oggi ho la possibilità di giocarla è un’emozione incredibile”.
È la partita della stagione?
“Possiamo definirla come una semifinale di Champions. Sappiamo l’importanza della partita e ce la giocheremo alla grande”.
Nel 2003 c’era tanta paura di perdere, quale sentimento c’è oggi?
“È forte, è sempre un derby ed è bello giocarselo a viso aperto. Domani sarà una bella partita”.
Calabria ha detto che possono vincere la Champions. Che emozione sarà sfidarsi da tifosi?
“Noi pensiamo a noi stessi, cercando di fare una grande partita domani e poi pensare a quella di ritorno. Con Calabria ci siamo affrontati tante volte: ne abbiamo vinte alcune e perse altre, domani sarà una bella emozione”.
Nei racconti di chi c’era nel 2003, emerge la difficoltà di gestire la settimana a livello mentale. Qual è la ricetta?
“Penso che ci vogliano testa e cuore, pensare una partita per volta. Se vai troppo in là con i pensieri rischi di lasciare qualcosa per strada”.
Stai preparando nuovi cori?
“No, vengono in automatico dopo le partite”.
Stai diventando un giocatore sempre più decisivo. In cosa ti senti cresciuto?
“Penso che i sei gol e i sei assist siano merito del gioco della squadra. Da due anni a questa parte mi sento cresciuto a livello di testa e anche a livello fisico, perché comunque abituarsi a giocare partite importanti ti fa crescere”.