Autore: Federico Lasdica

  • L’Aston Villa batte il Brentford e continua a sognare, terzo posto e -1 dalla vetta

    L’Aston Villa vola e sogna in grande e dopo la vittoria di questo pomeriggio contro il Brentford per 2-1, la squadra di Emery si posiziona al terzo posto ad un solo punto dall’Arsenal capolista. Mentre invece le Api restano in dodicesima posizione a più dieci punti dalla zona retrocessione.

    I Villains vanno sotto alla fine del primo tempo con la rete di Lewis-Potter. Nel secondo tempo però nell’ultimo quarto d’ora di partita l’Aston Villa ribalta la situazione. Prima Alex Moreno e poi Watkins completano la rimonta e regalano una vittoria fondamentale agli ospiti.

  • News Roma: sempre più vicino il rinnovo di Edoardo Bove

    La Roma si prepara a blindare uno dei suoi più splendenti gioielli del vivaio. Stiamo parlando di Edoardo Bove, che ormai dal 2021 fa stabilmente parte della prima squadra giallorossa e che in questa stagione, visti anche i continui problemi fisici di Sanches, Pellegrini e Dybala, ha collezionato tanti minuti ed anche gol importanti.

    Così la società di Friedkin ha deciso di rinnovare il contratto del centrocampista classe 2002 fino al 2028 con un aumento sostanziale dell’ingaggio. Quindi altri cinque anni di contratto per Bove, che sogna sempre di più di ricalcare le orme dei grandi calciatori romani e romanisti che hanno scritto la storia del club anche nel recente passato.

  • Cade la Sampdoria, vittoria pesante del Brescia

    Cade la Sampdoria, vittoria pesante del Brescia

    La Sampdoria, dopo tre vittorie consecutive, cade contro il Brescia, che trionfa per 3-1. Nel match casalingo i lombardi risolvono tutto nel primo tempo, infatti subito dopo dieci minuti segna Jallow. Alla mezz’ora poi il Brescia raddoppia con la rete di Borrelli e nel finale della prima frazione c’è anche la realizzazione di Bjarnason. Nel secondo tempo poi a quattro minuti dalla fine c’è il gol della bandiera della formazione di Pirlo con Giordano, ma niente da fare trionfa il Brescia. Con questo risultato i ragazzi di Maran superano proprio la Samp e salgono al dodicesimo posto.

  • L’Arsenal ne fa sei al Lens e vola agli ottavi da primo in classifica

    L’Arsenal ne fa sei al Lens e vola agli ottavi da primo in classifica

    L’Arsenal vince la gara casalinga di questa sera contro il Lens valida per la penultima giornata dei gironi di Champions League. I Gunners passano per 6-0 e approdano così agli ottavi di finale da primi in classifica, mentre invece i francesi si giocheranno all’ultima giornata la permanenza in Champions, la discesa in Europa League o addirittura l’addio alle competizioni europee.

    La gara finisce già nel primo tempo, infatti i ragazzi di Arteta archiviano la pratica calando il pokerissimo. Apre le danze Kai Havertz al tredicesimo, dopo poco arrivano in successione le reti di Gabriel Jesus, Saka e Martinelli. Nei minuti di recupero poi c’è anche la firma del norvegese Odegaard. Nella seconda frazione gli inglesi abbassano i ritmi ed il possesso lo tiene il Lens, ma all’86esimo minuto arriva il sesto gol con un calcio di rigore trasformato da Jorginho.

  • Il Manchester City rimonta il Lipsia ed approda agli ottavi da primo in classifica

    Il Manchester City rimonta il Lipsia ed approda agli ottavi da primo in classifica

    Il Manchester City riesce a rimontare il Lipsia e vince 3-2 nella penultima gara dei gironi di Champions League. Con questo risultato i ragazzi di Guardiola si qualificano agli ottavi di finale da primi in classifica. Nonostante la sconfitta però anche i tedeschi volano alla fasi ad eliminazione diretta come secondi.

    Il match prende da subito una brutta piega per i padroni di casa, infatti in venti minuti il bomber Openda porta il Lipsia in vantaggio di due gol ed il primo tempo si chiude quindi sul 2-0 per gli ospiti. Nella seconda frazione però è tutta un’altra musica ed Haaland avvia la rimonta. Nel finale di partita prima Foden e poi Julian Alvarez completano l’opera e regalano la vittoria ai Citizens.

  • Il City chiama ed il Liverpool risponde, termina in parità il big match di Premier tra Guardiola e Klopp

    Il City chiama ed il Liverpool risponde, termina in parità il big match di Premier tra Guardiola e Klopp

    Il big match inglese di questo pomeriggio tra Manchester City e Liverpool termina in parità. La conduzione della gara è fin da subito come sempre dei ragazzi di Guardiola, che chiudono l’incontro con più del 60% del possesso palla e ben 16 tiri totali. Dall’altra parte gli ospiti vanno in difficoltà sul pressing dei Citizens, soprattutto con Alisson nell’impostazione dal basso. Al 27′ Aké prende palla sulla mediana e inizia una serpentina tra le linee dei Reds, imbucata per Haaland, che davanti ad Alisson non sbaglia e sblocca così la partita. Nel secondo tempo i padroni di casa continuano a spingere, ma nel finale arriva il pareggio dei ragazzi di Klopp. Infatti a dieci minuti dal termine, Gravenberch accelera centralmente, il pallone arriva dall’altro lato a Salah che imbuca per Alexander Arnold, il terzino freddo trafigge Ederson e firma il pareggio. Con questo risultato il City rimane al primo posto ad un punto di vantaggio proprio dal Liverpool.

  • Pokerissimo del Psg al Monaco, allungo in classifica e vetta consolidata

    Il Psg di Luis Enrique alza finalmente la voce in questa stagione, infatti i parigini escono vincitori per 5-2 nel big match al Parco dei Principi di questa sera contro il Monaco.

    La gara si apre con un’occasione per Mbappe che si stampa sul palo e con un paio di parate importanti di Gigio Donnarumma. Al 18′ arriva il gol che sblocca il match, su un tiro di Dembelé dalla destra, Kohn non trattiene ed è lesto Goncalo Ramos a deviare in rete. Al 22′ il portierone italiano sbaglia con i piedi e serve Minamino che non perdona e pareggia l’incontro, gravissima la disattenzione di Donnarumma. Sul finire del primo tempo Dembelé conquista un calcio di rigore sul fallo di Magassa, dal dischetto si presenta capitan Mbappé che non sbaglia e riporta in vantaggio i suoi. Nel secondo tempo poi ancora Dembelé ispiratissimo mette giù con il tacco a seguire un lancio lungo, si invola verso la porta avversaria e scarica un destro potente sotto la traversa che vale il terzo gol dei padroni di casa. Due minuti dopo Vitinha dai venti metri calcia con il destro a giro e supera splendidamente il portiere del Monaco. Gli ospiti nel finale hanno un sussulto con la rete di Balogun, ma nei minuti di recupero su un cross di Hakimi arriva Kolo Muani che fissa il parziale finale.

    Con questo risultato il Psg consolida la vetta della classifica ed allunga proprio sul Monaco di sei punti ed al momento di quattro sul Nizza.

  • Qualificazioni Euro24 gruppo B: la Francia dilaga contro Gibilterra, l’Olanda invece passa di misura con l’Irlanda

    Nel girone B delle qualificazioni ad Euro24 la Francia vince per 14-0 contro Gibilterra e consolida la vetta della classifica. Le reti dei transalpini sono un autogol di Santos, che poi verrà anche espulso, Thuram, Zaire-Emery, tripletta di Mbappé, Clauss, doppietta di Coman, Fofana, Rabiot, Dembele e doppietta di Giroud. In attesa dell’ultimo match la selezione di Deschamps sale a 21 punti, mentre Gibilterra rimane a zero.

    L’altro incontro tra Olanda ed Irlanda termine con il punteggio di 1-0 per gli Orange. La squadra di Koeman vince la gara giocata ad Amsterdam grazie alla rete di Weghorst. Grazie a questo risultato l’Olanda conferma il secondo posto con tre punti di vantaggio sulla Grecia aspettando l’ultima gara di qualificazioni.

  • L’intervista esclusiva di Calciostyle all’ex calciatore Diego Cenciarelli

    Questa mattina sul sito di Calciostyle.it è stata pubblicata l’intervista all’ex calciatore di Viterbese e Gubbio tra tutte, Diego Cenciarelli. Ecco di seguito le sue parole riprese da (Intervista Calciostyle Cenciarelli).

     

    Tu Diego hai iniziato con la Fiorentina giovanile?

    “Sì, prima della Fiorentina sono stato un anno e mezzo a Modena, quando il Modena era in Serie A. Stavo in un convitto, in un appartamento a tre piani, con altri ragazzi che venivano da fuori. Io però ero il più piccolo che c’era dentro la casa. Gli altri partivano tutti dai 16 anni, se non sbaglio”. 

    Qual è la tua esperienza a livello calcistico più stimolante, più bella che hai vissuto, insieme anche al discorso tifosi, società e obiettivi?

    “Sono stato abbastanza fortunato. Da ogni esperienza che ho vissuto ho cercato nella mia vita di prendere il positivo. Se invece, ti dico una piazza dove sono stato male, l’unica forse è Campobasso, ma perché c’era una società non all’altezza della situazione”.

    Era poi all’inizio della tua carriera, diciamo a livello professionistico?

    “Si, è stato il mio primo anno da professionista”.

    Quindi teoricamente ti poteva pure distruggere la carriera essendo all’inizio?

    “Eh, infatti all’inizio ho avuto un po’ di problemi. C’era un clima particolare all’interno dello spogliatoio. Eppure stavamo facendo bene, tutti stavano facendo bene perché nel girone c’era il Perugia, che doveva arrivare primo perché doveva vincere il campionato, e noi eravamo secondi dopo 8, 9 giornate. Poi si è sfasciato tutto. Io sono andato via, ho dovuto rinunciare a degli stipendi”.

    Andando avanti con la tua carriera possiamo dire che forse proprio con la Viterbese hai avuto ambizioni importanti perché la squadra dove stavi era molto forte per per la categoria, con Sforzini, Jefferson?

    “Sì, ho giocato sempre in squadre che hanno fatto play off, come minimo. A partire dalla serie D e fino alla Lega Pro. Non ho mai lottato per salvarmi. Mi sono trovato nel posto giusto al momento giusto e io ho sempre dato il mio contributo”.

    Quella Viterbese, secondo te poteva fare pure meglio, vero?

    “La Viterbese secondo me, l’anno che abbiamo vinto la Coppa Italia di Lega Pro, poteva vincere il campionato. Poteva ambire a stare tra le prime tre. Se non fosse successo quel ritardo causato dal fatto che il presidente dell’epoca non voleva giocare nel girone del Sud ma voleva che noi fossimo messi nel girone del Centro”.

    Camilli, ogni tanto, ci ha messo del suo?

    “Non è stato quello, lui è una persona secondo me con dei valori, con dei principi e ha le potenzialità per dire quello che pensa anche andando contro la Lega Pro. Lui faceva le guerre da solo, per le sue cause. È una persona che che ho sempre stimato e che a me mi ha dato tanto”.

    Lui e pure i suoi figli erano molto attaccati all’ambiente viterbese. Infatti poi, hai visto che fine ha fatto? Segui ancora le tue ex squadre?

    “Sì, la sto seguendo. Per esempio la vicenda legata al campo con il sindaco che non vuole dare lo stadio”.

    Diego, poi sei andato a Gubbio?

    “Si, ho firmato un biennale a Gubbio, e lì è cominciato l’incubo. Ho incominciato a stare male e a non credere più in me stesso, ad aver paura di tutto. Tanto che un giorno durante un allenamento ho preso un pestone da un mio compagno e qualche giorno dopo avevamo un’amichevole contro il Livorno. Io avevo paura di giocare questa partita, non so per quale motivo. Era un’amichevole, avevo giocato davanti a 15.000 persone e in quel momento avevo paura di di giocare un’amichevole contro Livorno. Poi mi sono dato un calcio sul piede dove avevo preso quel pestone. E lì per lì tutto bene. Poi ho pensato ma cosa ho fatto? Pensavo di aver fatto una truffa nei confronti della società. Ho pensato di andare in carcere per questa cosa e tutti provavano a spiegarmi che non era così. Io però non ascoltavo nessuno. Mi ricordo che andavo dagli avvocati per sentire se dovevo andare in carcere o meno”.

    Poi, appunto, sei andato alla San Benedettese?

    “Si, il problema è che lì ho smesso di prendere le medicine perché in quel periodo prendevo delle medicine”. 

    Sempre per il problema dell’ansia?

    “Si, da lì incominciai a fare cose che non stanno né in cielo né in terra. A San Benedetto ero convinto anche lì di dover andare in carcere, che tutti ce l’avevano con me. Poi siccome avevo ancora un altro anno di contratto, il Gubbio per per giusta causa mi ha rescisso il contratto e mi sono ritrovato a spasso. Ma ero fuori di testa. Mi hanno fatto pure un TSO perché ero scappato per per due settimane. Stavo a Civitanova Marche e dormivo in macchina o al mare con un sacco a pelo. Non mi trovava nessuno, avevo fatto perdere le mie tracce”.

    Gubbio è stata, perciò, l’ultima apparizione vera e propria da calciatore?

    “L’ultima da professionista l’ho fatta con la San Benedettese. Poi ho smesso e sono andato in Sicilia da mia mamma. Avevo all’incirca 28, 29 anni. Da lì è iniziato il tutto”.

    Adesso che sei più consapevole di te stesso, hai una giustificazione a questa situazione, oppure non non sai ancora realmente il motivo di questa esplosione di ansia?

    “Non te lo so dire perché ancora me lo domando, mi chiedo il perché”.

    Ma tutto quello che è successo è dovuto alle pressioni che si hanno da calciatore professionista?

    “Il periodo che sono stato con Camilli no. Io sono stato tre anni con lui, sono stato l’unico che lui ha proprio voluto. Ad esempio, un anno avevo la possibilità di andare via in Serie B a Terni e lui non ha voluto. Ma perché fondamentalmente c’era un legame molto importante quasi padre figlio. Sono stata una persona a cui lui ha voluto molto bene”.

    Ricordo che ti amavo tutti alla Viterbese, giusto?

    “Cerco sempre di farmi voler bene, infatti quando non ci sono riuscito, tipo a Gubbio o a San Benedetto, è perché sono stato male.Non c’ero con la testa. Adesso mi trovo a Villa Azzurra in una comunità terapeutica da due anni e mezzo e ci dovrò rimanere per altri tre. Devo ringraziare alcune persone perché mi stanno dando affetto, amicizia. E non è scontato in un luogo di lavoro trovare persone che ti danno la propria amicizia. Devo ringraziare la dottoressa Claudia Sammartano, Matteo Asaro, Annamaria Inzerillo, Valeria Piazza, Giovanni Inglese, Valeria Genova. Se adesso comunque sono più consapevole della mia patologia e anche perché in questi due anni e mezzo, stando in un luogo protetto, ho avuto la possibilità di pensare a quello che realmente è la mia patologia”.

    Cosa ti ha dato il calcio? Cosa ti ha tolto?

    “Il calcio sicuramente mi ha dato soddisfazioni a livello personale. Però in questo percorso ho anche incontrato persone poco umane, perché in questo sport purtroppo non c’è tanto umanità. Si guarda solo ai risultati a alle prestazioni”.

    C’era un allenatore o un giocatore che secondo te poteva ambire a piazze più importanti?

    “Te ne dico quattro di allenatori. Calabro, Sottili, Bertotto e Vivarini. Riguardo Sottili, secondo me, l’unico suo difetto era la gestione del gruppo squadra, però si lavora molto bene con lui. A me ha aiutato a crescere, mi dava bastone e carota”.

    Calciatori invece?

    “Potenzialmente tanti. Mi ricordo di Fabihno a Perugia, Chiricò. Luca Baldassin a me piaceva molto, eravamo compagni di reparto con Damiani. Un altro forte era Amadio.

    Adesso cosa farai? Hai già pensato a cosa fare al momento?

    “Non ci sto pensando. Fondamentalmente, vivo giorno per giorno. Mi piacerebbe umanamente aiutare le persone. Devo ringraziare anche mia mamma. Non è che io abbia un bel rapporto con mamma però non posso negare che io gli sono riconoscente, ho rischiato anche la vita. Ho tentato il suicidio, sono stato in coma. Ho toccato con il fondo, ecco perchè adesso non non c’è niente che mi spaventa, forse. Un altro errore che ho fatto nella mia vita è sicuramente la ludopatia. Giocavano solamente alle slot. Però ho buttato un sacco di soldi alle slot machine”.

    A proposito di questo fatto, che ne pensi del faccenda legata a Tonali e Fagioli?

    “Io posso solo augurargli di uscire fuori da questa cosa. Non mi sento di condannare questo tipo di cose perché quando sei un ragazzo e soprattutto hai milioni di euro a disposizione è molto facile cadere in tentazione. Sicuramente questa esperienza che hanno avuto, anche a livello mediatico, che li ha esposti in maniera così così forte, li fortificherà e li farà diventare delle persone migliori. Se io penso ai soldi che ho buttato alle slot machine, quante di queste persone avrei potuto aiutare. Sono fondamentalmente stato un egoista, ma non volontariamente, perché io non andavo per vincere soldi. Io ero ammaliato da quelle maledette musichette. Son cose che ti fanno perdere proprio il senso del mondo, ti creano un mondo parallelo. Per me è stata una malattia e solamente adesso posso dire di esserne uscito fuori perché non voler più buttare nemmeno 1 €”.

  • Fluminense vincitore della Copa Libertadores, sconfitto il Boca Juniors

    Nella finale di Copa Libertadores giocata al Maracanà di Rio de Janeiro tra Fluminense e Boca Juniors, sono i brasiliani a vincere. La squadra di Marcelo e Felipe Melo trionfa per la prima volta nel massimo torneo sudamericano e per la prima volta nella storia della competizione vince per la quinta volta di seguito una squadra brasiliana. La formazione di Diniz domina nel primo tempo per possesso palla, proposta e qualità di gioco ma le occasioni più importanti le ha il Boca Juniors. Al 36′ però dopo una bella triangolazione a destra arriva il cross di Keno, sul pallone arriva Cano che mette a segno la tredicesima rete in dodici partite. Nel secondo tempo la storia cambia e gli Xeneizes attaccano e trovano la rete con un mancino a giro da fuori area di Advincula. La partita si spinge ai supplementari e sulla sponda ancora di Keno arriva un destro al volo splendido da parte di John Kennedy, che trova la rete del vantaggio. Dopo la rete l’attaccante brasiliano per l’eccesso di festeggiamenti viene espulso. Dopo poco viene espulso anche Fabra tra le fila del Boca per uno schiaffo a Nino. Nel finale è assedio Azul Oro ma non basta, il Fluminense vince per 2-1 ed è campione del Sudamerica 2023.