Categoria: Editoriale

  • Atalanta resta la finale di Europa League, per non essere un’incompiuta

    Atalanta resta la finale di Europa League, per non essere un’incompiuta

    L’Atalanta sembra come una grande incompiuta. Chiariamo subito, il tecnico Gasperini e l’ Atalanta in questi anni sono riusciti a fare delle cose eccezionali e stratosferiche, andare in Champions League e giocarsi delle finali,  per un’ Atalanta che solo fino a qualche stagione fa a stento riusciva a rimanere in Serie A. Però fino a questo momento, nessun trofeo vinto e alzato, ben tre finali di Coppa Italia perse. A meno che la squadra bergamasca non riesca a trionfare nella finale di Europa League contro il Leverkusen. Un’ impresa che però non è certo delle piu facili. Il Leverkusen ha vinto la Bundesliga ed ha eliminato in semifinale la Roma. Vedremo se l’ Atalanta riuscirà a togliersi, una volta per tutte, questa etichetta di ‘grande incompiuta’.

     

  • Salernitana, una retrocessione in Serie B fatta di troppi errori

    La Salernitana è retrocessa in Serie B, dopo una stagione piuttosto difficile, portata da errori tecnici gravi e prestazioni insufficienti.

    La squadra del presidente Iervolino è aritmeticamente retrocessa tra i cadetti. Una delusione anche per il dirigente Sabatini, mai retrocesso prima d’ora. Dopo tre stagioni consecutive in Serie A, quindi la compagine campana – granata ritorna in Serie B. Quest’anno non è riuscita l’impresa dello passata stagione, con il bravo tecnico Davide Nicola in panchina. Ora una nuova retrocessione, non è bastato l’arrivo del tecnico Colantuono in panchina, il quarto allenatore di questa sciagurata e grottesca stagione. Filippo Inzaghi forse è stato liquidato troppo presto.

    Tanta confusione anche nelle scelte dell’ organico. E poi il caso Dia, rimasto a Salerno nonostante le richieste sul mercato.

    La Salernitana è tornata in Serie A nella stagione 2021/22, dove mancava dalla stagione 1998/1999.

  • 1° maggio 2024: 30 anni dalla morte di Ayrton Senna e quella dedica del Brasile

    1° maggio 2024: 30 anni dalla morte di Ayrton Senna e quella dedica del Brasile

    Questo sito si occupa di calcio. Ma non possiamo tralasciare che il primo maggio del 1994,  ovvero 30 anni fa ci lasciava il grande ed indimenticabile campione di Formula 1, il brasiliano Ayrton Senna dopo l’incidente mortale nel Gp di Imola.

    Un idolo per uno sport e per la sua nazione, quel Brasile che poi ironia della sorte solo due mesi dopo nei mondiali di Usa 94, conquistò il suo Quarto titolo mondiale, in finale contro l’Italia. Al termine di quel successo, la nazionale carioca mostrò uno striscione dedicato proprio a Senna. “Senna acceleriamo insieme a te”.

    Il Brasile non vinceva un mondiale di calcio dal 1970, trascinato da un altro mito, cioè Pele. Ben 24 anni dopo fatti di delusioni, ecco il Brasile che rivince il mondiale come se l’anima di Senna avesse guidato quella squadra.

  • Il primo Derby (in panchina) non si dimentica…

    Il primo Derby (in panchina) non si dimentica…

    Il calcio è l’unico sport al Mondo che, ormai, quasi ogni giorno, in ogni categoria, in ogni momento della giornata, in ogni zona del pianeta, riesce ad unire gli animi, le voci, i desideri di migliaia di persone in un unico contesto, quello dello stadio. Pensate ora se a tutto ciò si aggiunge la magia di un appuntamento fisso che mobilita una città intera, e non una città qualunque ma la Capitale. Pensate se a tutto ciò si associa l’importanza di una rivalità storica che divide anche le famiglie più unite. Pensate infine se a tutto questo si accompagna il fatto che, sulle panchine delle due squadre che si sfidano, ci sono due ex calciatori che per la prima volta vivranno da allenatori il Derby della Capitale. Dalla somma di tutte queste componenti non può che uscire un mix perfetto di sicure emozioni, possibili soddisfazioni e ovvie paure.

    Da calciatori sia Tudor che De Rossi hanno disputato incontri del genere: il tecnico croato infatti con la maglia della Juventus ha vissuto il Derby della Mole contro il Torino, ma in più da allenatore ci sono da considerare anche quelli con il Paok e con il Galatasaray, nonché con il Marsiglia, se si considera lo scontro storico contro il Lione. Tudor sa, quindi, quale può essere l’importanza e la considerazione che il popolo capitolino attribuisce a questo scontro. Dall’altro lato invece De Rossi ha disputato in campo tantissimi Derby con la maglia giallorossa contro i biancocelesti, molti da protagonista assoluto. Per questo non va certo spiegato a DDR cosa significhi questa partita per la città di Roma, quali siano le pressioni e come il numero dei battiti del cuore aumenti sempre di più ad ogni giorno, ad ogni ora e ad ogni minuto che avvicina a questa battaglia.

    Scontro, battaglia, sono termini che meglio non potrebbero spiegare l’agonismo di un incontro del genere. Anche se il senso del calciatore bandiera, di appartenenza, del giocatore figlio di un popolo, sembra pian piano svanire nel calcio moderno, l’aria del Derby rende tutti tifosi e tutti estremi difensori dei propri colori. Da una parte Capitan Pellegrini e Capitan Futuro in panchina dovranno convertire il trend negativo degli ultimi anni. Infatti i giallorossi è dal marzo 2022 che non vincono la sfida cittadina. Dall’altra parte il Bomber Immobile ed il generale Tudor dovranno difendere i risultati positivi degli ultimi quattro Derby tramite la nuova proposta e le novità tattiche della formazione biancoceleste.

    La Roma dovrebbe schierarsi con il solito 4-3-3 di partenza, che poi a seconda delle fasi del match si può trasformare in 4-2-3-1 oppure in 3-4-2-1, con Svilar in porta, difesa con Celik a destra, Spinazzola a sinistra, Mancini assieme ad Huijsen, favorito al momento su Llorente e Smalling, al centro della difesa. A centrocampo Paredes davanti alla difesa con Pellegrini e Cristante mezzali con compiti diversi, El Shaarawy e Dybala, che sembra del tutto recuperato, ai lati di Lukaku davanti.

    La Lazio invece partirà con il 3-4-2-1 visto in queste prime uscite tra campionato e Coppa Italia. In porta ci sarà Mandas, con Provedel ancora ai box, in difesa invece Casale, favorito su Patric, con Romagnoli e Gila. Sui lati saranno schierati Marusic e Felipe Anderson, con al centro Vecino e Guendouzi. In attacco invece dovrebbe partire Immobile dall’inizio con alle spalle Kamada ed il ballottaggio principale è quello tra Pedro, Luis Alberto ed Isaksen, con quest’ultimo che parte avanti agli altri nel gradimento.

    Insomma è tutto pronto per questo Derby infuocato delle Capitale, che si gioca si con la palla apparentemente, ma che va oltre il calcio e si gioca con gli animi e con il cuore delle persone; che potrà dire tanto a livello di classifica, la distanza tra i due club è di sei punti; che vedrà da una parte una squadra, che è da due anni che non vince uno scontro del genere, e dall’altra parte una squadra abituata ormai a portare punti a casa da una partita così; ma soprattutto un match che vedrà due ex calciatori, oggi allenatori, vivere per la prima volta da bordo campo un Derby di Roma. Perché si sa il primo Derby (in panchina) non si dimentica…

     

  • Sarri – Lazio, la storia è finita male

    Sarri – Lazio, la storia è finita male

    Ieri martedì 12 marzo 2024 è terminata l’avventura di Sarri sulla panchina della Lazio. Una stagione difficile per il calcio della capitale. Due mesi fa la Roma ha sostituito Mourinho con De Rossi e adesso anche la sponda laziale cambia tecnico. Segno di come sia sempre difficile fare bene e confermarsi. Sarri non è riuscito a ripetere l’ottimo secondo posto della passata stagione. Troppe tensioni e problematiche interne con Lotito e la dirigenza e se non c’è un ambiente sereno e tranquillo non affatto semplice andare avanti e proseguire. A risentirne neanche a dirlo i risultati, con la Lazio fuori da tutto e che rischia di non piazzarsi nemmeno per l’Europa League. Un cambio inevitabile, per salvare una stagione compromessa.

  • Serie A: È il giorno di Inter – Juventus

    Serie A: È il giorno di Inter – Juventus

    Oggi è il giorno della partita più importante in Serie A ovvero Inter – Juventus. Questa è la sfida che può decidere il campionato, prima contro seconda. È il derby d’Italia, da sempre questa sfida è carica di significati, tra le due squadre c’è una grande e sentita rivalità.

    In questi scontri è la Juventus che ha ottenuto più vittorie rispetto all’Inter. Infatti, nei 250 incontri disputati, i bianconeri hanno vinto 112 volte, i nerazzurri 76. I pareggi sono 62.

    Sulle Reti realizzate, la Juventus 353 gol fatti e  307 per l’Inter.

  • De Rossi ritorna all’Olimpico, è la vittoria dei romantici

    De Rossi ritorna all’Olimpico, è la vittoria dei romantici

    Immaginate questa situazione: voi su una sedia, magari a dondolo, magari davanti ad un camino, magari con i capelli bianchi, con vostro nipote sulle ginocchia. Questo momento deve essere necessariamente dedicato al racconto di una bella storia del passato. Una bella storia che ha un significato, un racconto di cui si è stati testimoni da quando è nato a quando è finito. Come ad esempio la storia di Daniele De Rossi e la Roma, perché questa non è definibile in altro modo se non come una bella storia.

    Al di là del giudizio sull’esonero di Mourinho, andando oltre i dubbi sulla poca esperienza da allenatore di De Rossi e tralasciando anche le opinioni sul comportamento dei Friedkin e sul perché della loro scelta, l’ex capitano giallorosso è il simbolo della vittoria di tutti i romantici e lo è per almeno tre motivi.

    Il primo aspetto è quello legato al ciclo calcistico di DDR16. Infatti Danielino, nato in una famiglia romanista e di conseguenza tifoso romanista da sempre, inizia dai pulcini della Roma, fa tutta la trafila del settore giovanile, la primavera ed arriva finalmente in prima squadra. Pian piano negli anni conquista il posto da titolare in campo ed il ruolo di bandiera tra i tifosi. Ha la possibilità di vivere il suo percorso alla Roma con “Er Pupone”, con tutti gli aspetti positivi e negativi del caso. Perché si è vero che gioca al fianco di uno dei numeri dieci più forti della storia del calcio italiano, con cui magari può dividere le pressioni della piazza. Ma con Totti capitano, l’appellativo a lui destinato è quello di “Capitan Futuro” e di essere quindi uno scalino dietro di lui. Ritiratosi Totti però, De Rossi diventa il capitano effettivo e capo popolo della Curva Sud sul manto verde. Con la sua esperienza e qualità si afferma definitivamente come leader del club di cui è tifoso, vivendo sulla propria pelle gioia e tormento. Oggi quel bambino nato con il DNA giallorosso, dopo essere stato il nastro nascente, il talento affermato, il secondo leader dietro Totti, il capitano indiscusso, diventa l’allenatore dell’AS Roma. Il cerchio si chiude.

    Il secondo motivo è che per tutti coloro che hanno vissuto il passaggio dal calcio dei primi anni del 2000 a quello attuale, De Rossi rappresenta un punto di svolta. Infatti, andando oltre l’analisi dei cambiamenti tecnici e tattici del gioco del calcio in questi anni e tralasciando le evoluzioni di pensiero calcistico, De Rossi ha rappresentato la fine di un concetto. Che si voglia o no, non è un luogo comune dire che la figura della bandiera di una squadra è finita. Anche i calciatori attuali, che giocano per la squadra di cui sono tifosi da bambini, non hanno ereditato l’attitudine ad essere il simbolo del proprio club. L’ultimo, in ordine prettamente cronologico, nel calcio italiano è stato proprio Daniele De Rossi. Con l’addio di De Rossi è stata segnata la fine della figura iconica che porta in campo gli stati d’animo di un popolo intero. Del calciatore – tifoso che vive come qualunque altra persona sugli spalti le emozioni di una partita. Nel momento in cui De Rossi ha appeso gli scarpini al chiodo si è chiusa un’era, quella dell’eroe romantico, tipica del ciclo carolingio, che vive mille peripezie solo ed esclusivamente per esaudire i desideri della sua bella. Ora però quel percorso di lotta e dimostrazioni d’amore, un po’ come quello di Orlando il Furioso per la sua Angelica, può tornare ad avere il suo continuo, da un’altra prospettiva, quella di bordo campo.

    Il terzo ed ultimo motivo è che la storia di Daniele De Rossi è la storia che accomuna effettivamente i cuori di tutti quelli che hanno un obiettivo nella vita e che vivono per quello. Torniamo per un attimo alla sedia a dondolo vicino al camino, una volta raccontata la favola ora è il momento di trarre una morale da insegnare a vostro nipote. Il percorso di nascita, crescita, realizzazione, addio, ritorno e chissà cos’altro, è un pensiero che tutti, anche per un solo istante, abbiamo fatto nella vita. Un percorso che va aldilà dell’ambito calcistico, ma entra nella vita di tutti. Chi non ha mai espresso un desiderio gigante, enorme, irrealizzabile? Quante volte magari, anche per il più impossibile degli obiettivi, ci siamo chiesti: “e se effettivamente questo desiderio si realizzasse?” Ebbene questa storia è la dimostrazione che tutto è realizzabile. Anche la storia di un bambino, nelle cui vene scorre sangue rosso come tutti, ma con delle forti venature gialle; che parte da un campetto di periferia per arrivare in Champions League, a vincere un Mondiale e soprattutto diventare simbolo della sua gente. Quel bambino questo pomeriggio alle 18 farà ritorno in quello Stadio Olimpico che l’ha visto gioire e soffrire, sudare ed esultare, e che lo riabbraccerà con lo stesso affetto ed amore che una mamma avrebbe nel ricongiungersi ad un figlio che dopo anni fa ritorno a casa.

    In bocca al lupo Mister, viva i romantici e viva il calcio!

  • Mourinho – Roma è proprio finita: i numeri del portoghese in giallorosso

    Mourinho – Roma è proprio finita: i numeri del portoghese in giallorosso

    José Mourinho già da diverse ore non è più ufficialmente l’allenatore della Roma. Il tecnico portoghese è stato esonerato dopo la sconfitta contro il Milan di domenica sera per 3-1. In classifica ora la Roma si trova in nona posizione a 29 punti, lontana dalla zona Champions. A meno cinque dal quarto posto.

    Arrivato nel 2021 nella capitale, l’ex tecnico di Inter e Chelsea, con la Roma ha vinto una Conference League nel 2022. Poi nel 2023 ha perso la finale di Europa League.

    Nonostante delle sessioni di mercato importanti con gli arrivi di Abraham, Dybala e Lukaku. La Roma non è mai riuscita a entrare nella lotta per i primi posti

    La media punti di Mourinho alla Roma è stata di 1,614 in 96 partite di Serie A e lascia il club giallorosso dopo 138 partite, 68 vittorie, 30 pareggi e 40 sconfitte.

  • Serie A, l’Inter è campione di inverno

    Serie A, l’Inter è campione di inverno

    Con il successo sul Verona per 2-1 l’Inter di Simone Inzaghi è diventata campione d’inverno.

  • 6 gennaio 2023 – 6 gennaio 2024, un anno senza Gianluca Vialli

    È già trascorso un anno dalla tragica scomparsa grande e indimenticabile Gianluca Vialli. 6 gennaio 2023 – 6 gennaio 2024. Dopo una lunga lotta contro una terribile malattia anche lui si è dovuto arrendere.

    Nessuno di noi lo ha dimenticato e del resto come possono dimenticarlo i tifosi della Sampdoria in quello fantastico scudetto vinto nel 1991. La coppia d’oro Vialli e Mancini che ha fatto impazzire di gioia i tifosi blucerchiati.

    Poi tutti i successi con la Juventus dallo scudetto alla Champions League ed ancora il trasferimento al Chelsea in Inghilterra dove si fatto apprezzare anche fuori dal nostro paese.

    Vogliamo ricordare il successo europeo dell’Italia nel 2021, in quell’ abbraccio da Vialli e Mancini c’è tutto quanto.