Categoria: Editoriale

  • JUVE È ORA DI PENSARE AL FUTURO

    La Juventus nella sua storia ha sempre avuto in rosa almeno un difensore centrale italiano titolare nel proprio undici e nella Nazionale azzurra. Come esempi più recenti possiamo considerare Ciro Ferrara, Fabio Cannavaro e poi la BBC, con cui non facciamo riferimento né all’emittente americana né al trio Blancos, ma piuttosto ai tre difensori bianconeri Barzagli, Bonucci e Chiellini.
    Il primo ha già da due anni abbandonato il calcio giocato, entrando quest’anno nello staff di mister Sarri. Gli altri due sono anche loro non più giovanissimi, soprattutto Chiellini, considerando anche il brutto infortunio che lo ha tenuto fuori quasi per l’intera stagione. Invece il difensore romano è più giovane di Giorgione, ma purtroppo anche per lui l’età comincia ad essere un fattore da considerare. Con l’acquisto di De Ligt, la Juve ha acquistato un difensore di grandissima prospettiva, con ancora buoni margini di crescita, giovanissimo e, per doti, ottimo sostituto di Chiellini. Infatti l’olandese, dopo un inizio un po’ complicato, c’è da dire che per un difensore proveniente da un altro campionato ambientarsi nella Serie A non è semplice e necessita di tempo, sembra avere quelle caratteristiche di aggressività, anticipo e potenza fisica tipiche del difensore toscano.
    Adesso la squadra bianconera deve iniziare a pensare al futuro, ad un sostituto dell’ormai 33enne Leonardo Bonucci. Il compito sembra più arduo perché il romano alla fisicità di un difensore abbina buona tecnica e visione di gioco. Infatti quando la fase di impostazione è negata dal pressing su Pjanic o Bentancur, la transizione positiva della squadra a strisce parte da Bonucci che funge da regista arretrato. Nel calcio di oggi tutte le grandi squadre possiedono un giocatore con tali caratteristiche che diventa una pedina fondamentale ed allo stesso tempo rara da trovare. In più a tutte queste caratteristiche, considerando la tradizione juventina di avere in rosa un difensore della nazionale, bisogna trovarlo italiano. Considerando che Rugani sembra non convincere ed in questa sessione verrà ceduto, i filtri della ricerca aumentano sempre di più e rendono la ricerca più ristretta e specifica e in più in Italia giocatori con queste peculiarità non sono poi tanti.

    Il profilo più interessante, più adatto a sostituire Bonucci e con le sue stesse caratteristiche, giovane ma con già grande esperienza, è il capitano del Milan Alessio Romagnoli. L’ex Roma e Samp è il futuro della nazionale azzurra e nel Milan oltre alla fase difensiva si occupa dell’inizio azione dei rossoneri. Inoltre c’è da aggiungere che nella rosa milanista sembra emergere un nuovo talento di casa classe ’99 Matteo Gabbia che potrebbe essere un eventuale sostituto di Romagnoli in caso di addio. Altro nome da considerare è quello di Gianluca Mancini, esploso l’anno scorso all’Atalanta, è passato alla Roma nello scorso luglio diventando un leader della difesa giallorossa. A Bergamo Mancini era posizionato al centro della difesa a tre e da lì che partiva il possesso nerazzurro, nella Capitale invece in un primo tempo nella difesa a quattro aveva mantenuto questo compito, mentre ora nella difesa a tre occupa una posizione più defilata lasciando a Roger Ibañez la fase di inizio azione. Ci sarebbe anche Bastoni, ma sappiamo che non corre buon sangue tra Inter e Juventus ed i nerazzurri non venderebbero mai un loro prezzo pregiato e un giocatore dal futuro roseo ai rivali bianconeri. Nell’altra squadra di Torino gioca un nazionale italiano che sembra pronto per un grande palcoscenico, Armando Izzo. Il difensore napoletano però non è propriamente un regista difensivo e non sarebbe il sostituto perfetto di Bonucci. Altri nomi sembrano profili molto anzi troppo giovani e che giocano ora in piccole realtà e avrebbero bisogno di tempo per sbocciare definitivamente, stiamo parlando di Mangraviti e Papetti del Brescia, Bonifazi della Spal, Carboni del Cagliari.

    La ricerca di un difensore centrale italiano con tecnica e visione di gioco come Leo Bonucci sembra difficile, chissà se non venga interrotta la tradizione del difensore italiano. Sta di fatto che la Juve deve iniziare a pensare al futuro, un futuro senza la coppia Bonucci-Chiellini protagonista di questi anni di vittorie e trionfi.

  • L’INTER DEI SOGNI 2020/21. CON O SENZA..MESSI?

    Difficile se non impossibile portare a casa un giocatore fondamentale per il Barcellona, ma soprattutto da 100 milioni di stipendio lordo all’anno. Nel calciomercato tutto può succedere e allora come sarebbe l’Inter dei sogni con i nomi che stanno circolando in questi giorni?
    3-5-2 Handanovic, KUMBULLA, De Vrij, ALABA; HAKIMI, Barella, VIDAL, Eriksen, MARCOS ALONSO (EMERSON PALMIERI); Lukaku, MESSI.
    3-5-2 Handanovic, Skriniar, De Vrij, Bastoni; HAKIMI, Barella, KANTE, Eriksen, PALMIERI; Lukaku, MESSI 
    3-5-2 (senza Messi) Handanovic, KUMBULLA, De Vrij, ALABA; HAKIMI, KANTE, Barella, Eriksen, PALMIERI o ALONSO; Lukaku, DZEKO

  • Il NAPOLI ED IL PROBLEMA DEI DOPPIONI

    Nelle ultime due stagioni, quindi praticamente possiamo dire nel post Sarri, il Napoli ha intrapreso un percorso all’inverso. Anziché porre come rampa di lancio il bel gioco visto sotto la guida dell’allenatore toscano, ha peggiorato sempre di più con Ancelotti e, pur riprendendosi a livello di risultati e successi, ha modificato totalmente il suo aspetto con Gattuso. Infatti possiamo dire che quella squadra che arrivò a 91 punti e fece si che il Sarrismo diventasse un termine enciclopedico, sia pian piano nel tempo sfumata e cambiata del tutto attraversando gravi periodi di crisi. Quest’anno l’umore della piazza è rinato dopo la vittoria della Coppa Italia e una serie di buoni risultati in campionato che hanno rimesso il Napoli in carreggiata per la qualificazione in Europa League, grazie al grande contributo di Gennaro Gattuso. Quest’ultimo infatti, a differenza di Ancelotti che è sembrato volesse riproporre il gioco di Sarri, ma con scarsi risultati, ha stravolto lo schema tattico della squadra. Gli azzurri da che potevano considerarsi sempre padroni del gioco e della partita, si sono ritrovati a doverla spesso subire, a porre sul viso quel “ringhio” del proprio allenatore, a soffrire e saperlo fare e sfruttare poi le poche occasioni che le venivano concesse per stanchezza o disattenzioni degli avversari. Le due partite di Coppa Italia sono l’esempio lampante di quest’analisi.
    Il problema principale che ha portato a tutto questo non è soltanto legato alla gestione tecnica degli allenatori dal 2018 in poi, ma soprattutto a delle sessioni di calciomercato che non si sono dimostrate all’altezza, con i trasferimenti dei big, della spina dorsale della squadra, che non sono poi stati rimpiazzati nella giusta maniera.
    Sarri negli anni a Napoli ebbe un’intuizione che si rivelò grandiosa, diede la giusta collocazione in campo a Jorginho. L’italo-brasiliano, prelevato dal Verona nel 2013, con Benitez era posizionato come mezzala o nei due di centrocampo alle spalle del trequartista, dove pestava i piedi al compagno di reparto e dove non riusciva ad esprimere al meglio le sue capacità di verticalizzazione e di visione di gioco. Sarri lo mise in cabina di regia e da lì divenne il motore della squadra, lo smistatore di palloni ed il dispensatore di giocate lungimiranti. Dopo la sua cessione non è stato mai acquistato un sostituto, Ancelotti provò Hamsik in quella posizione che fece bene tutto sommato, la squadra aveva equilibrio e produceva calcio, ma a gennaio venne ceduto anche il capitano e da lì è iniziato il blackout. Sono passate tre sessioni di trasferimenti dall’addio dello slovacco e solo in quest’ultima sono stati acquistati Lobotka e Demme per quel posto davanti alla difesa che nel calcio moderno fa la differenza di una squadra. E se andiamo a vedere bene i due nuovi acquisti di gennaio nelle loro precedenti esperienze erano mezzala il primo al Celta Vigo e mediano interdittore il secondo al Lipsia, non dei veri e propri registi, andando così a creare dei doppioni in rosa con giocatori già presenti nell’undici titolare. Ecco perché si insiste per Veretout della Roma, di cui se ne era già parlato lo scorso luglio.
    Lo stesso discorso va fatto per quello che poteva considerarsi in primis l’uomo d’esperienza e la spalla perfetta di Koulibaly e poi il cosiddetto regista difensivo, Raùl Albiol. Lo spagnolo è stato ceduto lo scorso luglio al Villarreal, e sia chiaro non è un errore la sua cessione, era comunque avanti con gli anni e si è assecondato il suo desiderio di voler tornare in patria. L’errore sta nel non averlo sostituito con criterio, ma prendendo un giocatore con un nome prestigioso e che piaceva alla piazza, parliamo di Kostas Manolas, ma non così funzionale al fianco di Koulibaly. Il greco è un giocatore di altissimo livello ma che alla Roma non si occupava dell’impostazione, a quello ci pensava Fazio, i suoi compiti erano il recupero palla, lo scatto e la scappata difensiva con i tempi giusti, il contrasto nel possesso avversario e la lotta sulle palle alte. Caratteristiche tipiche anche del suo compagno di reparto come Kalidou Koulibaly. I due sono centrali con le stesse peculiarità e infatti si spiega che dal momento in cui è stato provato Maksimovic al fianco del senegalese, le trame di gioco e il possesso arretrato sono iniziati a cambiare in positivo. E così si spiega anche l’interesse della società partenopea per un giocatore come Pezzella, regista arretrato e uomo di esperienza da porre vicino a Manolas nel caso in cui Kalidou partisse.
    Il problema principale del Napoli in questi anni è nato dal mercato che non ha sfruttato al meglio per sostituire i giocatori che andava a cedere e quando ha cercato di farlo lo ha fatto acquistando doppioni di giocatori che già erano presenti in rosa; grande merito quest’anno a mister Gattuso che ha risollevato un ambiente del tutto demotivato. Ora si cerca di riparare quanto non è stato fatto in passato e Veretout e Pezzella sembrano gli obiettivi principali in questo senso.

  • INTER, ERIKSEN E’ L’UOMO EUROPA!!!

    E’ arrivato all’Inter dal Tottenham nella sessione invernale di mercato, parliamo di Christian Eriksen. Il centrocampista danese classe’92 ha firmato un contratto che lo legherà ai neroazzurri fino a giugno 2024.
    Nelle ultime gare di campionato, contro Spal, Roma e soprattutto Fiorentina, si sono visti lampi di vero Eriksen, un giocatore fenomenale, completo, un talento assoluto in grado di fare ciò che vuole con la palla al piede e con una visione di gioco unica.
    Questo Eriksen potrà essere l’arma in più di Conte per affrontare e vincere perché no l’Europa League, viste le qualità e la grande esperienza che ha in campo europeo. Eriksen sarà presente e futuro di questa squadra, l’Inter costruirà una squadra che girerà intorno a lui. Immaginiamo un centrocampo con Barella, Tonali e Kanté, con il danese libero di poter esprimere al meglio le sue qualità senza compiti aggiuntivi, una linea mediana fatta di mastini, proprio come piace a mister Conte, con le rifiniture di Eriksen e quel tandem di peso davanti composto da Lukaku e Dzeko.
     
     
     

  • ROMA: FALSE CONFERME E SCOMODE VERITÀ

    La Roma sta vivendo un periodo positivo in campo, sono 5 i risultati utili consecutivi con 4 vittorie e un pareggio con l’Inter, a cui però va aggiunto un periodo di crisi dirigenziale e di malumori ed incomprensioni all’interno dello spogliatoio.
    Dal 2011, quando è finita l’era Sensi ed è iniziata quella dell’imprenditore italo-americano James Pallotta, non si è seguita mai una chiara linea societaria, obiettivi mirati e un disegno ben definito e non c’è stata mai una materiale presenza del Presidente vicino alla squadra. Infatti ogni guida tecnica, da Garcia a Spalletti, fino a Di Francesco e oggi con Fonseca, ha vissuto dei clamorosi up and down, nei quali diventava da anti-Juve a delusione, dalla semifinale di Champions alla mancata qualificazione in Europa League. Tutto questo disagio e mancanza di chiarezza è dimostrata anche dalle gestioni di Totti e De Rossi, due bandiere romane e romaniste trattati da ultimi della lista. Inoltre i continui tira e molla societari con cambiamenti continui di direttori sportivi e la ricerca di nuovi investitori a cui vendere la società. Ultimo in ordine cronologico è l’imprenditore americano Dan Friedkin.
    Questo però può essere un anno decisivo per la società giallorossa, perché ha per le mani oro e deve saperlo gestire bene prima di tutto fissando la linea e gli obiettivi da perseguire e capendo chi tenere e chi dare via senza trasmettere false speranze ai tifosi. Cerchiamo di analizzare cosa può succedere nel prossimo futuro della squadra capitolina.
    L’oro di cui parliamo ha nome e cognome, Nicoló Zaniolo, Lorenzo Pellegrini, Gianluca Mancini, Edin Dzeko ed altre risorse giovani ed interessanti. Zaniolo su tutti in queste settimane è stato criticato in pubblico sia da un suo compagno di squadra come Mancini e sia da mister Fonseca. Ieri però con la convocazione, il gol pazzesco e la foto social con il difensore italiano sembra tutto rientrato. Apparentemente… Ma il futuro di Zaniolo sembra molto lontano da Roma. A confermarlo è anche un maestro del calciomercato italiano vicino all’ambiente giallorosso , Dario Canovi, che in un’intervista in settimana ha detto che il talento della Roma rimarrà in giallorosso al 10%, percentuali abbastanza basse quindi per la permanenza di Nicoló. Possiamo dire che quindi per Zaniolo bisogna vedere chi sia il migliore offerente, Real e Totthenam sono pronte a fare follie, ma anche la Juventus resta alla porta, e ricordiamo che c’è una percentuale del 15% sulla rivendita del talento per l’Inter che osserva interessata. L’apparente pace fatta ieri con gol, foto e dichiarazioni di Fonseca sembra quindi una forzatura, infatti come mai Zaniolo inizialmente non vien tenuto a casa per affaticamento, poi viene convocato solo dopo l’infortunio di Under, subentra e fa quel gol con il quale non appare esserci alcun problema fisico?
    Stesso discorso possiamo farlo per Dzeko e Pau Lopez. Il primo come vi abbiamo riportato potrebbe essere uno dei partenti. Infatti nonostante la frase di ieri “la maglia giallorossa ti rimane tatuata”, l’anno scorso il bosniaco stava per partire direzione Milano, fu poi la moglie che non aveva voglia di fare le valigie, chissà se quest’anno ne avrà… Il secondo invece ha deluso in questa prima stagione in Serie A e potrebbe essere un modo per fare cassa e puntare o su un prodotto made in Italy come Cragno, che vuole mettersi in luce in vista dell’Europeo, o come Skorupski, prodotto del settore giovanile che ha fatto molto bene al Bologna quest’anno.
    Discorso diverso quello di Pellegrini, che nonostante le tanti voci di mercato, insieme agli imminenti riscatti di Smalling e Mkhitaryan, sembra essere uno dei punti fissi di questa squadra per il prossimo anno ed il prossimo capitano della squadra. Ci potrebbero essere altre uscite onerose come Under e Kluivert, con cui la Roma da una parte potrebbe risanare i bilanci e poi puntare su giovani calciatori come Ibañez, o su vecchie conoscenze, come Bruno Peres.
    Quello che però è sicuramente da stabilire è chi sarà il presidente del club, quale il piano strategico per il mercato, quale l’obiettivo per la prossima stagione, questa piazza è questi tifosi meritano finalmente chiarezza e determinazione e non illusioni e false aspettative.

  • SARRI, IL VINCITORE IN BILICO

    La Juventus si prepara a vincere l’ennesimo scudetto, basta una vittoria stasera con l’Udinese e con tre giornate d’anticipo sarà il nono di fila, eppure Maurizio Sarri sembra vivere una situazione paradossale. Conte, Gattuso, Gasperini, Inzaghi, Fonseca, Pioli, dovrebbero essere tutti riconfermati, e lui che invece porta a casa la vetta della classifica è in dubbio. Ovviamente questo discorso fatto per assurdo poi deve essere contestualizzato e bisogna aggiungere che la scelta di Sarri era stata fatta dalla dirigenza bianconera un po’ forse per rispondere alle critiche che gli erano state mosse riguardo la mancanza di bel gioco, e un po’ per essere competitivi in Europa e puntare a vincere la Champions, considerando che CR7 è sempre decisivo ma la carta d’identità non mente mai.
    Possiamo dire che il bel gioco, l’applicazione del Sarrismo, non si è vista così tanto o comunque molto a sprazzi e non in maniera costante come era stato per il passato. Allora la permanenza sulla panchina bianconera dell’allenatore ex Napoli ed Empoli sarà garantita solo dalla vittoria della Champions League questa estate? La risposta a questa domanda è forse… Sul piatto della bilancia vanno inseriti tanti fattori. Primo tra tutti il fatto che stiamo parlando di una stagione anomala e di una Champions ancora più strana, si giocherà in 10 giorni, finale a parte, partite secche e ad agosto con 30° dopo un campionato chiuso in forcing e in ritardo rispetto agli altri campionati europei. Quindi ci sarebbero moltissime attenuanti per giustificare la mancata vittoria della coppa più ambita e che sembra negli ultimi anni irraggiungibile per la Juve.
    Un altro fattore da prendere in considerazione è anche il possibile sostituto del tecnico toscano. La lista degli allenatori su cui puntare per la prossima stagione si restringe sempre di più, ed inoltre c’è sicuramente la panchina del Barcellona da dover ricoprire e forse, a seconda di quello che succederà in Champions, anche quella del Psg. Il nome che sicuramente potrebbe interessare è quello di Mauricio Pochettino, svincolato e con una buona esperienza a livello europeo, ricordiamo la finale raggiunta nel 2019 con il Totthenam. Occhio al Barça che però oltre all’argentino valuta anche Laurent Blanc e più di tutti Max Allegri, che in Catalogna ritroverebbe il suo pupillo Pjanic. A seguito di questa stagione in Serie A della Lazio, Simone Inzaghi potrebbe essere un nome per la panchina bianconera, tenendo presente che il tecnico biancoceleste era stato accostato alla Juventus già nello scorso giugno, quando poi si scelse Maurizio Sarri. Da monitorare è anche la situazione del Real Madrid, infatti fanno preoccupare delle dichiarazioni dei giorni scorsi di Zinedine Zidane, nelle quali il tecnico francese era stato molto vago circa il suo futuro, e quindi un ritorno, da allenatore, in caso di divorzio con i Blancos, non è da escludere; ma resta comunque molto difficile. Il sogno poi sarebbe quell’allenatore che tante volte è stato accostato ai bianconeri e che tanto fa gola ad Agnelli, Pep Guardiola, ma che dopo la sentenza Uefa sembra blindato al Manchester City. Nel caso in cui però il City vincesse la Champions e quindi Guardiola raggiungesse il suo obiettivo con la squadra inglese cosa potrebbe succedere?
    Il destino di Sarri sembra comunque ancora tutto da scrivere, fatto sta che il solo campionato non sembra bastare più alla dirigenza juventina. Quindi il nono scudetto consecutivo potrebbe non essere sufficiente ad assicurare e mettere al riparo la panchina del tecnico toscano. Resta ancora tutto da vedere…

  • LAUTARO: “DAI SEMPRE IL 110%, MA RESTI O VAI VIA???”

    Dopo lunghi mesi di silenzi, di tante notizie, chiacchiere, voci, è tornato a parlare Lautaro Martinez. L’attaccante argentino ha rilasciato un’intervista pubblicata nel Mtchday Programme dell’Inter, intervista nella quale il giocatore dichiara di essere un ragazzo che combatte sempre per i propri obbiettivi, per quelli della squadra e per la felicità dei tifosi. Il giocatore ha proseguito parlando di lavoro, del 110% d’impegno che mette ogni volta che scende in campo, del rapporto di stima, apprezzamento e del ruolo fondamentale che ricopre Antonio Conte, un allenatore che da fiducia e lavora molto sulla mentalità dei giocatori.
    Caro Lautaro mi ricollego ad un punto fondamentale della tua intervista, “combatto per la felicità dei tifosi”, è vero! Sarei un bugiardo se affermassi il contrario, sarebbe ipocrisia dirti che non dai il 110% quando scendi in campo, però, purtroppo c’è un però, hai parlato di felicità dei tifosi, di impegno, bel rapporto con il mister, ma non hai parlato della cosa più importante, resterai o andrai via? I tifosi dell’Inter nel corso della loro storia hanno imparato a soffrire, amare, gioire, criticare, mandare giù delusioni, ridere e poi soffrire di nuovo, ma non hanno mai dimenticato chi ha onorato la maglia ed è sempre stato onesto con loro, mai. In questi mesi il tuo silenzio è stato brutto, sentir parlare “gli altri” di grande occasione, possibilità di giocare in un grande club, deve andare a giocare lì, una società importante.
    La mia domanda è: “Un tifoso, come pensi si senta leggendo questi commenti e vedendo i tuoi silenzi?” Non credo ci rimarrebbe bene, anzi, il TIFOSO ti direbbe: “Sei già in un grande club, una società importante, forte, che ha vinto molto, ha fatto la storia prima che tu nascessi e anche dopo!”

  • L’INTER TORNA NELL’OLIMPO DEL MERCATO… ED OCCHIO A MISTER X

    L’Inter a giugno 2019 con la guida tecnica affidata a Conte, affiancato dalla direzione di Marotta e con la disponibilità economica del gruppo Suning, ha iniziato un nuovo progetto per tornare a vincere in breve tempo e tornare ad essere considerata un top club, e come manifesto di tutto ciò ci ha piazzato Lukaku ed Eriksen, due campioni di grande livello. Non solo si vuole diminuire il gap con la Juventus sul campo e fuori, ma anche con le grandi d’Europa, la strada certo è lunga ma va iniziata. Tutto ciò è dimostrato dal fatto che l’Inter è tornata a far parte dei grandi intrecci di mercato e vuole rispondere presente all’appello dei top club con una sontuosa sessione di trasferimenti. La difesa sarà per la maggior parte riconfermata, per l’attacco tutto gira intorno a Lautaro, e per il centrocampo?
    Vi abbiamo già raccontato del semplice interesse, per ora, per N’Golo Kantè, centrocampista che abbina la dinamicità alla tecnica, e l’interdizione all’impostazione, giocatore perfetto per Conte. Ma con la Juve che, dopo l’acquisto di Arthur, spinge forte per Jorginho, il Chelsea potrebbe trovarsi un buco al centro del campo. Ed ecco perché si parla di uno scambio Kantè-Brozovic, con il croato che andrebbe a prendere il controllo della regia Blues. A quel punto l’Inter, con i soldi della cessione di Lautaro, punterebbe ad un altro top al centrocampo, al famoso Mister X, che diventerebbe il titolare con Kantè, la chioccia di Barella, Tonali e Sensi e l’equilibratore alle spalle di Eriksen.
    I nomi potrebbero essere quello di Toni Kroos, infatti con il possibile arrivo di Pogba a Madrid, il tedesco sarebbe messo in ombra e potrebbe decidere di cambiare aria. Ma la stessa situazione è quella del Liverpool, che con l’acquisto di Thiago Alcantara, con l’investimento fatto per Naby Keïta, con Fabinho e gli immortali Henderson e Milner, potrebbe sacrificare Georgino Wijnaldum per finanziare il mercato. Stesso discorso per il Barcellona che, con Busquets, De Jong, Aleñá, Puig e con i possibili acquisti di Parejo e F.Ruiz, potrebbe finalmente liberare Arturo Vidal e lasciargli raggiungere Conte.
    Potrebbe però anche capitare che il Chelsea punti tutto su di un altro giocatore davanti alla difesa come sostituto di Jorginho, ad esempio Sabitzer del Lipsia, e così l’Inter tratterrebbe Brozovic e il Mister X sarebbe in realtà N’Golo Kantè. Niente male tutto sommato…
    Tutto può succedere siamo solo all’inizio del calciomercato e le trattative devono ancora entrare nel vivo, ma una cosa è certa l’Inter, dopo gli ultimi colpi a livello europeo nel 2009 con Eto’o dal Barça e Sneijder dal Real, è tornata finalmente ad occupare un posto al grande tavolo del mercato, a trattare con le big europee e ad essere una destinazione più che gradita per i top players.

  • COME PUOI NON VEDERE IL FALLO!!!

    L’arbitro era lontano? No è andato al VAR lo aveva a 2 cm. Un tocco, leggere, ma toccato tanto da mandare Martinez per campi. Il gol da annullare i punti persi, lo sfogo di Conte e degli interisti, tutti, è più che accettabile.
    Due punti persi, due punti pesanti, è vero non la migliore partita, ma tutti hanno visto quel contatto e il risultato sarebbe stato diverso. Altro? Beh,  punizione di Eriksen diretta in porta con il portiere che avrebbe visto il pallone in fondo al sacco, ma……spunta una mano e…….SI SORVOLA!!!
    L’Europa League ci attende…

  • I BOMBER DELLA SERIE A, TRA CONFERME, SORPRESE E DELUSIONI

    La Serie A è ripresa e con essa sono tornati, non solo le lotte Scudetto (forse), qualificazioni europee e per la permanenza nella massima serie, ma è tornata anche la lotta per la scarpetta d’oro, per il miglior marcatore del nostro campionato e questa è una giornata che mette di fronte lotte tra bomber non da poco. Andiamo a vedere come arrivano gli attaccanti delle squadre italiane a questa 34esima giornata.
    Le conferme: Questa categoria di bomber è quella che faceva il suo mestiere bene sia prima della sosta che poi al rientro in campo. E in questa lista vanno d’obbligo due attaccanti diversi per caratteristiche, di due squadre diverse, che attraversano periodi di forma diversi. Cristiano Ronaldo ovviamente da una parte, che con i suoi gol sta trascinando i bianconeri al faticoso e ancora incerto scudetto bianconero, 7 gol in 7 gare; dall’altra parte invece come non mettere Duvàn Zapata, che invece non è il trascinatore della squadra, perchè l’Atalanta è un’armata dove tutti gli undici in campo danno l’anima e sono indispensabili l’uno per l’altro, ma il colombiano, che sta segnando a raffica 5 gol in 7 partite dalla ripresa, è il finalizzatore per eccellenza. In questa lista va messo però anche Romelu Lukaku, che nonostante l’infortunio, gioca, lotta, corre e soprattutto segna per la squadra 3 gol in 5 partite. Ai tre attaccanti delle squadre che occupano le prime tre posizioni della classifica dobbiamo aggiungere Ciccio Caputo, macchina da gol del Sassuolo, 4 gol in 7 partite per l’attaccante neroverde.
    Le delusioni: Purtroppo non tutti gli attaccanti sono tornati ottimamente in campo. In questa lista va inserito necessariamente Ciro Immobile, il crollo della Lazio è legato anche alla carenza di gol dell’attaccante napoletano, che prima della sosta sembrava essere volato via ed essere irraggiungibile nella classifica marcatori, ora invece ad un solo gol in più rispetto a CR7, appena 2 gol in 7 partite, troppo poco. E ora questa giornata ci regala lo scontro tra Ciro e Ronaldo, chissà chi vincerà… anzi chi segnerà. A fare compagnia all’attaccante laziale c’è Lautaro Martinez, troppo preso dalle voci di mercato e con la testa altrove e non sul campo, solo due gol per il Toro che deve tornare ad essere quello visto prima della pausa, considerando l’assenza di Lukaku e la serie di partite decisive per i nerazzurri. Anche se il Barcellona dovesse essere il suo futuro, Lautaro deve concentrarsi e dare il meglio per questo finale di stagione. Adesso per i due attaccanti due sfide difficilissime la Juve per Ciruzzo e la Roma per l’argentino.
    Le sorprese: In questa categoria di bomber dobbiamo inserire Belotti che nella prima parte di stagione non aveva dato il meglio di sé forse e non riusciva a trovare facilmente la via del gol, ma ora parliamo di 7 gol in 7 partite. Come si fa a non considerare Musa Barrow, punto di riferimento dell’attacco del Bologna ha messo a segno 5 gol dopo il lockdown. Un po’ a sorpresa in questa lista va anche Muriel. Infatti i lunghi periodi di inattività per l’attaccante colombiano sono stati sempre la sua rovina, ma invece la punta del Gasp ha trovato 4 centri al rientro in campo. Inoltre vanno necessariamente aggiunti la coppia di attacco della Samp Bonazzoli e Gabbiadini che stanno trascinando i blucerchiati fuori dalla zona retrocessione con i loro 8 gol, idem il capitano dell’Udinese Kevin Lasagna, 6 centri per lui, e il giovane Raspadori che alla prima da titolare in Serie A ha trovato il gol all’Olimpico contro la Lazio e che con i 5 cambi può trovare maggiore spazio.
    È una giornata di campionato questa che può risultare decisiva per molte ragioni, le gare tra Juve-Lazio e Roma-Inter possono significare tanto per la vittoria del torneo, lo stesso vale per Hellas-Atalanta, la sfida nella sfida tra l’allievo Juric e il maestro Gasperini e poi la sfida salvezza tra Genoa e Lecce, tutto ciò arricchito dalle lotte in campo tra i Bomber delle venti squadre, chi in cerca di conferme, chi in cerca di riscatto e chi invece con la voglia di stupire ancora, tutti pronti a sfidarsi a suon di gol.