Ha dell’incredibile quello a cui abbiamo assistito ieri sera nel match valido per il ritorno degli ottavi di finale di Champions League tra Manchester City e Lipsia. Tra le fila dei Citizens è apparso un robot indistruttibile, che non conosce fatica e pietà, disintegrare fisicamente e moralmente una squadra che aveva meritato la qualificazione agli ottavi. L’incontro infatti è terminato con il risultato di 7-0 per gli inglesi, ma il punteggio dalle frequenze roboanti viene eclissato completamente dal pokerissimo del fenomeno norvegese.
Erling Haaland con le cinque reti messe a segno ieri ha raggiunto Messi e Luiz Adriano, unici detentori di questo primato nella storia della Champions. Il dato che fa ancora più spavento è che Pep Guardiola al 63′ lo ha richiamato in panchina, quindi il gigante in maglia nove ha avuto un’ora di gioco per fare quello che a ventidue anni non ha fatto mai nessuno prima d’ora. Inoltre c’è più di una similitudine con quanto fatto dalla Pulce nel 2012; infatti l’avversario era una squadra tedesca come ieri, il Bayer Leverkusen, e soprattutto come ieri sulla panchina a godersi lo spettacolo sedeva proprio mister Guardiola.
I gol contro il Lipsia segnati da Haaland sono il risultato di tanto lavoro a livello fisico, crescita nella partecipazione alla manovra e grande conoscenza del posizionamento all’interno dell’area di rigore misto all’opportunismo intrinseco alla natura del bomber. Quella che rispecchia tutti questi addendi, che generano la somma finale, è la seconda realizzazione. In quel caso si è visto un giovane vichingo nel suo habitat naturale, un campo di battaglia su cui cadeva nevischio a rendere il tutto ancora più epico, che prima va in pressione sul portiere avversario che rilancia male, dopo pochi secondi si fa trovare subito pronto sul rinvio di Akanji a fare la boa per De Bruyne e poi è pronto a ribadire in rete il pallone che torna indietro sulla traversa colpita dal belga.
A soli ventidue anni Haaland ha segnato 33 gol in 25 presenze in Champions League con le maglie di Salisburgo, Dortmund e City; in Premier League è a quota 28 gol in 26 partite vicino a battere il record di Alan Shearer di 34 gol in una sola stagione; nella sua carriera in totale ha segnato 246 gol in 305 partite tra club e nazionale. Questi sono numeri che vanno oltre i numeri, un rendimento da capogiro mai visto nella storia del calcio per un atleta che ha ancora tanto da mostrare.