Categoria: Editoriale

  • LE PAGELLE AL MERCATO: Juve disastrosa, l’Inter c’è, rinascita Roma e Lazio

    LE PAGELLE AL MERCATO: Juve disastrosa, l’Inter c’è, rinascita Roma e Lazio

    Atalanta 7: mercato da big ormai affermata! Venduto Romero per una cifra irresistibile ed una plusvalenza più che golosa dopo solo un anno? Tranquilli arriva Demiral dalla Juventus il giorno dopo ed il colpaccio con il capitano dell’AZ Koopmeneirs . Via Gollini? 30 milioni per Musso. Hateboer deve operarsi? Si piomba su Zappacosta superando la Fiorentina e aggiungendolo all’altro nuovo arrivo Pezzella. Si cerca il colpo in attacco nel finale, ma non ci sono le condizioni. C’è grande abbondanza lì davanti comunque e si rimane così.

     

    Bologna 6,5: il vuoto in rosa più grande era il centravanti e la dirigenza ha messo a segno l’acquisto top, Marko Arnautovic. Dall’inizio e soprattutto sul finale si è blindato Orsolini per paura che Mihajlovic si incatenasse, ma davanti a 20 milioni per Tomiyasu non si può dire no neanche all’ultimo giorno di mercato ed in più già erano arrivati i colpi Bonifazi e Theate a tappare il buco. Mercato responsabile e curioso, con giovani tutti da scoprire.

     

    Cagliari 5-: tanto ritardo, si poteva fare sicuramente di più, ma in un mercato di sacrifici l’aver trattenuto Joao Pedro dalla big offerta dalla MLS ed il poter contare ancora su Nandez può essere un punto di partenza per migliorare necessariamente rispetto alla scorsa stagione. A Nainggolan è stato preferito l’ex compagno di squadra alla Roma Strootman e sulla sinistra si è scommesso sul brasiliano Dalbert. Alla fine si cerca l’attaccante dopo l’addio del Cholito, ma è troppo tardi…anzi no perché ai titoli di coda arriva Keita Baldé.

     

    Empoli 6+: si è persa la sfacciata genialità di Dionisi ma ci si affida al maestro Andreazzoli. Si è tenuta l’ossatura della squadra protagonista della promozione in Serie A, a cui sono stati aggiunti gli arrivi della gioventù made in Italy di Pinamonti e Cutrone. In più si rinvigorisce il reparto difensivi con giocatori esperti o scommesse da altri campionati creando un giusto mix. La squadra più che sui singoli punta sull’idea di gioco, lo dimostra la gara dello Stadium.

     

    Fiorentina 8: mercato clamoroso! Si parte male con l’addio improvviso di Gattuso, ma poi si sceglie di puntare su un tecnico emergente del nostro calcio. Messi i paraocchi a Vlahovic che vede solo viola, blindato Milenkovic con il rinnovo, acquistato Nico Gonzalez protagonista della Seleccion in Copa America, torna in Serie A il piccolo grande Torreira ed il colpo di coda finale con il terzino del Real Odriozola. Unico dispiacere l’addio del capitano Pezzella, ma arriva un vecchio amore dei tifosi fiorentini: Nastasic.

     

    Genoa 6-: perché ridursi alla fine a fare grandi colpi? Il ritiro estivo e le prime due partite le giocano i superstiti della scorsa stagione e la primavera. Poi Preziosi si accende ed alla fine il giovane Pandev rinnova, arrivano i grandi colpi Hernani, Caicedo e Fares su tutti e le scommesse Vasquez ed Ekuban tra gli altri. Non arriva l’altro attaccante dopo le telenovele Lammers e Nzola, ma rimane un po’ da separato in casa Mattia Destro, anche se Ballardini gli ha garantito il posto in squadra. Tanto, troppo ritardo, ci vorrà un grande lavoro del tecnico rossoblu.

     

    Inter 7,5: ad un certo punto i tifosi hanno temuto il peggio, Hakimi era annunciato, Lukaku arriva come un fulmine a ciel sereno. Ma Beppe Marotta il giorno dopo è già pronto a chiudere per Dzeko, dopo poco arriva El Tucu e trattiene tutto il resto. Prima di tutto ciò con il caso Eriksen, la dirigenza interista si mette subito al sicuro facendo lo sgarbo ai cugini con l’arrivo di Calha e si scommette sulla destra sulla fisicità di Dumfries. Con poco si è fatto abbastanza, se non addirittura tanto.

     

    Juventus 5,5: L’Europeo di Bonucci e Chiellini ha fatto ben sperare, il ritorno di Allegri ha portato entusiasmo, l’acquisto di Locatelli ha fatto sognare. Poi però il fenomeno portoghese ha deciso di andare via, le prime due partite sono un pareggio ed una sconfitta, Danilo fa il regista e Mckennie l’attaccante. Tanta confusione in campo e fuori, il ritorno romantico di Kean addolcisce un po’ la pillola, ma è troppo poco. Si prova ad arrivare a Pjanic ed Icardi, ma in un caso non ci sono i mezzi e nell’altro la Signora ha perso appeal, meglio Wanda Nara.

     

    Lazio 7+: Friedkin chiama, Lotito risponde e piazza in panchina mister Sarri e lo accontenta anche sul mercato. Arrivano gli esterni d’attacco: ritorna Felipe Anderson e si porta sull’altra sponda del Tevere Pedro, in più si punta sulla gioventù e sul trequartista… si perché Kostic non arriva e Tare vira su Zaccagni che non è propriamente un esterno ma ha l’intelligenza tattica per farlo. In più arrivano due altri desideri del tecnico toscano Basic e Hysaj e la rosa è servita, lavoro superbo.

     

    Milan 7: la tanto sperata qualificazione in Champions sembra niente dopo la perdita a zero di Donnarumma al Psg e Calhanoglu ai cugini. Poi però la curiosità per Maignan e Tourè, l’esperienza di Giroud, Florenzi e Bakayoko ed il talento sconfinato di Brahim Diaz e Pellegri, fanno rinascere il popolo milanista. In più Tomori viene riscattato ed Ibra rimane, cosa vuoi di più? Messias! Dopo tanti nomi sbarca a Milano il talento carioca, che tre anni fa era al Gozzano ed ora giocherà a San Siro la Champions League, sogno e realtà in questo caso coincidono. Vedremo se arriverà nel corso della stagione il rinnovo di Kessié, ma ottimo lavoro di Maldini.

     

    Napoli 5: pronti via arriva Spalletti per puntare alla Champions. Poi dopo poche idee e poche risorse, il messaggio è chiaro: “se non si vende non arriva nessuno!”. Alla fine però Adl si convince che ci vuole il rinforzo a centrocampo e prende Zambo Anguissa, il gol di Marassi trattiene Petagna e si resiste alle richieste per Ounas. Ci si aspettava il colpo a sorpresa sulla sinistra dopo che si era corteggiato Emerson Palmieri, ma per la dirigenza bastano Ghoulam e l’addattamento di Juan Jesus arrivato da svincolato. I tifosi si aspettavano molto di più… ma impera la delusione!

     

    Roma 7+: il colpo roboante è Mourinho! Lo special one torna in Italia e l’entusiasmo è senza limiti. Thiago Pinto si muove bene sul mercato e puntella alla grande la rosa giallorossa. Con Pau Lopez al Marsiglia, arriva il portiere della nazionale portoghese Rui Patricio e sulla sinistra, con il grave infortunio di Spinazzola, arriva il campionde del Sudamerica con il Palmiras di Matias Viña. In attacco ci sono i veri colpi d’artificio: l’esuberanza di Tammy e l’eleganza dell’uzbeko, a centrocampo si fa di tutto per acquistare il rinforzo richiesto dal tecnico portoghese ma niente.

     

    Salernitana 5,5: la squadra campana scommette tanto su talenti in giro per l’Italia. Acquista i giovcani Delli Carri, Ruggeri, Vergani, Zortea e Kastanos ma prima era arrivato il doppio colpo in attacco con Simy e Bonazzoli, l’ex Inter Obi in mezzo al campo ed all’ultimo momento anche l’esperto Gagliolo in difesa. Un po’ poco forse, ed ecco che per Castori ci sarà tanto lavoro da fare per cercare di rimanere in A, ma sembra veramente un’impresa difficile.

     

    Sampdoria 6+: l’esuberante presidente blucerchiato Ferrero questa volta è scarico e non regala perle. Già dal principio c’è indecisione sul tecnico, alla fine si punta su D’Aversa anche se in ritardo. La dirigenza sembra svogliata e senza idee. Poi però tutt’a un tratto si svegliano tutti nell’ultimo giorno di mercato. Scende in campo il pres e dopo il due di picche per Petagna e le difficoltà per l’arrivo di Keita, grazie alla Juventus arriva il sostituto di Jankto volato al Getafe, e che sostituto! La stellina olandese Ihattaren dovrà illuminare Marassi assieme all’altro talentino Damsgraad. E poi quando manca ormai poco il colpo che fa saltare gli equilibri: Ciccio Caputo!

     

    Sassuolo 6,5: con la partenza di De Zerbi, l’idea non cambia e lo stile rimane, arriva Dionisi. È vero è partito Locatelli, la stella più luminosa del mondo neroverde, ma arrivano comunque Frattesi al ritorno dal prestito, Matheus Henrique dal Brasile ed il nome sconosciuto da Rotterdam Harroui. Alla fine poi si resiste alla tentazione di cedere Scamacca e si blinda anche Raspadori e decide di puntare “solo” su di loro cedendo a malincuore il bomber Caputo alla Samp. Il Sassuolo si conferma centro di idee, di strategie innovative ed al passo con il calcio moderno e soprattutto di società che valorizza i giovani e li pone al centro del progetto.

     

    Spezia 6: il club del nuovo proprietario americano è stata presa alla sprovvista dall’addio di Italiano ed alla fine ha scelto Thiago Motta come sostituto. La rosa è cambiata tanto, sono stati inseriti due talenti puri dall’Atalanta, Kovalenko e Colley, così come in attacco con l’arrivo di Antiste e soprattutto il ritorno in Italia dell’ex Inter Rey Manaj in prestito dal Barcellona e l’acquisto dell’altro nerazzurro Salcedo all’ultimo. Il tecnico italo-brasiliano dovrà lavorare molto sulla testa di questi ragazzi, perché il talento è assicurato ma per rimanere in Serie A c’è bisogno di presentazioni con il coltello tra i denti e grande concentrazione. La pecca principale è la mancanza di esperienza, troppo talento manca una vecchia volpe.

     

    Torino 6: Juric l’altra sera ha chiesto in diretta TV alla dirigenza un intervento veloce e deciso sul mercato quasi minacciando l’esonero. Cairo ha ricevuto il messaggio ed in poche ore ha messo a segno ben quattro colpi di livello, Praet e Pobega li conosciamo, Brekalo è la carta in più per l’attacco e Zima è la sorpresa in difesa. Il tecnico serbo può essere abbastanza soddisfatto dei nuovi acquisti anche se arrivati molto tardi, questa pausa nazionali servirà a recuperare un po’di lavoro, ma non ci si può ridurre all’ultimo… C’era bisogno della sfuriata di Juric per muoversi?

     

    Udinese 6-: perse le stelle del club con Musso e De Paul, non sono arrivati i colpi che ci si aspettava. Non tanto per Silvestri che è un ottimo portiere, ma più per il talento in mezzo al campo. Ora è tutto nelle mani del Tucu Pereyra a cui toccherà il ruolo di libero in mezzo al campo. Se Deulofeu e Pussetto così ispirati ora avessero continuità e a questi si aggiungesse la corsa di Success durante l’anno si potrebbe ottemperare alla mancanza del 10. Bel colpo in difesa con Perez, si parla un gran bene di lui, ed in attacco basterà Beto? Bah chissà.

     

    Venezia 6: la filosofia è stata quella di puntate su gran parte della rosa già a disposizione con l’aggiunta di qualche sorpresa. Infatti se Mattia Caldara deve ripartire e dimostrare il suo valore, Thomas Henry in attacco deve rispondere a suon di gol allo sforzo della società per strapparlo al Genoa. Alla fine arrivano anche un grande talento scuola Chelsea, il difensore centrale gallese Ampadu ed il terzino olandese Haps. Per il resto Busio, Sigudrsson, Okereke e tutti gli altri giovani acquistati avranno un solo dovere divertirsi e fare divertire e usare al meglio l’esuberanza e la spensieratezza della gioventù uniti però ai dettami tattici di Paolo Zanetti.

     

    Verona 5: la perdita di Zaccagni pesa come un macigno sia perché è arrivata nell’ultimo giorno di mercato sia perché viste le prestazioni del numero 10 in maglia scaligera in queste prime partite è veramente un peccato lasciarlo andare. Per il resto arriva ilic l’acquisto più costoso della storia del club con 7 milioni di euro spesi e Caprari avrà un duro compito da ricoprire. Se dovesse arrivare ribery nei prossimi giorni una leggenda come lui potrebbe portare un po’ dell’entusiasmo inevitabilmente perso.

  • La Germania vince facile contro il Liechtenstein; 2-0

    La Germania vince facile contro il Liechtenstein; 2-0

    Tutto molto semplice per la nazionale di calcio allenata da Flick che vince 2-0 in casa contro la nazionale del piccolo principato e si conferma al secondo posto in classifica nel girone. La partita di per sè la fa la Germania che domina in tutto il campo concedendo nulla alla squadra ospite che può fare ben poco; le marcature si aprono al 41 esimo con il gol dell’attaccante del Chelsea Timo Werner che avrà sicuramente una stagione molto difficile a livello di club; mentre nel secondo tempo arriva il gol al 71 esimo minuto di Leroy Sane a chiudere il match. L’unica nota negativa è l’infortunio di Robin Gosens che esce dal campo dolorante.

  • Milan: tanti nomi accostati ai rossoneri per la trequarti, facciamo il punto…

    Tanti nomi e tanta confusione sul trequartista cercato dal Milan in questi ultimi giorni di calciomercato, cerchiamo di fare il punto della situazione. Il colpo in entrata più che certo per i rossoneri in questo momento è Bakayoko, trovato l’accordo con il Chelsea, quello con il calciatore c’è già da mesi, ed ora si aspetta solo l’annuncio ufficiale. Adesso passiamo alla situazione trequartista, più complicata e piena di incognite. Il preferito dalla dirigenza rossonera fino ad oggi è il talento del Bordeaux Adli, infatti già si era trovato un accordo di massima con l’entourage del calciatore e si cerca quello con il club francese. Quest’ultimo però spara alto e non vorrebbe perdere la sua punta di diamante con un prestito o per pochi soldi. Ecco che allora Maldini e Massara si sono messi alla ricerca di valide alternative per non farsi trovare impreparati e regalare a Pioli la ciliegina sulla torta di questo mercato. Negli scorsi giorni, il procuratore di Messias, visto l’immobilismo che attorniava il suo assistito con il Torino bloccato dal possibile addio di Belotti, ha fatto una chiacchierata con i dirigenti rossoneri. Forse si tratta di un’ennesima chiacchierata dopo quella avuta a fino giugno, con il club milanista interessata al giocatore ma che attende ancora altre risposte e rimane interdetta dalla richiesta del Crotone di 10 milioni per il cartellino del suo giocatore. Nel frattempo però per il brasiliano si è rifatto sotto il Torino che potrebbe chiudere a breve. Sullo sfondo rimane Jesus Corona, ma questa trattativa dipende poco dalla società rossonera e molto dal Porto che per cedere in prestito il suo esterno offensivo deve prima rinnovargli il contratto e poi procedere alla cessione. Adesso passiamo ai nomi delle ultimissime ore, Faivre del Brest che è un’idea e che per il momento rimane tale e non c’è nessun accordo con il Brest, ma solo la richiesta di informazioni; mentre dall’altro lato c’è un nome sicuramente più attraente ma parecchio oneroso, facciamo riferimento a Willian dell’Arsenal. Il brasiliano è stato proposto dal club inglese e lui sicuramente non disprezza il Milan, club di prestigio assoluto e qualificato in Champions League, ma per la dirigenza rossonera si tratterebbe di un acquisto all’ultimo respiro, così detto low cost, viste le non ottime condizioni fisiche, l’ingaggio importante e l’età ormai avanzata. In più negli ultimi giorni si è aggiunto il super nome, quello di Isco, che a Milano potrebbe rilanciarsi e far vedere il suo reale valore, ma questa trattativa per il suo aspetto oneroso, più per l’ingaggio che per il trasferimento che avverrebbe in prestito, e la distrazione del Real per l’acquisto di Mbappé lo incaselliamo nel reparto “sogni di fine estate” e potrebbe essere un colpo (ed un rischio) del 31 agosto. Tutti questi nomi sono sul taccuino di Maldini con sfumature e percentuali diverse fra loro, ma attenzione che si stanno tralasciando due nomi importanti che potrebbero far smuovere definitivamente la situazione, lo sloveno in uscita dall’Atalanta che corrisponde al nome di Josip Ilicic e Ziyech, con il Chelsea che potrebbe lasciarlo partire con l’arrivo sempre più prossimo di Saul dall’Atletico. Insomma se il mediano, Bakayoko, è ormai in arrivo a Milano, per il trequartista la questione è più lunga e si risolverà nelle ultime ore di questa sessione estiva.

  • Buongiorno Italia! Che bello svegliarsi da campioni d’Europa

    Buongiorno Italia! Che bello svegliarsi da campioni d’Europa

    Buongiorno Italia! Che dolce risvegliarsi da campioni d’Europa ed essere tornati a Roma con la coppa tra le mani, questo grande trionfo è il simbolo della rinascita di questo paese dopo anni molto difficili per tutti.

    Vincere Euro 2020 è stata una soddisfazione immensa, il senso del riscatto e della rivincita, la mancata qualificazione al Mondiale 2018 è stato il momento da cui la nazionale italiana è ripartita e oggi grazie a Roberto Mancini può trionfare, il commissario tecnico arrivato nel Maggio 2018 ha saputo rifondare la squadra dando fiducia, coraggio ai giovani ma soprattutto ha saputo ricreare un vero gruppo sulla base della forza di squadra e dell’unione, questi sono i fattori che hanno portato ad essere campioni d’Europa.

    Grazie a un giusto mix tra giocatori di esperienza e giovani che per la prima volta hanno vestito la maglia azzurra in una grande competizione, l’Italia conquista il tetto d’Europa 53 anni dopo il trionfo nel 1968.

    Un grande gruppo formato da 26 titolari, tutti protagonisti del trionfo azzurro, vincere a Wembley contro l’Inghilterra era il massimo.

    L’Italia ha iniziato il suo cammino europeo l’11 Giugno a Roma contro la Turchia con la convinzione di poter arrivare fino in fondo e vincere, già a partire dalle qualificazioni in questi due anni e mezzo avevamo capito di che pasta era fatta la nazionale italiana perché consapevoli della nostra forza, c’era motivo di credere alla vittoria finale e l’abbiamo sempre fatto. Le sensazioni erano positive e ora siamo qui a godere di questo grande trionfo, dopo i festeggiamenti della notte continueremo a festeggiare ancora a lungo perché questa è la vittoria di TUTTI!

  • Europei e Copa America, i destini di quattro popoli da decidere in poche ore

    Europei e Copa America, i destini di quattro popoli da decidere in poche ore

    Molti dicono che il calcio è uno sport, il più popolare di tutti gli altri, ma si tratta di una definizione incompleta. Si perché allo sforzo fisico ed alla prestazione dei protagonisti in campo si unisce la passione, la tradizione e la storia di interi territori, specialmente quando si parla di nazionali. Molti dicono che il calcio è un gioco, ma anche questo non è del tutto vero e sicuramente non è quello che gira in queste ore nelle teste di Mancini, Southgate, Scaloni e Tite. Tutti questi quattro tecnici sono accomunati dallo stesso destino intrecciato con quello delle loro origini e quelle di milioni e milioni di persone. Perché domenica dalla notte, con la finale di Copa America tra Argentina e Brasile, fino a tarda sera, con la finale degli Europei tra la nostra Italia e l’Inghilterra, andranno in scena due gare estremamente ricche di contenuti, di spunti e di legami sentiti e stretti, avvinghiati all’identità territoriale.

    Infatti partiamo proprio dall’inizio, dalle origini del calcio tanto discusse ed al centro di continue lotte. Perché se è vero che questo sport è effettivamente nato in Inghilterra nel 1848, è anche da considerare che senza il ruolo fondamentale delle spiagge sudamericane di Argentina e Brasile ed i quartieri popolari italiani probabilmente non avrebbe avuto il successo dimostrato. Guardando a questi quasi due secoli di Fùtbol, le quattro Nazionali impegnate nelle gare di domani sono state, anche per motivi extracalcistici, le protagoniste assolute dello sviluppo e della crescita di questo sport, con scontri e vittorie a livello continentale e mondiale, basta pensare che è pari a 12 la somma dei Mondiali vinti da queste quattro selezioni. L’Italia e l’Inghilterra si sono già sfidate in molte gare di qualificazione ed in due scontri agli Europei, nel ’90 nel match deciso dal penalty di Totó Schillaci e nel 2012 con la vittoria ai rigori grazie anche al cucchiaio di Pirlo, due risultati che sorridono agli Azzurri. Ma questa finale è un’altra storia, si giocherà in un Wembley gremito, tempio del calcio inglese e non solo, davanti a tante personalità pubbliche, davanti alla famiglia regale ed al Presidente della Repubblica Mattarella, in un confronto pacifico tra Monarchia e Democrazia, nel quale se gli inglesi si affideranno a God (save) ed alla (the) Queen, gli italiani per trionfare dovranno stringersi ed unirsi ancora di più che durante l’Inno di Mameli. Tantissimi gli scontri anche tra le due rivali storiche del calcio sudamericano, di fatti Argentina-Brasile riporta alla mente la lotta tra due filosofie di calcio simili ma anche tanto differenti e sempre in contrasto per stabilire la supremazia, nonché all’eterna sfida tra le due leggende Maradona e Pelè, strettamente legate ai destini di queste due finali. Due match che potrebbero significare il secondo titolo europeo dopo quello del ’68 per gli Azzurri, mentre la prima vittoria per i Tre Leoni agli Europei dopo il Mondiale del ’66; dall’altra parte del mondo l’Albiceleste contro la Seleção vuol dire Messi contro Neymar, i due ex compagni di squadra al Barcellona ed ora capitani delle rispettive selezioni si affronteranno per portare i propri popoli sul tetto del Sudamerica. La Seleccìon vuole il suo 15esimo titolo a tutti i costi e vuole soprattutto regalare così alla sua Pulce il primo trofeo con la maglia della Nazionale, dall’altro lato i verdeoro vogliono agguantare la decima Copa America sotto la guida del loro fenomeno-arringapopolo O’Ney.

    Insomma tanti intrecci in queste due finali tra calcio, storia e tradizioni di popoli, obiettivi e soddisfazioni dei protagonisti in campo, gioia eterna ed estrema disperazione. Vittoria che vorrebbe anche dire felicità, riscatto, motivo di festa dopo due anni ricchi purtroppo di paura e inquietudine, a dimostrazione un’ennesima volta, se ce ne fosse ancora bisogno, del fatto che il calcio non è solo e semplicemente uno sport…

    (Argentina – Brasile in onda domenica 11 luglio alle 02:00 su SkySport; Italia – Inghilterra in onda domenica 11 luglio alle ore 21:00 su RAI 1 e su SkySport.)

  • Mancini ed il suo Raspadori nella manica

    In questi tre anni della sua gestione Roberto Mancini ci ha sempre stupito con le sue scelte, calciatori che, giovanissimi e non ancora affermati totalmente nel proprio club, sono stati convocati per la prima volta nella Nazionale Azzurra. Ed il nostro ct ci ha stupito ancora una volta al momento delle convocazioni per gli Europei ormai alle porte, e lo ha fatto portando con se un ragazzo che non figurava neanche tra i 28 ultimi convocati, Giacomo Raspadori.

    Il talento del Sassuolo, esploso nel corso di quest’ultima parte di stagione, con l’assenza di Caputo è diventato il punto di riferimento offensivo ed allo stesso tempo il capitano, in alcune partite, della sua squadra. In questa Serie A ha collezionato ben 27 presenze mettendo a segno 6 gol, e tutte reti non banali. Infatti ricordiamo il gol del pareggio con la Roma, la realizzazione contro la Juventus e tra questi spicca la doppietta in rimonta contro il Milan a San Siro da subentrato in 26 minuti. Parliamo quindi di un ragazzo che da subentrato o da titolare può fare la differenza in qualsiasi situazione ed in qualsiasi momento della partita. A dimostrazione di ciò basta pensare alla partita di lunedì tra l’Italia ed il Portogallo Under 21, nella quale Raspadori ha trascinato la sua squadra con leadership e soprattutto qualità tra mille difficoltà, e forse è stata proprio questa la partita decisiva che ha convinto Mancini a fare questa scelta coraggiosa ma assolutamente razionale e giustificata.

    Infatti c’è da aggiungere che di razionalità e di forza d’animo Jack ne ha sempre dimostrata nella sua giovane carriera, all’età di 14 anni rifiutò le avance di Inter e Milan per sposare il progetto Sassuolo, club che poteva valorizzarlo e farlo crescere e possiamo dire che aveva ragione. Ma a tutto questo il giovane azzurro abbina una grande capacità tecnica ed una enorme intelligenza tattica, perché Raspadori è un calciatore che può ricoprire più ruoli, da punta di riferimento a trequartista alle spalle dell’attaccante ad esterno di fascia che viene a giocare in mezzo al campo. Il prototipo dell’attaccante moderno che sa venire incontro ai centrocampisti per palleggiare e per gestire palla, ma che sa anche attaccare la profondità e farsi trovare in area al posto giusto.

    Insomma una decisione a sorpresa per Mancini, che però ha deciso di portare in questa esperienza europea della sua Nazionale un calciatore con caratteristiche diverse da tutti gli altri componenti del pacchetto offensivo e con un grande avvenire tutto ancora da vivere e scoprire, quel Raspadori nella manica che tutti i tifosi italiani sperano possa essere la mossa vincente per il percorso in questi Europei.

  • L’Armata di Zanetti riporta il Venezia in Serie A

    Dopo ben 19 anni il Venezia torna in Serie A e lo fa meritando per quanto ha fatto vedere in campo e superando tutti nelle gare playoff, infatti prima il Lecce in semifinale e poi il Cittadella in finale si sono dovute arrendere davanti all’armata di mister Paolo Zanetti. Il merito di questa promozione nel massimo campionato va sicuramente dato alla presidenza, con il patron statunitense Niederauer, ed alla dirigenza, con il ds Collauto, che hanno costruito nell’arco di un anno una squadra con giovani ricchi di talento e con calciatori esperti, che hanno traghettato il club. Ma come non menzionare il grande lavoro ed il sacrificio di questo gruppo e soprattutto della sua guida. Una squadra che ha offerto grande spettacolo, con un’idea di gioco precisa e con linee tattiche ben tracciate, un allenatore, Zanetti, che fa gola a molti club di Serie A, che con il lavoro quotidiano ha trasmesso lo spirito di sacrificio e con questo grandi insegnamenti tattici. Il Venezia è infatti quella che si dice una squadra moderna, cioè un mix di bellezza e concretezza, di organizzazione e di grande interpretazione dei momenti della partita, una squadra abituata a giocare nello stretto ma a saper verticalizzare quando l’azione lo concede. Tra i protagonisti di questa promozione non si può non ricordare l’apporto fondamentale del bomber Forte, che, dopo anni di incostanza, ha finalmente trovato la realtà giusta dove incidere e ha portato i veneti al terzo posto a suon di gol. Ma tra le sorprese vanno menzionati anche due trascinatori veri e propri di questa squadra, la qualità del numero 10 Aramu e dall’altra parte la quantità del talento scuola Fiorentina Maleh, che hanno stupito tutti con le loro preziose prestazioni durante tutta questa stagione straordinaria. Non ultimi per valore ed importanza, ma anzi titolari e responsabili di questa promozione vanno ricordati Bocalon e Molinaro, che con la loro esperienza e dedizione hanno guidato la squadra ed aiutato il mister nella gestione dei momenti. Insomma un traguardo raggiunto in maniera meritata dal Venezia, società sana e competente, di un gruppo dedito al lavoro e dimostrazione di un calcio evoluto, in attesa di vivere questa nuova avventura in Serie A.

  • “Destini forti, uomini forti!”, stasera più che mai…

    Il momento più atteso della stagione è finalmente arrivato, quel giorno che ogni appassionato, ogni tifoso attende per tutto l’anno, quel giorno che ogni bambino che gioca tra la polvere sogna di vivere da grande, quel giorno che per alcuni è gioia per altri sofferenza nell’attesa, ed alla fine per alcuni è delusione e per altri gloria eterna, un mix di emozioni che accomuna tutti e non tralascia nessuno, questo è il giorno della finale di Champions League!

    La Coppa dei Campioni, così venne chiamata quando fu inventata nel 1955, appunto a dimostrare che chi arriva in fondo, chi gioca la finale, è il più forte di tutti. Una strada di fatica e sudore percorsa dai migliori, da chi lo ha meritato e che culmina e regala soddisfazione e che ripaga di tutti i sacrifici fatti.

    Questa sera alle ore 21 allo Stadio Do Dragao di Porto scenderanno due squadre inglesi, il Manchester City, alla prima finale della sua storia, contro il Chelsea, che di Champions invece ne ha vinta già una su due finali giocate. In più stasera sarà la sfida tra due maestri della tattica, il re Guardiola contro il generale Tuchel, che subentrato a Lampard, ha sconvolto e reimpostato in modo vincente i Blues. Due squadre con assetti di gioco diversi, con costruzioni diverse, ma con stesse idee di base, con stesse intenzioni, cioè di dominio assoluto del possesso e della creazione di spazi nello stretto. Due squadre simbolo del calcio moderno e manifesto dell’evoluzione di questo sport, che hanno meritato questa finale dopo tante dimostrazioni di valore. Guardiola vuole arrivare all’obiettivo per il quale è stato scelto dal City, mentre Tuchel vuole raggiungere un obiettivo che a gennaio quando è arrivato a Londra sembrava impossibile.

    Ecco le probabili formazioni della finalissima:

    Manchester City (4-3-3): Ederson; Walker, Ruben Dias, Stones, Cancelo; Bernardo Silva, Rodri, De Bruyne; Mahrez, Gundogan, Foden.

    Chelsea (3-4-2-1): Mendy; Christensen, T.Silva, Rudiger; Azpilicueta, Jorginho, Kantè, Chilwell; Havertz, Mount; Werner.

    Destini forti, uomini forti è così che si dice in queste circostanze, aspettiamoci una gara dalle mille emozioni e con un grado di estetica molto alto. Buona Finale a tutti!

  • Angelo Da Costa saluta il Bologna dopo sette stagioni

    E’ di pochi minuti fa la notizia che il portiera Angelo Da Costa classe 83′ non rinnoverà il suo contratto con il Bologna. Con il Bologna ha collezionato 53 presenze. Di seguito il comunicato ufficiale della società rossoblu:

    Dopo sette stagioni, nelle quali ha difeso in 53 occasioni i pali della nostra porta, si conclude l’esperienza rossoblù di Angelo Da Costa. Colonna del gruppo, professionista di indiscussa serietà e ragazzo di rare qualità morali, Angelo alla causa del Bologna ha dato tutto se stesso, sempre col sorriso e con uno speciale attaccamento ai nostri colori: trascinatore della squadra nella promozione dalla B alla A, si è rivelato fondamentale anche per l’importante crescita dei colleghi di ruolo, da Mirante agli attuali Skorupski e Ravaglia, fornendo sempre il personale contributo in tutte le occasioni in cui è stato chiamato in causa in prima persona. Grazie Angelo, da parte di tutto il Bologna.

  • I 33 pre convocati per Euro 2020 dell’Inghilterra

    Di pochi minuti fa la notizia che sono usciti i nomi dei 33 pre-convocati per la nazionale inglese del CT Gareth Southgate. Nella lista sono stati esclusi l’attacante del Leeds Patrick Bamford, mentre torna Mason Greenwood. Non ne farà parte della lista il difensore centrale del Milan Fikayo Tomori.

    Portieri: Dean Henderson (Manchester United), Sam Johnstone (WBA), Jordan Pickford (Everton), Aaron Ramsdale (Sheffield United).

    Difensori: Trent Alexander-Arnold (Liverpool), Ben Chilwell (Chelsea), Conor Coady (Wolves), Ben Godfrey (Everton), Reece James (Chelsea), Harry Maguire (Manchester United), Tyrone Mings (Aston Villa), Luke Shaw (Manchester United), John Stones (Manchester City), Kieran Trippier (Atletico Madrid), Kyle Walker (Manchester City), Ben White (Brighton).

    Centrocampisti: Jude Bellingham (Borussia Dortmund), Jordan Henderson (Liverpool), Jesse Lingard (West Ham), Mason Mount (Chelsea), Kalvin Phillips (Leeds United), Declan Rice (West Ham), James Ward-Prowse (Southampton).

    Attaccanti: Dominic Calvert-Lewin (Everton), Phil Foden (Manchester City), Jack Grealish (Aston Villa), Mason Greenwood (Manchester United), Harry Kane (Tottenham), Marcus Rashford (Manchester United), Bukayo Saka (Arsenal), Jadon Sancho (Borussia Dortmund), Raheem Sterling (Manchester City), Ollie Watkins (Aston Villa).