L’ad dell’Inter Marotta ha rilasciato un’intervista alla Gazzetta dello Sport ecco le sue dichiarazioni.
“Dico no all’eccesso di prudenza e di umiltà. Se sei all’Inter, devi essere ambizioso, l’asticella deve essere alta. Noi ci dobbiamo credere. Diverso è dire “siamo i migliori”: quella sarebbe arroganza”. Poi prosegue
L’organico? “È la più omogenea, ci sentiamo garantiti in tutti i ruoli”, spiega Marotta, convinto di aver costruito un organico in grado di rispondere a tutti gli stimoli, anche al trittico Torino-Salisburgo-Roma. “Ridimensionare costi è uno degli obiettivi, ma la competitività non deve mai abbassarsi”.
Sul centravanti Lautaro?
“Lautaro non è come Skriniar: se manifesta la volontà di allungare, che corrisponde anche alla nostra, vuol dire che siamo sulla strada giusta e il matrimonio può continuare a lungo. Avere calciatori fidelizzati è un valore aggiunto: se manca il senso di appartenenza, un giocatore non capisce neppure cosa vuol dire giocare o vincere un derby. Il massimo, per una società, è avere un calciatore che rinuncia ad andare in squadre più importanti pur di rimanere legato al suo club”.
Sull’ addio di LUKAKU?
“Ho provato un forte sentimento di delusione. Perché quando un giocatore non rinnova, non va contro la classe dirigenziale o contro il presidente, ma va proprio contro la storia e il valore del club. Ha fatto un torto all’Inter, non alle persone. Avrebbe potuto rinnovare, gli abbiamo proposto tante soluzioni del genere, anche quella di fissare una clausola rescissoria che tutelasse sia lui sia le esigenze dell’Inter. Ma ha sempre detto no”.
Sull’attuale tecnico Simone Inzaghi ?
“Il suo bilancio è molto positivo, la società è molto contenta di lui. È arrivato all’Inter con una sola esperienza alle spalle da tecnico, nella Lazio. È giovane, rispetto alla media degli allenatori del nostro campionato, dunque può consolidarsi. È diverso dagli altri tecnici che ho avuto in passato, come è giusto che sia: lui è per un calcio aperto, spettacolare, che fa divertire. Poi siamo l’Inter: lo spettacolo deve coniugarsi con le vittorie, altrimenti giocare bene non serve a nulla”.
Su un uno dei nuovi acquisti Pavard?
“Abbiamo deviato il budget dall’attacco perché nel frattempo si era creata l’opportunità di prendere un profilo di giocatore importante per il presente e il futuro. Pavard ha un valore patrimoniale forte indipendentemente dal ruolo”.