Il tecnico nerazzurro Simone Inzaghi, visti i trofei vinti in queste stagioni alla guida dell’Inter e soprattutto per la vittoria del ventesimo scudetto, è stato premiato dal comune di Piacenza per i successi sportivi conseguiti. Di seguito vi riportiamo le parole dell’allenatore interista rilasciate durante e dopo la premiazione di questo pomeriggio:
“Per me è motivo di orgoglio essere qui. Volevo ringraziare la sindaca per avermi dato questa opportunità, è un premio sentito per dove sono nato, un grande orgoglio, ho visto tanti amici di infanzia. Mio padre e mia madre li vedo sempre, soprattutto ora che mi sono avvicinato da Roma a Milano, equesta cosa di poter vedere i miei famigliari spesso mi ha aiutato all’Inter. È un premio personale ma è giusto condividerlo con la famiglia Inter, con i miei giocatori, la mia società, il mio presidente e poi i tifosi, un valore aggiunto per noi. Io avevo vinto lo scudetto da giocatore ma questo primo da allenatore l’ho chiamato ‘scudetto della gioia’ perché per me e i giocatori aver visto milioni di tifosi interisti felici è stato un grande orgoglio. Vincere lo scudetto in casa del Milan è stato un qualcosa che doveva succedere, una gioia. Vincere il campionato con 5 giornate di anticipo è stato meraviglioso per quello che ci hanno tributato i tifosi dell’Inter. Adesso manca la partita con la Lazio, col Verona l’ultima e poi ci incontreremo con la società per il rinnovo. Devo essere sincero, abbiamo sempre avuto tranquillità perché il presidente Zhang e ai miei ragazzi in questi tre anni non ha fatto mai mancare nulla. L’unica cosa che ha fatto mancare è la presenza quest’anno, ma non si è di fatto quasi sentita perché ogni settimana c’era un continuo colloquio per fare in modo che se ci fosse qualche problema ci avrebbe aiutato e io non ho mai avuto alcun problema”.
“Sicuramente quella del prossimo anno deve essere un’Inter forte. Gli obiettivi ogni anno dobbiamo cercare di migliorarli. Tre anni fa al mio arrivo, pensare a sei trofei e una finale di Champions… è un qualcosa che uno non poteva immaginarsi. Però c’erano tantissime speranze e sapevo che avrei trovato una società forte, con dei dirigenti fortissimi. Penso a Marotta, Ausilio, Baccin. Sapevo che, nonostante le difficoltà di cui si parlava, avrebbero fatto in modo di costruire delle squadre competitive. Poi con l’aiuto dei ragazzi, dei tifosi, tutti insieme abbiamo fatto in modo di vincere sei trofei, di fare una finale di Champions ed è un qualcosa che personalmente mi rimarrà sempre. L’obiettivo è la Champions? Gli obiettivi dell’Inter sono sempre i trofei. È una squadra fantastica, con dei tifosi meravigliosi: cercheremo di migliorarci come abbiamo fatto ogni anno, sapendo che non sarà semplicissimo perché troveremo delle squadre con gl stessi obiettivi dell’Inter”.