Carnesecchi, protagonista della conferenza stampa di ieri in casa Under 21, ha parlato così dell’amichevole di sabato alle 17.30 contro la Germania in programma allo stadio ‘Del Conero’ di Ancona. “In Svezia ero in tribuna perché decisi di stare vicino ai miei compagni – ricorda Carnesecchi -. La gara decisiva contro l’Irlanda, invece, la vidi attaccato al divano, e fortunatamente è andato tutto per il meglio. Mi è capitato, durante il periodo di inattività, di indossare i guanti anche fuori dal campo pensando “prima o poi li rimetterò”: l’infortunio mi ha fatto cambiare e crescere sotto tanti punti di vista, sono contento di aver recuperato”.
L’importanza del gruppo: “Passiamo molto tempo insieme a tavola a parlare, a volte sembriamo anche intellettuali (scherza, ndr). L’importante è stare bene con i compagni altrimenti un lungo periodo di ritiro inizia a essere pesante. In questa annata tocca quasi ai più giovani far integrare noi, vista l’età media del gruppo. Parlando tatticamente, invece, quella dello scorso biennio e questa sono squadre differenti: a centrocampo, per esempio, si è passati da giocatori di corsa come Tonali, Frattesi e Pobega a ragazzi di palleggio come Esposito, Rovella, Fagioli e Miretti”.
La prima stagione in Serie A: “Ancora non ho realizzato. Era un sogno che avevo fin da bambino, ma ancora non mi sono reso conto di quello che mi sta capitando. Probabilmente succederà tra un po’”.
La forza dell’attuale Under 21: “Servirà per capire a che punto siamo del nostro percorso. E’ molto stimolante giocare amichevoli di questo livello: più si alza la competitività dell’avversario e meglio è. Siamo forti e lo sappiamo, misurarci con squadre come la Germania ci dà valore e fa imparare qualcosa anche in caso di sconfitta. Certo, riuscissimo a vincere ci faremmo un bel regalo prima della sosta. La semifinale del Mondiale del 2006? Ero un bambino, ma il ricordo dentro di me è vivissimo. Il nostro obiettivo è quello di preparare le singole partite, poi pensare all’obiettivo. Vogliamo creare un’alchimia importante soprattutto fuori dal campo. Quando vedo la squadra che sta bene insieme e si diverte sono contento: dobbiamo creare un gruppo forte”.