Il giocatore Danilo parla in conferenza stampa alla vigilia di Juventus-Sporting CP, gara valida per l’andata dei quarti di finale di Europa League, in programma domani alle 21 all’Allianz Stadium di Torino. Ecco le Sue parole.
Che Juve vedremo domani?
“Dobbiamo essere nella nostra versione migliore, lo Sporting ha vinto con l’Arsenal che è prima in Premier League. Serve la nostra miglior versione per vincere la partita rimanendo consapevoli del fatto che fra una settimana c’è un’altra partita”.
Consiglieresti a qualcuno di firmare il contratto in un momento difficile come hai fatto tu?
“È una cosa molto personale, questo è il mio quarto anno ed è passato tutto velocemente. Ho passato anche momenti difficili, per me è stata una scelta senza dubbio, di cuore. Dal momento in cui abbiamo parlato del rinnovo abbiamo avuto sempre una sinergia buona”.
Quanto è cresciuta la vostra consapevolezza?
“Io dico che quando abbiamo una crisi c’è sempre un’opportunità. È successo ora alla Juve: i giovani che non giocavano tanto hanno avuto l’occasione di farsi vedere dimostrando di avere caratteristiche e qualità per indossare questa maglia. Ognuno ha la sua responsabilità, anche i giovani. Alla Juve non si può stare senza responsabilità”.
Che giocatore era Amorim?
“Era un giocatore che non smetteva mai di correre, riempiva gli spazi e nei contrasti entrava sempre duro. Con voglia di vincere, si vede da come dirige lo Sporting. È un allenatore che esige un recupero di palla molto veloce come pretendeva anche da giocatore”.
Cosa può fare la differenza in questo momento?
“Normale che possa arrivare un po’ di stanchezza fisica e mentale, la differenza la farà chi riesce a mantenere un atteggiamento più o meno uguale rispetto al resto della stagione a livello di preparazione e concentrazione”.
Che potenzialità ha Bremer?
“Fisicamente è uno che mangia tutti, nei contrasti, nei duelli aerei. Fuori cal campo ascolta sempre, vuole sempre imparare. Ciò che deve migliorare fa tutto parte di un percorso naturale di crescita, quando giochi alla Juve è così. Ogni tanto vuole imparare anche troppo, è bravissimo ma può diventarlo ancora di più”.
State pensando al ricorso di settimana prossima?
“Ansia normale, naturale per una squadra in questa situazione. Noi proviamo a parlare il meno possibile di questo e a rimanere concentrati sul campo. Quello che succede fuori dal campo riguarda la società”.
Ti senti sempre più importante per la squadra?
“Quello che faccio adesso non è diverso da quello che ho sempre fatto da quando sono qui. Esiste sempre una gerarchia e va rispettata, io ho sempre provato ad aiutare i più giovani, a essere un punto di riferimento per chi può trovarsi in un momento di difficoltà. Sono contento”.
Perché spesso sprecate del tempo durante una partita?
“La valutazione sulla partita con la Lazio va fatta diversamente, loro spesso non fanno giocare bene gli avversari fino al sessantesimo. Negli ultimi minuti siamo sempre stati vicini al pareggio, dobbiamo essere consapevoli che le partite durano 90 minuti e non finiscono nella prima parte. Ogni tanto capita che le squadre non ti fanno giocare bene, poi negli ultimi 15-20 minuti si può vincere la partita”.
Ci racconti il percorso di crescita di Gatti?
“Mi fa molto piacere parlare di Federico Gatti perché secondo me è un esempio per tutti noi. Arriva dalla Serie B alla Juventus, rimane praticamente 6-7 mesi senza giocare ma rimane sul pezzo e lavora sempre provando a migliorare. E quando ha l’occasione dimostra di avere le qualità per stare alla Juve. Sono molto contento per il percorso di Gatti, sa che può migliorare. Ma è umile, ascolta sempre e vuole stare nella Juve”.
Cosa stai dicendo a Vlahovic?
“Fa parte di un percorso, è una situazione in cui solo lui può andare oltre con lavoro e pazienza facendo bene negli allenamenti e nei momenti di riposo. Noi ci parliamo spesso, lui sta tranquillo e pensa sempre a fare il meglio prima per la squadra. È una difficoltà momentanea, passerà. Non facilmente perché non c’è nulla di facile, ma con qualità e testa può superarla”.
Hai raccontato qualcosa a Vlahovic di qualche tuo ex compagno centravanti che ha avuto momenti di difficoltà?
“No non ho parlato di nessuno perchè ogni storia è diversa e personale. Lui lavora ogni giorno sempre e tanto, con il mister e i collaboratori per migliorare. Quando tornerà a segnare farà la differenza ma il suo lavoro non è solo segnare, aiuta in fase difensiva, nel possesso”.