Manchester City, Ruben Dias: “Non sentiamo il peso di essere favoriti”

Ruben Dias uno dei due giocatori scelti dal Manchester City per affiancare Guardiola in conferenza stampa alla vigilia della finale di Champions. Ecco le sue parole.

Il Manchester City è considerato il grande favorito, qual è il pericolo domani?
“Penso che l’errore più grande che possiamo commettere è dimenticare che domani si gioca una finale. La gente può dire quello che vuole, ma è una finale e quando ci sei puoi essere favorito solo quando giochi meglio dell’avversario”.

L’unica squadra che vi ha battuto due volte è il Brentford, che gioca 3-5-2 come l’Inter…
“Ci sono tante partite in una partita ed è difficile fare paragoni così facili. Almeno per noi: domani è speciale e faremo tutto per essere pronti”.

Cosa è cambiato negli anni con Guardiola?
“Ogni anno è diverso. Giocatori vanno, giocatori vengono. La lotta più grande che affrontiamo è trovare un equilibrio e penso che ci siamo riusciti in questa stagione. Da quando sono qui, ho sempre percepito la forza di questa squadra. La differenza la fa quello che ottieni alla fine: abbiamo vinto due coppe e ora proveremo a vincere la terza, faremo di tutto per vincerla. Ma non penso che sia giusto fare paragoni tra stagioni diverse: il calcio cambia”.

Come ti senti? Nervoso, eccitato?
“Lo dico da tanto tempo, non solo in questi giorni. Quando arrivi al momento decisivo la cosa più importante è il carattere della squadra. Penso che, da un certo punto della stagione, abbiamo dimostrato tante cose e domani non sarà diverso. Tutti noi vogliamo vincere”.

Ti abbiamo visto fare un discorso alla squadra.
“Siamo tutti capitani qui, è una caratteristica della squadra. Ed è importante che tutti riusciamo a capire quando è il momento di alzare la voce e quando invece no”.

Pensi che la pressione possa aiutarvi o appesantirvi?
“La pressione ci piace, aiuta a essere concentrati: devi solo abbracciarla e non dimenticare di essere te stesso. Non dobbiamo dimenticare mai cosa rappresentiamo”.

Domani giocherai contro Dzeko o Lukaku. Quale dei due ti stimola come sfida personale?
“È la finale della Champions League. Se fosse un lavoro facile, non sarebbe la finale della Champions League. Conosciamo i punti di forza dell’Inter: non si tratta di 2-3 giocatori, ma di tutta la squadra. E quando non diamo tanta importanza a tutti sbagliamo”.