Mancini ed il suo Raspadori nella manica

In questi tre anni della sua gestione Roberto Mancini ci ha sempre stupito con le sue scelte, calciatori che, giovanissimi e non ancora affermati totalmente nel proprio club, sono stati convocati per la prima volta nella Nazionale Azzurra. Ed il nostro ct ci ha stupito ancora una volta al momento delle convocazioni per gli Europei ormai alle porte, e lo ha fatto portando con se un ragazzo che non figurava neanche tra i 28 ultimi convocati, Giacomo Raspadori.

Il talento del Sassuolo, esploso nel corso di quest’ultima parte di stagione, con l’assenza di Caputo è diventato il punto di riferimento offensivo ed allo stesso tempo il capitano, in alcune partite, della sua squadra. In questa Serie A ha collezionato ben 27 presenze mettendo a segno 6 gol, e tutte reti non banali. Infatti ricordiamo il gol del pareggio con la Roma, la realizzazione contro la Juventus e tra questi spicca la doppietta in rimonta contro il Milan a San Siro da subentrato in 26 minuti. Parliamo quindi di un ragazzo che da subentrato o da titolare può fare la differenza in qualsiasi situazione ed in qualsiasi momento della partita. A dimostrazione di ciò basta pensare alla partita di lunedì tra l’Italia ed il Portogallo Under 21, nella quale Raspadori ha trascinato la sua squadra con leadership e soprattutto qualità tra mille difficoltà, e forse è stata proprio questa la partita decisiva che ha convinto Mancini a fare questa scelta coraggiosa ma assolutamente razionale e giustificata.

Infatti c’è da aggiungere che di razionalità e di forza d’animo Jack ne ha sempre dimostrata nella sua giovane carriera, all’età di 14 anni rifiutò le avance di Inter e Milan per sposare il progetto Sassuolo, club che poteva valorizzarlo e farlo crescere e possiamo dire che aveva ragione. Ma a tutto questo il giovane azzurro abbina una grande capacità tecnica ed una enorme intelligenza tattica, perché Raspadori è un calciatore che può ricoprire più ruoli, da punta di riferimento a trequartista alle spalle dell’attaccante ad esterno di fascia che viene a giocare in mezzo al campo. Il prototipo dell’attaccante moderno che sa venire incontro ai centrocampisti per palleggiare e per gestire palla, ma che sa anche attaccare la profondità e farsi trovare in area al posto giusto.

Insomma una decisione a sorpresa per Mancini, che però ha deciso di portare in questa esperienza europea della sua Nazionale un calciatore con caratteristiche diverse da tutti gli altri componenti del pacchetto offensivo e con un grande avvenire tutto ancora da vivere e scoprire, quel Raspadori nella manica che tutti i tifosi italiani sperano possa essere la mossa vincente per il percorso in questi Europei.