Sassuolo, Dionisi: “Non possiamo più fare passi falsi”

Ecco le parole in conferenza stampa di vigilia per Alessio Dionisi tecnico del Sassuolo che parla dalla sala stampa del Mapei Football Center per presentare la sfida contro la Salernitana.

Sono importanti questi 3 punti, per le certezze e per le considerazioni che può rafforzare ma anche per quello che può lasciare agli altri…
“Che i tifosi si facciano sentire o vedere fa solo che piacere. Sono stati positivi, con uno striscione fuori dove scrivono che vogliono la vittoria, vogliamo la stessa cosa. Forse non si vede in campo ma lo vogliamo. C’è una partita difficile da giocare, la vorranno anche loro. Veniamo da una partita dove abbiamo fatto male, abbiamo fatto il contrario di quello che avremmo dovuto, e dobbiamo riscattarci”.

Che partita deve fare il Sassuolo? Recuperi qualcuno?
“Con il Bologna ad oggi forse è stata la partita dove siamo stati più bravi in fase di pressing e in non possesso. Noi dobbiamo pensare a noi, è un po’ che lo dico ma poi non ci riusciamo in alcune partite. La Salernitana ha giocatori bravi. Ha cambiato spesso sistema di gioco e potrebbe essere meno leggibile nel prepararla, potremmo aspettarci di tutto. Hanno interpreti sono importanti, soprattutto davanti. Per quanto riguarda noi, a parte Matheus Henrique e Obiang dovrebbero esserci tutti”.

Questa è una squadra che tenta dei dribbling e li ottiene, poi cosa manca?
“Si tende a dire siamo poco determinati, che vuol dire tutto e niente. Delle volte lo uso anch’io. I ragazzi vogliono di più e lo vedo in settimana. Prima del Torino ero fiducioso perché c’erano state buone risposte in settimana ma a volte le nostre prestazioni non vanno di pari passo con la settimana. Dobbiamo cercare di più la porta, avremmo potuto farlo con il Torino. Avremmo dovuto attaccare di più gli spazi, il dribbling è una delle nostre qualità e l’attacco dello spazio meno e se diventiamo più pigri diventiamo meno pericolosi, se vogliono solo la palla sui piedi dovranno giocarsi probabilmente l’uno contro uno o contro due almeno e questo poi ti porta a delle situazioni più difficili. I gol nascono spesso da situazioni veloci e se noi cerchiamo il dribbling in maniera non veloce risulteremo più prevedibili e meno pericolosi”.

Giocate di nuovo lunedì e venerdì: vi dà fastidio?
“Non è piacevole, non la puoi preparare nel migliore dei modi come magari fa il tuo avversario, ma in questo momento non dobbiamo badare a questo, sarebbe una pochezza generale. Quando non fai bene non dovresti vedere l’ora di rigiocare, al tempo stesso avresti anche bisogno di più tempo per preparare tatticamente la squadra, ma va bene così, meglio rigiocare per metterci alle spalle la partita di lunedì”.

La ricerca della chiave per riaccendere la squadra a che punto è?
“Sono sempre alla ricerca di questa chiave. Alti e bassi li abbiamo avuti sempre, quest’anno dà fastidio essere etichettati come quelli che, a me dà particolarmente fastidio, non siamo e non vogliamo essere questo. Io riconosco più il noi in alcune partite e più io in altre partite, l’ho già detto ai ragazzi. Se giochiamo guardando al mio compagno non è il noi, io devo lavorare per il noi e il noi poi riconosce l’io e si esalta, non è mai il contrario. E questo non va bene”.

La sensazione è che ci siano alcuni che abbiano bisogno della vetrina per performare…
“Questo pensiero è normale che ci possa essere vedendoci perché ci descrivono già com’è possibile che siete quelli che e poi quelli che. Noi siamo tutti e due. Io combatto paradossalmente tutti e due, sarebbe più importante far punti con i tuoi competitors. Non è semplice, altrimenti l’avremmo già risolta, ma da solo non la risolvo, ho bisogno di tutti. Dobbiamo assumerci delle responsabilità, dobbiamo metterci in discussione, è sotto gli occhi di tutti, anche i nostri, ma un conto è rendersene conto e un altro è lavorare per cambiare perché la denoto e se te lo dico è perché l’ho notata”.