Francesco Magnanelli dice addio al calcio giocato. Ecco le sue parole nella conferenza stampa di addio: Prende parola Magnanelli: “Buongiorno a tutti, ringrazio i media e i giornalisti presenti. Ci tengo perché è un momento particolare ovviamente. È un percorso iniziato tantissimi anni fa, sono qui a chiudere calcisticamente parlando. Sono passati tantissimi anni. Ho avuto la fortuna di incontrare persone e il posto al momento giusto. Sono arrivato bambino e me ne vado da padre, questa è una cosa molto bella per me. Sapete che legame ho con la città, con tutti coloro che lavorano nel Sassuolo, l’ho voluto costruire giorno dopo giorno e che ho voluto fortemente, anche quando sembrava ci fosse la possibilità d’andarmene ma non l’ho voluto io, la società, i dirigenti, gli allenatori. Certi tipi di carriera non si fanno se non siamo in due, io l’ho voluto fortemente ma dall’altra parte c’era il Sassuolo, la città, la proprietà, la dirigenza: abbiamo fatto un percorso molto bello. Ringrazio la famiglia Squinzi, penso che dall’alto anche il patron e sua moglie siano contenti di questo percorso, ringrazio i figli. I ringraziamenti sono lunghi perché c’è da ringraziare tutti coloro che lavorano dietro: dai giardinieri, ai magazzinieri, a tutti, sono diventati una parte integrante della mia vita e ci tenevo in modo particolare. Ringrazio i miei genitori che mi hanno messo nella strada giusta. La scuola calcio che ho fatto da piccolo che mi ha dato determinati valori e mia moglie che mi ha completato. Si chiude un capitolo e se ne apre un altro, spero altrettanto bello, in un mondo in cui non so minimamente niente. Ho tanta esperienza sul campo che spero di poter modellare. La speranza è quella di farlo. La società mi ha proposto qualcosa di bello, insieme al mister, e per me questo è una grandissima soddisfazione. Grazie a tutti! A chi mi è stato vicino e mi ha permesso di fare una determinata carriera”. Come si può fare tutto questo? “Madre natura mi ha donato di qualcosa ma non penso di esser stato baciato da un talento incredibile. Ci sono dei valori sui quali non ho mai abbassato la testa, mi sono sempre fatto forza su questi valori, e ho spinto giorno dopo giorno. Per restare tanto tempo, partire dal basso, devi anche trovare le persone giuste e il club giusto. Io ho avuto la fortuna di trovare le persone giuste e l’abbiamo costruita man mano, neanche noi inizialmente pensavamo di fare questa strada ma c’è sempre stata la voglia e l’ambizione, partendo dal patron. Noi l’abbiamo seguito. Io sono stato bravo a mettermi ogni anno in discussione ma essere qui adesso penso che sia la mia vittoria più grande”. Quali ricordi tra i più belli? “Ne ho vissuti tanti di belli. Dopo le delusioni abbiamo sempre raccolto il massimo ma credo faccia parte di ognuno. La partita che non dimenticherò mai è quella della promozione in Serie A. Dopo una grandissima cavalcata, era quello che voleva il patron, era il suo compleanno e ce lo meritavamo. Ci siamo quasi fregati da soli ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Il gol è quello che ho fatto al Cagliari dopo 5 mesi d’infortunio, volevo rientrare fortemente. Dopo Firenze, dopo l’infortunio, mi sino preso il calendario e mi sono fissato la data del rientro e poi è coincisa con il gol. Sono stato fortunato e anche bravo a crederci nei momenti bui”. Cosa lasci qui a Sassuolo? “Sono orgoglioso di quello che ho fatto. Potevo farlo meglio? Sicuramente, ma l’ho fatto a modo mio e questo è quello che mi rende più orgoglioso. Lascio una società ad altissimi livelli, che pur adattandosi alle richieste dei top club e dei massimi campionati, è rimasta con dei valori ed è questo che mi ha tenuto qua tanto tempo. Ho sempre pensato di lasciare il Sassuolo in Europa: è mancato poco, ha le basi per essere in futuro stabilmente tra le prime 7-8”.