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  • Roma, De Rossi: “Karsdorp a parte siamo al completo”

    Roma, De Rossi: “Karsdorp a parte siamo al completo”

    De Rossi parla in conferenza stampa alla vigilia della sfida con il Monza. Ecco le parole del tecnico giallorosso:

    Come sta la squadra?
    “Stanno tutti bene a parte Rick Karsdorp per un fastidio al ginocchio. Nulla di grave, ma ha bisogno

    Che tipo di gestione verrà fatta su Dybala?
    “La gestione è facile quando hai tanti giocatori bravi. Quando qualcuno è stanco lo cambi senza abbassare la qualità. Dybala sta bene. Non so quante volte abbia fatto 110 minuti e poi novanta subito dopo. Dobbiamo essere contenti. E’ felice, la condizione psicofisica è buona, quando fai tripletta anche qualche acciacco lo senti bene”.

    Su Palladino
    “Nelle ultime partite hanno cambiato qualcosa e qualche dubbio lo abbiamo. Dobbiamo preparare più di una partita, ma siamo pronti su tutto. Palladino lo stimo molto, ci siamo sentiti qualche giorno fa, abbiamo iniziato il corso da allenatori insieme. Per lui sono contento, è un ottimo allenatore e sta gestendo l’occasione al Monza in modo brillante. Il futuro è dalla sua”.

    La Roma oggi è più una famiglia?
    “Non so com’era ieri. Non cerco di fare qualcosa di diverso dal passato. Cerco di gestire come ho fatto alla Spal e che non era diverso quando ero capitano o senatore. Ci sono ruoli e scelte diverse. Quando sei capitano sei amico di tutti, da allenatore sei amico ma poi 12 li mandi in panchina. Se non siamo ancora una famiglia siamo nella direzione giusta per diventarlo. Se si sta bene si va a Trigoria per fare qualcosa in più. I calciatori devono essere felici di andare al campo un lavoro mentalmente e fisicamente perfetto”.

    Dybala si esprime meglio nella 3-5-2?
    “Ha fatto un gol su rigore, uno da trenta metri e uno in inserimento. Non c’è niente della difesa a tre che lo esalti o di tattico in quello che ha fatto. Se analizziamo i gol, sono situazioni che succederebbero anche nel 5-5-0”.

    Su Lukaku
    “Tutti sono in discussione. Dybala e me compreso. Le scelte derivano dal rendimento o dalla condizione. La sua condizione è da stella, che corre e lotta sempre. Questo rende felice tutti, è un calciatore che tutti vorrebbero. Non vedo musi lunghi, è il loro lavoro. Romelu da questo punto di vista è il giocatore perfetto”.

    Intorno a lei ci sono licenziamenti e ruoli assenti in diverse posizioni dirigenziali. Percepisce smobilitazione?
    “Non percepisco smobilitazione intorno a noi. La società ci mette a disposizione la serenità di cui stiamo godendo. Noi siamo un’ala assestante rispetto a quello che succede sopra e sotto di noi. Non sono insensibile a quello che può succedere, ma la mia società è a disposizione mia 24 ore al giorno. Lo stesso Dan e Ryan, non posso lamentarmi di nulla. So che ci sono tanti cambiamenti perché alcuni ruoli sono scoperti, ma io mi concentro sui risultati. Per il resto non è il mio campo e non ho voce in capitolo. A me l’atmosfera mi sembra positiva, non sta succedendo nulla di diverso che non succede in altri club”.

    Smalling come sta?
    “La fase di rodaggio sta finendo e magari è solo una premura esagerata mia. Magari se avesse giocato a quattro avrebbe fatto anche meglio. Lo stress fisico da gara è diversa. La mia idea era mettergli due cani da guardia ai lati per limitare il suo raggio d’azione. Ma se lo mandiamo in campo è perché sta bene. Nella difesa a tre ci ha giocato per farlo stare più comodo. In futuro sarà molto importante per noi a prescindere dallo schieramento”.

    Paredes?
    “Sta migliorando ciò che gli chiedo, sul possesso palla gli sto chiedendo di fare qualcosina di diverso: è molto intelligente. Anche senza palla lo è. Sicuramente è bello il centrocampista energico che entra in scivolata, così come quello grintoso, ma temporeggiare è fondamentale. Non gli chiedo cose diverse, sono solo sfumature che ai centrocampisti mi permetto di dargli qualche insegnamento in più”.

    Hai 5 centrali per 2 posti, di cui 3 si sentono titolari. Ci può essere una Roma a 3 e mezzo?
    “Tutti si sentono titolari (ride, ndr). Sì potrebbe essere un’opzione: Mancini sa fare un po’ tutto e bene, sono contentissimo lui. Noi abbiamo 3 terzini destri molto forti, anche Angleino per me può giocare lì. Magari l’ideale sarebbe avere un’ala pura davanti a lui, noi lì abbiamo più trequartisti. Dall’altra parte con Stephan è più fattibile. Guardiola ha giocato tante partite così. Dipende dalla gara e non perché non abbiamo terzini”.

    Il Monza ha messo in difficoltà in tanti. Come ci si comporta?
    “Ha messo in difficoltà tutti: la Roma all’andata, ora il Milan. Sanno giocare a calcio, ma sono meno aggressivi di Atalanta e Torino. Per qunato riguarda i cross: è importante la marcatura in area e la gestione. Su Zapata, poteva essere evitato il cross in quanto l’attaccante era ben marcato e gli vanno fatti complimenti. Serviva una mano ad Angelino su Bellanova per non far partire il cross. Ci lavoraremo, poi è chiaro che i cross li subiremo sempre come è normale nel calcio”.

  • Roma, De Rossi: “La strada è ancora lunga”

    Roma, De Rossi: “La strada è ancora lunga”

    Il tecnico della Roma De Rossi parla nella conferenza stampa alla vigilia della sfida decisiva con il Feyenoord . Ecco le sue dichiarazioni

    Cosa cambia rispetto all’andata?
    “Se loro recuperano quei due-tre giocatori che non c’erano l’altra volta sicuramente avranno più qualità. Tra le due squadre non c’è dislivello. Credo non sia una follia vedere una partita simile a quella dell’andata”.

    Domani è lecito aspettarsi qualcosa di più da Lukaku e Dybala?
    “Io penso che quando andiamo ad analizzare i giocatori dobbiamo vedere di più dei semplici gol. Io valuto le prestazioni e loro stanno entrando nella mia idea di gioco. Sono contento di loro. Dovremo passare il turno con o senza i gol di Dybala e Lukaku”.

    Domani record assoluto di presenze all’Olimpico?
    “E’ qualcosa che non ci lascia indifferenti. Dovevamo ricreare quell’unione e più di così non ne entrano, ne siamo contenti. E’ una responsabilità per noi”.

    E’ il primo bivio della stagione, quanto sposta nel suo percorso?
    “In quanto bivio e in quanto partita decisiva, sposta tanto. Sentiamo quel brivido delle partite da dentro o fuori. Da giocatore ne ho fatte tante, da allenatore no ma la preparo nello stesso modo”.

    Come sta Ndicka?
    “Sta bene, da quando è tornato ha fatto solo un allenamento per l’influenza. Probabilmente non sarà al 100% ma sarà in panchina e ci darà una mano”

    Con Smalling si può giocare solo a tre?
    “Il mio unico obiettivo era fargli giocare qualche minuto, quindi mi serviva un cambio difensivo. Ma lui ha giocato a tre o a quattro nella sua carriera. Non penso abbia problemi”.

    Come sceglierai la squadra domani?
    “Sceglierò come sempre, sceglierò chi mi farà vincere la partita. Si fanno mille ragionamenti diversi.

    Dybala e Lukaku dovranno prendere per mano la Roma domani?
    “Io penso che al di là della partita di domani, ogni squadra ha bisogno di tutti i giocatori. Loro giocheranno e saranno importanti per noi. Da loro ci si aspetta sempre la giocata ad affetto, ma a me interessa che la Roma passi il turno. Quindi devono stare dentro la partita come hanno già fatto, poi magari il gol lo fa un altro”.

  • La Roma vince a Frosinone; a segno Huijsen

    La Roma vince a Frosinone; a segno Huijsen

    Torna al successo la Roma che batte 3-0 il Frosinone in casa propria. Giallorossi che nella prima frazione soffrono, ma dopo la rete del vantaggio di Huijsen la musica cambia. Nella ripresa ad arrotondare il risultato ci pensano Azmoun e Paredes su calcio di rigore. Tre punti che portano la Roma al sesto postoin classifica con 41 punti, mentre il Frosinone resta 15esimo con 23 punti.

  • Roma, De Rossi: ”Mi piace giocare in Europa”

    Roma, De Rossi: ”Mi piace giocare in Europa”

    Ecco di seguito le dichiarazioni del tecnico De Rossi della Roma alla vigilia della sfida di Europa League

    Cosa si prova qui a tornare dopo 9 anni in un’altra veste? È la tua prima partita da allenatore in Europa?
    “Sono contento di esordire in Europa. Non era molto preventivabile fino a poco tempo fa. Il 14 febbraio è il compleanno di mia figlia, un anno fa ero alla sua festa. Mi dispiace non essere lì con Olivia. Devo però essere grato. Sono contento, soddisfatto e devo approfittarne. L’atmosfera? Da quella partita che ho giocato io, ci sono state altre sfide con il Feyenoord, anche importanti. Come sarà domani. L’atmosfera sarà importante, ma poi c’è il campo e dobbiamo essere concentrati domani”.

    A quale partita in Europa sei più legato?
    “Non lo so, ne abbiamo vissute tante belle, tante negative, perché non abbiamo mai vinto un trofeo. Ci siamo sempre ricompattati. Ricordo qualche 7-1, siamo usciti dallo stadio a pezzi, ma poi ci siamo uniti. La vita di un calciatore è anche questo, ricompattarsi, riportare i tifosi dalla propria parte dopo partite difficili. Se devo scegliere una partita recente, penso il 3-0 al Barcellona. È stata una notte assurda, speciale, per l’avversario e per l’atmosfera incredibile all’Olimpico. Poi ce ne sono tante, magari vittorie meno eclatanti ma che ci hanno consolidato tra le migliori otto di Europa. Dobbiamo tornare a quel livello là”.

    Pellegrini come sta? La squadra?
    “Io valuto quello che ho visto da quando sono arrivato, penso sia più corretto. Sia come essere umano, come guida per i compagni, sia per quello che avete visto in campo, non potrei più essere contento di Pellegrini. Continua a migliorare, ogni partita e ogni allenamento fa qualcosa in più. Sintomo che capisce quello che chiedo, come tutti. Io non posso far altro che ringraziare tutti. Il percorso ero comodo, bello e morbido se fossimo stati all’8 luglio perché fai le amichevoli contro i boscaioli e il risultato va in secondo piano. Qui invece i risultati contano subito, è sempre tanto importante. Voi parlate di giochisti e risultatisti, fa ridere perché i risultati contano per tutti gli allenatori”.

    Cosa hai portato di diverso rispetto a Mourinho?
    “Non posso dire quanto sia differente da Mourinho. Ogni allenatore porta qualcosa di suo. Io ho studiato parecchio la Roma di Mourinho per sapere dove mettere le mani e poi l’ho sempre seguito. Con Mourinho la Roma ha ottenuto ottimi risultati in Europa, dobbiamo prendere esempio da quel percorso. Poi ogni allenatore ha le sue idee, le sue preferenze e mette qualcosa di diverso”.

  • Roma, De Rossi: “Possiamo battere l’ Inter”

    Roma, De Rossi: “Possiamo battere l’ Inter”

    Ecco le parole in conferenza stampa del tecnico della Roma De Rossi alla vigilia della sfida di campionato contro l’Inter

    Con quale forza e proposta la Roma sta preparando questa gara?
    “Il coraggio che devono avere i giocatori forti e noi siamo pieni di giocatori forti. Serve intelligenza e conoscenza, ogni squadra del mondo è battibile. Lo è anche l’Inter. Ora si alza il livello rispetto alle prime tre gare. Cambia la preparazione della gara, affrontiamo una squadra abituata a tenere il dominio del gioco. Ma ci saranno momenti in cui possono soffrire. Siamo consapevoli di poter fare una grande partita, così come della sua forza”.

    I funerali di Losi, cosa è successo?
    “Non ho chiesto la data, il luogo. La partita mi ha distratto e ho commesso un errore grave. Non è un errore in malafede, mi dà fastidio non essere andato a salutarlo. Non è questione di ruolo e protocollo, è una questione di rapproto tra me e lui. Suo figlio è molto simile al padre, sa benissimo il rapporto che c’era tra noi. Mi dispiace molto non averlo salutato, la distrazione è grave perché c’era un rapporto grave. Non avevo niente da fare, ho aperto un post sui social e ho visto le foto e non ci potevo credere. Sono stato disattento, ho chiesto, spero e credo debba finire lì”.

    Che partita ti aspetti domani da Lukaku?
    “Cerco di scindere l’aspetto emotivo da quello calcistico. Devo parlare al cuore dei giocatori, a me basterebbe che facesse la stessa partita fatta col Cagliari. Mi è piaciuto tantissimo lunedì. Un po’ di emozione la saprà gestire, non ha più 20 anni”.

    La Roma ha sempre faticato con le big del campionato. Da cosa dipende secondo lei?
    “La casualità non esiste. Mi stai chiedendo di commentare scontri diretti che non ho preparato io. Poi ci sono dei numeri che parlano. Vediamo come andiamo domani e se ci saranno ancora queste problematiche. Quando giochi contro squadre forti ci sta perdere o faticare. Delle volte dei livelli in campo parlano. Inter, Milan e Juve sono tanto forti. Per quanto riguarda noi sto cercando di far partire un percorso che non so quanto durerà, ma devono capire che siamo una squadra forte. Problema di approccio? C’è chi ha giocato col Manchester, chi ha vinto un Europeo, chi la Coppa America, sarebbe offensivo dire che i nostri giocatori hanno problema di testa contro le grandi. Negli scontri diretti è un braccio di ferro, ma la testa dei giocatori non è un problema sennò non avrebbero ottenuto certi risultati”.

    Con l’Inter è stata spesso una gara di alta classifica quando giocava lei. Che ricordo ha?
    “Ci siamo giocati scudetti e coppe Italia con loro ma, a parte qualche coppa Italia e Supercoppa, sono stati più bravi loro. Mi dispiace aver giocato già a San Siro perché lo considero lo stadio più emozionante, dopo il nostro. Sarà una sfida altrettanto bella quanto quelle di quegli anni lì”.

    Smalling e Renato Sanches?
    “Renato Sanches è un elemento fondamentale come tutti gli altri. Si stanno rimpicciolendo le distanze fisiche tra loro e il resto dei compagni. Si allenano con noi e fanno poi un lavoro supplementare. Non li ho visti ancora tanto sul campo ma, da quel che poco che ho visto, saranno importanti per noi”.

    Domani servirà rispetto per l’Inter?
    “Domani dovremo avere rispetto ma anche un po’ di spocchia e spavalderia. Non siamo gli ultimi arrivati, se porti troppo rispetto hai paura e se hai paura poi perdi. Ci saranno dei momenti in cui soffriremo domani perché sono forti. Sapere che ciò che accadrà è da persone maturi, accettarlo significa perdere. Dobbiamo convincerci di poter vincere perché è vero. In un campionato intero sono più forti ma nella partita singola si possono battere.

    El Shaarawy?
    “Lo conosco da tanto, sta avendo un’evoluzione mentale importante. Prima era buono, leggerino, mi arrabbiavo a morte ma ora è diventato un giocatore vero. Anche quando vedevo la Roma da tifoso, avevo la sensazione potesse fare male in ogni momento. Bravo anche Zalewski quando è entrato contro il Cagliari, a lui tengo tanto. Sono contento degli esterni alti a sinistra”.

    Giocherà domani?
    “Ora vuoi troppo. Ogni partita richiede una sua strategia. Se ti dico se gioca o non gioca capisci la formazione”.

    Bove giocherà considerando anche il Feyenoord?
    “Siamo concentrati su domani, non sul Feyenoord. Giocheremo con la squadra che io penso sia migliore per l’Inter. Non faremo rotazione in base alla gara successiva. Si possono fare dei ragionamenti anche in base a chi è fuori lista e non potrà giocare in coppa ma non faremo ragiomamenti tattici in previsione della coppa”.

    Molti ti danno del predestinato
    “Ho letto questi articoli anche due anni fa. Poi dopo la SPAL in pochi continuavano a dirlo e ho trovato molte porte chiuse, giustamente. Un po’ per caso, mi sono trovato nel posto dove vorrei fare l’allenatore per tutta la vita. Il fatto che io sia qui può essere una casualità ma anche un segnale importante. Sicuramente conosco meglio questo ambiente piuttosto di dove sono stato lo scorso anno. Mi godo questa avventura giorno”.

  • De Rossi ritorna all’Olimpico, è la vittoria dei romantici

    De Rossi ritorna all’Olimpico, è la vittoria dei romantici

    Immaginate questa situazione: voi su una sedia, magari a dondolo, magari davanti ad un camino, magari con i capelli bianchi, con vostro nipote sulle ginocchia. Questo momento deve essere necessariamente dedicato al racconto di una bella storia del passato. Una bella storia che ha un significato, un racconto di cui si è stati testimoni da quando è nato a quando è finito. Come ad esempio la storia di Daniele De Rossi e la Roma, perché questa non è definibile in altro modo se non come una bella storia.

    Al di là del giudizio sull’esonero di Mourinho, andando oltre i dubbi sulla poca esperienza da allenatore di De Rossi e tralasciando anche le opinioni sul comportamento dei Friedkin e sul perché della loro scelta, l’ex capitano giallorosso è il simbolo della vittoria di tutti i romantici e lo è per almeno tre motivi.

    Il primo aspetto è quello legato al ciclo calcistico di DDR16. Infatti Danielino, nato in una famiglia romanista e di conseguenza tifoso romanista da sempre, inizia dai pulcini della Roma, fa tutta la trafila del settore giovanile, la primavera ed arriva finalmente in prima squadra. Pian piano negli anni conquista il posto da titolare in campo ed il ruolo di bandiera tra i tifosi. Ha la possibilità di vivere il suo percorso alla Roma con “Er Pupone”, con tutti gli aspetti positivi e negativi del caso. Perché si è vero che gioca al fianco di uno dei numeri dieci più forti della storia del calcio italiano, con cui magari può dividere le pressioni della piazza. Ma con Totti capitano, l’appellativo a lui destinato è quello di “Capitan Futuro” e di essere quindi uno scalino dietro di lui. Ritiratosi Totti però, De Rossi diventa il capitano effettivo e capo popolo della Curva Sud sul manto verde. Con la sua esperienza e qualità si afferma definitivamente come leader del club di cui è tifoso, vivendo sulla propria pelle gioia e tormento. Oggi quel bambino nato con il DNA giallorosso, dopo essere stato il nastro nascente, il talento affermato, il secondo leader dietro Totti, il capitano indiscusso, diventa l’allenatore dell’AS Roma. Il cerchio si chiude.

    Il secondo motivo è che per tutti coloro che hanno vissuto il passaggio dal calcio dei primi anni del 2000 a quello attuale, De Rossi rappresenta un punto di svolta. Infatti, andando oltre l’analisi dei cambiamenti tecnici e tattici del gioco del calcio in questi anni e tralasciando le evoluzioni di pensiero calcistico, De Rossi ha rappresentato la fine di un concetto. Che si voglia o no, non è un luogo comune dire che la figura della bandiera di una squadra è finita. Anche i calciatori attuali, che giocano per la squadra di cui sono tifosi da bambini, non hanno ereditato l’attitudine ad essere il simbolo del proprio club. L’ultimo, in ordine prettamente cronologico, nel calcio italiano è stato proprio Daniele De Rossi. Con l’addio di De Rossi è stata segnata la fine della figura iconica che porta in campo gli stati d’animo di un popolo intero. Del calciatore – tifoso che vive come qualunque altra persona sugli spalti le emozioni di una partita. Nel momento in cui De Rossi ha appeso gli scarpini al chiodo si è chiusa un’era, quella dell’eroe romantico, tipica del ciclo carolingio, che vive mille peripezie solo ed esclusivamente per esaudire i desideri della sua bella. Ora però quel percorso di lotta e dimostrazioni d’amore, un po’ come quello di Orlando il Furioso per la sua Angelica, può tornare ad avere il suo continuo, da un’altra prospettiva, quella di bordo campo.

    Il terzo ed ultimo motivo è che la storia di Daniele De Rossi è la storia che accomuna effettivamente i cuori di tutti quelli che hanno un obiettivo nella vita e che vivono per quello. Torniamo per un attimo alla sedia a dondolo vicino al camino, una volta raccontata la favola ora è il momento di trarre una morale da insegnare a vostro nipote. Il percorso di nascita, crescita, realizzazione, addio, ritorno e chissà cos’altro, è un pensiero che tutti, anche per un solo istante, abbiamo fatto nella vita. Un percorso che va aldilà dell’ambito calcistico, ma entra nella vita di tutti. Chi non ha mai espresso un desiderio gigante, enorme, irrealizzabile? Quante volte magari, anche per il più impossibile degli obiettivi, ci siamo chiesti: “e se effettivamente questo desiderio si realizzasse?” Ebbene questa storia è la dimostrazione che tutto è realizzabile. Anche la storia di un bambino, nelle cui vene scorre sangue rosso come tutti, ma con delle forti venature gialle; che parte da un campetto di periferia per arrivare in Champions League, a vincere un Mondiale e soprattutto diventare simbolo della sua gente. Quel bambino questo pomeriggio alle 18 farà ritorno in quello Stadio Olimpico che l’ha visto gioire e soffrire, sudare ed esultare, e che lo riabbraccerà con lo stesso affetto ed amore che una mamma avrebbe nel ricongiungersi ad un figlio che dopo anni fa ritorno a casa.

    In bocca al lupo Mister, viva i romantici e viva il calcio!

  • Roma, De Rossi: “La stagione è ancora tutta da giocare”

    Daniele De Rossi, il nuovo allenatore della Roma dopo l’esonero di José Mourinho parla in conferenza stampa alla vigilia della sfida di campionato contro il Verona .

    Che tipo di lavoro hai impostato e che Roma hai visto?
    “Quando cambi allenatori vedi giocatori che vanno a 3mila all’ora. Succede sempre. I primi allenamenti ti danno una risposta fino a un certo punto, bisogna capire quanto terremo questo tenore. Vanno a duemila. Sembra assorbano due tre concetti nuovi che vogliamo mettere, sembrano delle spugne”.

    Ha sentito Totti?
    “Ci siamo sentiti, mi ha mandato il messaggio di in bocca al lupo, mi ha dimostrato felicità e stupore. Ci siamo detti di vederci, per passare un po’ di tempo insieme che ci fa sempre piacere”.

    Qual è il problema principale che crede di dover risolvere?
    “Quando cambi è perché ci sono problemi. Non pensavo ci fossero tutti questi problemi, la società sì. Io devo partire dallo 0-0, come le partite. In 3-4 giorni non fai in tempo ad analizzare tutto. Per questioni di tifo la Roma l’ho seguita sempre, quindi è la squadra che conosco di più al mondo. Magari abbiamo accorciato il periodo di studio”.

    A fine stagione saresti felice se?
    “Sarei contento se a fine stagione fossimo tra le prime 4 della classifica. E’ un obiettivo da puntare, non facile ma possibile”

    Questo è il momento giusto per allenare la Roma?
    “Era il momento giusto per rifiutare la Roma? Non si rifiuta la Roma, come accaduto a Pirlo anni fa, quando accettò la Juve. Ci sono uomini che rifiutano, altri che si buttano dentro. Non è solo una questione di nostalgia del passato, avrei detto di no solo se avessi pensato che la squadra è scarsa, non vado a fare brutte figure. Io penso la squadra sia forte”.

  • Nainggolan sull’ arrivo di De Rossi alla Roma

    Radja Nainggolan, ex compagno di Daniele De Rossi, ha parlato dell’ arrivo come nuovo allenatore alla Roma proprio di De Rossi

    “Mi fa male vedere la Roma in questa posizione, sono andato tre volte allo stadio quest’anno e ho visto una squadra che non faceva un tiro in porta”.

    Nainggolan aggiunge:

    “I primi responsabili sono sempre i calciatori, solo che nel mondo del calcio si taglia sempre l’allenatore per primo. Sono convinto che Daniele sorprenderà: l’ho avuto e conosco le sue idee. La piazza sta dietro a Mourinho e ci sta, perché ti ha fatto vincere una Conference, che per me non è un trofeo che conta visto che neanche esisteva tre anni fa, però è un trofeo”.

    Il belga parla sull’ esperienza alla SPAL per De Rossi

    “Quando sono stato a Ferrara e lo hanno esonerato vedevo tutti i calciatori che piangevano per lui, perché l’importanza che Daniele dava a ognuno di noi era incredibile. Si vedeva – spiega – che voleva giocare in una certa maniera, ma non aveva i giocatori adatti. Questa è stata la ragione della sua fine con la SPAL, perché tutti vedevano come voleva giocare, ma se poi non hai il materiale umano adatto diventa difficile”.

     
  • Roma, Dybala ritorna a lavorare in gruppo

    Per la Roma sono stati dei giorni particolarmente difficili, con il cambio di panchina avvenuto, De Rossi ha preso il posto di Jose Mourinho. C’è però una buona notizia per il club giallorosso, infatti Dybala è ritornato a lavorare in gruppo dove si rivisto anche Smalling. Sono sicuramente delle buone notizie per De Rossi.

    Dybala

  • Ora è anche ufficiale, Daniele De Rossi torna alla Roma come allenatore

    Ora è anche ufficiale, Daniele De Rossi torna alla Roma come allenatore

    La Roma ha pochi minuti fa ufficializzato l’arrivo in panchina di Daniele De Rossi. L’ex capitano dei giallorossi prenderà il posto di Mourinho fino a giugno 2024. Avrà il ruolo di traghettatore e la responsabilità di risollevare i destini della squadra del suo cuore. Sabato alle 18 allo Stadio Olimpico quindi ci sarà il ritorno di Capitan Futuro, questa volta da allenatore dell’AS Roma.