Quella di Dunk è una bella storia, una di quelle che fanno capire quanto l’impegno e la dedizione siano fondamentali per diventare un giocatore di livello. Il difensore inglese non ha mai avuto allenatori che avessero creduto tanto nelle sua qualità, a tal punto da migliorarlo e renderlo uno dei titolari della sua Nazionale. Eppure con l’arrivo di De Zerbi, Dunk sembra aver voltato pagina. L’allenatore italiano ha puntato su di lui, sin dal primo istante e non senza qualche difficoltà i primi tempi. Il centrale non era abituato ad interpretare il calcio in un determinato modo e con il tempo ha imparato a farlo, migliorando di gran lunga le sue qualità tecniche e la sua visione di gioco palla al piede.
Ad oggi è il punto fermo del Brighton e a breve lo sarà anche della sua Inghilterra. Ieri ha giocato una partita a dir poco maestosa seppure si trattasse di un amichevole contro i rivali della Scozia. Forse neanche nei suoi sogni più profondi avrebbe immaginato di trovarsi a questo punto a 29 anni. All’apice della sua carriera Dunk ha fatto il gran salto e ora è pronto a continuare su questa strada, finchè il fisico e il cervello glielo permetteranno.
Piccola menzione per quanto fatto da De Zerbi, capace di far rinascere un giocatore che aveva perso consapevolezza delle sue qualità, sia da leader che da difensore. A volte non si danno mai i meriti necessari agli allenatori, capaci, attraverso il rapporto umano, di trasformare gli elementi delle proprie squadre. Dunk ne è l’esempio più lampante e da quest’anno potremmo ammirarlo anche in Europa League, dove il Brighton si preannuncia una delle tante sorprese.