Angel Di Maria parla in conferenza stampa alla vigilia di Juventus-Siviglia, gara valida per l’andata della semifinale di Europa League, in programma domani alle 21 all’Allianz Stadium di Torino. Ecco le sue dichiarazioni
Come state, come sta il gruppo?
“Il gruppo sta bene, veniamo da una vittoria importante contro l’Atalanta. Abbiamo grande fiducia. Ora continuiamo in allenamento, il gruppo sta bene”.
Che rapporto hai con Allegri?
“Ho avuto grandi allenatori, anche con Allegri mi trovo bene. È un allenatore eccezionale, ci fa lavorare molto ma diverso rispetto a quello a cui ero abituato prima. Ora ho preso il ritmo e penso di aver raggiunto un buon livello”.
Europa League trofeo che ti manca. E ti vedi ancora qui l’anno prossimo?
“Vero è un trofeo che ho giocato solo una volta col Benfica. È un trofeo che mi manca e sono concentrato su questo. Per me tutti i trofei sono importanti. Il Futuro? Ne stiamo parlando con la dirigenza già da un po’, adesso però sono concentrato sul Siviglia”.
Soddisfatto della tua stagione?
“All’inizio in realtà è stata dura, ho avuto infortuni, non riuscivo a dare il 100% ed era difficile dimostrare quanto valgo. Ho acquisito più confidenza. Con il mister ho iniziato a lavorare meglio. Ora dobbiamo vincere e vogliamo una finale anche per i tifosi, i supporters, speriamo di arrivare tra le prime quattro”.
Come hai vissuto la stagione con la situazione particolare di classifica e la Champions può influenzare la tua scelta per il futuro?
“No non cambia niente nella mia scelta se andremo in Champions o meno, è indifferente. Tutto quello che è successo… Cerchiamo di mantenere la concentrazione in campionato pensando di essere secondi, pensando che abbiamo valutato bene nonostante le notizie che arrivavano. A noi tocca dedicarci a conquistare i punti sul campo”.
C’è qualche rimpianto in Champions League vedendo dove si trovano Inter e Milan in classifica in campionato?
“No, quello che successe a Inter e Milan sono affari loro. Noi dobbiamo pensare a tutto quello che abbiamo da fare noi”.
In cosa hai trovato diversità nella Juve?
“Il calcio italiano è molto più tattico, bisogna difendere molto e poi uscire in contropiede. Ci sono alcune squadre che hanno più possesso palla, al PSG dove sono stato sette anni ero abituato a questo. Quello che mi costato di più è stato abituarmi a ripartire velocemente in contropiede”.