Tag: Infantino

  • Ufficiale: Infantino lascia la Fiorentina e passa negli Emirati Arabi

    Ufficiale: Infantino lascia la Fiorentina e passa negli Emirati Arabi

    Il mediano della Fiorentina, Gino Infantino, dice addio ai viola ed al calcio italiano, è stato ceduto in prestito all’Al-Ain fino al termine della stagione. Ecco la nota del club degli Emirati Arabi, guidato in panchina dall’argentino Hernan Crespo.

    “Nell’ambito degli sforzi della Al-Ain Football Company per rinforzare la rosa e in conformità con i requisiti della stessa rosa dal punto di vista tecnico, annunciamo l’ingaggio del giocatore Gino Infantino, giocatore della nazionale argentina nella recente Coppa del Mondo Under-20, proveniente dalla Fiorentina, per una stagione in prestito”.

  • Sentenza SuperLega, parla Infantino

    Sentenza SuperLega, parla Infantino

    Infantino, presidente della FIFA, commenta così la sentenza della Corte Europea che si è espressa a favore della Superlega. Ecco le parole

    “Con il massimo rispetto per la Corte di Giustizia Europea, la sentenza di oggi non cambia nulla. Storicamente abbiamo organizzato le migliori competizioni al mondo e così sarà anche in futuro. Continueremo a organizzare i tornei più spettacolari, competitivi e significativi del mondo e utilizzeremo i nostri ricavi per sviluppare il calcio in ogni angolo del pianeta attraverso programmi di solidarietà che garantiscano ai meno privilegiati di beneficiare di queste competizioni di alto livello”.

  • Ufficiale: Gino Infantino è un nuovo giocatore della Fiorentina

    Mancava solo l’annuncio ufficiale arrivato pochi minuti fa, Gino Infantino è un nuovo giocatore della Fiorentina. Il centrocampista argentino classe 2003 arriva a titolo definitivo dal Rosario Central ed ha firmato un contratto fino al 30 giugno 2028.

  • Gino Infantino verso la Fiorentina

    Arriva un colpo di mercato in chiave futura per la Fiorentina, infatti siamo davvero ai dettagli per Gino Infantino, centrocampista classe 2003 del Rosario Central. Una operazione per i viola da circa 4 milioni.

  • Ufficiale: Infantino confermato presidente della FIFA fino al 2027

    Ufficiale: Infantino confermato presidente della FIFA fino al 2027

    Il dirigente italo-svizzero Gianni Infantino, in occasione del 73esimo Congresso della FIFA in corso a Kigali, in Ruanda, è stato confermato presidente della FIFA per altri quattro anni fino al 2027. Queste alcune dichiarazioni di Infantino: “Vi avevamo promesso i Mondiali migliori di sempre e lo abbiamo fatto, vi avevamo promesso che avremmo aumentato i ricavi della Fifa, che l’avremmo resa più trasparente, che avremmo riguadagnato la fiducia degli sponsor. Ci eravamo prefissati di raggiungere quota 6,4 miliardi di dollari: siamo arrivati a 7,5 e non si raggiungono queste cifre se non sei un’organizzazione solida e forte, in cui tutti credono. Quello che vi abbiamo promesso era di continuare a lavorare con onestà, per proteggere il calcio, le nostre Federazioni, i nostri tifosi di tutto il mondo. Il calcio è simbolo di gioia, felicità, pace, il calcio unisce il mondo. E ci sono tante cose che non vediamo l’ora di fare: siamo qui per organizzare competizioni e far crescere il calcio. Sento dire che c’è troppo calcio ma nella maggior parte del mondo non è così e quando si vede la passione per il calcio, bisogna fare qualcosa: la Fifa Arab Cup, per esempio, è stata un successo incredibile”.

  • Infantino: “Il mondiale ogni due anni è una cosa che vogliamo fare”

    Infantino: “Il mondiale ogni due anni è una cosa che vogliamo fare”

    Ecco come si è espresso Infantino sull’idea che circola da diverso tempo sulla possibilità che si giochi il mondiale ogni due anni: “La questione non è se vogliamo un Mondiale ogni due anni, ma cosa vogliamo fare per il futuro del calcio, che osserviamo sta dirigendosi verso un futuro in cui pochi hanno tutto e la stragrande maggioranza nulla”. Lo ha detto Gianni Infantino, presidente della Fifa parlando all’assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa che nel rapporto “la governance del calcio: business e valori” si oppone all’idea di un Mondiale ogni 2 anni. “Capisco che in Europa i Mondiali si svolgono due volte a settimana, perché i migliori giocatori sono in campo, quindi in Europa non c’è alcun bisogno di altre competizioni”, ha osservato Infantino. “Ma se pensiamo al resto del mondo che non vede i migliori giocatori, che non partecipa alle migliori competizioni, allora dobbiamo pensare al fatto che il calcio non è solo uno sport” perché “contribuisce a portare opportunità per le squadre e i Paesi, speranza e gioia”, ha evidenziato il presidente della Fifa. “Non possiamo dire al resto del mondo dateci i soldi, e se avete un buon giocatore, dateci anche quello, ma guardateci in tv”, ha detto ancora Infantino. “Dobbiamo includere l’intero mondo, per dare speranza per esempio agli africani in modo che non debbano attraversare il Mediterraneo per trovare forse una vita migliore, ma più probabilmente la morte in mare. Ora forse un Mondiale ogni 2 anni non è la risposta, ma va discusso, dibattuto, e questo processo è stato votato dall’88% del congresso della Fifa, inclusi 30 membri sui 55 dell’Europa”, ha spiegato Infantino aggiungendo che tra qualche mese saranno noti i risultati di questa discussione

  • Infantino: “Mondiali ogni due anni è possibile”

    Infantino: “Mondiali ogni due anni è possibile”

    Si è tenuto oggi il FIFA Global Summit, l’appuntamento annuale del calcio mondiale. Al centro dell’attenzione e della conferenza stampa, il progetto di un mondiale ogni due anni, portato avanti dal presidente Gianni Infantino e da Arsene Wenger. È proprio Infantino ad aprire la conferenza stampa: “Abbiamo appena finito un summit di due ore e mezzo con 207 associazioni partecipanti. I nostri esperti hanno presentato i risultati dello studio sulla fattibilità voluto dal congresso FIFA con la stragrande maggioranza dei voti. Lo pubblicheremo, insieme agli studi collegati. Rispetto all’idea originaria abbiamo pensato a diverse modifiche in base alle indicazioni ricevute. Posso dire che questo studio ha dimostrato che per il calcio è possibile modificare il calendario internazionale, sia a livello maschile che femminile, con l’obiettivo di arrivare a partite più significative. Un mondiale biennale è fattibile, sia a livello maschile che femminile. Non soltanto da un punto di vista sportivo, ma anche a livello economico: quest’analisi è quella che presentiamo per la prima volta. Il ritorno economico è molto forte: ciò significa che più soldi potrebbero essere reinvestiti nello sviluppo del calcio in tutto il mondo. Penso che sarebbe utile per avvicinare quelli che hanno tutto e quelli che hanno meno. Alla fine del processo, tutti – sia i ricchi che i poveri – avrebbero più occasioni di giocare e più risorse per i propri campionati e i propri tifosi. Avrete accesso a tutti i dettagli, a breve” Parla Wenger: “Come ha detto il presidente, ci è stato richiesto di verificare se fosse gestibile. Lo è, a tutti i livelli”. Questa proposta causa molte controverse. Vale la pena andare avanti, considerando quante persone sono contrarie? Quando pensate di poter votare su questo? “Come ho detto oggi alle federazioni, ci prenderemo il tempo che servirà per arrivare a delle conclusioni. È importante analizzare, studiare. Abbiamo appena concluso uno studio di fattibilità amplissimo: la gente magari cambierà idea. Ci sono tante voci, alcune a favore e alcune contro: la FIFA parla per tutto il mondo e dobbiamo cercare di combinare questi punti di vista. Il mondiale biennale è solo una parte del progetto, è solo uno degli elementi di cui parliamo quando discutiamo il futuro del calcio e che impatto vogliamo avere. Non possiamo dire a tutto il mondo che il calcio è bellissimo, lo devono guardare e devono darci i loro soldi. In alcuni Paesi è giusto avere il mondiale ogni quattro anni, perché tanto i migliori giocatori si vedono ogni settimana. In altri Paesi, questo non succede. Per esempio, il sondaggio svolto su oltre 100 mila tifosi ha dimostrato che la giovane generazione vuole un mondiale in maniera più frequente. La risposta non è la stessa a seconda del Paese, ma dobbiamo guardare a tutto il mondo. Il mio lavoro è quello di cercare di lavorare con tutti, considerare tutte le opinioni, pensare cosa è giusto per il calcio e vedere come possiamo muoverci per chiudere il gap che esiste a livello mondiale. Dobbiamo pensare a come possiamo arrivare a una soluzione che faccia del bene a tutti, senza creare problemi a nessuno”. Infantino, ha parlato del ritorno economico. Ma molti dubitano che un mondiale biennale possa davvero avere un’attrattiva sul mercato. La UEFA sembra decisamente contraria a questa proposta, cosa? “Voglio chiarire che il prestigio di una competizione come il mondiale non dipende dalla sua frequenza. Altrimenti tanto vale giocarlo ogni quaranta anni. Un mondiale è prestigioso per la qualità che offre e l’impatto che ha a livello mondiale. Per il fatto che lo seguano quattro miliardi di persone. Gli studi che abbiamo commissionato dimostrano che non ci sarebbe nessun problema non soltanto per il mondiale a livello di impatto economico positivo, ma che l’intero ecosistema del calcio riceverebbe benefici molto chiari. Come dicono gli inglesi, più la torta è grande più fette ci sono per tutti. Quanto alla UEFA, forse non hanno visto i numeri: oggi abbiamo presentato quelli economici, abbiamo adattato il calendario tenendo in considerazione i punti di vista delle federazioni europee che vorrebbero giocare tutte le qualificazioni in un mese, abbiamo fatto analizzare dai migliori al mondo – Nielsen – l’impatto economico. Ora possiamo continuare a parlare di qualcosa di molto più concreto. Quello che conta è arrivare, alla fine della discussione, con qualcosa di meglio di quello che abbiamo oggi” Si sta facendo tanti nemici a 18 mesi dalle elezioni presidenziali. Vale la pena? “Penso che la mia presidenza non sia il punto. Sono stato eletto alcuni anni fa, con un mandato basato sui nostri statuti: quello di promuovere il calcio in tutto il mondo. Inoltre, abbiamo ricevuto un altro mandato chiaro dal congresso: se, nell’ottica di assicurarmi la rielezione, gli dicessi che non faccio uno studio che vuole l’80 per cento di loro per essere rieletto, non farei bene il mio lavoro. Tornando seri, non ho alcuna intenzione di farmi dei nemici: voglio portare a bordo tutti quanti. Dobbiamo discutere tutti insieme del futuro del calcio: penso che tutti siano d’accordo sul fatto che la situazione attuale non è soddisfazione, penso che tutti vedano che il gap si sta ampliando troppo. Dobbiamo capire che si parla di solidarietà, sviluppo, giovani, opportunità. Possiamo continuare a discutere in modo rispettoso delle opinioni altrui, tenendo a mente il bene del calcio e non quello dei singoli”. Domanda per Wenger. Non sarebbe meglio fare prima esperienza col nuovo mondiale a 48 squadre? “Beh, le due cose possono combaciare. E comunque prima del 2026 non cambierà niente. Io vorrei tornare alle domande precedenti. Io penso che il punto sia dare il massimo delle possibilità a tutti quelli che vogliono giocare a calcio. Per questo, servono il top dell’educazione e il top della competitività. Il mio lavoro è di dare a tutti la possibilità di diventare grandi calciatori. Oggi non vale in tutto il mondo. Io sono in Europa e questo in Europa succede, ma parliamo di un continente da 500 milioni di persone. Il mondiale ogni due anni è una proposta che ha un’opposizione, ma quello che mi dispiace è che il 90 per cento di questa opposizione è legata all’emotività e non ad analisi serie. Dobbiamo superare la paura di perdere il controllo, abbiamo una grande richiesta di calcio da tutto il mondo”. Domanda per Infantino. Come si gestirebbe un conflitto con la Coppa d’Africa? “L’ultimo mondiale in Africa è del 2010, vedremo quando tornerà. Ovviamente, giocare ogni due anni aumenterebbe la possibilità. La Coppa d’Africa è una competizione che si gioca ogni due anni: capiamo l’importanza di questa coppa. Fino a pochi anni fa, non importava a nessuno che si giocasse d’inverno. Ora, è diventato un problema perché molti giocatori africani giocano in grandi club, che li perdono in un momento clou della stagione. Se possiamo riprogrammare il calendario, e assicurarci che una coppa delle nazioni africane sia giocata nella grande finestra internazionale di settembre, anziché a gennaio o febbraio, avremmo risolto un problema a tanti campionati che hanno calciatori africani. È parte del processo di cui stiamo parlando. Non mi piace parlare di guerre o di nemici, ma di processo. È importante cercare insieme la soluzione migliore”. Punta a votare nel prossimo congresso a Doha il 31 marzo 2022? “Non mi pare di averlo detto. Ho detto che ora abbiamo realizzato un report da oltre settecento pagine e ci confronteremo con tutti per arrivare alla miglior decisione possibile. Al congresso se ne potrebbe parlare o no, dipende da cosa succederà nel frattempo. Magari decideremo prima in un congresso straordinario. Oggi abbiamo soltanto presentato uno studio, prima di impegnarci in maniera concreta dobbiamo valutare le reazioni e discuterne. Magari accelerare o prenderci più tempo”. State parlando del futuro del calcio: negli ultimi anni abbiamo visto vari progetti come Superlega, nuova Champions, mondiale biennale. Non si parla mai di una riforma del sistema discussa a livello collettivo. Perché non aprire un tavolo di confronto prima di proporre una riforma? “Ma è esattamente quello che stiamo facendo dall’estate, quando il congresso ci ha dato il mandato di stare in maniera dettagliata eventuali novità. Abbiamo guardato al calendario internazionale, coinvolgendo il comitato degli stakeholders, guidato dal canadese Vittorio Montagliani. Il calendario attuale finisce per gli uomini nel 2024 e per le donne nel 2023. Fa tutto parte del processo di consultazione, che coinvolge tutti gli stakeholder. Teniamo in considerazione tutto, sia le critiche che le reazioni positive. Un tavolo, come diciamo noi in Italia, è sempre aperto. Dato che la domanda arriva da un giornalista italiano, lasciatemi dire che spero che l’Olimpico venga dedicato a Paolo Rossi. Spero che accada il prima possibile, per tutto quello che ha fatto per il Paese e non soltanto per il suo calcio, a tutti i livelli”. Qual è l’impatto che il progetto avrebbe in Sud America? Come si collegherebbe alla Copa America? “Questi dettagli sono contenuti in parte nel report e per il resto saranno discussi con le federazioni componenti la FIFA. In Sud America la cosa fondamentale è giocare le diciotto partite di qualificazione: questo è possibile con il nuovo mondiale. E inoltre si potrebbero giocare altre partite di interesse tra le nazionali sudamericane, inoltre si potrebbero giocare partite amichevoli con squadre di altri continenti. Si potrebbero giocare più partite, non meno. La Copa America è una competenza della Conmebol, che tra l’altro è stata la prima a proporre di giocare un mondiale ogni due anni. Ora ha cambiato idea, ma nasce tutto da una loro proposta. Questo dibattito si sta alimentando: è giusto parlarne e prendere una decisione. Però la risposta non può essere solo sì o no, bisogna discuterne tutti insieme”. C’è la possibilità che la FIFA vada avanti nonostante una forte opposizione interna? Ne ha parlato con Bach, presidente del compitato olimpico? “Sì ne ho parlato con lui. Ci sono tanti elementi da tenere in considerazione. Devo spiegare una cosa: due anni fa la CONMEBOL mi ha fatto questa proposta e io ho risposto che secondo me era una cattiva idea. Lì la discussione sembrava essersi fermata, ma in realtà è andata avanti perché non è un’idea di Infantino. Se votassimo domani, probabilmente la maggioranza voterebbe già per un mondiale ogni due anni. Ma non si tratta di questo: bisogna capire quante persone riusciremmo a coinvolgere con una nuova organizzazione del calcio, quanto riusciremmo a interessare la nuova generazione. Il progetto che oggi Arsene e il team presentano è esattamente al contrario di una competizione che escluda qualcuno. Continueremo a lavorare, a studiare, speriamo di fare dei progressi. Sentiamo come nostro dovere e nostra responsabilità coinvolgere le 6 o 7 miliardi di persone che non partecipano al mondiale”. Almeno due ospiti oggi si sono messi a dormire durante la presentazione. Siamo sicuri che siano le persone giuste con cui parlare? Se si parla di novità, perché non discutere della distribuzione dei soldi da parte della FIFA? “Penso che dobbiamo seguire la legge. Nel senso che abbiamo degli statuti che prevedono che l’organo supremo della FIFA è il congresso, che ha la responsabilità di prendere decisioni che riguardano il futuro del calcio. Come altro si può demandare la valutazione a qualcun altro? Dobbiamo essere inclusivi, portare tutti a bordo: spero che potremo arrivare al congresso con una possibilità che possa soddisfare tutti. Sui soldi della FIFA, non c’è altra organizzazione oggi al mondo che è così trasparente sotto questo profilo. Lo siamo così tanto che il Dipartimento di Giustizia USA ha deciso di restituirci miliardi di dollari sottratti a chi gestiva prima la FIFA, affinché venissero investiti nel calcio. Prima di decidere come gestire questi soldi dobbiamo passare attraverso le regole FIFA”. I dati che ha presentato la FIFA dicono che arriveranno più soldi nel calcio e che ci sarà un sistema più equo tra ricchi e poveri. Che dettagli può darci su questo? Se la UEFA si oppone a questo, non crede che sarebbe coerente con l’opposizione alla Superlega? “Penso che sia vero il contrario. Questo è tutto il contrario della Superlega, è l’apertura del calcio a tutto il mondo. L’obiettivo è dare opportunità a tutti, questo è il principio fondamentale del progetto. Tutti quelli che parlano della struttura piramidale del calcio, della sostenibilità, penso che dovrebbero supportare questo progetto. Abbiamo avuto una finale di Europei a luglio e una di Nations League a novembre: le competizioni importanti sono lì. Non dobbiamo però perdere i giovani e non parlo della FIFA ma del calcio: per questo dobbiamo dare la possibilità di emozionarsi, e non c’è niente di meglio che un mondiale per questo. Una grafica dice che il 70 per cento degli introiti va alle nazionali europei e il 30 per cento va al resto del mondo. Con la nostra proposta, queste percentuali scenderebbero a 60/40. Però attenzione: il 60 per cento per l’Europa in futuro sarebbe più dell’attuale 70 per cento. E parlo di miliardi. È questo che diciamo: ne beneficerebbe tutto il calcio a livello mondiale”.

  • Mondiale per club, ufficiale la prossima sede

    Mondiale per club, ufficiale la prossima sede

    Il presidente della FIFA, Gianni Infantino, ha enunciato la prossima sede del Mondiale per Club in programma nei primi mesi del 2022. Queste le parole di Infantino ai microfoni: “Nel corso del Consiglio di oggi è stato definito che il Mondiale per Club si giocherà negli Emirati Arabi Uniti nei primi mesi del 2022, con date ancora da definire. Non si disputerà più in Giappone dopo il ritiro per la pandemia. Gli Emirati hanno già ospitato il torneo più volte”.

    I prossimi mondiali per club si terranno ,quindi, negli Emirati Arabi nei primi mesi del 2022 con date ancora da destinarsi.

  • La FIFA contro la Superlega, ecco le parole di Infantino

    Parole dure quelle del presidente della FIFA Gianni Infantino contro la Superlega allineate con quanto proclamato dalla Uefa. Queste le sue dichiarazioni a Montreaux dove va in scena il Congresso Uefa a cui parteciperà anche il numero 1 della FIFA: “”Sono qui oggi per dare pieno supporto al calcio europeo, alla Uefa, alle 55 federazioni, alle leghe, ai club, ai giocatori e a tutti i tifosi. Ho fatto parte a lungo della Uefa, ho lavorato duramente per difendere i principi e i valori che hanno portato al successo del modello sportivo europeo. È un modello che ha dimostrato di essere di successo.”Se alcuni scelgono di andare per la loro strada, devono accettarne le conseguenze. Sono responsabili delle proprie scelte.”