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  • Inter, Lautaro Martinez: “Cerchiamo di giocare bene”

    Inter, Lautaro Martinez: “Cerchiamo di giocare bene”

    Lautaro Martinez e’ il giocatore scelto dall’Inter per parlare in conferenza stampa alla vigilia della Champions League. Il capitano, al fianco del tecnico Simone Inzaghi, presenterà i temi della gara contro la Real Sociedad, ecco le sue dichiarazioni.

    Ultima partita in Spagna a Barcellona, ti trovi bene con le squadre spagnole?
    “Sì, l’ultima partita credo sia stata quella di Barcellona, il fatto è che mi sento bene con la mia squadra, a prescindere dall’avversario. Cerchiamo di giocare un bel calcio, abbiamo fatto l’inizio di stagione che volevamo e domani vogliamo essere pronti a quello che ci aspetta”.

    Thuram ha alcune caratteristiche di Dzeko e di Lukaku? Te li ha fatti dimenticare?
    “È un ragazzo giovane, mio coetaneo, è arrivato in un calcio nuovo per lui, non lo conosceva e sono contento perché si lascia aiutare. Ci dà una grandissima mano, ha tanta qualità e tanta forza, sono contento di giocare insieme a lui”.

    Tre mesi da Istanbul, siete in grado di ripetere il percorso?
    “Siamo una squadra nuova, con alcuni giocatori nuovi che sono arrivati. Sono contento per il lavoro che stfacendo, poi questo è un percorso lungo: siamo ancora all’inizio, quindi non posso dirlo con certezza. Ma lavoreremo come abbiamo sempre fatto col mister e col suo staff, ve lo confermo perché vedo i ragazzi lavorare”.

    Che partita ti aspetti domani?
    “La Real Sociedad è un rivale interessante, con giocatori di grandi livello, dovremo fare bene perché dovremo stare attenti alla loro capacità di aggredire, dovremo lavorare bene sull’uscita del pallone e sugli spazi”.

    Ha iniziato una super stagione da capitano dell’Inter, cosa prova in questo momento?
    “Il rapporto con la squadra è sempre il solito, ho cercato sin dal primo giorno di dare una mano all’Inter, a tutti i miei compagni, sia giovani che esperti. La fascia mi rende contento, è un motivo di orgoglio e di soddisfazione. Sono contento di questa fascia”.

    Quanto vuoi essere un leader per il futuro?
    “Non si sa mai a questo mondo, oggi ti posso dire che sono felicissimo di essere all’Inter, di portare la fascia di capitano, di difendere i colori e i tifosi. Penso al momento, è sempre stato questo il mio pensiero, sono contento di essere all’Inter”.

  • Inter, Simone Inzaghi: “Dobbiamo giocare con onore”

    Ecco le parole in conferenza stampa del tecnico dell’ Inter Simone Inzaghi in vista dell’ esordio in Champions League.

    Qual è stata la svolta e quali sono i rischi di questo tipo di euforia, anche pensando alle parole di Guardiola?
    “Le parole di Pep fanno piacere, sappiamo come è andata la finale di Istanbul, che è stata un onore giocare. Un episodio avrebbe potuto cambiare la storia di quel match, ma ci siamo tenuti dentro l’abbraccio finale coi tifosi: sembrava che avessimo vinto. È stato un grande percorso, quest’anno ricomincia contro una squadra forte, in un campo caldo. Volevo evitare Sociedad e Newcastle dalla quarta fascia, ma ce la giocheremo come l’anno scorso, sapendo che sarà difficile ripetere quanto fatto, ma che vogliamo riprovarci”.

    Calhanoglu out, giocherà Asllani?
    “È un’assenza importante, come altre per esempio a Cuadrado. Ho tanti giocatori a disposizione, in quel ruolo abbiamo Asllani che è un giocatore importante, molto richiesto ma che abbiamo deciso di tenere con noi. Ci crediamo tanto”.

    Quindi Asllani è pronto per una partita così?
    “Assolutamente sì, è un giocatore importante che ha giocato partite importanti. È pronto, poi domani deciderò col mio staff”.

    Come si gestisce il post derby dopo un risultato così?

    “Abbiamo rivisto il match, visto le cose fatte bene e quelle che potevamo fare meglio, come in tutte le gare. Sappiamo che è stata una grandissima serata per tutti noi, però come accade spesso è il passato. Ora conta la gara di domani, sarà una partita intensa, un test molto difficile per noi”.

    L’Inter sembra più consapevole, più forte mentalmente. Pensa che dipenda dal percorso dell’anno scorso?
    “Senz’altro, il percorso che abbiamo avuto ci ha aiutato. Abbiamo fatto due anni importanti in Champions, come merita questo prestigioso club dove lavoriamo. Quello che ci ha lasciato lo scorso anno la Champions è qualcosa di speciale: io l’abbraccio della finale con i nostri tifosi non lo scordo facilmente, così come le serate di San Siro, nella semifinale del derby, col Porto, col Benfica. È stata una bellissima cavalcata, senza dimenticare quel girone difficile che abbiamo dovuto superare. Adesso arriva il difficile, però i ragazzi sanno che lavorando tutti insieme possiamo fare ottime cose”.

    Che squadra le sembra la Real Sociedad?
    “È una squadra molto organizzata, con un allenatore che è qui da tanti anni, con tantissimi giocatori che sono rimasti. È una squadra organizzata, che abbiamo visto in tutte queste partite: l’anno scorso giocava con un modulo differente, con David Silva dietro le due punte. Adesso è cambiata, abbiamo tanto rispetto: abbiamo visto giocatori di grandissima qualità, sappiamo che dovremo fare una partita importante, da vera Inter, perché affrontiamo una squadra molto molto organizzata”.

    È il momento di Frattesi e di Pavard?
    “Non lo sanno ancora i miei giocatori, non mi sembrerebbe corretto dirlo adesso. Stamattina si sono allenati tutti bene, io una formazione in mente ce l’ho: ci sarà qualche cambiamento, però per correttezza è giusto che i primi a saperlo siano i giocatori”.

    Che tipo di partita si aspetta domani? Un pareggio le andrebbe bene?
    “Non si può prevedere il risultato, sappiamo che sarà una partita difficile, intensa, perché la Real Sociedad è una squadra intensa, con ottimi giocatori: di gamba, di forza, tecnici. Dovremo essere bravi noi, ad aiutarci e difenderci insieme, per poi attaccare da squadra”.

  • L’Inter per la prossima stagione tiene d’occhio Andrea Colpani

    L’Inter partita alla grande in questo inizio di stagione osserva giovani interessanti da poter inserire nella propria rosa nella prossima stagione. Un nome che la società sta seguendo con molta attenzione è Andrea Colpani. I nerazzurri vogliono già portarsi avanti cercando di evitare inserimenti di altri club sul gioiellino del Monza. Nelle prossime settimane si attendono novità, ma la certezza è che l’Inter è molto forte su Colpani.

  • L’Inter pronta a rinnovare il contratto di Mkhitaryan

    Protagonista assoluto nella partita di ieri sera contro il Milan, Henrikh Mkhitaryan nei prossimi giorni rinnoverà il suo contratto in scadenza a fine stagione. L’armeno vuole restare ed è considerato elemento da mister Inzaghi. La fumata bianca avrà una durata fino al 30 giugno 2025.

  • Inter, tra scetticismo e realtà: Inzaghi spazza via i dubbi

    Sedersi sulla panchina di una squadra che ha appena vinto lo Scudetto, non è un impresa facile. Andare a sostituire uno come Conte è un compito ancora più arduo. Eppure Simone Inzaghi c’è riuscito, migliorando anche i risultati dell’Inter. Da quando l’allenatore piacentino si è seduto sulla panchina dei Nerazzurri, sono arrivate due Coppe Italia, due Supercoppe italiane e una finale di Champions League. Immerso dallo scetticismo più totale, sia all’inizio della sua avventura che durante, l’ex Lazio si è rimboccato le maniche attraversando anche momenti abbastanza difficili ma senza perdere mai la speranza.

    Gli sforzi giornalieri hanno ripagato e il frutto del duro lavoro è una squadra che gioca un gran calcio e che può vantare la migliore rosa della Serie A. L’Inter di Inzaghi non è banale, non è destinata a spegnersi da un momento all’altro anzi è tutto il contrario. Ogni volta che scende in campo lo fa sempre con la stessa voglia di spaccare il mondo e non c’è un solo giocatore del Biscione che non abbia voglia di distruggere l’avversario. Pressing, verticalizzazioni, corsa, cinicità. Queste sono tutte caratteristiche ormai intrinseche a questa rosa.

    In quest’avvio di campionato sono arrivate 4 vittorie, con 13 gol fatti e 1 subito. A dimostrazione che l’aver raggiunto la finale di Istanbul, non è stato puro caso. Quel risultato è arrivato grazie a delle super prestazioni che ancora oggi continuano ad essere proposte. Non ultima quella nel Derby odierno contro il Milan. La partita si è conclusa 5-1, sotto gli applausi degli interisti che hanno visto in campo gente che continua ad essere affamata di vittoria.

    I Nerazzurri si candidano ufficialmente come i favoriti per la vittoria di questo campionato di Serie A. Al momento nessun altra squadra è a questo livello, sia fisico che mentale. Inzaghi è riuscito in una vera e propria impresa e adesso è giusto che si goda gli elogi da parte degli addetti ai lavoro, dopo essere stato criticato aspramente anche nel corso della passata stagione. Stare sul piedistallo fa sempre bene ma è anche meglio non rimanerci per troppo tempo e tornare subito con i piedi per terra. Il calcio, come sappiamo, può essere imprevedibile e crudele ma nessuno vieta all’Inter di godersi questo momento. Uno dei più alti degli ultimi 14 anni.

  • Serie A, manita dell’Inter al Milan

    Nella quarta giornata del campionato di serie A, l’Inter travolge il Milan per 5-1. Grande prova di forza dei nerazzurri di Simone Inzaghi Mikitarian è autore di una doppietta al 6′ e al 69′, poi Thuram al 38′, rigore dell’ex Calhanoglu al 79′, Frattesi al 92′, per i rossoneri gol di Leao al 58′. Inter da sola in vetta con 12 punti e Milan fermo con 9 punti.

  • Primavera, tris dell’Inter alla Fiorentina

    Tris dell’Inter alla Fiorentina per3-1 nel campionato Primavera per i nerazzurri gol di Quieto, Sarr e Barenbruch e per i Viola rete di Sene.

  • Inter-Milan, atto 238: un rivalità senza fine

    Era il lontanissimo 1909, quando in quel di Milano, si affrontano per la prima volta Inter e Milan. Questa data segna l’inizio di una rivalità che continua ancora oggi, 2023. Il derby della Madonnina, ribattezzato così dai milanesi, per via della reliquia della madonna che spicca sopra al Duomo della città, è uno dei più importanti nella storia del calcio italiano. Tante sono state le stelle passate per il terreno di gioco di San Siro in questa partita, da Van Basten a Gullit continuando a Ronaldo il fenomeno e Zanetti. Calciatori che hanno fatto la storia dei rispettivi club.

    Lo scorsa stagione ha visto affrontarsi Inter e Milan 5 volte, anche in Champions League, cosa che non succedeva da tanti anni. Una semifinale tutta italiana, finalmente. A trionfare è stata la squadra di Simone Inzaghi, in entrambi i match, staccando il pass per la finale di Istanbul. Un emozione che gli interisti non provavano dal lontano 2010. Per quanto riguarda gli altri 3 scontri, si registrano altre 2 vittorie dei Nerazzurri e un pareggio. Zero gioie quindi per i Rossoneri di Pioli.

    Le partite della scorsa stagione hanno dimostrano come tra le due squadre, il Biscione fosse nettamente la più forte, dominando in lungo e in largo. Il Diavolo invece si è dovuto arrendere alla ferocia dell’aversario, complici anche gli errori dell’allenatore nel preparare i match. Adesso però i Rossoneri vogliono prendersi una rivincita, con la possibilità di farlo domani alla quarta giornata di Serie A.

    Le due squadre arrivano a questo primo derby della stagione 23/24, in ottime condizioni. L‘Inter come il Milan, ha vinto le prime tre partite, dominando e convincendo ma mantenendo sempre la porta inviolata a differenza dei cugini. Si preannuncia quindi un match alquanto equilibrato, guardando le statistiche. Il campo poi dirà come sempre la sua, perchè in queste serate può accadere qualsiasi cosa. La pressione si fa sentire e il gran giorno sta per arrivare. Speriamo di vedere in campo quanti più top possibili, vista la sosta nazionali che costringe alcuni, come Lautaro e Pulisic, a tornare nei rispettivi centri sportivi solo oggi per la rifinitura. Tra gli assenti certi ci sono Kalulu e Tomori. Acerbi da monitorare.

    Tutto pronto per l’atto 238 del Derby di Milano.

  • Inter, Simone Inzaghi: “Noi ed il Milan siamo forti”

    Il tecnico dell’ Inter Simone Inzaghi in conferenza stampa ha presentato il derby di Milano. Ecco le sue dichiarazioni.

    Quanto è importante il derby, visto l’avvio delle due squadre?
    “Il Milan ha impressionato, come noi. Sarà una gara importante, che vorremo giocare nel migliore dei modi”.

    Dalla sosta buone e brutte notizie. Un Frattesi così come si tiene fuori?
    “Davide è un giocatore che abbiamo voluto tutti quanti, fortemente. Si è inserito benissimo, lavora molto bene da due mesi con i suoi compagni, poi chiaramente devo fare delle scelte e sono contento di doverle fare. Lo dicevo l’anno scorso, negli ultimi mesi ho potuto scegliere come ora e siamo migliorati”.

    Quanto è importante capire il vostro livello?
    “Sappiamo tutti quanto conti questa partita, quello che rappresenta per noi, per la società, per i tifosi. I ragazzi si sono preparati meglio, a livello di formazione sia io che gli altri allenatori non abbiamo potuto avere la stessa preparazione delle altre partite, ma è una cosa con cui sappiamo di dover convivere. Sanchez lo vedrò solo oggi, Cuadrado spero si possa allenare al meglio ma ieri l’ho visto sereno: spero di averli entrambi a disposizione di domani, poi dovrò fare delle scelte”.

    L’Inter prosegue il lavoro dello scorso anno, il Milan è rivoluzionato. Quali indicazioni le hanno dato queste prime partite di campionato?
    “Guardando le squadre, parlo dell’undici iniziale, noi abbiamo cambiato due giocatori e il Milan penso tre-quattro. Non c’è tanta differenza: sono due squadre che hanno rinnovato tanto, sono partite entrambe bene e con la loro identità. Domani non è decisiva, ma sappiamo tutti quello che riveste per i nostri tifosi”.

    Avete guardato solo queste tre partite del Milan o anche quelle della scorsa stagione?
    “È tanto che ci si affronta, i principi sono gli stessi. Abbiamo guardato le partite di campionato, che hanno dato indicazioni per quanto riguarda il Milan”.

    Quanto è rischioso sentirsi più forti?
    “Se penso ai derby dello scorso anno, sono orgoglioso di averli vinti, di aver dato gioia ai nostri tifosi, di aver vinto un trofeo e giocato una finale. Però i precedenti non vanno in campo”.

    Pensa di fare qualcosa di speciale per Leao?
    “Sarà un osservato speciale, è un giocatore di grandissima qualità. Cercheremo di prendere contromisure, come sempre fatto”.

    Avete eguagliato un record di quattro derby vinti di fila. Teme la cabala?
    “Abbiamo tanto rispetto del Milan, sappiamo che tutte le squadre non hanno potuto lavorare come in settimana ordinaria: ci sono giocatori che hanno viaggiato, altri he hanno fatto 180 minuti. Dovremo essere bravi”.

    Frattesi e Barella in nazionale hanno giocato insieme, si può ispirare alla Nazionale?
    “Sì, ma hanno già giocato a partita in corso. Sono giocatori simili, ma che possono giocare insieme tranquillamente: sono simili, ma possono farlo e l’hanno dimostrato. Vedremo, come ho detto prima l’unico mio pensiero è scegliere per il bene dell’Inter: poi chiunque giochi lo vedremo di volta in volta”.

    Cosa può significare vincere il derby?
    “Sarebbe un bel messaggio. Poi per quanto riguarda griglie o pronostici, sono cose che non mi piacciono e l’ho sempre detto. Fino a tre partite fa si diceva che l’Inter è peggiorata perché ha perso giocatori importantissimi. Ora sembra che debba vincere l’Inter, anche se probabilmente lo giocherà l’Italia e non l’Inter. Non ci tiriamo indietro, sappiamo cosa significa questa maglia, ma sappiamo anche di avere avversari forti”.

    Il derby, poi quattro turni “facili” sulla carta. Quanto è importante fare bene subito?
    “Quello è l’auspicio e il desiderio, poi non bisogna pensare alla carta o all’avversario: sappiamo che il campionato italiano presenta insidie ogni domenica e mercoledì. Il desiderio e l’auspicio è di avere tutti i giocatori disponibili: stanno lavorando tutti bene”.

    Su trenta partite di campionato, diciassette hanno avuto almeno dieci minuti di recupero. È una cosa che state studiando a livello di staff?
    “Assolutamente sì, dobbiamo essere pronti a questo tipo di recuperi e ne abbiamo parlato anche durante l’ultima riunione con gli arbitri, con Rocchi. Si è parlato di questo, noi abbiamo chiesto che sia tutto più veloce, anche per gli interventi al VAR, perché avere tanto recupero condiziona. Ma sappiamo che non è così solo in Italia”.

    L’anno scorso avete avuto quattro sconfitte e un pareggio prima della Champions. Siete più pronti ora?
    “Guardando a quello che abbiamo fatto le dico di sì, chiaramente dobbiamo ancora iniziare il percorso: a me basterebbe avere tutta la rosa a disposizione. Sappiamo che non è semplicissimo, oggi penso di avere tutti a disposizione e poi domani dovrò fare delle scelte in base alla partita di domani. Poi penseremo a quello che verrà dopo”.

    Il Milan ha cambiato modo di giocare, quanto cambia per voi?
    “Hanno cambiato, prima giocavano con due mediani e ora Krunic rimane più in protezione. Però i principi mi sembrano gli stessi: è una squadra aggressiva, organizzata, ben allenata, hanno messo più fisicità e senz’altro farà bene”.

    Il Milan fa un calcio più offensivo e propositivo. Questo vi può dare qualche problema in più o qualche vantaggio in più?
    “Prevederlo adesso è una cosa a cui non so rispondere: so che si affrontano due squadre che stanno bene, che stanno giocando un ottimo calcio, che arrivano a questa gara con la certezza di avere fatto un ottimo precampionato e che devono organizzare una partita importante dopo un periodo in cui hanno avuto tanti giocatori fuori”.

    Secondo lei questa Inter è più forte dell’anno scorso?
    “È una domanda che mi hanno già fatto, lo diranno il tempo e il campo. Noi sappiamo di avere cambiato tanti giocatori, perché cambiare 12 giocatori non è mai semplice. Sappiamo che per ora sono partiti dall’inizio solo due nuovi, così come di aver perso giocatori importantissimi, perché ne avevamo bisogno. Però allo stesso tempo la società è stata bravissima a lavorare, mettendo in squadre giocatori giovani e altri più esperti che aiuteranno i primi. È normale che siamo partiti bene e stiamo lavorando bene, ma il tempo darà la risposta a questa domanda”.

    Che dubbi di formazione ha?
    “Sì, perché ce ne sono sempre. Quest’oggi ancora di più, ho visto Lautaro solo ieri per mezz’ora, Sanchez e Cuadrado li vedrò oggi, quindi dovrò cercare di valutare, di capire che abbiamo giocatori che hanno giocato 180 minuti, altri 45. Ho dubbi e oggi faremo la rifinitura, poi domani sceglierò per il bene dell’Inter”.

    Le dà fastidio sentire che l’Inter è obbligata a vincere?
    “No, ho fatto prima una battuta perché quello che leggevo tre settimane fa o che mi riferiscono e quello che mi riferiscono ora non è un problema. È giusto giocare le partite al livello massimo, sappiamo di esserci arrivati e questo mi rende difficile rispondere anche a qualche domanda di prima, se l’Inter è più forte o meno. Spero di fare 60 partite, ma lo dirà il tempo. Noi siamo all’Inter, siamo qui per vincere e per dare soddisfazioni ai nostri tifosi: lavoriamo per questo ogni giorno a cento all’ora”.

    Torniamo a Trattesi-Barella: chi si dovrà sacrificare di più in fase difensiva quando li vedremo insieme?
    “Ne ho parlato prima e lo ripeto. Non è un problema, anzi ad avercene… Con l’Al Nassr hanno giocato insieme e l’hanno dimostrato due giorni fa: Frattesi è rimasto a destra e Barella si è spostato a sinistra, ma entrambi hanno compiti da mezzala e sanno di dover sia difendere che offendere. Il calcio ha fasi da giocare di squadra”.

    Inter-Milan è anche la sfida Inzaghi-Pioli: il tecnico rossonero è elogiato perché sa cambiare, lei è criticato perché dicono che ha sempre lo stesso modo di giocare. Qual è la forza di un allenatore?
    “Fa tutto parte del nostro mestiere, del nostro lavoro. Con Pioli ci conosciamo da tempo, c’è grandissima stima reciproca: ognuno sta facendo la propria strada, poi quale sia la migliore non lo so. Io sono orgoglioso di quello che ho fatto sinora, in questi due anni fatti benissimo con i ragazzi: adesso affrontiamo una stagione che sarà piena di insidie”.

     

  • Inter, presente e passato: la favola di Samir Handanovic

    Inter, presente e passato: la favola di Samir Handanovic

    Quello del ritiro è forse il passo più importante nella vita di un calciatore. Quando si chiude il sipario, si viene avvolti dalla malinconia e dalla nostalgia, quella dei bei momenti passati insieme ai compagni tra campo e spogliatoio. Eppure la fine di un percorso, fa parte della vita. Per Samir Handanovic oggi è così. Si chiude la sua storia d’amore con il campo da calcio e comincerà una nuova avventura, da capire se come allenatore o dirigente. I guantoni hanno da sempre fatto parte della sua vita, sin da piccolo. Nato in Slovenia, sbarca ad Udine giovanissimo, pieno di sogni e di speranze. Le qualità di certo non gli mancano e quindi non ci mette tanto a guadagnarsi la titolarità tra i pali dei Bianconeri. Samir, in Friuli, si rende autore di interventi mostruosi che dimostrano come ci si trovi davanti ad un portiere potenzialmente top.

    Il grande salto arriva nel 2012, quando l’Inter bussa alla porta dell’Udinese e decide di acquistarlo. Handanovic ha il merito di aver vissuto alcuni tra i peggiori anni della storia dei Nerazzurri, l’addio di Moratti, l’arrivo di Tohir e l’abbandono di quest’ultimo per passare il testimone a Suning. Quelle sono state stagioni veramente dure ma Samir c’è sempre stato, decidendo di rimanere per amore anche di fronte all’interessamento di top club. Questa scelta l’ha ripagato, consentendogli di diventare uno dei leader della rosa. Un leader dal carattere silenzioso ma che soltanto con lo sguardo riusciva a far capire ciò che volesse.

    Lui è stato il presente e il passato del Biscione e forse l’unica delusione è il non aver giocato la finale di Champions League ad Istanbul, anche se in mezzo ci sono uno Scudetto e una Coppa Italia, vinte da titolare. Purtroppo nell’ultima stagione è stato rimpiazzato da Onana, per via della sua età e del suo non essere più troppo in forma. Questo gli ha fatto capire che forse era arrivato il momento di dire addio, all’Inter e al calcio giocato. Sì perchè l’idea di accasarsi ad un altro club non ha mai attraversato la mente di Handanovic, per via del suo essere troppo legato ai Nerazzurri.

    Le storie d’amore esistono anche nel calcio e quella tra il portiere sloveno e il Biscione ne è la dimostrazione, la sofferenza e la tristezza del separarsi e la forza di non riuscirci. Quando scegli lo stemma a discapito dei trofei che avresti potuto vincere con altri club, dimostri affetto e riconoscenza. Quella che, ad oggi, nessun calciatore riesce più ad avere in un calcio in cui vincono solo i soldi e mai i sentimenti. Per chiudere, è doveroso ringraziare Handanovic, per quello che ha dato alla Serie A e per quello che ha dato ai ragazzini che si sono affacciati al mondo del calcio con i guantoni tra le mani. Sipario chiuso, arrivederci Samir.