Tag: Josè Mourinho

  • Bayer-Roma, un solo posto per la Finale di Budapest

    Dopo lo 0-0 di Bologna, che tanto sa di preparazione e tensione per la partita di questa sera, la Roma è chiamata a fare un ultimo sforzo per raggiungere la Finale di Budapest che sarebbe per loro la seconda finale consecutiva in Europa. La formazione capitolina, accompagnata da più di 2000 tifosi e con i ritrovati Smolling e Dybala che partiranno molto probabilmente dalla panchina, dovrà mettere in campo tutto l’orgoglio e la tenacia che hanno fatto vedere nei primi ’90 minuti all’Olimpico. Il clima della BayArena di Leverkusen sarà incandescente con i restanti 20 mila tifosi schierati tutti dalla parte del Bayer che tanto sognano un’altra finale dopo quella persa e disputata il 15 maggio 2002 all’Hampden Park di Glasgow contro il Real Madrid, scenario di uno dei gol più belli e importanti mai segnati in una finale di Champions da parte di Zinedine Zidane.  Mourinho in conferenza stampa ha detto, per scaldare un po’ l’ambiente, “Se l’Europa League fosse solo per chi ha iniziato l’Europa League noi l’avremmo già vinta. Massimo rispetto per il Bayer, è 1-0 all’intervallo, manca il secondo tempo. Ma ha molto più valore una squadra costruita per l’Europa League e non per la Champios”. Dall’altra parte un distaccato Xabi Alonso “Voglio bene a Mou, mi ha insegnato tanto, un capriccio del destino giocare contro un mio ex allenatore in una semifinale, vederlo dall’altra parte sarà speciale, ci riabbracceremo prima della partita, ma poi quando inizia la partita, si comincia, non ci sono amici”.

    Un solo posto per la finale al Puskás Aréna di Budapest del 31 maggio, chi ne uscirà vincitrice dovrà affrontare la vincente di Siviglia-Juventus.

  • Roma, Mourinho: “Abbiamo solo due indisponibili”

    Roma, Mourinho: “Abbiamo solo due indisponibili”

    Mourinho parla in conferenza stampa alla viglia della semifinale di ritorno dell’Europa League contro il Bayer Leverkusen. Queste le sue dichiarazioni.

    El Shaarawy, Dybala e Smalling come stanno?
    “Disponibili per giocare tutti. Solo Karsdoerp e Llorente non lo sono”.

    La vittoria in Europa League può condizionare il tuo futuro?
    “No. Non voglio parlare di questo. C’è da giocare una partita che non è la finale. Il focus è sulla partita di domani. Non sto nemmeno pensando alla finale, nemmeno del mio futuro”.

    Cosa cambia questa finale dalle altre che ha giocato?
    “Il futuro non lo conosciamo, il passato è andato e il presente è quello che conta. Con il Porto ho giocato due finali consecutive e voglio arrivare tanto a questa finale. Non tanto per me, l’ho detto più volte che sono una persona diversa che pensa più agli altri che a se stesso. Per i ragazzi e per i tifosi voglio la finale. I tifosi sono straordinari, i ragazzi sono un gruppo incredibile. Stanno facendo una stagione dove danno tutto. Ci sono stati tanti momenti di difficoltà dove i ragazzi si sono dovuti superare. Per questo meritano tanto, ma nessuno nel calcio ti regala. Per questo serve una gara straordinaria”.

    Dybala e Smalling possono giocare titolari?
    “La questione è quanto tempo possono giocare, non per l’infortunio. Nel caso di Smalling non gioca nemmeno un minuto da tempo, Paulo non ha mai giocato più di 30 minuti. Sono giocatori per i quali dobbiamo pensare quanti minuti possono giocare. Dobbiamo capire il puzzle della partita”.

    Roma favorita per il titolo finale secondo i bookmakers. Avete la consapevolezza di poter vincere questo titolo?
    “Non sono scaramantico. I bookmakers non li considero e non mi sento favorito. Quando si arriva in semifinale c’è il 25% di possibilità di vincere la competizione e il 50% di poter arrivare in finale”.

    Sulla partita di domani
    “Non so la direzione della gara. Difficile. Quello che vogliamo è arrivare in finale. Non sappiamo se la vinciamo o perdiamo, ma c’è tanto da giocare. E’ ancora lunghissima. L’1-0 non dà una direzione”.

    La Roma è l’unica delle quattro semifinaliste che ha giocato l’Europa League dall’inizio: quindi è quella che la merita di più?
    “Se io non avessi l’ambizione di vincerla, sarebbe stato facile dire che abbiamo già vinto l’Europa League. Se la competizione fosse solo per chi l’ha cominciata allora sarebbe già nostra. Ma non è così. L’esperienza ci fa pensare e dire che è uno a zero per noi all’intervallo e che manca un secondo tempo da giocare. Ha più valore una squadra che ha giocato 14 partite in Europa League, piuttosto che una squadra che investe per la Champions e si ritrova qui dopo i gironi”.

  • Roma, Mourinho: “L’Europa League è una competizione di buon livello”

    Roma, Mourinho: “L’Europa League è una competizione di buon livello”

    Ecco le dichiarazioni in conferenza stampa di José Mourinho alla vigilia della prima semifinale contro il Bayer Leverkusen. Queste le sue dichiarazioni.

    Altra semifinale europea, altro avversario sceso dalla Champions League.
    “È il secondo, dopo il Salisburgo. L’Europa League è così e per questo diventa una competizione di altissimo livello, a metà torneo arrivano queste squadre. hanno uno status diverso. Ma quante partite abbiamo già fatto? Dodici già. Manca questo ostacolo, ovviamente con tutti i problemi che abbiamo non andiamo a regalare tranquillamente la partita al Bayer. Metteremo in campo tutto quello che abbiamo, tra qualità e voglia di mettere in campo quello che abbiamo. Cercheremo di fare un risultato che ci permetta, nella seconda partita, di fare un risultato che possa portarci in finale”.

    La freschezza sarà una delle chiavi? Dybala gioca domani?
    “Mi sono dimenticato di una cosa. Si è scritto che all’intervallo della partita della Primavera ho parlato coi giocatori e ho cambiato la partita. Questa è una vera bugia e anche una mancanza di rispetto per gli allenatori della Primavera. Sono andato nello spogliatoio e l’allenatore in seconda ha fatto il suo lavoro, io sono stato lì semplicemente a sentire e non ho detto una sola parola in relazione alla squadra. Hanno vinto per merito loro, io non ho fatto niente. Dal punto di vista etico sarebbe l’ultima cosa che farei, non rispetterei il lavoro del mio collega. Non c’entra niente con domani ma voglio essere chiaro, rispetto profondamente gli allenatori della Primavera. Dybala titolare, non lo so. Vediamo domani, la sensazione oggi è no. Non voglio che domani si dica che io sono bugiardo, dico che penso di no. Quello che ha detto Völler, la prima cosa da fare è rispettarlo. È un grandissimo giocatore e uomo di calcio, ha tutta l’esperienza per dire ciò che ha detto. Non è lontano dalla verità, un campionato a 18 e a 20 squadre cambia qualcosa, quello che penso che cambi di più è il fatto che in Germania loro hanno pensato, nella possibilità di una squadra tedesca in semifinale in Europa, di non farli giocare la settimana prima della semifinale. In Italia nessuno si è fidato delle italiane, ma siamo cinque squadre in semifinale e abbiamo giocato partite a metà settimana che non ci hanno permesso di anticipare a venerdì come ha fatto il Bayer Leverkusen. In questo momento della stagione un giorno in più o in meno fa la differenza. Il Bayer ha tantissime opzioni, Hudson-Odoi e Schick sono infortunati e per loro non è un problema. Per noi ogni infortunio è un problema, abbiamo bisogno del massimo potenziale e non lo abbiamo. Però andiamo lì domani per il primo tempo, il secondo a Leverkusen e vediamo se lì potremo avere un giocatore in più ad aiutarci. O andiamo in finale o perderemo lasciando tutto in campo”.

    Si è parlato tanto della rosa. A Trigoria vi parlate con dirigenti e presidente?
    “La squadra, senza problemi, ha qualità sufficiente per fare quello che stava facendo, stare seconda, terza, quarta in campionato e qualificarsi in Europa League. Ogni volta che voi mi fate la domanda sugli obiettivi della Roma, anche nei momenti senza infortuni, squalifiche e stanchezza, dicevo sempre la stessa cosa: dipende. Quando abbiamo problemi non abbiamo una rosa. Quando non abbiamo problemi e siamo tutti al top, giocando una partita a settimana, abbiamo qualità. Non abbiamo 25 giocatori uguali, e non mi sembra che sia un disaccordo. La Roma non può permettersi infortuni, c’è una situazione limite perché Solbakken non è potuto entrare nella lista di Europa League e non ha potuto farlo per il FFP. Non c’è un’accusa a nessuno, non c’è nessun problema, l’unico problema è che hai visto l’Inter che ha giocato con Lukaku e Correa titolari e oggi giocano Dzeko e Lautaro. Io non posso farlo. Quando hai problemi, stanchezza e infortuni non arrivi. Devi avere la stagione perfettissima, per non avere infortuni e squalifiche, questo non esiste. Quando eravamo lì con tutti disponibili, Paulo che segnava, Smalling che giocava da dio, io dicevo che non sapevo quando questa cosa sarebbe finita, ero la voce dell’esperienza, non della critica. Nell’Inter si è infortunato Gosens, ha giocato Dimarco, ha finito con Darmian. Io avevo Missori, Faticanti, Cherubini e non so chi altro. Non è una critica, è la realtà. Se noi siamo fuori dalle competizioni europee a dicembre, oggi siamo secondi o terzi, perché non c’è stanchezza, non ci sono tanti infortuni. Se fossimo stati ottavi in campionato, avrei messo tutto sulla coppa e oggi saremmo in una situazione migliore. Siamo vittime del bene che i calciatori hanno fatto in stagione. Possiamo vincere o no, andare in finale o no. Qualcuno dirà che se non andiamo in finale non è una stagione buona, al di là dei risultati per me è una stagione fantastica”.

    Lei ha preparato la partita sulla compattezza del gruppo. Per la sua esperienza, come ha visto il gruppo? È pronto a queste difficoltà?
    “Prontissimo! Sai qual è il problema? Che in Italia ho 15 posti in panchina, in Europa 12 e tutti mi chiedono di andare in panchina. Smalling, Karsdorp, El Shaarawy, vogliono tutti venire in panchina. Oggi non facciamo il ritiro, non ho bisogno di gente qui, di riunioni, di motivazione. Abbiamo fatto il nostro lavoro, abbiamo fatto la nostra riunione tecnica, domani decidiamo chi gioca, sono preparatissimi. Delle due l’una, o perdiamo nelle due partite e abbiamo dato tutto, o vinciamo e facciamo la festa”.

    Le partite col Leverkusen sono le partite chiave?
    “Certo. E qualcuno sarà veramente contento, più di qualcuno”.

    Xabi Alonso ha fatto 151 partite con lei e 79 con Guardiola, il Bayer si difende e riparte. Che idea ha di lui?
    “Ho avuto sempre un rapporto fantastico come allenatore e giocatore, mi farà piacere enorme stare con lui prima e dopo la partita, durante giocare contro Xabi o contro Simone la settimana scorsa non cambia nulla. Se non sbaglio Xabi è stato allenato da Benitez, da Ancelotti, da Guardiola, da me e da altri. Quello che dico è che il suo Bayer Leverkusen è la squadra che ho visto quest’anno giocare in Europa meglio in contropiede. Se poi a Xabi piace un gioco diverso è un’altra cosa, ma come minimo dimostra una qualità che per me è importante, che è il pragmatismo di giocare in un modo più adatto alle qualità dei suoi giocatori. Ha 5-6 giocatori che potevano fare i 100 metri contro Jacobs, difende e fa contropiede”.

    Smalling è recuperabile per il ritorno?
    “Perfetto per andare in panchina domani. Per il ritorno vediamo, non me lo aspetto nelle prossime 2-3 partite. Magari succede qualcosa di imprevedibile. Se arriviamo a Budapest ci sarà”.

  • Il futuro di Dybala, la clausola e la posizione della Roma

    Paulo Dybala è sicuramente l’uomo simbolo di questa stagione della Roma in campionato ed in Europa League. La squadra di Mourinho sta andando avanti nelle due competizioni puntando sicuramente tanto sul sacrificio e la compattezza di squadra. Ma viste le difficoltà di Pellegrini ed Abraham, è emersa ancora di più la leadership carismatica e tecnica della Joya. Accolto dalla parte giallorossa della Capitale come un re, il fenomeno di Laguna Larga ha ripagato i suoi tifosi con 11 gol e 7 assist in campionato e 4 reti ed un assist in Europa League.

    Come ha raccontato anche José Mourinho al termine della partita contro il Feyenoord, Dybala ha ritrovato alla Roma quella fiducia e quella gioia di giocare che sembravano un po’ perse. Quello che preoccupa il tifo giallorosso è la situazione contrattuale dell’argentino ed il suo futuro. L’ex Juventus e Palermo ha firmato con il club di Friedkin un contratto di 3,8 milioni fino a giugno 2025, contratto che però al suo interno ha una doppia clausola rescissoria. Una legata ad un suo trasferimento in un club di Serie A ed a quel punto il prezzo sarebbe di 20 milioni, mentre una legata al suo approdo in una squadra straniera pari a 12 milioni. Entrambe le clausole potrebbero però essere annullate se la Roma rinnovasse il contratto di Dybala ad una cifra pari a 6 milioni all’anno anziché i quasi 4 che prende già ora.

    Insomma sarà da capire quale sarà il posizionamento in classifica della squadra capitolina a fine stagione, e quindi anche la disponibilità di budget del presidente americano, quale sarà la richiesta per il fantasista argentino e soprattutto quale sarà la volontà proprio di Dybala, che all’età di 29 anni potrebbe avere il sogno di spostarsi in una Big mondiale.

  • Roma, Mourinho: “1-0 è un risultato recuperabile”

    Roma, Mourinho: “1-0 è un risultato recuperabile”

    Josè Mourinho interviene in conferenza stampa alla vigilia della sfida con il Salisburgo, gara di ritorno del playoff dell’Europa League. Ecco le sue dichiarazioni.

    Dybala e Abraham?
    “Vediamo domani, al 100% non sono recuperati. Se sono disponibili per aiutare sì, vediamo poi tutti insieme cosa decideremo. Anche Pellegrini è in dubbio, tre dubbi insieme magari è troppo, però posso dire che tutti e tre sono disponibili per aiutare. Per Pellegrini e Dybala era impossibile contro l’Hellas Verona, per domani vediamo”.

    Si aspetta un Salisburgo differente?
    “Difficile da dire, partono da 1-0 per loro. È un vantaggio minimo, poi per filosofia non mi sembra una squadra che pensi a fare 0-0 a Roma. Mi sembra una squadra che vuole attaccare, forse penso che la gara sarà simile all’andata magari con un destino diverso. La Roma ha avuto grandi possibilità di vincere ma abbiamo perso, vediamo se faremo diversamente”.

    Berardi dice che resterà il prossimo anno.
    “Non ho parlato con il CEO, è una sua ipotesi”.

    Con la Champions ci sono più chances per vederla alla Roma il prossimo anno?
    “Non è il momento di parlare del mio futuro, in questo caso il futuro è domani perché la partita è importante. Non voglio parlare della mia situazione”.

    Le condizioni di Wijnaldum? Può giocare dall’inizio?
    “Sta migliorando, con l’Hellas Verona ha aumentato l’intensità e posso dire che è un’opzione per noi. Non gli servono 5’, può darci una mano”.

    Ha visto intensità negli occhi dei giocatori?
    “Non ho visto niente di particolare negli occhi, oggi era un allenamento più tattico. Posso dire che i ragazzi vorranno vincere l’eliminatoria e non ho dubbi che avremo l’atteggiamento giusto, questa squadra mi sorprende quando non ha l’atteggiamento giusto. Con tutte le nostre limitazioni, diamo sempre il massimo e per questo non ho dubbi che chiunque scenderà in campo darà il massimo a prescindere dai problemi fisici. Gli occhi dei ragazzi sono quelli di chi vuole fare bene”.

    Vuole precisare il suo pensiero post Roma-Hellas Verona? Che stadio si aspetta domani?
    “Penso che l’altro giorno ho finito la conferenza stampa scusandomi delle mie parole, non è il mio lavoro. Devo essere criticato da loro e mi sono già scusato delle mie parole. Domani mi aspetto la mia squadra con in campo l’atteggiamento giusto e qui posso avere un’influenza positiva. Siamo abituati a una Curva calda, siamo abituati a una Curva che ci ha dato tanto, se possono giocare con noi aiuta tanto per l’inerzia e l’intensità della squadra. Sarà uno stadio che noi siamo capaci di fare, se la squadra aiuta con il suo atteggiamento ci sarà un’atmosfera positiva. Noi possiamo controllare noi stessi, come gruppo di giocatori abbiamo questa filosofia che la partita più importante è la prossima così come la competizione. Non mi avete chiesto se fosse più importante Serie A o Europa League, la mia risposta sarebbe stata che la partita e la competizione importante sono domani. Spero che lo stadio capisca che noi daremo tutto”.

  • Roma, Mourinho: “Dopo il derby dobbiamo reagire”

    Dopo la sconfitta nel derby, la Roma torna in campo domani per affrontare il Sassuolo a 180 minuti dalla sosta per il Mondiale. Di seguito le parole di Josè Mourinho alla vigilia del match.

    Che reazione si attende domani?
    “La reazione che mi aspetto è la stessa di sempre di quando perdiamo. E’ una squadra di gente buona, che soffre quando perde. Sappiamo che quando perdiamo un calciatore, siamo in difficoltà. Alla fine però qualcosa arriva sempre, domani sarà molto difficile e lo scorso anno ci ha regalato due partite veramente complicato. Mi aspetto tutto lo sforzo possibile per tornare a sorridere che non facciamo da due giorni”.

    Visto l’infortunio di Pellegrini, Volpato potrà essere il suo sostituto?
    “L’unico giocatore che confermo che giocherà domani è Ibanez. Volpato in nazionale? E’ una questione personale, non di società. Quello che ho capito è che questo è l’inizio della sua carriera, che crescere con la Roma, giocare i suoi primi minuti consecutivi, è in un processo di crescita dove deve concentrarsi sul suo futuro e non su questo tipo di decisione dove qualcuno vuole accelerare un processo che non deve essere accelerato”

    Su Ibanez
    “Serve rispetto per chi dal giorno in cui sono arrivato oggi dà tutto quello che ha anche quando è stato in difficoltà. Lo scorso anno in un periodo della stagione avevamo solo lui come centrale e stava sempre lì. Quando siamo andati a Siviglia e l’ho visto la mattina pensavo fosse impossibile che giocasse e invece è sceso in campo. Lui ci ha messo sempre la faccia, per me è un intoccabile”.

    Come mai fate più punti in trasferta?
    “A casa ci sono tre partite nelle quali non abbiamo segnato: Napoli, Atalanta e Lazio. Posso anche piangere io? Gli altri lo fanno sempre. Abbiamo giocato tre partite senza il nostro giocatore più creativo e con più mobilità nel campo. Un giocatore che apre un blocco compatto e l’Atalanta lo ha fatto così. Non parliamo della Lazio, che se avessi vinto io una gara così come l’ha vinta Sarri mi avrebbero ucciso. Il Napoli ha fatto una gara diversa. Se guardiamo l’ultima partita nostra abbiamo giocato con la stessa squadra dello scorso anno in modo generale e con Camara nella posizione di Mkhitaryan. Questo significa che il bel mercatino che abbiamo fatto con tanta dedizione e sacrifico non sta giocando. Devo piangere un pochino anche io: tutte di queste partite grandi Dybala non le ha fatte. Gioca con l’Inter e vinciamo perché segna, con la Juve pareggiamo e fa l’assist. Poi c’è Pellegrini che è l’altro che ha questa luce e gioca troppi minuti, è in difficoltà. Ha una qualche fragilità muscolare e sono poche le partite dove finisce al 100%. Quando segniamo poi è molto difficile che perdiamo, con i punti che abbiamo preso siamo con gli stessi punti di 15 gare dello scorso anno. Quindi se facciamo qualche punto con Sassuolo e Torino, dopo 15 partite possiamo avere 2, 4 o 6 in più. Nonostante le difficoltà facciamo il nostro lavoro”.

    Lei è soddisfatto dell’evoluzione dei singoli dopo la finale di Tirana?
    “Penso che Mancini sta meglio quest’anno, è molto più equilibrato e controllato. Ha preso solo tre cartellini gialli. Ibanez, al di là dell’episodio del derby, è migliorato. C’è poi una cosa che influenza: noi abbiamo perso tre giocatori di centrocampo, tutti loro titolari. Mkhtaryan, Sergio Oliveira e Veretout. Wijnaldum non gioca una partita, di quelli che abbiamo ne rimangono due e uno è Camara che arriva l’ultimo giorno di mercato e ha bisogno di tempo. L’altro è Matic, non è venuto qui per giocare con Cristante e si trova spesso a dover giocare con lui. Noi purtroppo abbiamo avuto dei problemi inaspettati sia quest’anno che la scorsa stagione. Quando Spinazzola si fa male all’Europeo, siamo dovuti andare in una direzione sul mercato che non volevamo. Sto piangendo tanto e non mi piace farlo, mi piace dire che tutti questi problemi hanno aperto la porta a Volpato a Zalewski lo scorso anno. Progressivamente cresce Bove, presto giocherà Tahirovic. Mancano due partite alla sosta e vediamo i punti che possono fare. Poi vedremo che punti avremo anche se non saremo nemmeno a metà campionato. C’era gente da cui mi aspettavo di più? Sì, non posso essere soddisfatto dell’involuzione di qualche giocatore, ma posso nasconderti chi sono. Perché io parlo dei singoli solo quando ci sono cose belle. La gente deve sempre pretendere di più da se stesso. Karsdorp è tornato due minuti dopo essere andato negli spogliatoi, non sai se ha preso il ghiaccio, se non è il ginocchio è l’adduttore o ha la febbre, lui ha tanti di questi problemi. Dopo due minuti era in panchina, non l’ho visto come un brutto atteggiamento. Quello che potevo dire è che questo per me non è un problema. Il problema che vedo è che si può o che si doveva migliorare è l’accettazione di una sfida diversa da quella dell’anno scorso, la crescita nella mentalità, nella responsabilità, nell’ambizione, non essere soddisfatti di aver raggiunto questo livello qui e di essere contenti di cercare di andare oltre. A questo livello, e non parliamo di Karsdorp, sì. Se sono soddisfatto della mia carriera nel 2010… e magari avevo dei motivi per esserlo per quello che avevo raggiunto. Penso che per i giocatori sia lo stesso, i giocatori devono esigere di più fino all’ultimo giorno”.

    Sta pensando a un cambio di modulo?
    “Il modulo non lo faccio, ma i giocatori con le proprie caratteristiche”

    Cosa sta succedendo ad Abraham
    “E’ una buona domanda per Abraham per dirti se è assente o no. Se pensa al mondiale o meno. Penso che lui sia la persona giusta per rispondere”.

    Se Cristante e Matic non sono una coppia, perché è uscito Camara?
    “Buona domanda. Perché non c’era Wijnaldum e non c’era Mkhitaryan, giochi con quelli che hai. Non siamo tanti e siamo un tipo di società che quando ha dei problemi nella rosa ha più difficoltà. Semplicemente questo

  • Roma, Mourinho: “Partita e qualificazione dipendono solo da noi”

    Roma, Mourinho: “Partita e qualificazione dipendono solo da noi”

    Parla il tecnico portoghese Josè Mourinho alla vigilia della sfida con l’Helsinki, gara decisiva per la Roma per restare in corsa per il secondo posto nel girone dell’Europa League. Di seguito le parole dello Special One.

    Che partita sarà domani?
    “Sono concentrato sulla partita, dobbiamo vincere per non dipendere dagli altri. Sappiamo che non sarà facile, a fine gara all’andata ho detto che non sarebbe stato facile in parità numerica. Anche contro Betis e Ludogorets non è andata benissimo contro di loro, non siamo qui in vacanza, siamo qui per restare in Europa League, non vogliamo scendere in Conference League dove siamo i detentori del titolo. Per noi sarà una gara cruciale”.

    Cosa la preoccupa del campo artificiale?
    “Non voglio lamentarmi, dobbiamo giocare in queste condizioni. Non importa se sia un terreno sabbioso o di erba artificiale. Dobbiamo vincere e basta. Giocare su un terreno artificiale cambio lo sport, chi è abituato a giocare su questo campo è avvantaggiato”.

    Cosa teme dell’Helsinki?
    “Temere non lo voglio dire, ma dopo la gara di casa ho fatto i complimenti all’allenatore perché la squadra sta crescendo, così come tutto il movimento scandinavo. Oggi vediamo come ci sono squadre organizzate, con allenatori preparatori. Questo ho avvertito all’andata, undici contro undici sarebbe stata difficile. Visto che domani sarà così, allora dico che è una partita dove dobbiamo giocare ad alto livello”.

    Sente che domani può essere la gara della resurrezione dell’attacco?
    “A me quando si parla in modo positivo sono felice di esaltare l’individuale. Al contrario quando c’è negatività non voglio mai gettare la croce addosso a uno. Siamo noi come squadra che dobbiamo segnare di più, non voglio andare sui singoli”.

    Il ranking mostra un divario tra le due squadre.
    “Non mi interessa. Giocando contro loro, non ho sentito queste differenze. Il ranking è come la statistica della gara. Gli unici numeri sono i gol che si segnano, che non si segnano e i punti in classifica. Gli altri non sono utili. Per me, loro sono una buona squadra. Del campo, ho già parlato: loro sono abituati a giocare su questo terreno e sarà un vantaggio. Potevamo giocare su un altro campo, ma dipende dalla UEFA. Lo scorso anno, ci abbiamo giocato due gare: entrambe sconfitte, di cui una storica. Poi nella gara della verità, abbiamo ammazzato il Bodo/Glimt. Con loro non può succedere, se perdiamo siamo fuori. Non c’è da piangere: dobbiamo giocare e vincere”.

    Nella manovra sta riscontrando difficoltà negli esterni?
    “Non sono d’accordo. Una squadra che ha problema di manovra, non crea opportunità. Se nell’ultima gara contro una squadra prima in Serie A non abbiamo creato dieci opportunità, contro l’Atalanta ne abbiamo avute 15. La manovra è positiva. Sugli esterni l’unica cosa che si può dire è che non abbiamo mai avuto gli stessi per 3-4 gare di fila per via dei tanti infortuni”

  • Roma, Mourinho: “Dispiace tanto per Dybala, dobbiamo andare avanti”

    Roma, Mourinho: “Dispiace tanto per Dybala, dobbiamo andare avanti”

    Josè Mourinho parla alla vigilia della sfida decisiva con il Betis, valevole per la quarta giornata del girone C d’Europa League. Ecco di seguito le sue dichiarazioni:

    Pensa che la preparazione atipica per via del Mondiale abbia inciso sui tanti infortuni?
    “E’ una cosa di cui si parla già da tanto. Quando abbiamo parlato del Mondiale 4-5 anni fa si diceva questo e ora lo viviamo e viviamo la situazione. Ho imparato a piangere meno di quello che piangevo prima. Ho imparato a vivere con la realtà delle cose. Si può dire che si gioca troppo o dire che i club più ricchi sono privilegiati. Ci sono i ricchi, i poveri e i meno ricchi. I poveri giocano una volta a settimana, i ricchi possono giocare ogni giorno cambiando i giocatori e i meno ricchi sono quelli più in difficoltà perché giocano quanto i ricchi, ma con meno possibilità di cambiare e io sto vivendo questa situazione”

    Giocherà più Belotti o El Shaarawy?
    “Non giocheranno né Belotti né El Shaarawy”

    Abraham sta facendo fatica: è un problema fisico o un problema mentale?
    “È un problema nostro, un problema di squadra. Non mi piace fare questo tipo di analisi, non leggo tanto ma possibilmente tu troverai giocatori di alto livello che vivono momenti simili in Italia e fuori l’Italia. Sono momenti così, per voi tutto è un numero, tutto è stats, in realtà è che a noi servono gol per vincere partite. Se le partite si vincessero per opportunità di gol, le vinceremmo tutte perché siamo primi in questo. Sono dei momenti, qualche volta qualche squadra pagherà per vostro, magari faremo quattro gol con quattro palle-gol. L’importante è che noi guardiamo tutto come squadra, non dobbiamo mettere pressione come fate voi, per voi il giocatore A o B deve segnare di più, noi analizziamo il tutto come squadra. Segniamo poco per quanto produciamo, dobbiamo avere più efficacia e arriverà”.

    Dopo il Lecce ci ha detto che molti giocatori non capiscono le sue indicazioni: a cosa si riferiva? Ha visto segnali diversi dalla Roma?
    “Per un allenatore parlare dieci minuti dopo la fine della partita non è facile. Dobbiamo avere più disciplina, quando uno o due giocatori perdono questa disciplina in fase offensiva che difensiva c’è un’implicazione in tutta la squadra e a questo livello dobbiamo migliorare. È un anno e mezzo che lavoriamo insieme, abbiamo fatto partite di grande concentrazione e dove abbiamo rispettato il nostro piano di gioco, sono pochissime le partite che abbiamo vinto individualmente o fuori dalla linea di gioco che abbiamo preparato prima”.

  • Roma, Mourinho: “Dobbiamo reagire dopo Udine”

    Tra pochi minuti Josè Mourinho presenterà in conferenza stampa la prima partita del girone dell’Europa League contro il Ludogorets. Di seguito le sue parole in conferenza stampa:

    La Roma è la favorita del girone?
    “E’ difficile parlare di favoriti, delle volte esistono delle sorprese. Si potrebbe parlare di Roma e Betis nel girone, ma massimo rispetto per tutti perché il calcio europeo è diverso e con gap minori rispetto al passato. Arriviamo qui in forze con nessuna intenzione di risparmiare giocatori in vista del campionato. Rispettiamo il Ludogorets e vogliamo vincere”.

    Come si aspetta che giocherà il Ludogorets?
    “Difficile prevederlo, dobbiamo essere pronti a tutto. Partecipano alle competizioni europee ogni anno, sono un gruppo equilibrato e ci aspettiamo delle difficoltà. Non siamo qui in gita, c’è spazio per errori perché siamo al girone, ma se si inizia al meglio è più facile. Non vogliamo retrocedere in Conference, vogliamo andare avanti. Noi cercheremo di imporre il nostro gioco perché vogliamo vincere”.

    Venite dal 4-0 con l’Udinese, cosa cambierà?
    “Spero che domani si comincerà sullo 0-0 perché dopo pochi minuti eravamo già sotto di un gol. Quella con l’Udinese è un’eccezione, non la normalità. Anche per questo la mia reazione con i ragazzi è stata calma, la prestazione non era tale da giustificare un risultato così netto. Quella partita non è la normalità. Forse domani il Ludogorets vedrà quanto siamo arrabbiati e delusi”.

    Come sta la squadra?
    “Non voglio parlarne. Siamo qui per giocare a calcio, chi non è qui è perché ha dei problemi”.

    La Roma torna in Europa dopo la vittoria in Conference, che sensazioni ha?
    “Siamo in questa competizione per due motivi diversi: abbiamo vinto la Conference e siamo arrivati sesti in Serie A. Ci sono due motivi per cui siamo qui e lo meritiamo. Vogliamo andare avanti senza mettere obiettivi, senza dire di voler arrivare in finale. L’obiettivo che mettiamo è qualificarsi agli ottavi. Prima, però, c’è una partita che si gioca domani”.

  • Amichevoli, vittoria per la Roma

    Amichevoli, vittoria per la Roma

    Successo per 2-0 per la Roma nell’amichevole giocata oggi contro il Portimonense. I giallorossi sono passati in vantaggio nel primo tempo grazie al gol del giovane Tripi, mentre nella ripresa è arrivato il raddoppio firmato da Zaniolo, che è entrato al 46’ al posto di El Shaarawy.

    ROMA-PORTIMONENSE 2-0 (27′ Tripi, 72′ Zaniolo)
    ROMA (3-4-2-1):
    Rui Patricio (46′ Svilar, 88′ Boer); Mancini (46′ Bove), Smalling (46′ Ibanez), Tripi (46′ Kumbulla); Karsdorp (46′ Celik), Cristante (46′ Darboe, 71′ Faticanti), Veretout (46′ Matic), Spinazzola (46′ Zalewski); Pellegrini (46′ Perez, 88′ Ivkovic), El Shaarawy (46′ Zaniolo); Felix (31′ Shomurodov, 46′ Abraham).
    A disp.: Volpato.
    All. José Mourinho

    PORTIMONENSE (3-5-2): Nakamura (46′ Samuel); Relvas (64′ Costa), Willyan (46′ Vinicius), Pedrao (77′ Luqinha); Moufi (46′ Ouattara), Anderson (46′ Rui Gomes), Bruninho (46′ Jocu), Ewerton (46′ Klinsmhen), Seck (64′ Pedro Sa); Welinton (64′ Sapara), Yago (64′ Matos).
    A disp.: Payam, Leo, Paulo Estrela, Fabricio, Dini, Kim, Francisco Cardoso, Pastor, Bryan Rochez, Lazaar.
    All. Paulo Sérgio Bento Brito

    Ammoniti: Mancini.