Tag: Mourinho

  • Mourinho conferma: “Andrò al Fenerbahce”

    Mourinho ripartirà dal Fenerbahce. Intervenuto in un’ intervista lo Special One ed ex tecnico di Inter, Roma e Chelsea ha così parlato:

    “Ho deciso che voglio andare al Fenerbahce, ma non è ancora fatta. Non posso confermare nulla ufficialmente. Sapete che però a me piacciono le sfide. Se dovessi andare ad allenare questo club, sono sicuro che lotterò per portarlo in Champions League”.


    nella foto: Jose’ Mourinho

     

  • Josè Mourinho torna ad allenare, ha scelto il Fenerbahce

    Josè Mourinho, dopo la separazione con la Roma avvenuta a gennaio, è pronto a tornare ad allenare. Il tecnico portoghese infatti, come vi avevamo raccontato nelle scorse settimane, la prossima stagione sarà alla guida del Fenerbahce. La notizia è stata data proprio da Aziz Yildirim, presidente del club turco: “Abbiamo un accordo con Mourinho e sabato ci incontreremo con lui in Inghilterra. Se l’accordo sarà concluso, porterò Mourinho a Istanbul la prossima settimana. Non posso dire nulla senza aver discusso con lui del trasferimento. Mourinho verrà per due anni”.

    Con la vittoria del campionato dell’altro club di Istanbul, il Galatasaray, Mourinho dovrà guidare il Fenerbahce alla conquista del titolo. Inoltre il club gialloblù sarà impegnato anche in Champions League, alla quale bisogna qualificarsi però passando per i preliminari. Nei giorni scorsi c’era stato un inserimento da parte del Besiktas per lo Special One, respinto però dallo stesso Mou.

     

     

  • Il Besiktas fa sul serio per Mourinho

    In Turchia, la squadra del Besiktas sembra fare davvero sul serio per il tecnico José Mourinho.

    Hüseyin Yücel, vice presidente del Besiktas, ha rilasciato un’intervista ed ecco le sue dichiarazioni:

    “Abbiamo avuto il primo incontro con Mourinho circa un mese fa. Abbiamo fatto la nostra offerta, ora stiamo aspettando una risposta. Siamo in trattativa. Penso che Mourinho e il Beşiktaş siano molto compatibili in termini di idee.”

     

  • Il Fenerbahce per la panchina pensa a Josè Mourinho

    Il Fenerbahce per la panchina pensa a Josè Mourinho

    Dalla Turchia, arrivano importanti indiscrezioni riguardanti il futuro di Josè Mourinho. Il portoghese fermo dopo l’esonero con la Roma infatti è finito nel mirino del Fenerbahce in vista della prossima stagione. Nei prossimi giorni si attendono possibili novità.

  • 5 maggio 2010: il primo atto del Triplete dell’ Inter

    5 maggio 2010: il primo atto del Triplete dell’ Inter

    Era il 5 maggio del 2010, stadio Olimpico di Roma proprio dove otto prima l’Inter aveva perso lo scudetto. Questa volta è una giornata bella per la squadra nerazzurra. Si gioca la finale di Coppa Italia tra Roma e Inter.

    Una rete di Milito, decide la sfida è da ai nerazzurri di Mourinho la Coppa Italia e sarà solo l’inizio del Triplete dell’Inter. Poi arriveranno nel mese di maggio, anche lo scudetto e la Champions League.

  • De Rossi ritorna all’Olimpico, è la vittoria dei romantici

    De Rossi ritorna all’Olimpico, è la vittoria dei romantici

    Immaginate questa situazione: voi su una sedia, magari a dondolo, magari davanti ad un camino, magari con i capelli bianchi, con vostro nipote sulle ginocchia. Questo momento deve essere necessariamente dedicato al racconto di una bella storia del passato. Una bella storia che ha un significato, un racconto di cui si è stati testimoni da quando è nato a quando è finito. Come ad esempio la storia di Daniele De Rossi e la Roma, perché questa non è definibile in altro modo se non come una bella storia.

    Al di là del giudizio sull’esonero di Mourinho, andando oltre i dubbi sulla poca esperienza da allenatore di De Rossi e tralasciando anche le opinioni sul comportamento dei Friedkin e sul perché della loro scelta, l’ex capitano giallorosso è il simbolo della vittoria di tutti i romantici e lo è per almeno tre motivi.

    Il primo aspetto è quello legato al ciclo calcistico di DDR16. Infatti Danielino, nato in una famiglia romanista e di conseguenza tifoso romanista da sempre, inizia dai pulcini della Roma, fa tutta la trafila del settore giovanile, la primavera ed arriva finalmente in prima squadra. Pian piano negli anni conquista il posto da titolare in campo ed il ruolo di bandiera tra i tifosi. Ha la possibilità di vivere il suo percorso alla Roma con “Er Pupone”, con tutti gli aspetti positivi e negativi del caso. Perché si è vero che gioca al fianco di uno dei numeri dieci più forti della storia del calcio italiano, con cui magari può dividere le pressioni della piazza. Ma con Totti capitano, l’appellativo a lui destinato è quello di “Capitan Futuro” e di essere quindi uno scalino dietro di lui. Ritiratosi Totti però, De Rossi diventa il capitano effettivo e capo popolo della Curva Sud sul manto verde. Con la sua esperienza e qualità si afferma definitivamente come leader del club di cui è tifoso, vivendo sulla propria pelle gioia e tormento. Oggi quel bambino nato con il DNA giallorosso, dopo essere stato il nastro nascente, il talento affermato, il secondo leader dietro Totti, il capitano indiscusso, diventa l’allenatore dell’AS Roma. Il cerchio si chiude.

    Il secondo motivo è che per tutti coloro che hanno vissuto il passaggio dal calcio dei primi anni del 2000 a quello attuale, De Rossi rappresenta un punto di svolta. Infatti, andando oltre l’analisi dei cambiamenti tecnici e tattici del gioco del calcio in questi anni e tralasciando le evoluzioni di pensiero calcistico, De Rossi ha rappresentato la fine di un concetto. Che si voglia o no, non è un luogo comune dire che la figura della bandiera di una squadra è finita. Anche i calciatori attuali, che giocano per la squadra di cui sono tifosi da bambini, non hanno ereditato l’attitudine ad essere il simbolo del proprio club. L’ultimo, in ordine prettamente cronologico, nel calcio italiano è stato proprio Daniele De Rossi. Con l’addio di De Rossi è stata segnata la fine della figura iconica che porta in campo gli stati d’animo di un popolo intero. Del calciatore – tifoso che vive come qualunque altra persona sugli spalti le emozioni di una partita. Nel momento in cui De Rossi ha appeso gli scarpini al chiodo si è chiusa un’era, quella dell’eroe romantico, tipica del ciclo carolingio, che vive mille peripezie solo ed esclusivamente per esaudire i desideri della sua bella. Ora però quel percorso di lotta e dimostrazioni d’amore, un po’ come quello di Orlando il Furioso per la sua Angelica, può tornare ad avere il suo continuo, da un’altra prospettiva, quella di bordo campo.

    Il terzo ed ultimo motivo è che la storia di Daniele De Rossi è la storia che accomuna effettivamente i cuori di tutti quelli che hanno un obiettivo nella vita e che vivono per quello. Torniamo per un attimo alla sedia a dondolo vicino al camino, una volta raccontata la favola ora è il momento di trarre una morale da insegnare a vostro nipote. Il percorso di nascita, crescita, realizzazione, addio, ritorno e chissà cos’altro, è un pensiero che tutti, anche per un solo istante, abbiamo fatto nella vita. Un percorso che va aldilà dell’ambito calcistico, ma entra nella vita di tutti. Chi non ha mai espresso un desiderio gigante, enorme, irrealizzabile? Quante volte magari, anche per il più impossibile degli obiettivi, ci siamo chiesti: “e se effettivamente questo desiderio si realizzasse?” Ebbene questa storia è la dimostrazione che tutto è realizzabile. Anche la storia di un bambino, nelle cui vene scorre sangue rosso come tutti, ma con delle forti venature gialle; che parte da un campetto di periferia per arrivare in Champions League, a vincere un Mondiale e soprattutto diventare simbolo della sua gente. Quel bambino questo pomeriggio alle 18 farà ritorno in quello Stadio Olimpico che l’ha visto gioire e soffrire, sudare ed esultare, e che lo riabbraccerà con lo stesso affetto ed amore che una mamma avrebbe nel ricongiungersi ad un figlio che dopo anni fa ritorno a casa.

    In bocca al lupo Mister, viva i romantici e viva il calcio!

  • Ora è anche ufficiale, Daniele De Rossi torna alla Roma come allenatore

    Ora è anche ufficiale, Daniele De Rossi torna alla Roma come allenatore

    La Roma ha pochi minuti fa ufficializzato l’arrivo in panchina di Daniele De Rossi. L’ex capitano dei giallorossi prenderà il posto di Mourinho fino a giugno 2024. Avrà il ruolo di traghettatore e la responsabilità di risollevare i destini della squadra del suo cuore. Sabato alle 18 allo Stadio Olimpico quindi ci sarà il ritorno di Capitan Futuro, questa volta da allenatore dell’AS Roma.

  • Mourinho – Roma è proprio finita: i numeri del portoghese in giallorosso

    Mourinho – Roma è proprio finita: i numeri del portoghese in giallorosso

    José Mourinho già da diverse ore non è più ufficialmente l’allenatore della Roma. Il tecnico portoghese è stato esonerato dopo la sconfitta contro il Milan di domenica sera per 3-1. In classifica ora la Roma si trova in nona posizione a 29 punti, lontana dalla zona Champions. A meno cinque dal quarto posto.

    Arrivato nel 2021 nella capitale, l’ex tecnico di Inter e Chelsea, con la Roma ha vinto una Conference League nel 2022. Poi nel 2023 ha perso la finale di Europa League.

    Nonostante delle sessioni di mercato importanti con gli arrivi di Abraham, Dybala e Lukaku. La Roma non è mai riuscita a entrare nella lotta per i primi posti

    La media punti di Mourinho alla Roma è stata di 1,614 in 96 partite di Serie A e lascia il club giallorosso dopo 138 partite, 68 vittorie, 30 pareggi e 40 sconfitte.

  • La Roma esonera José Mourinho

    La Roma esonera José Mourinho

    La Roma esonera José Mourinho, con un comunicato inaspettato:

    ” L’AS Roma annuncia che José Mourinho e i suoi collaboratori tecnici lasceranno il Club con effetto immediato. Mourinho era stato annunciato come sessantesimo allenatore nella storia della Roma nel maggio del 2021. Ha guidato la squadra alla conquista della Conference League a Tirana il 25 maggio del 2022 e alla finale di Europa League a Budapest nella scorsa stagione.”

    Tra i nomi fatti per sostituire Mourinho, sembrerebbe De Rossi l’allenatore designato a ricoprire il ruolo, fino a fine stagione, lasciato scoperto dallo Special One.

  • Roma, Mourinho “Dobbiamo riscattarci”

    Roma, Mourinho “Dobbiamo riscattarci”

    Ecco di seguito le parole in conferenza stampa di José Mourinho alla vigilia della sfida con il Milan. Queste le dichiarazioni del tecnico portoghese:

    “Sono qui da due anni e cinque mesi e sono l’unica persona in questo team che non ha perso una sola sessione di allenamento. Per me non esistono malattie, malumori. Per due anni e mezzo non ho sbagliato niente, neanche un paio di settimane fa quando tutti erano malati. Mesi fa avevo bisogno di un giorno per una situazione che non devo spiegare. L’ho detto al direttore Pinto e alla proprietà e abbiamo definito che il giorno dopo il derby sarebbe stato un buon giorno. Sono stato fuori di Roma per 15 ore. Mi sembra ridicolo giustificare questo. Non accetto in alcun modo che la mia professionalità e dignità, il mio cuore per questo lavoro venga messa in discussione. Se c’è un esempio perfetto di professionalità sono io. Non ho mai perso una gara in oltre 20 anni di carriera. Un allenamento di recupero per chi ha giocato e per sei giocatori che non avevano giocato”.

    Come si riparte?
    “La partita è finita e abbiamo perso. Abbiamo fatto alcune cose buone, altre non bene. Le abbiamo analizzate tutte per migliorare nelle nostre limitazioni. Ora pensiamo alla prossima gara, quella di mercoledì è finita”.

    Si parla moltissimo di un Milan in difficoltà. Che squadra si aspetta di affrontare?
    “Affrontiamo una squadra che gioca per il titolo, che lo ha finto due anni fa. Ovviamente sembra che la distanza di punti tra loro e Juventus e Inter sia una distanza non facile da colmare, ma è quella squadra lì, che ha perso qualche giocatore importante per infortunio nella zona difensiva, in centrocampo e in attacco sono lì, dietro ha perso 2-3 giocatori ma ne ha presi 2 per cercare di trovare la soluzione, ha preso Terracciano, ha preso di nuovo Gabbia. È una squadra che sicuramente vuole vincere dopo la sconfitta in Coppa, che per loro era un target. Metteranno tutto su questa partita, conoscono le nostre difficoltà, sembra che le sappiano tutti. Magari non le sa qualche giornalista o qualche commentatore, tutti sanno le nostre difficoltà. Ho parlato con qualche giocatore dell’atteggiamento e non ho nessun tipo di problema perché ho grande rispetto e lealtà nel confronto con loro, non c’è niente che qualche persona possa o vorrebbe dire ai miei giocatori che non ho detto. Per me è una cosa molto molto chiara, è la differenza tra le difficoltà e un’altra cosa è utilizzare le difficoltà che sono vere come un modo per giustificare qualcosa che possiamo fare di più. Su questo non mi risparmio, mi risparmio davanti a voi, so come funziona nel calcio, so perfettamente che alla fine se un giocatore sbaglia la direzione è sempre una, il risultato globale, la responsabilità è dell’allenatore. Dal punto di vista del mio rapporto con i giocatori non risparmio nulla, poi migliore è il rapporto, più è facile non risparmiare nulla. Ieri la riunione è stata dura, specialmente per qualche individuo. Collettivamente e difensivamente la squadra è stata perfetta, subisce un gol come lo ha subìto, che inizia con una rimessa laterale nostra, non siamo neanche capaci di fare una rimessa laterale positiva e l’abbiamo trasformata in un angolo. E dopo un rigore di un bambino di 18 anni con 55 minuti di Serie A, io non ho mai detto che non era rigore, ho detto che è un rigore dei tempi moderni e che i tempi moderni nell’arbitraggio sono inferiori per protezione del gioco rispetto a 20 anni fa. Nella riunione di ieri non ho risparmiato niente, poi c’è stato l’allenamento con 6 giocatori. Poi è difficile lavorare in campo e cercare di migliorare le cose, il messaggio è rimasto lì, c’è gente che obbligatoriamente dal punto di vista individuale deve dare di più”.