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  • Roma, Gonçalo Ramos del Benfica è una richiesta di Mourinho

    Con la cessione di Nicolò Zaniolo alla Juventus, la Roma è a caccia del suo probabile sostituto e il nome fatto dall’allenatore giallorosso è José Mourinho è quello dell’attaccante portoghese classe 2001 di proprietà del Benfica Gonçalo Ramos, specifica richiesta del tecnico portoghese che stravede per il giocatore. Nell’ultima stagione Gonçalo Ramos si è messo in mostra in Champions League segnando un goal fantastico contro il Liverpool.

  • Roma: Zaniolo non è stato mai così lontano, ora è caccia al sostituto

    La Juventus è sempre più vicina a portare a Torino Nicolò Zaniolo, a prescindere dalla situazione legata ad Angel Di Maria. I bianconeri offrono una parte cash ed una contropartita, come vi abbiamo raccontato in questi giorni, che Mourinho avrebbe individuato in Arthur. Conclusa la trattativa per Zaniolo, la Roma dovrà trovare un sostituto e Thiago Pinto è già all’opera per non farsi trovare impreparato. Visti i buoni rapporti con Jorge Mendes, connazionale del ds giallorosso e di José Mourinho e procuratore dello Specialone, una soluzione potrebbe essere legata al nome di Goncalo Guedes. L’esterno portoghese è di proprietà del Valencia, che spara alto per lui, la richiesta è di 35 milioni, ma potrebbe essere interessata a qualche contropartita come Diawara o Villar. L’altra idea del club capitolino è “made in Italy”, infatti il nome sulla lista di Pinto è quello di Domenico Berardi. Il capitano neroverde è ormai pronto al salto di qualità e vuole giocare in Europa. Certo il Sassuolo è bottega cara si sa e nelle trattative non sono sempre ben accette contropartite, ma si può puntare sulla volontà del calciatore ben voluto da tutti e cercare di impostare la trattativa con un pagamento dilazionato.

  • Roma, Mourinho: “Un finale è sempre importante”

    Il tecnico della Roma, José Mourinho, è intervenuto in conferenza stampa alla vigilia della finale di UEFA Europa Conference League contro il Feyenoord: È stato un lungo viaggio, iniziato in Turchia. In mezzo nove mesi di un bellissimo percorso e 55 partite ufficiali. Arriva qui con quale consapevolezza? “Siamo arrivati alla fine del percorso di questa stagione, con due finali da giocare nello spazio di 4 giorni. La prima finale ci dava quel che noi meritavamo, che noi avevamo come target ossia qualificarci all’Europa League e quindi migliorare la classifica precedente. Abbiamo vinto quella finale lì. Per me era una finale dove non si poteva scrivere la storia, ma semplicemente finire il lavoro di una stagione e raggiungere l’obiettivo. Ma senza scrivere la storia, appunto. Questa finale è storia, una storia che si è già scritto per arrivare qui a giocare una finale europea dopo tanti anni, Ma quando arrivi in finale devi fare tutto il possibile per scrivere davvero la storia, ossia vincendo”. Nell’ultima conferenza parlò di contenere l’euforia. Come sta la squadra psicologicamente? “Prima di Torino, che era una partita difficile, dove era importante sapere che giocare una finale ha un livello di tensione alta e devi avere doppia attenzione. Abbiamo vinto e abbiamo potuto concentrarci tranquillamente alla finale. Io e il mio staff siamo rimasti a Trigoria, senza uscire, da venerdì. Non ho chiesto lo stesso ai giocatori, ma vedo la squadra che sta bene, che ha la tensione giusta e la gioia. Mkhitaryan si è allenato per la prima volta oggi con la squadra, una sessione molto piccola e senza significato in funzione della finale, perché era una sessione aperta per voi (giornalisti). Ma per lui era importante per avere delle sensazioni. Mi fido di lui, di come interpreta i segnali del corpo. Alla fine dell’allenamento mi ha detto che sta bene ed è pronto a giocare”. A Tirana hanno dedicato a Lei un murales, c’è una Mourinho mania. La sua esperienza e leadership può fare la differenza? “No, direi di no. La gente sbaglia le analisi e dico che qui si tifa Roma perché c’è un giocatore albanese. Ho giocato una finale Manchester United-Real Madrid in Macedonia del Nord e fu un’esperienza bellissima. Tirana è lo stesso. Loro lo meritano, per la loro crescita come Paese. Lo stadio è molto, molto bello. Peccato per la capacità che non fa la gioia dei tifosi ma sono contento di venire a giocare qua. Quando arrivi all’ultima partita della stagione il lavoro è fatto, per me non c’è niente da fare in questi ultimi giorni. La leadership non è una cosa che si può mettere sul tavolo. Domani è il giorno dei giocatori, noi allenatori siamo fuori, ci limitiamo ad aiutare. Domani è l’ultima partita e fortunatamente è una finale”. A Leicester sembrava più tranquillo. Ha qualche pensiero in più? “Fino a domani non c’è altro nella mia testa, niente. Solo la finale. È il mio modo di essere, di stare. L’esperienza non aiuta, pensavo potesse servire ma non è così. Il mio modo di sentire, di stare, è uguale alla prima finale. Se mi vedete un po’ più serio è magari concentrazione, un modo proprio di prepararmi alla partita”. Lei è ancora scaramantico? A Roma davanti a certi eventi che richiamano tanto pubblico la storia dice che non è mai andata bene? “No, sono una delle poche persone nel calcio che non è scaramantica, Se la Roma ha perso finali all’Olimpico davanti a tanti tifosi non è colpa loro. Mi hanno chiesto: con che maglia vuoi giocare? Quella di questa stagione o della prossima? Ho risposto che non mi importa. Non sono scaramantico”. Se vince diventa l’unico a vincere tutte le coppe europee, compresa la Coppa delle Coppe
    “Sì, vero. Ma se vinco. Vediamo”. Su Kumbulla? “Mi ha fatto male, tra tutti era il peggiore che potesse farmi male perché è il più pesante di tutte. Scherzi a parte rimane al 100% con noi”. Le olandesi hanno brutti precedenti con le finali, di solito le perdono?  “Non è vero: l’Ajax ha vinto la Champions, il Feyenoord la Coppa UEFA, il PSV la Coppa dei Campioni”. Cosa deve fare uno Special One per vincere uno special match? “Quella dello Special One è una storia vecchia. Posso fare tutto ciò che deve fare l’allenatore per vincere. Non credo nelle pozioni magiche. È il momento della squadra, dei giocatori. È il loro momento, non c’è niente di speciale da fare ma essere solo se stessi. Senza limiti”. Sulla prima volta in Albania? “Sono contento dell’aeroporto. della gestione di Tirana. Lo stadio è bellissimo, sono contento anche di visitare l’Albania che è uno dei pochi paesi che non avevo ancora visto”. Su Zalewski? “Un anno fa giocava in Primavera, contro i ragazzini. In questi sei mesi sono stati sei mesi molto importanti per la sua carriera. La sua posizione, ad essere onesti, può essere qualsiasi. Quando hai 20 anni e hai la possibilità di giocare, difensore o attaccante devi giocare”. Stagione virtualmente finita. Comunque vada a sarà una stagione da considerarsi positiva? “Per me sì”. Dubbi di formazione? Spinazzola ha chances? “Spinazzola è disponibile per domani. Ovviamente dieci mesi fuori sono tanti, però ha lavorato tanto per tornare, gli mancavano i minuti, le sensazioni ed esse sono state positive. È un’opzione per domani”.

  • Roma, Mourinho: “È stata dura giocare sempre il giovedì”

    A una settimana dalla finale di Conference League contro il Feyenoord, il tecnico della Roma, Jose Mourinho, ha parlato: “Per me ha sempre lo stesso significato, non cambia, anche se la storia e il prestigio delle competizioni è diverso. Questa per me è la più importante, le altre lo ho già giocate, questa no”. Ha un significato nel percorso di crescita della sua Roma? “Abbiamo fatto 14 partite in Conference, iniziando ad agosto, abbiamo viaggiato tanto e giocando partite difficili, soprattutto in trasferta. Poi con Vitesse, Bodo e Leicester tutto è cambiato, viste le gare a eliminazione diretta. Giocare di giovedì e poi tornare in campo in Serie A non è stato facile, abbiamo perso punti per questo. Quando guardo la classifica vedo che dopo le gare europee e con gli errori arbitrali abbiamo perso qualcosa. Se però riusciremo a vincere il trofeo ne sarà valsa la pena. Ma dobbiamo vincere”. Quanto è cambiata la Roma dal Trazbonspor alla finale di Tirana? “Come squadra di Conference League sapevamo che i turchi fossero subito una grande squadra, poi sono arrivate le retrocesse dall’Europa League, gare dure. Abbiamo sempre giocato le partite di Conference con serietà e ambizione, cercando di arrivare fino in fondo. Dobbiamo fare tutto per vincere la coppa”. Che squadra è il Feyenoord? “Loro hanno il grande vantaggio di aver finito il campionato, noi dovremo giocare contro il Torino una gara importante. Difficile risparmiare i giocatori, loro andranno in Portogallo in ritiro e saranno concentrati solo su quello. Ma prima di una finale devi sempre dimenticare questi piccoli problemi. Tutti vogliono giocare e vincere queste sfide. Non ci saranno svantaggi per noi”.

  • Roma, Mourinho: “Sarà una partita aperta a tutto”

    Mourinho torna in Inghilterra e lo fa per la prima delle due semifinali di Conference League contro il Leicester. Di seguito le sue parole in conferenza stampa alla vigilia del match: Ha sentito Ranieri? “Siamo amici ma non ci siamo sentiti prima della partita. Altri allenatori nella Premier League hanno vinto tanti titoli, Ranieri uno solo ma il suo è il più speciale di tutti. Per questo qui è un mito. Io ho giocato quel campionato lì e lo ricordo come un momento storico della Premier League. Anche se Ranieri non credo sia qui hai fatto bene a ricordarlo. Per lui essendo della Roma sarà una gara speciale”. Sulla finale? “Possiamo vincere. Penso che la Roma e chi lavora nel club stiano lavorando per migliorare. Meritiamo la finale, ma dobbiamo battere una squadra forte con buoni giocatori e allenatore. Dobbiamo realizzare il sogno di arrivare in finale. Devo ammettere che nella mia lunga carriera questa battaglia è unica”. Su Rodgers? “Ci siamo divertiti tanto nel Chelsea. Abbiamo un rapporto di amicizia, anche se il calcio ha preso differenti direzioni. Voglio al 100% il meglio per lui, è un grande allenatore e ha fatto un percorso molto bello. Ha un grande futuro davanti. Alla fine l’importante è che io ho vinto tanto e lui ha vinto in Scozia e qui dove non è mai facile e poi ha una carriera più breve”. Che sensazioni ha una coppa a questi livelli? “La verità è che noi domani giochiamo la partita numero 13 in Conference League. Abbiamo iniziato contro una squadra che avevo detto che avrebbe vinto il campionato turco. Ora siamo in un momento chiave e contro un avversario non da Conference League, ma da Europa League. Non è la loro competizione, ma la nostra competizione. Abbiamo sofferto e viaggiato tanto. Abbiamo pagato con punti nella Serie A il fatto di giocare giovedì-domenica, meritiamo di andare in finale. Abbiamo due possibilità di giocare l’Europa League il prossimo anno: una vincendo questa competizione o arrivando quindi o sesti in campionato. Possiamo anche non raggiungere questo obiettivo e questo ti mette dubbi sulle partite di campionato. Il Leicester ad esempio non ha questo problema perché è decima in campionato e non arriverà mai in Europa League dalla Premieri. E’ un momento duro e di grande motivazione per noi”. C’è una favorita in questa semifinale? “Tante volte sono arrivato in semifinale e al di là dei nomi e del potenziale. In una forma stupida ma pragmatica dico sempre che ci sono 4 squadre con 50% di arrivare in finale e 4 squadre con il 25% di vincere. Venti anni dopo non cambio questa idea. Non mi interessa se loro o noi siamo più forti. Qualche mese fa abbiamo perso 2-0 con l’Inter e sabato 3-1, risultati simili ma un approccio diverso. Al di là del vincere la Conference siamo una squadra con un percorso che mi piace” Che obiettivo avete per domani? “Il nostro obiettivo domani è vincere la gara, se perdiamo come abbiamo fatto a Bodo vediamo cosa fare nella seconda. Magari è il Leicester che con merito ci porta a vincere la seconda partita, ma il nostro obiettivo domani non è pensare solo ad arrivare con un risultato positivo per la partita dell’Olimpico”. Il rischio maggiore di domani è l’intensità del Leicester? “Per me quello che fa la differenza è la possibilità di avere giocatori che non hai la possibilità di avere. Se noi guardiamo al Leicester: domani se guardi ai giocatori offensivi, devi vedere quanti sono e chi sono. Sette-otto giocatori di altissimo livello. Sono tanti con tanta qualità e stiamo parlando del Leicester, non del City o dello United. Questa però è la bellezza del calcio perché si può vincere contro una squadra con più potere economico. La gara è aperta, poi all’Olimpico ci saranno 300 mila spettatori”. Tra 7 giorni cade l’anniversario dal suo annuncio: si sarebbe immaginato di essere qui? Avrebbe firmato lo stesso? “Certo. Quando la gente parla della differenza tra Champions e Conference, io ho detto che questa è la mia competizione. Magari Brendan sente che la sua competizione è l’Europa League. Ma questa è la nostra competizione. Ad agosto eravamo in Turchia a giocare il playoff. Oggi siamo qui a giocare la partita numero 13. La sento come mia. Ora che siamo arrivati qui, pagando con punti in Serie A. Perché oggi la Fiorentina ha perso? Perché hanno giocato per la prima volta quattro partite in sette giorni”. Cosa significa questa semifinale per la Roma? “È sempre importante fare una semifinale, in Champions League arrivano anche squadre che accumulano un certo coefficiente, spero che la Roma possa entrare in questa nuova Champions League. Se tu arrivi in semifinale, se non arrivi in finale significa poco”. Cosa ne pensa di ten Hag al Manchester United? “Non parlo di altri club, solo del mio”.

  • Roma, Mourinho: “Dimostriamo di essere i migliori”

    Josè Mourinho, presenta la sfida in conferenza stampa di domani Roma Bodo Glimt valida per i quarti di finale  di Conference League. Ecco le sue dichiarazioni: “Spinazzola non è ancora in grado di iniziare una partita, ma siamo tutti. Il Bodø ha qualità, partono da 2-1 ma non è niente di nuovo. Domenica perdevamo 1-0 contro la Salernitana, abbiamo 90’ per vincere. Sarà difficile ma siamo preparati e sono molto fiducioso dei miei”. Crede che ci siano troppe tensioni per questa partita? “I miei giocatori non li ho visti tesi. La prima sconfitta è stata storica per il club, però abbiamo avuto un comportamento esemplare a riguardo, abbiamo avuto fair-play. Di solito, una persona reagisce in maniera negativa mentre noi abbiamo reagito con onore nonostante l’umiliazione. Abbiamo giocato altre due partite con loro, non ci sono state difficoltà e quello che è successo giovedì scorso è fuori contesto. La partita e il fine partita è stato normale, dopo 45’ è stato tutto normale, c’è stato un solo episodio brutto ma isolato. Noi vogliamo la semifinale come loro, mi aspetto una grande partita con il vantaggio di avere uno stadio nostro, con la nostra gente che può fare la differenza. Vogliamo giocare a pallone come abbiamo fatto nelle altre partite e in quella che abbiamo perso per 6-1 abbiamo avuto un comportamento esemplare. Vinca il migliore, sono convinto che i più bravi siamo noi”. La panchina è una risorsa importante per la Roma, guardando i gol che sono arrivati dai sostituti, ma si dice sia molto ‘esagitata’.
    “La panchina come soluzione è molto molto importante, io penso esattamente il contrario di quello che pensavo nei momenti di difficoltà. Avevamo poche soluzioni, oggi invece abbiamo 4-5-6 giocatori con tanta esperienza da titolari e con qualità. Con la Salernitana, ultradifensiva, avevamo bisogno di altre soluzioni tattiche e di freschezza, senza quella panchina sarebbe stato impossibile vincere la partita. Domani ci sono 5-6 cambi da fare e se ci arriveremo vorrà dire che solo in cinque giocheranno 120 minuti. Sulla panchina ‘esagitata’, io vado a uno dei principi più vecchi della propaganda: una bugia che si continua a ripetere alla fine passa come una verità. Però rimane una bugia”. Ha preparato una rimonta delle sue? “Abbiamo perso di poco, è 2-1 per loro non dobbiamo fare una rimonta drammatica. Abbiamo bisogno di fare un gol per pareggiare il conto, non c’è stato neanche il tempo di preparare qualcosa di totalmente diverso. Non ci sono sorprese tattiche da presentare: a fine primo tempo della sfida con la Salernitana ho detto ai ragazzi di stare tranquilli perché pendevamo di un solo gol e avevamo 45′, adesso ne abbiamo 90′. Ci siamo allenati sui rigori, ma non vogliamo andare ai rigori. Loro hanno una buona squadra, sono da rispettare”. Che effetto le fa vedere 120mila persone allo stadio tra Salernitana e Bodo? “Mi ha fatto effetto anche quando c’era solo il 50% della capienza vedere la gente per strada che ci guardava nel tragitto tra Trigoria e l’Olimpico. Mi fa sempre effetto la passione della gente per il proprio club. Avendo adesso la possibilità di giocare con la capienza totale, pur non giocando per lo Scudetto, è bellissimo vedere questa passione. I giocatori devono rispondere e sentire la responsabilità, questa è passione pura. Mancini? E’ a posto, sarò a disposizione”. Il Bodo dice che è stata la vostra panchina a provocare lo scontro tra il Knutsen e Nuno Santos? “Io non penso, la UEFA pensa. Io non decido, decidono la UEFA”. Si poteva fare qualcosa di diverso in quella situazione? “Certo”. Il direttore del Bodo Glimt ha detto in conferenza che hanno già vinto, la sua reazione? “Non rispondo”. E’ stato rilasciato un video sull’Indipendent su quello che è successo nel tunnel che porta agli spogliatoi. Considerazioni in merito? “Nessuna”. Il capitano del Bodø ha detto che avete fatto un gioco psicologico la volta scorsa. Vuole replicare? “Non parlo delle dichiarazioni degli altri, se vuoi farmi un’altra domanda, falla”.

  • Roma, Mourinho: “Sarà un match differente da quel 6-1”

    La Roma affronterà domani il Bodo/Glimt nella prima delle due partite valide per i quarti di finale della Conference League e alla vigilia torna a parlare Josè Mourinho. Ecco le sue dichiarazioni:  Com’è tornare a Bodo? “E’ un bel posto, c’è la passione per il calcio. Sono felice di tornare, spero vada meglio dell’ultima volta. Il campo sintetico non mi piace. Il calcio si gioca sull’erba naturale, sennò è un altro sport. Non abbiamo scuse però, né il campo né il meteo. Ci sono due partite e vogliamo andare in semifinale. Abbiamo rispetto per il Bodo perché sono un grande squadra e lo hanno dimostrato anche all’Olimpico” Cosa cambia rispetto a ottobre? “Sarà un match differente rispetto a ottobre. Molti giocatori non ci sono più. Reynolds, Villar, Borja Mayoral ecc. Siamo una squadra diversa, vogliamo andare in semifinale. A ottobre fu un dramma. Perdere 6-1 è più di una sconfitta. Abbiamo rispetto per il Bodo, è una buona squadra ma noi siamo in una buona condizione e vogliamo andare avanti in questa competizione”. E’ una spinta in più esser rimasto insieme all’Atalanta l’unica squadra in Europa? “Non lo so, a me dispiace. Mi piacerebbe che ci fossero altre squadre italiane in Europa. Inter e Napoli sarebbe comodo affrontarle con degli impegni europei anche per loro. Ora siamo rimasti noi e l’Atalanta, penso che anche i nerazzurri possano far bene in Europa League”.

  • Roma, Mourinho: “Dobbiamo superare questo turno”

    Il tecnico della Roma Jose Mourinho, ha parlato a Sky Sport alla vigilia della gara di Conference League contro il Vitesse: “Spero che sia un momento di crescita per il mio gruppo ma voglio tenere basse le aspettative e non lasciarmi andare all’euforia. Ci sono cose che mi sono piaciute anche quando i risultati non erano positivi. Contro il Verona dopo un primo tempo orribile abbiamo avuto una reazione importante, nonostante i due punti persi. Con lo Spezia mi è piaciuto tanto il primo tempo in 11 contro 11. Anche senza Zaniolo siamo andati bene. Contro l’Atalanta mi è piaciuta la squadra fin dal primo minuto, ho avuto una sensazione di forza da parte della squadra”. Il Vitesse è una squadra giovane che giocherà molto chiusa. “Questo campo visto da fuori sembra verde, poi quando lo vedi da vicino è una cosa inspiegabile. 25 anni fa venni in Olanda con Van Gaal al Barcellona e il prato era fantastico, c’è sempre stata una grande cultura del calcio. Oggi ho ripensato alle mie critiche all’Olimpico ad agosto e settembre ma non c’è paragone. È pericoloso per il calcio e per i giocatori. Ho visto il Vitesse nell’ultima giornata ma non fa testo, hanno fatto molto bene in questa competizione, hanno gamba e giocano bene ma su questo campo non potranno farlo. Giocano in attacco, sono specialisti nelle palle inattive, sono veramente pericolosi. Qui giocheremo il primo tempo, il secondo lo faremo a Roma. In due partite possiamo fare bene, domani proveremo a fare il primo passo”. Perché la Roma può arrivare quarta? “Voglio pensare solo a vincere la partita, senza guardare la classifica, anche perché ci sono squadre che devono recuperare partite. Non guardo né la quarta in classifica né l’ottava”.

  • Roma, Mourinho rischia una pesante squalifica

    C’è il rischio di una grossa squalifica per José Mourinho, che potrebbe prendere 2 o 3 giornate dopo essere stato allontanato dal campo da Pairetto, nel corso del match contro l’Hellas Verona: “…Ti hanno mandato a posta, ti ha mandato la Juve…”, oltre al gesto del telefono diretto sempre nei confronti dell’arbitro. Vedremo che sanzioni saranno prese contro l’allenatore portoghese.

  • Roma, Mourinho: “Abbiamo molti indisponibili e c’è anche la Conference League”

    Torna a parlare Josè Mourinho alla vigilia della sfida con il Verona che vedrà tra le fila giallorosse almeno tre grandi assenze come Mancini, Ibanez ed El Shaarawy. Lo Special One sta pensando di tornare dunque alla difesa a 4, di seguito le sue parole in conferenza stampa. Ecco le sue dichiarazioni: Come sta Zaniolo? “No, nei nove indisponibili non c’è Zaniolo. Voi sapete più di me, l’allenamento è alle 17, la partita domani alle 18. C’è la condizione per aspettare”

    E’ tornato il grande calcio in settimana con la Champions e l’attenzione di tutti è rivolta lì… Mourinho interrompe la domanda: “A Roma non è così, domani è tutto esaurito al 50%”. Ha provato nostalgia per la Champions questa settimana? “No. Ho fatto più di 150 partite di Champions, sono un privilegiato e non posso piangere perché ora gioco in Conference League. Poi questa settimana non ho visto grandi partite. Real e Psg non mi sono piaciute. Inter-Liverpool una bella partita”. Come si rapporta nei confronti di una proprietà silente? “Io non so se sono un grande comunicatore. Sono intelligente a sufficienza e sono sempre molto rispettoso con le proprietà. Quando un allenatore può fare una considerazione sulla proprietà? Nei miei principi, ma chi sono io per dire qualcosa sulla mia proprietà. Sono i miei superiori, cosa dovrei commentare. Per la famiglia Friedkin ho solo rispetto: personale e professionale. Il rispetto personale mi porta a un rapporto con loro dove nel privato possiamo cambiare idee ed esperienze. Nel mondo imprenditoriale non sono nessuno rispetto a loro. Nel calcio ho esperienza e loro hanno l’umiltà per parlare di tutto. La domanda la puoi fare, ma chi è l’allenatore che ti risponde. Quello che gli dico in privato non lo dico qui”. All’andata col Verona è arrivata la prima sconfitta. Da allora la Roma ha denotato anche in altre occasioni qualche piccolo blackout, come quello contro la Juventus. Pensa che sia cambiato qualcosa, che rispetto a Verona ci siano stati progressi dal punto di vista mentale? “È cambiato il tempo. C’erano un freddo e una pioggia incredibile, non credo che domani sarà così. A parte gli scherzi, non ho pensato a questo. Penso che loro siano una squadra di grande qualità, allo stesso modo di come è stata dura la prima partita. Lo è stata anche per loro, domani lo sarà per entrambe le squadre. Un bravo giovane allenatore che si identifica molto con quello stile di gioco, una squadra che si identifica con le idee del suo allenatore, la sua scelta intelligente, perché è una squadra allenata da altri prima di lui con un’idea molto simile, giocatori di qualità, di esperienza, sarà sicuramente una partita dura, però spero anche dura per loro, perché noi abbiamo 9 assenti, però è incredibile che in una stagione senza risultati straordinari la gente sia ancora lì. I giocatori che sono in campo devono sentire per forza questa passione e devono giocare con questa gente nella testa, per non dire nel cuore. Nove assenti sono tanti, ogni squadra con nove assenti avrebbe tante difficoltà. In panchina non avrò tutti i giocatori. Mi dispiace, ma devo distuggere metà della Primavera che domani gioca col Milan, perché devono stare con noi. Però siamo lì, e speriamo che con l’appoggio di sempre possiamo fare una gara e prendere punti”. Queste ultime partite dell’anno possono essere usate per valutare chi è all’altezza della Roma e chi no? “Le valutazioni si fanno ogni giorno. Anche allenando” Può sfruttare queste ultime partite per iniziare a valutare la squadra in vista del prossimo anno? Veretout? “La valutazione si fa ogni giorno, anche allenandosi. Non sono tanti i giocatori che hanno una stagione uniforme a un livello molto alto. Sono pochi. Se devo scegliere un giocatore dei nostri parlerei di Mkhitaryan, perché aiuta a risolvere problemi, gioca in diverse posizioni, è il nostro giocatore che mantiene un livello di performance. Jordan ha iniziato molto bene, poi è stato meno bene, adesso sta tornando a un livello accettabile, ma per me Mkhi senza infortuni e squalifiche fisicamente è molto forte e resistente, gioca tre partite in una settimana quando capita. Veretout è l’esempio di quello che di solito è la stagione di un giocatore”. Qual è il bilancio sui primi sei mesi di Abraham? “Sta facendo bene, ma può fare meglio. La squadra ha bisogno che lui faccia di più e viceversa. L’interazione è quella. E’ un giocatore nato e cresciuto in un calcio completamente diverso, non era facile uscire dall’Inghilterra. Per me sta facendo bene. Spero faccia di più, ha le potenzialità per farlo”.