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  • Roma, Mourinho: “La classifica si deve vedere a fine stagione”

    Josè Mourinho torna a parlare in vista della sfida di domani con il Cagliari. L’imperativo in casa Roma è invertire un 2022 iniziato con due sconfitte contro Milan e Juventus, ma gli assenti tra le fila giallorosse saranno ancora molti. Ecco le dichiarazioni del tecnico portoghese: Che partita si aspetta domani? “Penso che la classifica sia un momento. A fine stagione il Cagliari non sarà lì. L’allenatore e i giocatori hanno esperienza, la squadra ha trovato modo di fare punti. Vengono a Roma per cercare di fare punti. In un momento difficile per loro hanno vinto all’Olimpico contro la Lazio, significa che sono in grado di giocare contro squadre più forti. Per noi è importante perché abbiamo perso le ultime due e fatto un punto nelle ultime tre. Come minimo dobbiamo fare 4 punti nelle ultime 4 gare. E’ un numero non sufficiente, ma è il massimo che possiamo fare. Abbiamo lavorato tutta la settimana. Dopo una gara persa come quella con la Juve bisogna anche motivare. Bisogna far rialzare la gente, bisogna trovare il coraggio di giocare dopo che abbiamo perso in quel modo. Il pubblico con 5 mila spettatori è vuoto, mi dispiace per noi ma mi dispiace soprattutto per la gente che viene sempre e che deve rimanere a casa. Cerchiamo di fare di questo una motivazione extra, dando qualcosa a chi è innamorato della Roma”. In che ruolo può giocare Oliveira? Può essere il nuovo rigorista? “Non ho ancora pensato al rigorista, non lo so. Dobbiamo ancora decidere. Abbiamo lavorato tante cose questa settimana, non i rigori. Abbiamo cercato di dare a Sergio Oliveira e a Maitland un po’ più di conoscenza tattica della squadra. Lo stesso abbiamo fatto anche con gli altri che sono qui da sei mesi. Oliveira non pensavo si potesse prendere in prestito, non lo avevo messo nella lista del mercato. Non avevo fatto questo nome perché, conoscendo le nostre possibilità a gennaio e conoscendo un club importante come il Porto, non pensavo che sarebbe stato possibile prenderlo. Quando Tiago Pinto mi ha detto che era una possibilità concreta ho detto subito di sì ma non perché sia un regista, non perché sia un centrocampista centrale che può migliorare l’organizzazione, lui è un giocatore diverso. Ha un carattere di cui abbiamo bisogno, personalità, esperienza di cui abbiamo bisogno. Lui è cresciuto in un club di cui conosco molto bene la mentalità. Ho subito pensato sarebbe stato importante per noi. Questa finestra di mercato per noi è stata positiva perché abbiamo preso due calciatori presto ed è merito del direttore. In più sono due calciatori che migliorano tanto le nostre opzioni. Fino a oggi abbiamo fatto sette mesi con un terzino destro. Ora con Maitland se Karsdorp non c’è non è un problema. Ci dà una mano anche in diverse posizioni se giochiamo a tre. Oliveira può fare tutto in mezzo al campo. Non è un play, ma per il resto può fare tutto. Questi due giocatori ci danno più equilibrio. Con sei mesi di competizione davanti sperando di andare avanti in Conference e Coppa, avere questi due calciatori diventa importante”. Come sta El Shaarawy? “Non si è allenato con noi mai una volta, se lo farà oggi sarà in panchina. Penso che non avremo i soliti dodici in panchina. Avremo 4-5 Primavera in panchina, per questo se uno che non si è allenato come Stephan arriva all’ultimo allora andrà in panchina”. Chi sono gli indisponibili? “Ti posso dire chi non si è allenato con noi, il motivo per cui ci alleniamo alle 17 è per dare più tempo al dipartimento medico. El Shaarawy, Smalling e Karsdorp non si sono allenati”. Veretout lo vede un po’ appannato? “La nostra rosa, se guardi il numero di minuti giocati, può essere grande nei numeri ma, alla fine, sono 13-14 giocatori che giocano praticamente sempre. Quante più opzioni abbiamo, meno i giocatori diventano imprescindibili. Con Cristante, Oliveira, Pellegrini, Veretout, con Bove che sta arrivando, con Mkhitaryan, che stiamo trasformando in un giocatore di centrocampo, siamo equilibrati. Veretout sarà sempre importante per noi, è di qualità, ma sono d’accordo sul fatto che non ha reso benissimo nelle ultime gare, per le qualità che ha”. La rosa è completa con questi due innesti? E’ concluso il mercato della Roma? “Penso che abbiamo fatto un buon mercato in funzione di quello che siamo noi. A gennaio è sempre complicato anche per chi ha tanto da spendere, immaginate per noi. Prendere due giocatori in prestito in un momento così e che sono già pronti è stato importante. Abbiamo trovato due opzioni che migliorano il profilo della rosa. Se mi aspetto un terzo giocatore? No, penso che abbiamo fatto il possibile e il direttore lo ha fatto presto. Siamo al 15 e abbiamo fatto quello che serviva. Sono contento”. Come sta Spinazzola? “Mi piacerebbe sapere chi è il fenomeno che diceva che a novembre sarebbe tornato in campo. Lo ha detto lui? Allora è un pazzo (ride, ndr). E’ una lesione super difficile e impossibile da recuperare in così poco tempo. Sembra che ogni settimana che passa da novembre sia una in più. Io dal primo momento ho pensato: “Questa stagione non ho Spinazzola”. Ogni partita che mi gioca in più è un guadagno. Ogni momento che lui arriva io sarò contento. Il recupero non è mai una linea retta. Per questo sono tranquillo, quello che dico a lui è che manca un giorno in meno. Deve essere tranquillo”. Come ha preso la squadra le sue parole dopo Roma-Juve? Come si migliora l’attitudine mentale? “Penso che loro abbiano preso bene. Non è facile da leggere e sentire, ma per gente per bene e che vuole migliorare e che si fida della mia esperienza, io vedo sempre loro molto molto aperta e positiva quando noi parliamo. Quello che dico alla stampa non è che non lo dico a loro. Anzi, con loro vado anche più nel profondo. Non c’è gente permalosa e che non è contenta della critica, c’è gente che vuole migliorare. Per questo dico che mi fa piacere lavorare con loro. Nei sette minuti che abbiamo preso tre gol abbiamo fatto un fallo, se fossi stato io in campo da solo ne avrei fatti 4. Siamo ancora un po’ troppo naïf. Anche Oliveira mi diceva come ci fossero tanti giocatori giovani, lo stesso Pellegrini non ha 28 anni. Serve pazienza”. Il focus della settimana qual è stato? Lavorare sul Cagliari? Sugli errori commessi? “Il risultato contro la Juve offusca al di fuori i primi 70 minuti, non qui all’interno. Abbiamo analizzato quei 70. Nella riunione tecnica, abbiamo analizzato molto più quelli rispetto al disastro dei 10 minuti. Non possiamo dimenticarlo. La stampa può dimenticarlo, i tifosi anche, il risultato è importante ma per 70 minuti abbiamo fatto tante cose belle: la gestione della palla, la gestione dopo l’1-1, la costruzione, la pressione. Abbiamo analizzato poi gli errori fatti e la prospettiva mentale. Ci sono stati anche errori tattici o individuali. Sul terzo gol, ho subito detto che Shomurodov non ha chiuso ma ci sono stati altri errori all’interno dell’area. Abbiamo lavorato bene. Il Cagliari lo conosco, così come il suo allenatore. Loro verranno per prendere un punto ma, a volte, quando vieni per fare un punto puoi avere la possibilità anche di prenderne tre”.

  • Roma, Mourinho: “Se vinciamo saremo dentro altrimenti sarà tutto piu difficile”

    Mourinho dopo l’allenamento rifinitura di questa mattina torna a parlare in conferenza stampa alla vigilia della sfida di domani dell’Olimpico contro lo Zorya. Ecco le parole del tecnico portoghese: Il girone si è complicato, che gara sarà domani con lo Zorya? “E’ molto obiettivo: se vinciamo siamo dentro se perdiamo siamo fuori. Un pari lascia aperto e con il destino ancora nelle nostre mani. Per noi sarà una finale, così come per noi. Sarà dura andare avanti mesi con campionato e Conference, ma è un problema che vogliamo avere”. Cosa si aspetta da Zaniolo? “Non mi aspetto nulla di particolare da Zaniolo, mi aspetto tutto dalla squadra. Da squadra abbiamo vinto a Genova e così dobbiamo continuare a fare. Quello che ho detto a Genova, nel modo in cui ha festeggiato è come se avesse giocato 90 minuti come tutti”. Rui Patricio è tra i migliori portieri del campionato, ma il turn over in coppa non ci sarà? “Sarà confermato. Non è Rui che sta tra i migliori portieri del campionato, siamo noi che prendendo tre gol a Venezia o a Verona riusciamo comunque a rimanere lì tra le squadre con la miglior performance difensiva. Fuzato sta lavorando bene, ma dipende dalle situazioni. Se deve giocare una partita di Serie A o di Conference League non sarà un problema. Dormirei tranquillo. Ho fiducia totale”. E’ soddisfatto di Abraham? “Sono contento. Ovviamente quando sei attaccante di una squadra che crea tanto e che per filosofia è offensiva di solito hai la possibilità di segnare di più. Lavora tanto per la squadra e aiuta tanto nel creare gioco e per me non è un problema. Sono felice di lui, anche difensivamente. Mi sembra che è più giocatore di squadra, ha imparato ad avere un’altra dimensione che prima non aveva. Ovviamente penso che arriveranno anche più gol e avrà tutto. Avrà lavoro di squadra e i gol. In questo momento non sono preoccupato. Ha avuto un piccolo calo dopo un inizio forte. Ha colpito tutti, anche i tifosi. Il piccolo calo è normale soprattuto dopo l’infortunio che lo ha costretto a giocare con qualche limitazione. Gioca domani, così come Rui Patricio e Zaniolo”. Con i recuperi di Vina e Calafiori continuerà a giocare a tre? “A me non piace giocare a cinque perché una cosa è un concetto di tre e un’altra è di cinque. Abbiamo perso tutti i terzini sinistri e in quel momento la possibilità di giocare a tre con El Shaarawy che non è un terzino era una soluzione che ci ha portato risultato a Genova e non a Venezia. La rosa non è costruita per giocare a tre, non hai solo 4 centrali sennò. Non hai nemmeno tutte quelle ali d’attacco. La verità è che abbiamo giocato bene e i calciatori si sono sforzati di adattarsi. E’ una dinamica buona per qualche calciatore e magari è qualcosa che dobbiamo avere sempre in tasca come un’opzione. Quando recuperiamo tutti i giocatori l’obiettivo è tornare al modello che volevamo costruire. Questa di solito è una cosa che si fa dopo anni di lavoro, per forza dell’emergenza siamo stati costretti a sviluppare questo nuovo modo di giocare e sono contento. Cercheremo equilibrio. Giocherà Veretout. Vina e Calafiori si sono allenati e ora abbiamo la riunione per decidere sulle loro condizioni. Penso che è possibile che ci siano”. Cosa ha capito della Roma fino a questo momento? “Conosco meglio i miei giocatori. El Shaarawy non pensavo potesse giocare in questo modo, ha avuto un’evoluzione dove ora gioca 90 minuti e a Genova salva sulla linea di porta. Ci sono giocatori che non conoscevo e sto imparando molto da loro”. Cosa pensa dello Zorya? “Abbiamo analizzato tutto quello che era possibile analizzare. Tutte le partite fatte in campionato e in Conference League. Esiste un rispetto per l’avversario”.

  • Bodo/Glimt-Roma, le formazioni ufficiali

    Bodo/Glimt-Roma, le formazioni ufficiali

    Mourinho conferma l’ampio turnover che aveva preannunciato in conferenza stampa, di seguito le formazioni degli undici di partenza che prenderanno parte alla gara delle 18:45 tra Bodo/Glimt e Roma:

    Bodo/Glimt (4-3-3): Haikin; Sampsted, Moe, Lode, Bjorkan; Brunstad Fet, Berg, Naraden; Solbakken, Botheim, Pellegrino. Allenatore: Kjetil Knutsen.

    Roma (4-2-3-1): Rui Patricio; Reynolds, Ibanez, Kumbulla, Calafiori; Diawara, Darboe; Carles Perez, Villar, El Shaarawy; Mayoral. Allenatore: José Mourinho.

  • Roma, Mourinho: “Per ora abbiamo fatto bene. Continuiamo così”

    Josè Mourinho torna a parlare e lo fa in conferenza stampa alla vigilia dell’esordio della gara con il CSKA Sofia di domani in Conference League. Queste le sue dichiarazioni: Come sta la squadra? Come si mantiene questo livello di tensione alto? “Cinque vittorie non sono cinquanta. Non c’è ragione per essere ultra ottimisti e positivi. I risultati positivi sono comunque importanti perché aiutano il progetto di sviluppo della squadra. I tifosi anche devono essere equilibrati come noi, devono capire che è un processo e stiamo lavorando solo da due mesi. C’è un’evoluzione? Sì, chiaramente ma stiamo tranquilli. Il fatto che lo stadio sia sempre pieno è bello e può spingere le autorità a capire che c’è una voglia tremenda della gente di tutte le squadre d’Italia di poter andare allo stadio con normalità e quindi al 100% della capienza. Tutto quello che è meno di 100% non.è niente, lo dico sempre ai miei calciatori. Dobbiamo sempre lavorare al massimo, contro il Sassuolo potevamo perdere 2-1 ma la nostra ambizione non era stata negoziabile. E’ una caratteristica che vogliamo avere sempre. Turnover? Ovviamente li farò, ma l’importante è mantenere una struttura. E’ una competizione dove vogliamo fare qualcosa passo dopo passo”. Su Zaniolo: “I giocatori non lo sanno ancora chi giocherà per questo non lo dico ora. Bisogna trovare un equilibrio tranquillo, senza alcun pressioni. Nicolò sta bene e l’infortunio è nel suo passato. Qualche giorno fa era stanco, capisco che quando vanno in Nazionale non c’è tanto tempo per lavorare. Se va in Nazionale e non gioca torna con capacità fisiche inferiori rispetto a quando lascia il club. Lo abbiamo visto con Nico ma anche con altri. Se sta bene è in condizioni di giocare domani. Dal punto di vista psicologico per lui è importante dimenticare l’infortunio, guardiamo al futuro”. Come si tiene compatto il gruppo dei giocatori che giocano meno? “I calciatori sono intelligenti e capiscono le cose. Se un giocatore anche se non gioca tanto in un determinato momento guardano come gli parliamo e come noi facciamo dei commenti in allenamento o in partita. El Shaarawy capisce che per me è importante ed è un titolare. Non sono mai solo undici, stare in panchina o dall’inizio è una situazione che può cambiare. Non ho mai avuto una stagione in cui la formazione che ha cominciato è stata la stessa che ha finito. La stagione è un’autostrada, ma poi diventa anche una statua tortuosa. I calciatori devono capire che senza di loro siamo morti, non possiamo giocare solo con 10 o 11 giocatori. Stephan capisce che le sue caratteristiche mi piacciono tanto e a inizio stagione doveva percorrere un percorso per migliorare la forma che aveva perso tra Cina e infortuni. Ora è in crescita e ha tanta esperienza. Prima del Sassuolo gli ho detto che è un titolare e che lo avrebbe fatto contro il CSKA Sofia. Tutti i giocatori sono più responsabili di me nell’unità di spogliatoio. In questo senso il gruppo lavora bene tra di loro, sento la mia missione come leader molto facile perché è un bel gruppo”. Sulla Conference League: “Come assistente ho vinto anche una coppa che non c’è più (Coppa delle Coppe, ndr). Era con il Barca nel 97. Mi piacerebbe vincere la Conference, ma l’obiettivo non è essere l’unico ad aver vinto tutte e tre le coppe europee. Oggi siamo lontani dal poterla vincere, ma mi interessa e il primo passo è vincere il girone. Nessun giocatore andrà in vacanza o a riposare, saremo tutti lì. E’ un progetto collettivo e se qualcuno di quelli che ha giocato con il Sassuolo va in panchina è così”. La Roma è una squadra più da coppa o campionato? “E’ facile dire che loro lo scorso anno hanno fatto bene in Europa League. La sconfitta con il Manchester è stata pesante ma di fronte c’era una squadra con un potere diverso e la Roma era arrivata in difficoltà. Non so se questa squadra è più adatta alle coppe, ma per noi è molto più importante il campionato della Conference League. Ma voglio la mentalità giusta: la prossima partita è sempre più importante. Quando ci sarà la Coppa Italia dovrà essere lo stesso. E’ così che mi piace ragionare e così faremo. Voglio che la squadra sia pronta in tutte le competizioni. Domani non gioca Vina ma Calafiori, è normale che debba fare questo tipo di cambio, ma ora l’obiettivo non è pensare al campionato ma alla gara di domani”. Si aspettava quasi 200 persone fuori dal ristorante per omaggiarla? “Quello è bello ed è importante per noi. Per chi arriva la prima volta in Italia come Tammy e Vina è importante che capiscano dove sono. Ringrazio e niente più. Questa empatia creata con i tifosi è importante. Noi dobbiamo avere esperienza e tranquillità. Dobbiamo capire che c’è tanto da migliorare. Oggi abbiamo avuto la riunione sulla gara con il Sassuolo e abbiamo analizzato gli errori. Siamo in lavoro costante. Se i tifosi capiscono questo per noi è un plus. Sono convinto che anche senza il gol magico di El Shaarawy, la gente sarebbe comunque andata a casa consapevole che avevamo dato tutto in campo”. Come stanno i centrali difensivi? Kumbulla? “Sono quattro, è il numero giusto. Cinque sarebbero stati troppi. Sono contento con il gruppo che abbiamo, hanno età e caratteristiche diverse. Se tu mi chiedi domani se cambio tutti e due ti dico di no”. Avete iniziato bene la Serie A, ma ci sono dei difetti? “Non siamo perfetti, c’è molto da lavorare e qualche errore lo abbiamo sempre commesso. Dobbiamo restare umili. Domani non ci sono le pressioni della gara con il Trabzonspor perché è un girone e si possono perdere dei punti. Noi vogliamo comunque arrivare primi”.

  • Verso Roma-Fiorentina, le parole di Mourinho: “Il club ha fatto sforzi, dobbiamo fare bene”

    A Trebisonda, in Turchia, è andato tutto bene e Mourinho al debutto sulla panchina della Roma ha portato a casa il risultato e ha ipotecato il passaggio alla fase a gironi della Conference League. Ora è tempo di pensare alla serie A che, per i giallorossi, inizierà domenica 22 agosto alle 20:45 all’Olimpico contro la Fiorentina di Vincenzo Italiano. Ecco le parole in conferenza stampa di Mourinho:

     

    Come sta la squadra fisicamente? «Le vittorie aiutano a recuperare, quando si vince la stanchezza non è la stessa dopo una sconfitta. Non abbiamo avuto nessun infortunio in quella partita, neanche piccoli. Stiamo tutti bene e siamo preparati. Ovviamente abbiamo giocato 48 ore fa, ma il calcio di oggi è così. Puoi giocare ogni tre giorni e se hai una rosa che può aiutare in momenti di difficoltà è meglio. Abbiamo bisogno di giocare, contro il Trabzonspor, abbiamo sentito la differenza di una squadra che ha giocato tre partite ufficiali. Non farò tanti cambi, abbiamo quattro partite di fila, domani sarà la seconda poi il Trabzonspor e la Salernitana. Andremo partita dopo partita e non penseremo alla stanchezza».

    Domani si va verso il tutto esaurito, quanto può aiutare la presenza dei tifosi? «I tifosi possono aiutare, ma possono anche giocare. Qualche volta solo lì per aiutare e altre per giocare, io spero che siano lì per giocare. La passione è tremenda, ho giocato a Roma come avversario e ho capito la passione che c’è. Mancano tanto le partite vere perché da un anno o più la gente non va allo stadio, perché se facessimo la formula passione più quello che manca, sono convinto che staranno lì per giocare. Se loro giocano con noi, sarà difficile per la Fiorentina andare a casa con un risultato positivo».

    In ogni intervista dice che le manca qualcosa, perché? «Questo l’ho detto qualche giorno fa, oggi quello che mi manca sono i tre punti di domani. È questa l’unica cosa che mi manca. L’unica cosa che io voglio, Italiano vuole, i miei giocatori vogliono e i giocatori della Fiorentina vogliono sono i tre punti. Capisco la domanda, ma per finire la storia posso dire che il nostro mercato è stato reattivo perché abbiamo perso due giocatori che non ci aspettavamo di perdere e abbiamo dovuto reagire. Non abbiamo preso qualche giocatore che nella mia visione sarebbe un giocatore importante per riequilibrare la nostra rosa, ma se una società fa uno sforzo come quello che ha fatto per avere una reazione fantastica ai problemi, non ho diritto di mettere alcun tipo di pressione, non faccio nessuna richiesta in più e mi nascondo dietro a una parola chiave, che è tempo. Una parola chiave in questo progetto, che mi ha portato qui a Roma e mi nascondo dietro a questo tempo perché capisco che sarà difficile fare qualcosa in più e il mio lavoro adesso è lavorare con tutti i giocatori che abbiamo in rosa e avremo tempo per fare qualcosa in più. Se non si fa adesso si farà a gennaio, altrimenti la prossima estate. Vorrei che sia l’ultima volta che parlo di questo, anche se il mercato finirà il 31. Sono molto contento per il modo in cui la società sta con me in questo progetto e non ho il diritto di chiedere qualcosa in più. Lavoriamo con quello che abbiamo, andremo lì con il feeling che mi piacere avere e andremo lì per vincere. Come principio di vita, cercheremo di vincere in ogni partita. Anche in squadre che hanno più potenziale di noi».

    Come la vede la Fiorentina di Italiano? «Prima hanno scelto Gattuso e poi Italiano, hanno sempre scelto bene. Io ho visto un po’ di tutto di Italiano, gli analisti guardano tutto. Abbiamo visto quello che ha fatto allo Spezia, abbiamo visto tutto quello che c’è da analizzare nella Fiorentina. Sarà difficile, hanno giocatori di qualità, Italiano è un bravo allenatore, io sono un bravo allenatore e le nostre squadre giocano già abbastanza bene per due squadre che lavorano da pochissimo tempo con noi».

    Nell’ultima amichevole all’Olimpico, il campo non era il massimo. Lei che viene dall’Inghilterra in cui i campi sono perfetti, è preoccupato del campo del’Olimpico e delle strutture italiane? «Il clima aiuta tanto per la qualità dei campi. L’organizzazione del calcio in Inghilterra è difficile da paragonare con altri paesi. Dire che ci siano rapporti tra l’infortunio di Smalling e il campo sarebbe molto cattivo da parte mia e rifiuto questa connessione. Il campo non stava bene, ma ho fiducia nella professionalità e nell’orgoglio della gente e spero che sia in condizioni più accettabili. Sicuramente la settimana prossima quando la Lazio giocherà in casa, sarà ancora meglio. Un pochino più di pressione da tutti, non solo dal mio Instagram che è un account cattivo in cui dico tutto quello che mi passa per la testa. Con un po’ di pressione da tutti noi, possiamo arrivare a giocare a un buon livello».

    Come sta Abraham? È pronto a giocare? «Domani sarà convocato, non si è allenato con la squadra. Le regole ci hanno imposto di farlo allenare da solo, ha giocato partite amichevoli di livello alto a Londra contro Chelsea, Arsenal e Tottenham. È stata una settimana difficile per lui, abbiamo tre attaccanti e siamo contentissimi di averli».

    Quali sono le condizione di Reynolds? «Siamo insieme solo da cinque settimane, è impossibile parlare di evoluzione. Fisicamente ha delle condizioni fantastiche per essere un terzino, tecnicamente e tatticamente è arrivato da una realtà completamente diversa e che deve migliorare. È giovane, non ha mai giocato in Europa».

    Cosa è successo con Florenzi? «Il modo migliore per rispondere è di fargli gli auguri di fare una buona stagione e che possa essere felice a Milano. Ho parlato con lui solo una volta e nella testa aveva chiaro quello che voleva e non voleva fare. E quello che voleva fare era andare al Milan».

    Ha parlato spesso di tempo e ha detto che si nasconde dietro al concetto di tempo, ma nella sua carriera il concetto di tempo era sempre adesso. Il concetto di tempo è cambiato per la Roma o è cambiato Mourinho? «La Roma è club gigante, ma questa è la dimensione del club come tifosi, storia e città. Un’altra cosa è la natura dei progetti: quando sono arrivato al Chelsea, all’Inter, al Real Madrid, i progetti erano assolutamente ovvi e si doveva vincere subito. Alla Roma è diverso, è finita 16 punti dietro il quarto posto e 29 dallo scudetto, è ovvio che servirà tempo. Il tempo nel calcio è una cosa importante, la realtà è il pragmatismo dei numeri: noi non vinciamo da tanti anni, abbiamo finito la scorsa stagione settimi. Questo è il pragmatismo dei numeri. Ci vuole tempo, organizzazione, lavoro invisibile e con il tempo i risultati arriveranno. Però ioò sempre sia prima della Salernitana che della Juve o dell’Inter che bisogna vincere».

    La spinta dei terzini nella sue squadre è costante? Perché tanti cross sbagliati contro il Trabzonspor?
    «Quando ero in Inghilterra dicevo sempre ai miei che mi mancavano le conferenze stampe italiane in cui si parla di calcio. Adesso che sono in Italia io non voglio parlare di tattica perché voi siete bravi. Siamo arrivati a tante situazioni di cross contro il Trabzonspor e abbiamo sbagliato tanto. Possiamo spingere con due terzini, con uno o con nessuno. Un tempo c’era un modulo di gioco, adesso si fa diversamente perché è più difficile per l’avversario preparare la partita contro di te. Ci sono diversi modi per arrivare a un diverso obiettivo, per segnare gol devi avere diverse posizioni nell’ultimo terzo offensivo. La qualità del cross dipende dal giocatore e altre volte dipende dal momento. Karsdorp, Vina e Calafiori hanno una buona qualità di cross, ma contro il Trab il primo cross lo ha fatto Mkhitaryan che non è un giocatore di fascia».

    Quali sono le squadre più attrezzate rispetto alla Roma? «È una domanda facile perché sapete la risposta. È il pragmatismo della classifica, guardate lì e non è difficile capire le distanze. Quando sono 3/4 punti siamo tutti nella stessa tasca, quando la differenza è di 29, 25, 16, 17 è diverso. Lasciateci tranquilli e alla fine si vedrà. Il mio discorso non cambia: la prossima partita la vogliamo vincere. Quando giochiamo contro Inter, Juve, Milan, Atalanta e tutte quelle squadre che sono state più forti di noi comunque non cambieremo il nostro discorso”.

  • Parla lo Special One: “Abraham che colpo! Sono contento della rosa e del lavoro fatto, ma c’è tanto da migliorare”

    Torna a parlare José Mourinho dopo quaranta giorni dalla conferenza stampa di presentazione. Il tecnico della Roma ha risposto alle tante domande dei giornalisti su questo inizio di stagione, sul calciomercato giallorosso e sulla preparazione della squadra con le tante amichevoli di questi mesi. A due giorni dal primo impegno ufficiale di questa stagione, la gara di Conference League contro il Trabzonspor, il Vate di Setubal ha rilasciato queste dichiarazioni, che vi riportiamo di seguito.

    Cosa ci dice di questo pre-campionato?

    “Sono molto contento, veramente, di come abbiamo lavorato. Ho avuto gente che vuole lavorare, che vuole migliorare, che ha grande motivazione, che ha voglia di fare bene. Abbiamo imparato a lavorare di squadra. Anche per l’organizzazione dei diversi dipartimenti interni al club, intorno alla squadra. Adesso arriva il momento che piace a tutti. Io dico sempre che non mi piacciono le amichevoli, ora si gioca per i tre punti con la Fiorentina, ma ancora più difficile sarà il knockout: iniziamo in Turchia e questa è la pressione positiva che vogliamo io e i giocatori”.

     

    Come ha visto la squadra in questi mesi di preparazione?

    “I quindici giorni a Trigoria sono stati buoni per iniziare un primo contatto, affinché io conoscessi i giocatori e loro conoscessero me. Ma il Portogallo è stato fondamentale. Non lo dico perché è casa mia, ma per il fatto che la squadra è stata insieme 24 ore su 24 per due settimane. Da lì siamo andati via migliorati come squadra, ma anche come gruppo. E questo è fondamentale, perché alla fine questa è la famiglia. Se arriveremo alla fine del campionato, ci renderemo conto che saremo stati più tempo con questa famiglia che non con la nostra. E anche lo staff si è integrato bene: siamo arrivati in cinque, ora siamo in venti. È un processo di crescita, perché un giorno ci sarà la Roma senza Josè e quando questo giorno arriverà, vogliamo lasciare quello che facciamo sempre in ogni club, vale a dire una struttura super organizzata. Ma speriamo che la Roma senza Josè non sia presto ma tra tanti anni”.

     

    Come giudica le prestazioni nelle amichevoli?

    “Amichevoli per voi, non per noi. Prima con avversarie di serie inferiore, poi con squadre di Champions come Siviglia e Porto. Come difensiva siamo andati molto bene. In fase di possesso palla abbiamo capito che c’è tanto da migliorare: voglio più controllo nel gioco, più intensità nell’uscita in transizione. E anche nel posizionamento stiamo preparando la squadra per giocare in un modo diverso rispetto a quello che facevano negli anni precedenti. C’è bisogno di tempo, ma siamo migliorati tanto. Dal punto di vista emozionale, emotivo, competitivo, la squadra mi è piaciuto tanto. Porto e Siviglia sono due squadre aggressive, difficili da affrontare. E quella piccola rissa contro il Porto mi è piaciuta tanto, in termini di controllo delle emozioni, non è successo niente di particolare che possa andare dal cartellino giallo al rosso, semplicemente è stata una partita molto buona come competitività”.

     

    E contro il Betis Siviglia?

    “Qui è un’altra storia, che ha tanti responsabili per il modo in cui la partita è finita. Secondo me, il primo responsabile è l’arbitro e il secondo sono io, perché non posso essere io a provocare quello che è successo dopo, perché la squadra mi ha seguito nella mia reazione emozionale e abbiamo finito con 3-4 cartellini rossi. Ripeto: responsabilità mia. Però mi piacerebbe anche che l’arbitro arrivasse a casa e pensasse “ma che ho fatto io per far finire così un’amichevole buona? La squadra è arrivata lì stanca: era l’ultimo giorno, l’ultima partita, tre ore e mezza di pullman dal Portogallo a Siviglia, un caldo incredibile. E non posso dimenticare, perché è la verità, la situazione-Dzeko: è stata una situazione strana. Si capiva che sarebbe andato a un altro club, però si respiravano un po’ di dubbi: “lui va via, arriva qualcuno, non arriva…” Ho sentito i giocatori molto più preoccupati da questa situazione che concentrati sulla fine del ritiro”.

     

    Giudizio sul mercato?

    “Il mercato è stato diverso da come lo avevo immaginato, considerando le perdite di Spinazzola e Dzeko. Ma già con il Siviglia Shomurodov ha fatto capire che giocatore è. Lo abbiamo preso perché avevamo bisogno di un po’ di mobilità in attacco, siamo super contenti di lui”. Quindi lo sbarco di Abraham, arrivato il giorno di Ferragosto. “Grande direttore e grandissima proprietà: il boss Dan, Ryan e Tiago sono stati bravissimi. Perché la realtà è che abbiamo iniziato il pre-campionato pensando di avere Dzeko ed è stata un po’ una sorpresa per tutti noi ciò che è successo. Tammy è stato quello che voi italiani chiamate il colpo di mercato. Non era facile, in un mercato incredibilmente difficile e in una situazione economica. Su Tammy preferisco dire “aspettate e vedrete”, lo dico con tutta la fiducia. Lo conosco da bambino, non ha giocato mai per me, perché quando ero al Chelsea lui era veramente un “bambino” di 14-15-16 anni, però lo conosco molto bene come giocatore e come persona, come mentalità, so come ha preso la decisione sempre difficile, per un giocatore inglese, di lasciare la Premier. Questo mi dice tanto, perché quando lasci la Premier la lasci perché hai ambizione, perché vuoi tornare in Nazionale, perché vuoi giocare il Mondiale, perché vuoi vincere fuori dall’Inghilterra dove non tanti giocatori inglesi hanno avuto grandissime carriere. Lui viene con questa ambizione, poi aspettiamo di vedere le sue qualità come giocatore, ma con Tammy, con Eldor e con Borja, abbiamo un gruppo di attaccanti che mi fanno felice. Non abbiamo giocatori di esperienza di 30-33-35 anni come ha la Juve con Cristiano, il Milan con Giroud e Zlatan, o l’Atalanta con Muriel e Zapata. Ma come potenziale, con questi ragazzi io non potrei essere più felice”.

     

    E sugli altri acquisti?

    “Vina è un giocatore bravissimo, Rui Patricio ha giocato più di cento partite con il Portogallo, 4-5 anni nella Premier, ha una stabilità tremenda. Sappiamo di non avere la rosa più forte del mondo, ma nessuno può proibire di pensare che la prossima partita possiamo vincerla. Sicuramente perderemo o pareggeremo, ma giocheremo sempre per vincere. Non possiamo vincere sempre, avremo sicuramente dei giorni in cui andremo a casa tristi, ma con la consapevolezza che abbiamo lasciato tutto in campo. E sicuramente vinceremo più volte di quando avremo giorni negativi”

    Messaggio finale ai tifosi:”Spero di rimanere davvero per tanti anni alla Roma!”

     

     

     

  • Roma, Mourinho: ” Grazie ai tifosi per l’accoglienza, sarà la Roma dei romanisti”

    Appena terminata la presentazione di José Mourinho in conferenza stampa, queste sono le parole del nuovo allenatore giallorosso: “Voglio e devo ringraziare i tifosi perché la reazione al mio ingaggio è stata eccezionale, ho avuto subito questa sensazione di non aver fatto nulla per questo e mi sono sentito subito in debito perché l’accoglienza è stata emozionante e devo ringraziare i tifosi, poi devo ringraziare la fiducia del club, però il modo in cui i tifosi mi hanno ricevuto a Roma e prima è stato fantastico. Sono qui perché sono vicino alla statua di Marco Aurelio. Nulla viene dal nulla e nulla ritorna nel nulla. Questo ha un significato che io penso sia molto simile a quello che ho sentito quando ho parlato con il club nelle persone di Dan e Ryan Fredkin. Loro hanno un progetto molto chiaro, non vogliono dimenticare il passato di questo club e vogliono costruire un futuro importante. Nel calcio la parola tempo a volte non esiste, in questo caso esiste ed è davvero fondamentale. La società non vuole successo oggi e problemi domani, ma un progetto sostenibile per il futuro e farà di tutto per riuscirci con passione. Questa è la ragione principale per cui sono qui. Ora è tempo di lavorare. Non sono qui solo per questa città perché non siamo qui in vacanza. Io sono l’allenatore della Roma e non voglio essere niente di più. Qui c’è tanto da fare e mi devo concentrare su questo ruolo per ventiquattro ore. Non voglio la Roma di Mourinho. Voglio la Roma dei romanisti. Io non sono nessuno, sono uno in più. Insieme al club e ai tanti tifosi nel mondo sono solo uno in più”

  • Totti: “Con Mourinho abbiamo preso il migliore. La Nazionale può andare lontano”

    Francesco Totti, ex capitano della Roma è stato presente al Salone d’Onore del Coni, per presenziare al protocollo di intesa tra la Fondazione Milano-Cortina 2026 e il ministero dell’Istruzione. Totti ha voluto parlare di varie cosetta cui Mourinho e la nazionale italiana impegnata agli Europei. Queste le sue parole: “Mourinho? Quando arriverà dirà quello che pensa. Abbiamo preso l’allenatore più forte al mondo. Se mi sarebbe piaciuto farmi allenare da lui? Quando ero più giovane sì. Futuro in giallorosso per me? Non ho parlato con nessuno con la Roma e non ci sarà nessun ruolo per me. Se mi aspetto una chiamata dalla società? Ho il telefono spento”. Invece sulla nazionale ha affermato: “Fino a questo punto le cose stanno andando nel verso giusto. Non diciamo niente per scaramanzia. Siamo uniti con la squadra e la squadra sta unendo anche il Paese. Speriamo di arrivare il più lontano possibile. È da tanto tempo che non si vince l’europeo può essere questo l’anno giusto”.

  • Rudi Garcia: “Mourinho-Roma scelta coraggiosa. Il mio futuro in Premier o in Liga”

  • Mourinho : “Italia da semifinale, studierò i giocatori della Roma”

    Mourinho prima di vestire i panni di allenatore della Roma, sarà commentatore dell’Europeo per alcuni media inglesi. Ecco le sue parole sulla nazionale italiana :

    Italia : Mancini ha fatto un gran lavoro, dal punto di vista tattico e dello spirito, creando un gruppo con giocatori di esperienza e giovani interessanti. L’ Italia è fra le quattro più forti. Sfrutterò questa competizione per studiare i miei futuri giocatori, come Spinazzola, Cristante e Pellegrini. Mi aspetto tanto da loro.