Tag: Napoli

  • Napoli, Spalletti: “Stiamo vedendo i frutti del nostro lavoro”

    Napoli, Spalletti: “Stiamo vedendo i frutti del nostro lavoro”

    Alla vigilia della sfida contro la Lazio, l’allenatore del Napoli Luciano Spalletti risponde alle domande della stampa nella sala conferenze del Training Center di Castel Volturno. Ecco le Sue dichiarazioni.

    La gara di domani chiude un percorso iniziato tempo fa, proprio con Sarri. O è un taglio col passato perché diversa e superiore?
    “Ci portiamo dietro una cultura di lavoro iniziata anche da altri, un modo di stare in campo che erano caratteristiche di alcuni giocatori precedenti. Sarri ha delle cose che sono simili, piace andare entrambi in tuta, a me anche quando passeggio mi piacciono le scarpette (ride, ndr), poi l’idea di voler comandare il gioco. E’ stato anche un tema nell’ultimo periodo, possesso palla o non possesso (ride, ndr). Il possesso ti fa decidere dove vuoi giocarla, poi è fondamentale saper alternare ritmi e dimensioni del possesso, ma qui poi si va in discorsi più profondi. Si dice gioco verticale… anche quello, si deve alternare perché dipende se gli altri ti vengono a prendere o meno, se vengono a prenderti la difesa deve salire… lui è stato un po’ un masaniello calcistico, si è reso capo-popolo di una rivolta del modo di vedere il calcio. Io a casa sceglievo sempre di vedere il Napoli di Sarri e lo applaudivo in piedi. Non m’importa meglio o peggio, ho preso quello che volevo prendere, quando ho potuto sono andato a vedere le partite e sui campi di Castel Volturno ancora ci sono le linee di passaggio del suo calcio. Poi non mi fregano i paragoni”.

    C’è una percezione diversa in città, più equilibrio nell’attesa? Dipende dalla maturità o dalle delusioni del passato?
    “Sicuramente da una conoscenza del calcio in generale, una maturità di saper valutare le cose come funzionano nella vita. E’ fondamentale che non vadano ad aspettarci all’arrivo, ma che scendano in campo con noi ad ogni partita. Non date retta a chi vuole farci togliere le mani dal volante, farcele alzare in segno di vittoria quando abbiamo tante curve da affrontare!”.

    Osimhen come altri, ha speso parole belle per lei.
    “Prova ad intervistare Demme o chi gioca meno e vediamo (ride, ndr), è uno di quelli che meriterebbe di giocare per qualità, esperienza. Per me è facile lavorare con ragazzi che hanno qualità, attitudine all’ascolto, all’apprendimento perché c’è sempre la possibilità di andare avanti. Li ringrazio, ma sono sempre loro gli artefici di quello che sta succedendo. Le differenze non le so, lui sicuramente è più ordinato nel modo di stare in campo, è leggibile la sua quadratura difensiva, di contro-offensiva, pressione, la Lazio pure fa un calcio bellissimo, difendono e attaccano insieme, è un corpo unico, ce l’hanno chiusa a doppia mandata, noi ogni tanto alcuni scappano e alcuni vanno addosso, per praticità a me piace più così, a lui bisogna chiederlo a lui”.

    Il manifesto di Sarri era “la grande bellezza”, il suo? Da osservatore quali sono le differenze tra i due Napoli?
    “Non lo so, manco quello di Sarri perché lo sa lui. Dipende chi sei, dove vuoi andare, che calcio vuoi fare, ci sono davanti sempre delle persone. Dipende se stimola di più diamo le bastonate davanti o comandiamo lì in mezzo, secondo me è più stimolante la seconda e percorriamo ciò che ci piace. A me non piace il calcio tutti dietro davanti alla difesa, eppure l’ho fatto e ho perso spesso, quando non mi piace non la sanno fare neanche i ragazzi. Se giochi a pallone c’è sempre lo step successivo alla bellezza, a ciò che piace alla gente. Quando sono arrivato la mia battaglia era riportare gente allo stadio, fare qualcosa per creare emozione”

    Sullo Scudetto: “Ognuno quando fa questo mestiere sogna il massimo, poi c’è anche altro che dà soddisfazione. Non sono tra quelli del vincere a tutti i costi e poi l’anno dopo fallire, ma mi piace collaborare con la società per fare un discorso corretto per gli obiettivi comuni”.

    Con la Lazio all’andata, dopo due pareggi e andando sotto, fu un bivio?
    “Secondo me invece la svolta l’hanno darta le due gare precedenti, è rimasta la stessa mentalità, hanno creato disponibilità al sacrificio e poi se continui, non essendo a quel livello un giorno ti svegli, riprovi e sei a quel livello lì con la costanza. Succede sempre, altrimenti non avrebbe significato il modo di lavorare”.

    Sarri parlò di uno scudetto perso in albergo per Inter-Juve il giorno prima. Gli scudetti si perdono in albergo?
    “Bisognerebbe chiederlo a lui, anche se quel risultato lì ha influito sulla corsa, secondo lui molto… io prendo sempre me come obiettivo alle cose che non vanno, non altri, la stavamo vincendo, ho fatto sostituzioni che hanno determinato quella roba lì perché poi tutti vanno a finire lì, ma io le rifarei perché eravamo molto sofferenti in quel momento in 10 uomini, ma io responsabile di quello che ha fatto il Napoli… vi ringrazio, ma mi date troppe responsabilità. Errore Orsato? Non ne parlo, io scelgo sempre me come responsabile di ciò che non è andato.  Sbagliammo dei gol, potevamo avere un atteggiamento diverso, il responsabile ero io e si poteva fare quello che ha fatto il Napoli ad Empoli anche di fronte c’era la Juve, la più forte”.

    C’è un pizzico di rivincita, ora lei è celebrato come maestro di calcio, anche dai tifosi interisti.
    “Io non alleno per rivincite verso nessuno, io penso a far bene il mio lavoro, non devo fare altro. Sono i risultati del calcio giocato che fanno la differenza. Mi fa piacere, ora non so a quale pagina si riferisca, ma ce ne sono diverse. Anche se sono pochi… 900mila (ride, ndr). Anzi, 90mila… quando una pagina parla solo di te, commentano quello che tu dici ogni giorno è una roba che ti rende ancora più responsabile. Mi ricordano con piacere e lo stesso faccio io. Ma non c’è rivincita, io ho sempre dato il massimo, anche quando ho litigato l’ho fatto per il bene della società e della squadra, difendendo il lavoro”.

    Qualcuno prova a sminuire il Napoli parlando di livello del campionato basso.
    “Io non ci penso, penso ad occupare il tempo con le cose che dobbiamo fare noi, poi valuteremo le differenze con gli avversari. Per me domani è un derby del condominio di cui si parlava ad inizio anno, per guadagnarci un pianerottolo nel condominio e non ci interessa altro. Sui risultati in generale stiamo facendo cose importanti, straordinarie, e gli va detto bravi e dati i meriti. Al di là dei risultati, hanno fatto grandi partite, macinando roba, idee, responsabilità, calcio fatto bene. Non è una gara che vinci o una coppa con 3-4 partite, qui è la continuità con cui scendi in campo!”

    Il +18 in classifica non lo considerate proprio oppure è uno stimolo?
    “Non lo consideriamo, noi dobbiamo valutare le partite ed essere gli stessi, quello che fa la differenza, giocarle allo stesso modo, anche in 10 ad Empoli dando il rispetto all’avversario. Può succedere di tutto, basta un dettaglio per invertire tutto, funziona così. In questo campionato sono successe delle cose se si sta attenti, devi essere bravo a metterle davanti ai giocatori per avere un modo di ragionare equilibrato”.

    Il distacco dalle altre fa pensare di poter aprire un ciclo?
    “E’ un’osservazione interessante, sono basi buone, un gruppo forte, sano, roba fresca che può esploderti in mano e può durare negli anni. Qui la società è stata brava, Giuntoli bravissimo a sceglierli, individuarli, poi funziona così che tramite i suoi collaboratori tira fuori una serie di nomi poi c’è da vedere se la società te li compra o meno, tenendo conto le possibilità che giustamente un presidente attento ha come riferimenti. Può succedere di aprire un ciclo, ci sono ragazzi fuori che hanno giocato poco ed hanno qualità enorme e che ogni volta che ne scelgo 11 mi piange il cuore, Elmas va fatto giocare, lui non è mai venuto ma se venisse a chiedermi cosa deve fare per giocare io sarei in prigione, non saprei cosa rispondere. C’è Raspadori, il presidente ce l’ha messo a disposizione, sembrava difficile, è arrivato, è il futuro dell’Italia e non l’ho fatto giocare, c’è Gaetano, stravedo, Zerbin che ha disponibilità, Zedadka non l’avete mai visto ma mi avrebbe fatto piacere passare in Coppa per farvelo vedere, perciò mi diede fastidio, un paio di partite avrebbero influenzato il ritmo di recupero della squadra, ma potevo scegliere soltanto 15 in ritiro e lasciare a casa altri, far sentire titolari chi non giocava”.

    Ha visto le tante testimonianze d’affetto in città verso la squadra che vanno oltre lo stadio? C’è l’attesa.
    “E’ difficile far finta di niente, l’atmosfera fatico a descriverla a parole, ma poi bisogna ribadire che dobbiamo restare concentrati con le partite e loro devono scendere in campo con noi perché ne abbiamo bisogno”.

  • Napoli, a un passo il rinnovo di Rrahmani

    Napoli, a un passo il rinnovo di Rrahmani

    A un passo il rinnovo con la maglia del Napoli per il difensore centrale kosovaro Amir Kadri Rrahmani fino al 2027 a 2,5 milioni di euro, nelle prossime settimane arriverà l’annuncio ufficiale.

  • Serie A, il Napoli vince anche ad Empoli per 2-0

    Il Napoli non si ferma più e vince anche ad Empoli per 2-0. Partita già decisa nella prima mezz’ora, autorete di Ismaili al 17′ e raddoppio di Osimhen al 28′. Napoli sempre più primo in classifica.

  • Napoli, Spalletti: “Sono addolorato per Maurizio Costanzo”

    Napoli, Spalletti: “Sono addolorato per Maurizio Costanzo”

    Spalletti risponde alle domande della stampa nella sala conferenze del Training Center di Castel Volturno. Ecco le sue dichiarazioni: “Ho appreso da poco della morte di Costanzo, sono molto dispiaciuto, perdiamo un uomo importante per le tante cose che ha fatto e sono vicino al dolore della famiglia”.

    L’anno scorso ad Empoli il punto più basso? Quel momento ha aiutato a costruire questo Napoli? 
    “Credo ci siano stati passi avanti importanti dopo le sconfitte, la lettura e le gestioni di situazioni simili è stata ammortizzata bene. E’ una partita delicatissima per la loro precisa geometria tattica, noi dovremo dilatare la loro compattezza. Loro hanno un modo di giocare che viene da lontano, sanno stare in campo benissimo, hanno calciatori forti, fortissimi tipo Vicario, ormai ne parlano tutti, Parisi, Baldanzi, sono calciatori che noi ci troveremo il prossimo anno nelle grandi squadre a confrontarsi per l’alta classifica e già ora sanno come comportarsi in campo, poi c’è l’esperienza di Luperto che abbiamo avuto e doveva giocare con continuità, tutti segni della difficoltà della gara e dovremo essere bravi. Lei ha mai fatto il fabbro? Io sì, con gli occhiali da fabbro si vede solo davanti, di lato no perché c’è la barriera”.

    Ad Empoli lei ha iniziato, com’è cambiato Spalletti e come immagina il traguardo?
    “Sono partito da lì e sono molto grato ad Empoli, visto che l’ha citato facciamo una parentesi corretta. Nel calcio cerchiamo continuamente modelli da cui prendere qualcosa e per lavorare in maniera corretta bisogna imparare e da quelle parti c’è possibilità di vedere come si fa calcio. Lì di spunti su come fare calcio e di una visione futura se ne possono trovare tanti. Io sono stato favorito nel lavorare lì con quella impostazione, 7 anni tra allenatore e calciatore, 20 da tifoso, ne ho avuto benefici e strada facendo si fanno nuove esperienze”.

    Sulle condizioni della squadra in vista delle rotazioni: “Gli abbiamo dato un giorno di recupero totale dopo Francoforte. Potevamo fare un allenamento di recupero, ma riportarli nello spogliatoio era già riportarli alle cose di tutti i giorni, poi abbiamo dei preparatori molto bravi, sanno benissimo indicarmi il carico muscolare che dobbiamo fare negli allenamenti successivi. Noi lavoriamo in modo da non addizionare fatica su fatica. Quando si vincono le partite così sono dei massaggi alla testa oltre che ai muscoli e funzionano più di un massaggio di un professionista. Stanno tutti bene e poi è chiaro che cerchiamo di scegliere meno possibile anche se per me non è facile perché di dubbi ne ho sempre tanti per la qualità dei calciatori”.

    C’è un aggettivo non ancora usato o uno che lei userebbe? 
    “Non fare confusione tra il lavoro e la scaramanzia. Se uno non parla dicono è per scaramanzia, ma è per il lavoro. Dopo una partita si mette un pannello, non ci pensiamo, poi chi vuole comprare lo spumante… qui non c’è, oggi è il compleanno di Rrahmani altrimenti non ci sono pasticcini e spumante. Qui si lavora in maniera corretta, la partita con l’Empoli ci ha distrutto il lavoro di un anno intero, non del poter vincere o meno, ma proprio per l’equilibrio, la forza, potevamo perdere ma c’era sempre stata una reazione mentre lì fu brutta perché potevamo andare 3-0 e invece perdemmo e quelle gare diventano devastante e soffrimmo tantissimo. Capisco che voi facciate fatica a interpretare la difficoltà delle partite come queste, ma noi non dobbiamo farlo, venendo qui sarebbe più facile per voi capire certi discorsi. Non c’è nessuna scaramanzia! Vogliamo vincere per la nostra città, lo sentiamo, lo percepiamo. Non bisogna fare il minimo errore, a volte anche non volendo vengono fuori e sono determinanti per ribaltare le situazioni. Dall’euforia non deve iniziare la presunzione che mette fine alla crescita”.

    Napoli modello del calcio italiano? Va sempre a mille, è organizzato, strutturato ed in Europa sembra una inglese con gli stessi interpreti.
    “Non lo so se può diventare un modello, la nostra impostazione è questa, giocare un buon calcio, per le nostre caratteristiche per fare più risultati possibili. I complimenti ci fanno piacere, ovviamente. Sui sostituti poi, se ragioniamo su Di Lorenzo che si propone sempre così, perchè devi cercare un sostituto? Oppure Osimhen che all’80’ lo vedi così e poi ti strappa ancora, lui è disponibile a quel sentimento per l’aiuto ai compagni. Gli altri non sono uguali, sono differenti: poi c’è chi ha bisogno di recuperare, non ha un motore potentissimo e dopo alcuni km devono fare una pausa. Quando hai due forti invece è meglio se funzionano tutti perché il titolare poi alla lunga può abbassare, a meno che non sia Di Lorenzo, Osimhen, Lobotka… sono valutazioni per gli altri da fare per evitare rischi”.

    Ancora sulla continuità senza presunzione: “Il modo di venire ad allenarsi, quando uno viene con lo spirito di ‘devi darmi qualcosa’, ma io non devo dare niente, devo ricevere, loro devono dare qualcosa a chi li guarda, indossando una maglia come quella del Napoli”.

    Anguissa un diesel nella ripresa, come si spiega non abbia mai giocato in una big europea?
    “Io non devo spiegare tutto (ride, ndr). Spesso si è detto di Lobotka, ma io sono fortunato, lo conoscevo dai tempi dell’Inter, me lo segnalò Pane, un mio collaboratore che giocava davanti alla difesa, ha allenato squadre importanti in B e C. Mi ricordo che pensammo di aggiungere un giocatore, poi facemmo giocare Brozovic, ma non potevamo spendere quei soldi per Lobotka e quando sono arrivato sapevo benissimo chi fosse. Di solito funziona così, il direttore fa un nome o ascolta se conosci qualcosa, qui ho Beccaccioli che di giocatori ne conosce tanti, a volte parla col direttore e qualche nome lo tira fuori anche lui, poi il direttore ti dice i nomi sul taccuino e si vanno a guardare. Di lui non ce n’è stato bisogno, lo conoscevamo già. Pane mi disse guarda questi qui che è bravo. Anguissa? Mi garbava fare un complimento a Lobo e Pane (ride, ndr), ma Anguissa è fortissimo, è extra-large per i complimenti, si sovrappone in bandierina, crossa, poi loro ripartono e lo trovi a contrastare. E’ uno da raggio d’azione per tutto il campo, con una forza e continuità senza sosta”.

    La sua emozione per il Premio Bearzot?
    “Un premio importantissimo, mi rende orgoglioso per il personaggio, il comportamento, il suo calcio, averlo a casa mia mi fa sentire più forte”.

  • Champions League, il Napoli vince a Francoforte per 2-0

    Champions League, il Napoli vince a Francoforte per 2-0

    È un Napoli che si conferma grande anche in Champions League vincendo per 2-0 a Francoforte contro l’ Eintracht. Decisivi i gol di Osimhen sul finire del primo al 45′ che segna il primo gol sul filo del fuorigioco e poi raddoppio della squadra di Spalletti nel secondo tempo al 65′ con Di Lorenzo, servito da uno splendido colpo di tacco di Kvaratskhelia, dopo un’azione dei partenopei davvero eccellente.

  • Napoli, Spalletti: “In Champions ci vuole maturità”

    Napoli, Spalletti: “In Champions ci vuole maturità”

    Alla vigilia della sfida di Champions League contro i tedeschi dell’ Eintracht Francoforte parla il tecnico del Napoli Luciano Spalletti.

    “Io conosco abbastanza bene i miei calciatori, anche che uomini sono i miei. Per cui mi aspetto che sappiano interpretare bene la partita. Loro hanno più esperienza di noi nelle partite dentro o fuori, ma nelle ultime partite di campionato abbiamo provato a sviluppare questo. Giocare senza pensare al piccolo margine che ci siamo ritagliati in campionato”.

    A che punto è il bimbo Luciano nello scartare i regali di Natale? Il tecnico dell’Eintracht ha detto che c’è fate un calcio anti-italiano, gli altri però ci provano.
    “Devo dare del latte alle renne, perché siamo alla sera prima, è una festa per me. Vedremo se riusciremo a scartare i regali oppure no. Quella dell’anti-italiano è un luogo comune, magari a tratti le squadre che giocano in Europa fanno delle scelte dove decidono di concedere campo all’avversario, con squadre che hanno capacità di andare a giocare in velocità nello spazio, come l’Eintracht. Sanno andare addosso all’avversario, ma anche ripiegare di 20-25 metri. Si fa un po’ tutti di usare strategie che non siano sempre le stesse. È difficilissimo, per la qualità in Europa, fare la partita nell’altra metà campo”.

    Sui risultati.
    “Non mi fido di voi, sono ancora a pensare alle domande di inizio campionato, dove probabilmente non saremo entrati in Champions League. Ora mi dite tutto l’opposto, meglio non fidarsi. Ci sta di rimanerci male. Noi sappiamo di avere potenzialità come il nostro avversario. Glasner ha detto bene, che il Napoli è una squadra forte ma che ha possibilità di passare il turno. Ha il 50% di vincere nella doppia sfida. Io la penso come lui”.

    Kvara e Osimhen sono considerati i Campioni di domani, ma come vivono mentalmente questa vigilia?
    “Da un punto di vista di maturità, si può portare per esempio la reazione di Osimhen a Sassuolo: appena ha sentito un problemino ha valutato in maniera corretta, chiedendo la sostituzione. Questo è il calciatore che sa valutare benissimo le cose, questi due tipi sono due di quelli che hanno veramente l’estro, la fantasia, la qualità per mandare segnali al calcio mondiale. Allo stesso tempo sono due ragazzi giovanissimi, Giuntoli e De Laurentiis sono stati bravi a sceglierli in un pacchetto molto ampio di calciatori, questa gioventù va ancora plasmata, fatta maturare. Quello di domani sera sarà un evento da sfruttare, loro secondo me la sapranno interpretare, la partita di domani. Non è lecito avere paura. Vedremo le giocate che solamente chi è a questo livello sa fare”.

    Quale qualità vuole vedere domani?
    “Dipende un po’ dalle caratteristiche dei calciatori, ognuno ha la sua. A Kvaratskhelia non si può chiedere le stesse cose di Di Lorenzo, ma metterà molte più delle sue e altre che è meno abituato a fare. Quando ha la palla l’Eintracht – e farà la ripartenza che sono abituati a fare – bisogna ripiegare con gli attaccanti, fare fase difensiva, blocco squadra basso. Ci vuole la disponibilità degli attaccanti a rincorrere gli avversari, quello che mi aspetto a livello generale è che si riesca a fare la partita che il Napoli sa fare da quando si è iniziato. Tentare di prendere la gara in mano, fare gioco, farla circolare, provare a fare gol e comandare la partita”.

    Come valuta il lavoro di Glasner.
    “Lo conosco bene perché lo avevo già incontrato quando ero allenatore dello Zenit, c’è il rispetto reciproco per quanto riguarda il lavoro degli altri tecnici, da parte mia. Io ho una serie di collaboratori che il Napoli mi mette a disposizione e che vanno a vedere il lavoro delle squadre che riescono a fare buon calcio, da quando ha vinto l’Europa League anche noi siamo andati a vedere ciò che fa Glasner. È moderno, sa fare giocare cortissima la sua squadra, sa benissimo andare a pressare alto e portare il blocco squadra basso e ripartire nello spazio. Ha calciatori di gamba che sanno benissimo usare questo spazio. Si fanno i complimenti per il calcio che ha fatto, anche in campionato lo sta facendo. Appunto per questo sarà delicata e difficile”.

    Vi siete incontrati in un ascensore?
    “Se vuole la tranquillizzo, non è successo niente (sorride, ndr). Pensavo non interessasse, l’importante è il rispetto del lavoro dell’avversario, dal mio punto di vista ha qualità che trasferisce alla squadra, si possono imparare cose per poi portarle nel nostro lavoro. Come dicevo prima, noi abbiamo osservatori che vanno a riportare i numeri, le giocate più belle da copiare e riproporre. Ne abbiamo diverse sue, sul nostro block notes”.

    Avete due terzini sinistri di alto livello…
    “Ne ho diversi di bei problemi da gestire. La partita che ha giocato Elmas al posto di Zielinski ha fatto benissimo, quando all’inizio eravamo titubanti del nostro cammino in campionato Raspadori e Simeone ci hanno messo a posto molte cose. Lozano e Politano li ho cambiati più volte, non perché ci fosse scarsa fiducia, ma perché il livello è altissimo di entrambi, quindi si guarda di far funzionare il 100% della coppia a disposizione. Chiaro che nella lunghezza di un campionato ci sono dei momenti dove il grafico si abbassa e se si ha un altro calciatore che lo riprende e tira su, il grafico diventa importante. Ne ho diverse, di coppie, dove ho qualità in quello che ha giocato di più o meno. Alcuni hanno giocato un po’ e un po’. Mario e Olivera sono una coppia di queste, è chiaro che ognuno dei due ha qualità superiori in alcune cose e viceversa. Però per ora hanno funzionato bene e vedremo di farlo anche domani sera”.

  • Napoli, non c’è accordo sul rinnovo di Zielinski

    Il Napoli è alle prese con il problema di Piotr Zielinski il cui contratto scadrà nel giugno 2024. Al momento non ci sono accordi sul rinnovo di contratto del giocatore polacco. Non è da escludere che Zielinski possa partire a questo punto la prossima estate.

  • Il Napoli vuole blindare Kvaratskhelia

    Il Napoli vuole frenare le altre big d’Europa che hanno messo gli occhi su Khvicha Kvaratskhelia blindando l’esterno georgiano, alzandogli lo stipendio da 1.1milione a 3 milioni netti a stagione.

  • Serie A, il Napoli vince anche contro il Sassuolo per 2-0

    Nell’anticipo della 23ª giornata del campionato di serie A, il Napoli vince anche in casa del Sassuolo per 2-0. La partita viene già risolta nel primo tempo con Kvaratskhelia al 12′ e Osimhen al 33′. I partenopei sono sempre più dominatori del campionato e martedì sono attesi in Champions League dall’Eintracht Francoforte.

  • Le formazioni ufficiali di Sassuolo-Napoli

    Le formazioni ufficiali di Sassuolo-Napoli

    Le formazioni ufficiali di Sassuolo-Napoli

    Sassuolo (4-3-3): Consigli; Zortea, Erlic, Ruan Tressoldi, Rogerio; Frattesi, Maxime Lopez, Matheus Henrique; Bajrami, Defrel, Laurientè. Allenatore: Alessio Dionisi.

    Napoli (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Kim, Olivera; Anguissa, Lobotka, Elmas; Politano, Kvaratskhelia, Osimhen. Allenatore: Luciano Spalletti.