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  • Roma, Mourinho: “Dopo il derby dobbiamo reagire”

    Dopo la sconfitta nel derby, la Roma torna in campo domani per affrontare il Sassuolo a 180 minuti dalla sosta per il Mondiale. Di seguito le parole di Josè Mourinho alla vigilia del match.

    Che reazione si attende domani?
    “La reazione che mi aspetto è la stessa di sempre di quando perdiamo. E’ una squadra di gente buona, che soffre quando perde. Sappiamo che quando perdiamo un calciatore, siamo in difficoltà. Alla fine però qualcosa arriva sempre, domani sarà molto difficile e lo scorso anno ci ha regalato due partite veramente complicato. Mi aspetto tutto lo sforzo possibile per tornare a sorridere che non facciamo da due giorni”.

    Visto l’infortunio di Pellegrini, Volpato potrà essere il suo sostituto?
    “L’unico giocatore che confermo che giocherà domani è Ibanez. Volpato in nazionale? E’ una questione personale, non di società. Quello che ho capito è che questo è l’inizio della sua carriera, che crescere con la Roma, giocare i suoi primi minuti consecutivi, è in un processo di crescita dove deve concentrarsi sul suo futuro e non su questo tipo di decisione dove qualcuno vuole accelerare un processo che non deve essere accelerato”

    Su Ibanez
    “Serve rispetto per chi dal giorno in cui sono arrivato oggi dà tutto quello che ha anche quando è stato in difficoltà. Lo scorso anno in un periodo della stagione avevamo solo lui come centrale e stava sempre lì. Quando siamo andati a Siviglia e l’ho visto la mattina pensavo fosse impossibile che giocasse e invece è sceso in campo. Lui ci ha messo sempre la faccia, per me è un intoccabile”.

    Come mai fate più punti in trasferta?
    “A casa ci sono tre partite nelle quali non abbiamo segnato: Napoli, Atalanta e Lazio. Posso anche piangere io? Gli altri lo fanno sempre. Abbiamo giocato tre partite senza il nostro giocatore più creativo e con più mobilità nel campo. Un giocatore che apre un blocco compatto e l’Atalanta lo ha fatto così. Non parliamo della Lazio, che se avessi vinto io una gara così come l’ha vinta Sarri mi avrebbero ucciso. Il Napoli ha fatto una gara diversa. Se guardiamo l’ultima partita nostra abbiamo giocato con la stessa squadra dello scorso anno in modo generale e con Camara nella posizione di Mkhitaryan. Questo significa che il bel mercatino che abbiamo fatto con tanta dedizione e sacrifico non sta giocando. Devo piangere un pochino anche io: tutte di queste partite grandi Dybala non le ha fatte. Gioca con l’Inter e vinciamo perché segna, con la Juve pareggiamo e fa l’assist. Poi c’è Pellegrini che è l’altro che ha questa luce e gioca troppi minuti, è in difficoltà. Ha una qualche fragilità muscolare e sono poche le partite dove finisce al 100%. Quando segniamo poi è molto difficile che perdiamo, con i punti che abbiamo preso siamo con gli stessi punti di 15 gare dello scorso anno. Quindi se facciamo qualche punto con Sassuolo e Torino, dopo 15 partite possiamo avere 2, 4 o 6 in più. Nonostante le difficoltà facciamo il nostro lavoro”.

    Lei è soddisfatto dell’evoluzione dei singoli dopo la finale di Tirana?
    “Penso che Mancini sta meglio quest’anno, è molto più equilibrato e controllato. Ha preso solo tre cartellini gialli. Ibanez, al di là dell’episodio del derby, è migliorato. C’è poi una cosa che influenza: noi abbiamo perso tre giocatori di centrocampo, tutti loro titolari. Mkhtaryan, Sergio Oliveira e Veretout. Wijnaldum non gioca una partita, di quelli che abbiamo ne rimangono due e uno è Camara che arriva l’ultimo giorno di mercato e ha bisogno di tempo. L’altro è Matic, non è venuto qui per giocare con Cristante e si trova spesso a dover giocare con lui. Noi purtroppo abbiamo avuto dei problemi inaspettati sia quest’anno che la scorsa stagione. Quando Spinazzola si fa male all’Europeo, siamo dovuti andare in una direzione sul mercato che non volevamo. Sto piangendo tanto e non mi piace farlo, mi piace dire che tutti questi problemi hanno aperto la porta a Volpato a Zalewski lo scorso anno. Progressivamente cresce Bove, presto giocherà Tahirovic. Mancano due partite alla sosta e vediamo i punti che possono fare. Poi vedremo che punti avremo anche se non saremo nemmeno a metà campionato. C’era gente da cui mi aspettavo di più? Sì, non posso essere soddisfatto dell’involuzione di qualche giocatore, ma posso nasconderti chi sono. Perché io parlo dei singoli solo quando ci sono cose belle. La gente deve sempre pretendere di più da se stesso. Karsdorp è tornato due minuti dopo essere andato negli spogliatoi, non sai se ha preso il ghiaccio, se non è il ginocchio è l’adduttore o ha la febbre, lui ha tanti di questi problemi. Dopo due minuti era in panchina, non l’ho visto come un brutto atteggiamento. Quello che potevo dire è che questo per me non è un problema. Il problema che vedo è che si può o che si doveva migliorare è l’accettazione di una sfida diversa da quella dell’anno scorso, la crescita nella mentalità, nella responsabilità, nell’ambizione, non essere soddisfatti di aver raggiunto questo livello qui e di essere contenti di cercare di andare oltre. A questo livello, e non parliamo di Karsdorp, sì. Se sono soddisfatto della mia carriera nel 2010… e magari avevo dei motivi per esserlo per quello che avevo raggiunto. Penso che per i giocatori sia lo stesso, i giocatori devono esigere di più fino all’ultimo giorno”.

    Sta pensando a un cambio di modulo?
    “Il modulo non lo faccio, ma i giocatori con le proprie caratteristiche”

    Cosa sta succedendo ad Abraham
    “E’ una buona domanda per Abraham per dirti se è assente o no. Se pensa al mondiale o meno. Penso che lui sia la persona giusta per rispondere”.

    Se Cristante e Matic non sono una coppia, perché è uscito Camara?
    “Buona domanda. Perché non c’era Wijnaldum e non c’era Mkhitaryan, giochi con quelli che hai. Non siamo tanti e siamo un tipo di società che quando ha dei problemi nella rosa ha più difficoltà. Semplicemente questo

  • La Lazio vince il derby con Felipe Anderson

    La Lazio vince il derby con Felipe Anderson

    Senza Ciro Immobile appena rientrato dall’infortunio e senza Milinković-Savić squalificato, la Lazio di Maurizio Sarri vince il derby della Capitale battendo 1-0 la Roma grazie alla rete decisiva nel primo tempo di un grande Felipe Anderson che approfitta dell’errore dei giallorossi in fase difensiva. La Lazio supera così la Roma in classifica portandosi a quota 27 punti con i giallorossi ora a -2.

  • Formazioni Ufficiali: Roma-Lazio

    Formazioni Ufficiali: Roma-Lazio

    ROMA (3-4-1-2): Rui Patricio; Mancini, Smalling, Ibanez; Karsdorp, Camara, Cristante, Zalewski; Zaniolo, Pellegrini; Abraham. All. Mourinho

    LAZIO (4-3-3): Provedel; Lazzari, Casale, Romagnoli, Marusic; Vecino, Cataldi, Luis Alberto; Pedro, Felipe Anderson, Zaccagni. All. Sarri

  • Supercoppa femminile, vince la Roma ai rigori

    Supercoppa femminile, vince la Roma ai rigori

    La Roma mette in bacheca la sua prima Supercoppa Femminile. La squadra giallorossa vince ai calci di rigore contro l’eterna rivale Juventus grazie alle parate di Ceasar, regina della serata di Parma, che ne respinge due rendendo meno amaro l’errore dal dischetto della compagna Glionna.

    Buoni ritmi egioco a viso aperto da parte delle due squadre nei primi minuti di gioco, sia la Roma sia la Juvenus cercano le corsie esterne anche se in maniera diversa: più verticalizzazioni da parte delle giallorosse, azione più avolgente da parte delle bianconere. Poche le occasioni da rete con leggera prevalenza della Roma che al 10′ con un tiro-cross di Giugliano dalla sinistra chiama Peyraud-Magnin al primo intervento serio della gara. La maggiore pressione delle giallorosse dà i suoi frutti dopo il 15′: su una rimessa laterale di Bartoli palla a centro area per Giacinti che spalle alla porta tocca che Haavi. Il tiro della numero 11 giallorossa viene smorzato dalla difesa, ma il pallone torna alla centravanti che di prima intenzione calcia in porta da pochi passi e batte Peyraud-Magnin.

    Reazione bianconera – La Juve fatica a reagire, se si esclude una fiammata di Beerensteyn al 25′, mentre la Roma continua ad aggredire e pressare per rubare palla e ripartire immediatamente con verticalizzazioni veloci atte a sorprendere la retroguardia bianconera. Poco dopo la mezz’ora la Juve si fa vedere però pericolosamente dalle parti di Ceasar con una punizione dal limite di Boattin che viene respinta dalla traversa strozzando l’urlo in gola alle torinesi. La Roma risponde al 40′ sull’asse Serturini-Giacinti con la numero nove che questa volta conclude debolmente senza impensierire troppo Peyraud-Magnin. Clamoroso infine l’errore finale di Girelli che servita in area nell’ultima azione del primo tempo calcia alto da ottima posizione lasciando inviariato il punteggio all’intervallo.

    La Juve spinge e pareggia – Il copione della ripresa vede una Juventus che alza il proprio baricentro alla caccia del pareggio con Giacinti più nel vivo del gioco, mentre la Roma continua con il suo gioco fatti di veloci ribaltamenti per sfruttare la velocità delle punte. L’occasione migliore arriva al 54′ per le bianconere con Beerensteyn che calcia a lato dopo un batti e ribatti in area. È sempre l’olandese la più pericolosa in questa ripresa e al 56′ si infila fra le maglie della difesa e calcia impegnando Ceasar alla parata in più tempi. Il gol è nell’aria e arriva all’ora di gioco con Boattin che inventa una traiettoria beffarda e perfetta su una punizione da posizione defilata alla destra dell’area di rigore soprendendo Ceasaer e riportando in parità la gara.

    Cresce la Juve, Roma all’angolo. Si va ai Supplementari – La Roma accusa il colpo, tenta qualche sparuta reazione, ma soffre una squadra bianconera galvanizzata e che pesca pedine importanti dalla panchina. La Juve sfiora così in un paio d’occasioni il sorpasso senza però inquadrare la porta di Caesar. La risposta della Roma arriva con fiammate improvvise come quella che manda al tiro all’86’ Glionna che però non inquadra la porta. Nel finale è ancora la Juve a spingere con Rosucci, Bonfantini e Girelli che vanno vicine al gol vittoria senza però trovarlo anche grazie a due grandi interventi di Ceasar.

    Supplementari e rigori – Nonostante gli oltre 90 minuti nelle gambe la gara non si spegne e continua su buoni ritmi con le due squadre che vanno alla caccia del gol facendo correre più di un brivido alle portiere avversarie senza però riuscire a batterle un po’ per imprecisione e un po’ per bravura delle dirette interessate. La gara continua così sui binari dell’equilibrio e si va così ai calci di rigore per decidere chi poterà a casa il trofeo. Dal dischetto la prima a sbagliare è Glionna che calcia alle stelle il duo tiro, ma la Juve non ne approfitta con Girelli che si fa parare da Ceasar quello successivo. Si arriva al quinto con Haavi che segna il suo e Ceasar che diventa l’eroina di giornata respingendo l’ultimo tiro di Bonfantini e regalando alla Roma la Supercoppa.

  • Europa League, la Roma vince 3-1 sul Ludogorets

    La Roma contro il Ludogorets aveva un solo risultato a disposizione se vuole restare in Europa League: la vittoria. Lo ha capito Mourinho, che si è affidato ai veterani e non ha avuto paura di lanciare dal 1′ il tandem Belotti-Abraham. L’ha capito anche la squadra giallorossa, che si è riversata fin dal primo minuto nella metà campo avversaria alla spasmodica ricerca del gol. Trovandolo, dopo aver clamorosamente chiuso in svantaggio il primo tempo a causa del gol segnato da Rick al 41′, grazie a una rimonta firmata Zaniolo-Pellegrini. Pronti-via e si capisce subito che sarà la Roma a fare la partita. Dopo una leggerezza di Viña che quasi non costa il vantaggio ospite al 7′, i giallorossi iniziano infatti a spingere sull’acceleratore piazzandosi quasi stabilmente nella metà campo bulgara. Ci provano in successione Pellegrini, Camara ed El Shaarawy, ma nessun tiro inquadra il bersaglio impensierendo davvero Padt. Sul fronte opposto il Ludogorets ne approfitta spesso per perdere tempo e, intanto, aspetta pazientemente il momento per colpire in contropiede con la velocità di Tekpetey, pericoloso in almeno un paio di sortite individuali. All’Olimpico il risultato non sembra proprio volversi sbloccare, neanche quando Belotti ha la palla per colpire al volo a tu per tu col portiere: parabola che finisce altissima al 39′ e ricerca del gol rimandata dunque alla ripresa. Almeno quella della Roma, visto che il gol lo trova eccome la truppa di mister Simundza: avanzata al 41′ di Rick, lasciato troppo libero di andarsene via palla al piede e 0-1 del Ludogorets a ridosso dell’intervallo, con qualche fischio inevitabile a scandire il rientro negli spogliatoi di Pellegrini e compagni. Subito tre cambi per la Roma di Mourinho, che nel secondo tempo deve segnare almeno due reti al Ludogorets per mantenere i suoi sogni di Europa League. Escono Camara, Belotti e Karsdorp, entrano rispettivamente Volpato, Zaniolo e Cristante. Una mossa, in particolare quella legata all’ingresso del fantasista ex inter, che si rivela immediatamente decisiva. Dopo aver sfiorato il tap-in su tiro di Volpato, è proprio Zaniolo infatti a conquistare il rigore dell’1-1 (atterrato da Cicinho in area), trasformato magistralmente da capitan Pellegrini al 56′, e poi è ancora Zaniolo a strappare il penalty del 2-1 (spinta piuttosto evidente di Verdon) al 64′. Stesso marcatore, stessa traiettoria e Olimpico in estasi per una rimonta strameritata. Partita finita? Nient’affatto, perché il Ludogorets dà l’impressione di poter far male con ogni sua fiammata. Proprio come al 78′, quando il neo-entrato Nonato insacca sotto rete un tiro deviato di Tissera, ma per fortuna dei giallorossi il direttore di gara, con l’ausilio del VAR, annulla tutto a causa di un contatto in mezzo al campo avvenuto all’inizio dell’azione fra Rick e Ibanez. Ci pensa dunque il solito Zaniolo a chiudere definitivamente il match con un’iniziativa solitaria culminata con il 3-1 e per andare a prendersi l’affetto dei tifosi. Se la Roma ha conquistato lo spareggio di Europa League, il merito è anche suo.

  • Le formazioni ufficiali di Roma-Ludogorets

    Le formazioni ufficiali di Roma-Ludogorets

    Le formazioni ufficiali di Roma-Ludogorets:

    ROMA (3-4-1-2): Rui Patricio; Ibanez, Smalling, Vina, Karsdorp, Matic, Camara, El Shaarawy, Pellegrini, Belotti, Abraham. All.: Mourinho.
    A disposizione: Svilar, Boer, Tripi, Kumbulla, Celik, Zalewski, Bove, Cristante, Faticanti, Zaniolo, Shomurodov, Volpato.

    LUDOGORETS (4-3-3): Padt; Cicinho, Verdon, Nedyalkov, Witry; Piotrowski, Cauly, Naressi; Rick, Thiago, Tekpetey. All.: Simundza.
    A disposizione: Sluga, Hristov, Terziev, Plastun, Grupper, Dimitrov, Cafumana, Goncalves, Yordanov, Georgiev, Tissera, Nonato, Delev.

    ARBITRO: Dabanovic (Montenegro).
    ASSISTENTI: Djukic-Todorovic (Montenegro).
    IV UOMO: Savovic (Montenegro).
    VAR: Van Boekel (Olanda).
    AVAR: Frankowski (Polonia).

  • Roma, El Shaarawy: “Gli obiettivi sono sempre uno stimolo in più”

    Roma, El Shaarawy: “Gli obiettivi sono sempre uno stimolo in più”

    Insieme a Josè Mourinho anche Stephan El Shaarawy parla alla vigilia della sfida di Europa League con il Ludogorets. Di seguito le sue parole:

    99 gol in carriera, un altro obiettivo da raggiungere.
    “Questi sono obiettivi che sono stimoli a fare di più, voglio migliorarmi giorno dopo giorno. Ho fatto 50 gol con la Roma, ho numeri importanti ma quello che voglio è fare sempre di più”.

    Il ruolo di quinto ormai è quello definitivo?
    “Non ho mai avuto problemi ad adattarmi alle richieste del mister, a inizio anno ho giocato più trequartista, ma da quinto ci ho giocato anche in passato. E’ chiaro che sono più lontano dalla porta, ma non mi preoccupa. Quello che conta è la disponibilità e l’atteggiamento. A prescindere da dove mi mette il mister cerco di aiutare la squadra”.

    C’è un lavoro che si fa per poter sfruttare i pochi minuti a disposizione che un allenatore dà?
    “Penso che si tratti di concentrazione, di esser sempre presente nella partita, anche nei minuti finali. La voglia di non mollare deve essere la cosa principale. Quello è sempre stato il mio pensiero, di non accontentarmi mai. E’ un lavoro molto di testa”.

  • Roma, Mourinho: “Su Zaniolo fatta giustizia”

    Mourinho parla alla vigilia della sfida decisiva in Europa League contro il Ludogorets. Queste le sue parole in conferenza stampa:

    Come sta Zaniolo? E’ recuperato?
    “E’ stata fatta giustizia. Tre giornate di squalifica erano troppe. A mio avviso era da massimo un turno di stop. E’ importante per noi perché che può aiutare la squadra a vincere. Prima dell’allenamento non sono in grado di dire se giocherà o meno. L’ematoma è grande e il dolore tanto, vediamo come si sente oggi, ma mi piacerebbe averlo a disposizione”

    Come si sopravvive domani?
    “Se non vinciamo andiamo in Conference League. Ma non vogliamo. Vogliamo andare al playoff e se pensiamo così è una gara dove abbiamo un solo risultato. Sarà una gara difficile perché esiste questa pressione, ma sarà difficile anche per l’avversario. Hanno già vinto contro di noi nonostante giocassimo seriamente. Ho cambiato portiere, ma giocammo con le prime scelte, non con la Primavera. Penso che lo stadio sia esaurito di nuovo, si può creare un ambiente di partita decisiva, come con il Bodo o il Leicester. Gare che sai che se non vinci se fuori. Creando questa atmosfera, possiamo farcela”.

    Che Ludogorets si aspetta domani?
    “Mi aspetto una squadra che giochi per due risultati, diversamente da noi. Per noi ce ne sarà solo uno e questo fa una grande differenza. Sono pericolosi in contropiede. Sappiamo di dover correre dei rischi e di avere uno stadio pieno. L’ambizione dei giocatori non è vincere di nuovo la Conference League, ma andare ai playoff anche se sappiamo che in Europa League ci saranno squadre che potrebbero vincere addirittura la Champions. E’ lì che vogliamo andare, senza pensare ad altre partite”.

    Come si può aiutare un giocatore come Abraham in questo momento?
    “Per me la cosa principale è l’atteggiamento. E’ pensare alla squadra, lavorare seriamente e non piangere nei momenti difficili. Si deve avere coraggio di tornare a fare. Pellegrini ad esempio ha sbagliato il rigore con l’Empoli, ma il rigore successivo era decisivo e ha segnato con coraggio. Se non avesse segnato non sarebbe stato un problema, ma è voluto andare. Io sono molto contento della partita che Abraham ha fatto a Verona, ha sbagliato due gol a Verona è vero, ma per me non è un problema. Il problema era quando lui a inizio stagione non sembrava concentrato. Ora lavora tanto per la squadra, creando problemi all’avversario. I calciatori non sanno chi giocherà domani, ma domani Tammy giocherà”.

    Sui giovani lanciati
    “Non ho mai avuto tanta necessità di far crescere e far giocare i giovani. Ma non accetto che si dica che nella mia carriera ne ho lanciati pochi, perché ne ho lanciati tanti e sono anche tanto bravi. Qui è un po’ una necessità e una conseguenza del nostro profilo di lavoro. A Roma c’è un processo, prima sono calciatori della Primavera, poi ogni tanto si aggregano con noi e infine diventano calciatori di prima squadra. Questo è un processo che poi quando arriva il momento di giocare crea fiducia in me nei giovani. Mi fa piacere questo processo e per il club è importante. Per i giovani anche è importante avere questo feeling che sanno che la porta qui è aperta. Fa piacere anche ai giocatori della prima squadra perché sono contenti quando poi il bambino debutta o come volpato segna il gol vittoria. Mi piace anche l’atteggiamento dei miei attaccanti che non stanno segnando tanto. Il gol della vittoria non lo fa Belotti, ma ha avuto coraggio di prendere una botta forte, di lottare. L’atteggiamento è importante e quello conta. I gol arriveranno. Domani ad esempio non mi sorprenderebbe se Tammy segnasse”.

    Matic è pronto per giocare dal primo minuto?
    “Un giocatore infortunato a 34 anni ma vuole esserci per aiutare la squadra. Un giovane che vive con questi calciatori, può solo crescere. Vediamo oggi come sta, se può giocare titolare o meno. Sicuramente è uno che sarà della partita. El Shaarawy gioca, poi ne mancano nove”.

  • Serie A, la Roma soffre ma vince nel finale

    Serie A, la Roma soffre ma vince nel finale

    La Roma soffre, va sotto ma poi viene graziata da un Verona a dir poco masochista: gli scaligeri giocano in 10 dal 36′ ma si consegnano ai giallorossi solo nel finale. 1-3 al Bentegodi che rilancia la squadra di Mourinho, tutt’altro che brillante ma che alla fine, ed è ciò che conta, balza al quarto posto in classifica, scavalcando la Lazio poco prima del derby. Verona che resta in fondo, col settimo ko consecutivo. Un solo cambio per Mourinho, rispetto a Roma-Napoli: Zalewski dal 1′ data l’indisponibilità di Spinazzola. Confermato a centrocampo Camara al fianco di Cristante, con Matic che stringe i denti e si vede in panchina. Verona col 3-5-2 con la novità Kallon davanti: prima da titolare per il sierraleonese. Roma non troppo brillante, aggrappata ai colpi di classe di Zaniolo. Il numero 22 ha una grande intuizione nell’innescare un contropiede proseguito con Karsdorp e terminato con Abraham che fa tutto bene, supera Montipò ma a porta vuota colpisce clamorosamente il palo al 19′. L’inglese potrebbe farsi perdonare tre minuti più tardi di testa sugli sviluppi di una punizione, ma manda di poco fuori. Partita tirata e a tratti nervosa: Ceccherini e Cristante si fanno ammonire, Dawidowicz si fa espellere al 36′ per un intervento scomposto su Zaniolo. E pensare che nove minuti prima il polacco aveva trovato la rete che sbloccava la partita: schema da calcio d’angolo con Veloso che serve Faraoni, conclusione deviata dal centrale difensivo che supera Rui Patricio. Giallorossi incapaci di rendersi pericolosi nonostante la superiorità numerica, il Verona si adatta prima dell’intervallo arretrando Tameze sulla linea di difesa. Proprio quest’ultimo pasticcia sulla sua trequarti, Camara ringrazia e serve Abraham, la cui conclusione trova un altro palo. Sul tap-in c’è Zaniolo che appoggia in rete, 1-1 poco prima dell’intervallo. La Roma la riprende. Con un tempo a disposizione in superiorità numerica, Mourinho decide di osare inserendo El Shaarawy, Volpato e Belotti, con quest’ultimo a fare tandem con Abraham davanti. Paradossalmente la squadra si scuote con l’innesto di un mediano, Matic. Il serbo stringe i denti non essendo nelle migliori condizioni, ma dal suoi ingresso al 66′ cambia tutto: prima trova la traversa di testa, poi quando la partita sembra chiusa si inventa la giocata per Volpato che colpisce per l’1-2. Il giovane trequartista trova il suo secondo gol in Serie A, ancora una volta al Verona e ancora una volta provvidenziale. L’anno scorso avvio la rimonta dei giallorossi, sotto di due reti e poi capaci di pareggiare 2-2. Galvanizzato, nei minuti di recupero ancora Volpato serve El Shaarawy per l’1-3. Risultato troppo pesante per un Verona che pur con tutte le difficoltà non aveva sofferto troppo, ma che paga alla fine l’ingenuità di Dawidowicz, compromettendo il vantaggio iniziale.

  • Le formazioni ufficiali di Verona-Roma

    Le formazioni ufficiali di Verona-Roma

    Le formazioni ufficiali di Verona-Roma:

    VERONA: Montipò; Dawidowicz, Gunter, Ceccherini; Faraoni, Veloso, Hongla, Depaoli; Tameze, Kallon; Henry. A disp.: Chiesa, Berardi, Perilli, Doig, Hien, Lasagna, Djuric, Magnani, Terracciano, Praszelik, Cabal, Kakari. All. Bocchetti.
    ROMA (3-4-2-1): Rui Patricio; Mancini, Smalling, Ibanez; Karsdorp, Camara, Cristante, Zalewski; Zaniolo, Pellegrini; Abraham. A disp.: Boer, Svilar, Matic, Belotti, Shomurodov, Vina, Celik, Kumbulla, Bove, Volpato, Tripi, Tahirovic, El Shaarawy. All. Mourinho.
    ARBITRO: Sacchi di Macerata.
    ASSISTENTI: Vivenzi e Cipressa.
    IV UOMO: Baroni.
    VAR: Maresca.
    AVAR: Aureliano.