Tag: Scudetto

  • 10 maggio del 1987, il Napoli conquista il suo primo scudetto

    10 maggio del 1987, il Napoli conquista il suo primo scudetto

    Era il 10 maggio del 1987 ed il Napoli di Ottavio Bianchi e di Maradona conquista il suo primo scudetto. Alla squadra parteonopea, basta il pareggio per 1-1 contro la Fiorentina con i gol di Roberto Baggio e Carnevale. La squadra azzurra festeggia così il suo primo tricolore.

     

  • Inter, la gioia dei tifosi dopo lo scudetto vinto

    Inter, la gioia dei tifosi dopo lo scudetto vinto

    L’Inter c’è l’ha fatta è campione d’Italia per la ventesima volta nella sua storia e naturalmente tutti i tifosi nerazzurri hanno cominciato a fare una grande festa. Non potevano mancare le gioie dopo la conquista dello scudetto, che tra l’altro avviene dopo la vittoria nel derby contro il Milan per 2-1. All’esterno dello stadio San Siro nonostante la pioggia i tifosi dell’ Inter  festeggiano alla grande lo scudetto vinto.

  • 6 gennaio 2023 – 6 gennaio 2024, un anno senza Gianluca Vialli

    È già trascorso un anno dalla tragica scomparsa grande e indimenticabile Gianluca Vialli. 6 gennaio 2023 – 6 gennaio 2024. Dopo una lunga lotta contro una terribile malattia anche lui si è dovuto arrendere.

    Nessuno di noi lo ha dimenticato e del resto come possono dimenticarlo i tifosi della Sampdoria in quello fantastico scudetto vinto nel 1991. La coppia d’oro Vialli e Mancini che ha fatto impazzire di gioia i tifosi blucerchiati.

    Poi tutti i successi con la Juventus dallo scudetto alla Champions League ed ancora il trasferimento al Chelsea in Inghilterra dove si fatto apprezzare anche fuori dal nostro paese.

    Vogliamo ricordare il successo europeo dell’Italia nel 2021, in quell’ abbraccio da Vialli e Mancini c’è tutto quanto.

  • Serie A, in caso di arrivo a pari punti ci sarà lo spareggio scudetto

    La Serie A ripartirà con una grande novità. A partire dalla prossima stagione, infatti, lo Scudetto verrà assegnato con lo spareggio in caso di arrivo a pari punti fra due squadre. Dopo le indiscrezioni delle scorse settimane, oggi è arrivata la ratifica da parte del Consiglio Federale della FIGC. “Il Consiglio Federale – si legge nel comunicato – ha approvato le modifiche richieste per rendere definitiva la regola delle cinque sostituzioni (con la sesta aggiuntiva nelle gare che prevedono i tempi supplementari) e per introdurre la gara di spareggio per l’assegnazione dello scudetto (con i tiri di rigore, senza tempi supplementari, in caso di parità nei 90’) nel caso si verificasse la situazione di pari punti in classifica tra due squadre al termine del campionato di Serie A”.

  • Sarri intervista a Sportitalia: “ADL mi ha chiamato, Jorginho da pallone d’oro, alla Juve lo scudetto è scontato”

    Sarri intervista a Sportitalia: “ADL mi ha chiamato, Jorginho da pallone d’oro, alla Juve lo scudetto è scontato”

    Dopo un anno lontano dai campi di calcio senza allenare, torna a parlare Maurizio Sarri, ospite a Sportitalia. Ecco di seguito alcune parti dell’intervista del nuovo tecnico della Lazio.

    Oltre 300 giorni dall’addio alla Juve, cosa ha fatto in questo periodo?

    “Niente di particolare, ho fatto quello che non ho fatto per tanti anni. Sono stato con la famiglia, ho letto tantissimo, ho visto tante partite e poi ho fatto una delle cose che mi piace di più, viste tante corse ciclistiche. Io vengo. da una famiglia di ciclisti, mio nonno lo faceva e mio padre è stato corridore professionista. È una passione di famiglia”.

    Quanto calcio ha visto in questo periodo?

    “Tanto, non tantissimo. È stato un anno particolare, stare fuori non mi è pesato molto. Che tristezza gli stadi vuoti, la situazione non mi faceva venire voglia di tornare particolarmente”.

    Lo scudetto con la Juve è stato sottovalutato?

    “Era dato per scontato. All’esterno, ma devo dire anche all’interno. Abbiamo vinto uno scudetto senza festeggiarlo, ognuno ha cenato per conto suo. Probabilmente l’anno giusto sarebbe stato questo, dopo un quarto posto e ho visto che hanno festeggiato, probabilmente ci sono le condizioni ideali. Credo che il mio scudetto sia stato poco festeggiato. Una squadra che viene da 8 anni di scudetti può dare tutto per scontato, ma nel calcio non è mai così”.

    De Laurentiis l’ha chiamata. Perché non ha considerato un ritorno a Napoli?

    “Non avevo la certezza di poter essere molto utile in corsa. E perché non c’erano tanti presupposti. Tutte le società che mi hanno cercato durante la stagione hanno ricevuto la stessa risposta: che ero a disposizione, se volevano, per parlarne a luglio. Però sarei stato disponibile per il Napoli a luglio”.

    Torniamo alla famosa sostituzione di Ronaldo contro il Milan. Come si gestisce uno così? E il suo futuro alla Juve può essere l’anticamera per la Champions?

    “La gestione di Ronaldo non è semplice, è una multinazionale che ha degli interessi personali da abbinare a quelli della squadra. È una situazione sicuramente difficile da gestire. Sinceramente io mi ritengo più bravo a fare l’allenatore e non il gestore, è una cosa che non mi piace, mi annoia e mi diverto di più in campo. È una gestione difficile, ci sono poi tanti aspetti positivi perché a fine anno Ronaldo porta risultati importanti. È chiaro che rappresenta qualcosa che può andare oltre a società e squadra, con tanti follower è chiaro che va oltre la normalità. È il prodotto della nostra società, negli ultimi anni sento parlare tanto di singoli e poco di squadre, che poi sono quelle che vanno in campo. E il valore della squadra non è la somma del valore dei singoli”.

    Ora Jorginho è da Pallone d’Oro?
    “Se vincesse anche l’Europeo, è chiaro che lo diventerebbe. È un giocatore raffinato, probabilmente non capibile da tutti. Devi mettergli gli occhi addosso e guardare solo lui in partita. È tanto bravo e intelligente che fa sembrare tutto facile, raramente ti rimane negli occhi qualcosa di spettacolare. Questa è la sua grandezza. Quando ho iniziato a trattare col Chelsea stava firmando col City, siamo riusciti a intervenire e portarlo al Chelsea. Hanno faticato, tifosi e giornalisti, a capire il gioco di questo ragazzo. Poi è esploso in popolarità anche in Inghilterra, ora ho visto che ha fatto il capitano. Se lo merita”.

    Chi è il nuovo Sarri?

    “A me piace molto De Zerbi. Sono esterrefatto dal fatto che un ragazzo di quella età scelga un’esperienza all’estero e non ci sia una grande che abbia pensato a lui. Secondo me ha fatto bene ad andare allo Shakhtar, mi dispiace non vederlo nel nostro campionato. Poi ci sono altri ragazzi giovani bravi, come Italiano o altri, ma De Zerbi penso abbia dimostrato di poter allenare una grande”.

    Dopo Udinese-Juventus ha litigato quasi a livello fisico con Nedved?
    “No, non è assolutamente vero. C’erano normali discussioni post partita. Non mi è piaciuto che la squadra dopo aver praticamente vinto il campionato avesse un po’ mollato. Non mi piacciono questi atteggiamenti, perché staccare la spina e riattaccarla dopo non è semplice. La squadra doveva tirare al massimo fino a fine campionato per poi presentarsi il più pronti possibile alla Champions anche se non era semplice perché avevamo giocato tante partite in 50 giorni. Per me staccare la spina era un errore”. 

    Sarri contro Mourinho che film sarà?
    “È roba giornalistica. Alla fine giocherà Roma contro Lazio, non potrò segnare io o Mourinho salvare un gol. Contano le squadre, più dei giocatori e degli allenatori: sarebbe importante fare un grande lavoro, tornare a divertirsi e vedere la squadra fare un calcio che ti piace. Io penso che quando un allenatore si diverte lo trasmette e dopo un po’ si divertono i giocatori. Quando si divertono allenatore e giocatori, dopo un po’ si diverte anche il pubblico. Per me dire che si vince giocando male è un luogo comune”.

    Si è divertito più al Chelsea o alla Juve?
    “Mi sono divertito di più al Napoli. E gli ultimi mesi al Chelsea”.

    L’anno dei 91 punti, quella famosa storia dello scudetto perso in albergo. Resta di quella idea?
    “Sì, ma tutti quelli che fanno sport sanno a cosa mi riferivo. Poi ci si può costruire sopra qualsiasi sfottò, la realtà è che la squadra ha visto uno spiraglio aperto. Chi ha vissuto quella notte sa a cosa mi riferivo, quando sono salito in camera ho visto giocatori piangere per le scale: c’è stato un contraccolpo feroce, come se fosse finito un sogno dopo quegli episodi discutibili”.

    Allenerebbe più volentieri Higuain, Callejon o Insigne?
    “Higuain può diventare un fenomeno quando si accende, anche se non è facile farlo accendere. Su Callejon puoi fare grandissimo affidamento, è determinante per gli equilibri di squadra. Se parlo di Lorenzo mi scappa da ridere: è da anni il miglior giocatore italiano. Non so come mai ma se sbaglia cinque minuti se ne parla tantissimo. Ho visto il gol al Belgio, se lo fa un altro se ne parla al TG per un mese di fila. Sono tre ragazzi a cui sono fortemente affezionato”. 

    Mertens centravanti è stata una genialata?
    “Anche una botta di culo. A Bergamo eravamo rimasti in dieci, loro attaccavano e c’erano spazi per ripartire. Noi si è tolto Higuain e messo Mertens da attaccante: in un quarto d’ora ha preso due rigori e fatto il diavolo a quattro. Quindi l’anno in cui si è perso Higuain e avevamo difficoltà a giocare il nostro calcio con altre situazioni, s’infortunia Milik e si torna a quel tentativo. Mi ricordo la discussione con Dries, se secondo lui se la sentiva di giocare in quel ruolo. Gli dissi che avrebbe fatto 18-20 gol. Ne ha fatti 28”.

  • Skriniar giura amore eterno all’Inter: “Voglio restare e difendere lo scudetto!”

    Il muro interista Milan Skriniar è stato intervistato durante il ritiro della nazionale slovacca dall’emittente locale Futbal Pravda. Il centrale dell’Inter ha rilasciato dichiarazioni importanti sullo scudetto appena vinto, sull’addio di Antonio Conte e soprattutto ha rinnovato il suo legame con la squadra nerazzurra. Ecco di seguito un estratto del suo intervento.

    Descrivic questa stagione appena passata.

    “Abbiamo vissuto sensazioni ed emozioni bellissime, il viaggio verso il titolo è stato lungo. L’Inter ha vinto il trofeo dopo undici anni. Veniamo da una stagione impegnativa. L’uscita dalla Champions è stata un brutto colpo, ci è dispiaciuto molto, ma paradossalmente ci ha unito ancora di più. Abbiamo iniziato una lunga serie di vittorie in campionato, arrivando a battere Milan, Juventus e Atalanta: questo ci ha aiutato a prenderci il primo posto e a mantenerlo fino alla fine”.

    Cos’è stato per te Mister Conte? Cosa pensi del suo addio?

    Mister Antonio Conte, che ora è il nostro ex allenatore, ci ha pian piano instillato la sua visione del calcio, arrivando a farci capire come stare in campo. In primo luogo ci ha influenzato con la sua mentalità vincente. Noi giocatori lo abbiamo seguito, dando tutte le nostre forze per arrivare al risultato. Abbiamo vinto il titolo e anche con un grande vantaggio. Il fatto che se ne sia andato ha sorpreso me e credo anche i compagni con i quali ho parlato. L’ho scoperto solo dopo essere venuto in Slovacchia e ancora non ne conosco i motivi”.

    Quale sarà il tuo futuro?

    Non affronto questo problema ora. Voglio restare all’Interdifendere lo scudetto in nerazzurro: è ancora vero. Nelle prossime settimane mi concentrerò sulle partite della Nazionale. Le voci di mercato non mi disturbano, non mi distraggono”.

  • I calciatori dell’Inter rinunceranno al premio scudetto per non aggravare le casse del club

    L’Inter è sempre più vicina al suo diciannovesimo scudetto dopo dieci anni di completa astinenza dalla vittoria di un trofeo. Questo titolo è ormai quasi raggiunto grazie alla costruzione di un gruppo volenteroso e voglioso di appropriarsi di tutti gli insegnamenti e della passione del mister Conte, che con tanto lavoro e sacrificio interromperà la grande egemonia bianconera di questi ultimi nove anni. Ora che il traguardo è vicino però è uscita un’indiscrezione riguardo una decisione presa dal gruppo squadra e concordata qualche mese fa con Marotta. Infatti i calciatori si erano opposti al taglio dello stipendio ad inizio stagione, ma ora sono pronti a rinunciare al premio scudetto per non aggravare ulteriormente le casse del club. Così Zhang, che dopo tempo dovrebbe tornare a Milano nella giornata di venerdì, e tutto il gruppo Suning potranno essere contenti non solo della vittoria finale ma anche del comportamento dei propri giocatori.

  • ATALANTA, “HAI IL DIRITTO DI LOTTARE PER LO SCUDETTO”

    Non è più una favola, non è più una sorpresa ma una realtà consolidata già da diversi anni……
    Nessuno più si stupisce dell’Atalanta e questo rappresenta il successo più grande, aver trasmesso a ogni tifoso italiano, europeo e del mondo la consapevolezza che stiamo parlando di una Big con la B maiuscola del nostro calcio, anche a livello internazionale.
    L’Atalanta è stata fondata nel 1907, fin dalle sue origini è stata nominata  la Dea……a tutti gli effetti è ormai considerata come la Dea di questo sport “Bella, Veloce e Letale”, una vita quella del club bergamasco che parte fin dalla mitologia e che solo ora, circa un secolo dopo dalla sua nascita tocca il punto più alto della sua storia con l’obiettivo di raggiungere il vertice.
    Si stiamo parlando di vertice, con questo termine è chiaro quale sia il suo riferimento….ora, il suo scopo è di puntare allo scudetto perché l’Atalanta insieme alla filosofia del suo allenatore Gian Piero Gasperini non si pone limiti, non è capace di porsi limiti. Ed è questo il segreto di questa meraviglia, non avere paura di niente e nessuno affrontando tutti a testa alta con lo spirito di essere un gruppo ancora prima di una squadra di calcio senza dimenticare di essere umili, perché l’umiltà è la base da cui partire per scrivere la storia che è parte dalla famiglia Percassi. Il tutto accompagnato dalla determinazione che gli uomini di Gasperini sono capaci di trasmettere in campo sempre con massimo rispetto per gli avversari.
    Guardare l’Atalanta alla stadio, in televisione significa prima di tutto divertirsi facendo innamorare anche a coloro cui magari il calcio non interessa particolarmente. Tutti guardano l’Atalanta, è una squadra che ha saputo far unire le tifoserie trasmettendo un sentimento simile a quando gioca la Nazionale.
    L’Atalanta non deve dimostrare più nulla a nessuno, la partita di ieri vinta per 1-4 in casa della Lazio è un’altra conferma che questa squadra ha tutto il diritto di puntare allo scudetto perché capace di guadagnarsi il merito e la credibilità di tutti. Già l’anno scorso la Dea ha saputo dar l’impressione di poter vincere il titolo, quest’anno è partita ancora meglio e allora per quale motivo non crederci. Di fatto ogni stagione che passa l’Atalanta è stata in grado di alzare l’asticella.