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  • Salernitana, Sousa: “Il problema è che in ogni partita dobbiamo fare sempre modifiche”

    Ecco le parole in conferenza stampa del tecnico della Salernitana Paulo Sousa che, da ex, domani affronterà l’Inter nell’anticipo delle ore 17.

    La gestione Sousa è caratterizzata dall’impiego costante di 8-9 giocatori a scapito di altri. Si andrà avanti sulla strada della continuità o potremo vedere variazioni da qui alle prossime gare?
    “Se vedete il mio percorso da allenatore vale anche il contrario. Cerco un equilibrio e una identità, ma voglio che tutti i calciatori si sentano parte integrante del progetto. Nell’arco della settimana ciascun atleta aggiunge conoscenze al suo bagaglio. Quando sono arrivato ho trovato una situazione particolare, ma ho cercato comunque di trasmettere concetti che potessero essere chiari e che ci dessero organizzazione difensiva senza speculare sugli errori degli avversari. Ho una idea completamente diversa da quella del mio collega Nicola. Scelgo di volta in volta anche in base all’avversario. Io non mi voglio soffermare sui singoli, ma oggi posso parlare diversamente. Mi soffermo su Bonazzoli. Dal punto di vista tecnico può fare la differenza, potenzialmente è un attaccante top e può essere micidiale. Noi, però, abbiamo bisogno di tante altre cose. Qui siamo alla Salernitana, siamo in difficoltà e devo avere risposte che vadano oltre l’aspetto qualitativo”.

    Come si affronta l’Inter dopo aver ottenuto 5 risultati utili di fila e con un bel vantaggio sulla terzultima?
    “Ho letto un po’ quanto accaduto negli altri campionati dopo la sosta per le nazionali, ho notato che tanti colleghi hanno avuto difficoltà. A La Spezia mi aspettavo una gara piena di contenuti, un po’ come accaduto nella prima parte. Tuttavia, nel secondo tempo, ho visto una Salernitana che perdeva progressivamente il controllo della partita attraverso il possesso palla ed è per questo che ho inserito Maggiore e Bohinen. Non è andata come speravamo, è un dato di fatto ed è evidente a tutti. Le varianti e le motivazioni sono tante, comprese l’atteggiamento aggressivo dell’avversario e le dimensioni diverse del rettangolo di gioco. Ma la settimana mi aveva fornito indicazioni differenti. Se, però, porti a casa punti pur non giocando al tuo livello significa che sei sulla strada giusta. A noi interessa muovere la classifica, per il resto ci sarà tempo. Quanto alla sfida con l’Inter, bisogna essere orgogliosi di affrontare una squadra del genere. Abbiamo preparato la nostra strategia, ci saranno spazi nei quali inserirci per avere vantaggi rispetto al comportamento degli avversari. E’ chiaro che dovremo stare attenti al reparto offensivo dell’Inter, occorreranno convinzione, determinazione e gioia perchè i nerazzurri hanno la miglior rosa individuale della serie A. In tanti momenti occorre la consapevolezza che dovremo soffrire, sperando che ci possa accompagnare anche un pizzico di fortuna. E la porteremo dalla nostra parte solo se saremo bravi dal primo all’ultimo minuto”.

    L’Inter è reduce da un periodo negativo, il loro obbligo di vincere e la stanchezza per la coppa potrebbero giocare a favore della Salernitana?
    “Non credo a una squadra stanca. Hanno vinto la Supercoppa, sono in semifinale di Coppa Italia e sono tra le prime otto in Europa. Solo in campionato sono leggermente in ritardo, ma ci sono tutti i presupposti per restare tra le prime quattro e qualificarsi in Champions. Hanno una rosa ampia, individualmente di qualità, che consente di trovare sempre soluzioni. Dovremo mettere in campo armi diverse, ma non aspettatevi un avversario stanco fisicamente e mentalmente. Sono ed erano in grado di vincere tutte le competizioni”.

    Un suo ricordo dell’esperienza all’Inter?
    “Non vivo di ricordi, sono proiettato al presente. Io penso a ciò che posso controllare, avevo la stessa mentalità anche quando ero giocatore. So che è una società importante, di tradizione, e qui ho trovato tantissimi campioni. Mi sono divertito a giocare lì. Ero a Dortmund, mi chiamò Moratti e riuscì a portarmi a Milano strappandomi a due società importantissime spagnole. C’era Ronaldo, il migliore al mondo in quel momento. Sposavano la mia mentalità: volevano vincere tutte le partite”.

    Avete parlato delle vicende che vedono la Salernitana indirettamente coinvolta in queste ore?
    “Assolutamente no, parlo di ciò che riguarda me e che posso controllare. Il mio pensiero è l’Inter. Il direttore sportivo mi ha aggiornato, ma non c’è nessuna preoccupazione da parte della Salernitana e della società”.

    Inter molto forte sul gioco aereo, pensa a una Salernitana più attrezzata sul piano fisico?
    “Parto dal centrocampo. I loro mediani non sono tanto alti, ma fisici. Contro tutti gli avversari, soprattutto contro chi è tecnicamente inferiore, dimostrano di essere forti sulle palle inattive. Proprio per questo ho studiato, mi sono aggiornato e ho trasmesso le mie idee alla squadra. Avevo pensato a Fazio titolare, ma purtroppo anche ieri ha avuto qualche problema e non sarà inserito nell’elenco dei convocati. Attacco? Piatek sta lavorando bene. Non partirà sempre dal primo minuto, toccherà a me trovare altre soluzioni quando deciderò di non schierarlo dall’inizio”.

    Battere l’Inter significherebbe essere salvi?
    “Abbiamo acquisito consapevolezza e identità. Ogni momento è buono per avvicinarsi al nostro obiettivo, teoricamente la chance era arrivata già a La Spezia domenica scorsa. Abbiamo già ottenuto un risultato positivo col Milan, tra l’altro con una prestazione di livello. Ci deve essere voglia e orgoglio di affrontare avversarie del genere. La gioia e la convinzione non devono mai mancare. Tocca a noi rendere orgogliosi i tifosi, vanno rappresentati al massimo perchè lo meritano. Poi non è detto che porteremo sempre a casa punti a cospetto delle big, ma è obbligatorio creare i presupposti per crederci”.

    A centrocampo dispone delle caratteristiche adatte al suo sistema di gioco?
    “Io devo lavorare con tutti con l’obiettivo di migliorarli. L’organizzazione nelle due transizioni fa la differenza, occorre abbinare qualità e quantità. A volte può essere utile mettere un uomo in più a centrocampo. Dipende anche dall’avversario. Io ho trasmesso le mie idee, i ragazzi le stanno assimilando e sanno che vogliono il massimo da tutti e in ciascun reparto. A Milano abbiamo fatto una partita strepitosa, può capire che lì Bohinen faccia grandi cose mentre a La Spezia ci sia un passo indietro. Io ho fiducia in ogni tesserato della Salernitana”.

    Giocherà Vilhena?
    “Qualcuno giocherà…”

    Come ha reagito Pirola all’errore di domenica?
    “Ho parlato subito con lui, spiegandogli cosa si dovesse fare. A livello difensivo è fortissimo, sulla costruzione bisogna lavorare. E il discorso riguarda tutti i difensori che ho a disposizione. A volte è anche questione di postura del corpo, se sbagli atteggiamento inviti l’avversario a metterti pressione. Se guardi avanti è molto più semplice saltare l’uomo o servire un compagno smarcato. Però dobbiamo ricordarci che migliorare su certi aspetti richiede tempo. E’ vero, l’ho visto triste e si sentiva in colpa, ha manifestato il suo malcontento anche sui social. Ma la colpa è sempre di tutti, a partire da me”. (Nella circostanza ha preferito non rispondere alla domanda sul post di Sepe, anche su “invito” dell’addetto stampa)

    Dove vede meglio Vilhena?
    “Sul duello non è Coulibaly, ma stiamo lavorando anche su questo. In nazionale fece anche l’esterno. E’ un ottimo palleggiatore”.

  • Salernitana, Sousa: “Non è facile preparare queste partite dopo la sosta per le nazionali”

    Paulo Sousa l’allenatore della Salernitana presenta la sfida in programma domani pomeriggio al Picco contro lo Spezia,  ecco le sue dichiarazioni.

    Come si prepara una partita decisiva con 12 calciatori assenti causa nazionale e due infortuni?
    “Tutte le partite sono importanti, il nostro obiettivo è la salvezza e, fino a quando non sarà matematica, dobbiamo dare più del 100%. Con i calciatori che sono rimasti qui a lavorare abbiamo raggiunto quasi tutti i traguardi che auspicavo, ho visto intensità e lavoro negli spazi corti. Solo Mazzocchi non è stato a disposizione a causa dell’infortunio. Abbiamo fatto un buon lavoro analitico, mentale, provando a incidere su alcuni aspetti che andavano corretti. Sono soddisfatto, ho visto applicazione”.

    Dia e Maggiore titolari?
    “Noi possiamo giocare con una punta, con due o con tre. Dall’inizio o in corso d’opera. Sto valutando tutto. Sto vedendo progressi in tutti i componenti del reparto offensivo, c’è voglia di darsi una mano e devo fare una menzione positiva per Bonazzoli. Ripeto quanto ho sempre detto: abbiamo un attacco importante che va alimentato, a patto che si mettano a disposizione del collettivo. C’è bisogno di tutti, e non è una frase fatta. Prima o durante saranno utilizzati, non rispondo alla domanda. Dia è reduce comunque da un impegno con la Nazionale. Dico che per noi è importante e bello avere tanti calciatori in giro con le nazionali, è una bella fotografia per il club e sono tornati presto per mettersi a disposizione. Faccio a loro e al direttore sportivo i complimenti. Quanto a Maggiore, era reduce da un infortunio muscolare serio e vedo che sta crescendo. Per il presente e per il futuro ci darà un contributo di livello, a breve vedremo il calciatore che tutti avete imparato a conoscere e ad apprezzare”.

    Che opinione ha dello Spezia?
    “Vedo molte similitudini con noi. Sono preparati per vincere contro chiunque, hanno la mentalità giusta per raggiungere l’impossibile e sono molto forti nelle transizioni offensive. Il blocco basso e le linee corte tolgono spazio all’avversario, i centrocampisti sono fisici e tecnici ed è una delle migliori squadre di A per recupero palla e capacità di trasformare l’azione da difensiva a propositiva. Mi aspetto una partita equilibrata, difficile, tra due allenatori che sono subentrati da poco. La Salernitana vuole proseguire sul livello mostrato nelle gare precedenti, magari migliorando nel risultato. Le partite sono la nostra cartina al tornasole, credo che la direzione strategica creata sia quella giusta. Stiamo lavorando benissimo, ma rispettiamo tanto lo Spezia”.

    Possibili novità in difesa e come stanno Fazio e Troost Ekong?
    “Anzitutto devo fare i complimenti a Lovato e Pirola perchè mi hanno sempre dimostrato la volontà di essere a disposizione. Vogliono crescere, per loro stessi e per la Salernitana. Sta a me offrire loro le mie capacità per aiutarli nel percorso. Sono due giocatori che rappresenteranno il futuro del calcio italiano. Stanno migliorando anche sul piano della costruzione del gioco, per un difensore è la parte più difficile e stanno dando il massimo. Con Fazio preferisco agire con cautela, ha avuto diversi acciacchi nelle settimane precedenti e, come Troost Ekong, sarà convocato. Sono forti fisicamente, intelligenti e tengono alla squadra. Ci daranno una mano, anche nella costruzione, perchè sono abituati a un certo tipo di impostazione. Spero di trovare il momento giusto per dare spazio a tutti, che sia dall’inizio o nella ripresa”.

    Ha lavorato di più sulle palle inattive?
    “Nel recente passato ho fatto zona mista con due marcatori a uomo. A volte abbiamo sofferto, ma i numeri sono stati positivi anche prima del mio avvento. Ho dato continuità al lavoro del mio predecessore, stiamo lavorando tanto per migliorare giorno dopo giorno per migliorare ulteriormente pur riconoscendo il valore agli avversari. Nella marcatura a uomo c’è sempre una relazione tra due persone, a mio avviso sui calci d’angolo e sulle punizioni a sfavore la palla ce l’hanno loro e parti da una situazione di svantaggio. Ho letto analisi un po’ negative sotto questo punto di vista, ma la mia filosofia è diversa: non è che se prendi due gol in questo modo vuol dire che è tutto sbagliato. Se trovi un attaccante forte, esperto, fisicamente forte e che fa una grossa giocata devi anche riconoscere che è stato bravo. Per il resto credo che siamo quasi sempre noi ad arrivare prima sulla palla. Ogni gara è divisa in cinque momenti: le due transizioni nelle due fasi, i calci piazzati, il lavoro offensivo e lavoro difensivo. A volte devo fare dei cambi per modificare la strategia ed è normale che se tolgo uno fisicamente più forte a favore di uno più tecnico è evidente che perderò qualcosa nelle marcature sulle palle inattive”.

    La gara di domani sarà condizionata dalla partita del Verona di stasera?
    “Non deve essere così. Io devo concentrarmi su ciò che dipende da me. Io posso incidere sulla strategia, sulla formazione, sul lavoro quotidiano. Certo, se i risultati delle dirette concorrenti ci aiutano è meglio. Ma tutto ruota intorno a noi stessi, voglio una Salernitana che voglia vincere che sia in casa o che sia in trasferta nel pieno rispetto degli avversari. Ma la mentalità non cambia. I valori della mia squadra prescindono da ciò che farà il Verona stasera”.

    A Genova trasferta da “battaglia”, a Milano sfida di qualità. Domani che tipo di Salernitana servirà?
    “Mi aspetto idee e atteggiamento visti dalla prima gara. Voglio una squadra corta, che pressi a tutto campo nel blocco alto e nel blocco basso. Stiamo crescendo, non voglio una Salernitana speculativa ma propositiva. Gli avversari ci faranno trovare difficoltà ed è in quel momento che non potremo sbagliare le letture. Ci saranno molti duelli individuali, lo Spezia difende benissimo e ha distanze corte tra i vari reparti. Il loro centrocampo è dinamico, fisico, capace di intercettare tanti palloni. Occorre capacità di decidere in poco tempo, se perdiamo palla ti contrattaccano subito e diventa tutto più complicato. Creando triangoli e rombi riusciremo a far uscire i loro calciatori e sfruttare ampiezza e profondità. Credo che questa possa essere una delle chiavi per arrivare alla vittoria”.

  • Salernitana, Sousa: “La squadra deve recuperare fisicamente”

    Salernitana, Sousa: “La squadra deve recuperare fisicamente”

    Ecco la conferenza stampa del tecnico della Salernitana Paulo Sousa, pronto a presentare la sfida tra i granata e il Bologna in programma domani pomeriggio alle ore 18 in un Arechi gremito da 18000 spettatori. Ecco le sue dichiarazioni.

    Salernitana in campo con l’atteggiamento tattico visto nella ripresa a Milano?
    “Ho dovuto lavorare a bassa intensità perchè la squadra aveva bisogno di recuperare. Ho visto un po’ di affaticamento, frutto delle tre settimane precedenti e della complessità degli avversari affrontati. Abbiamo avuto due giorni in meno di lavoro rispetto al nostro avversario, ho voluto abbassare i ritmi per garantirmi freschezza atletica in vista della gara di domani. Non è il sistema che determina, ma l’idea. Voglio una Salernitana che sappia essere intensa difensivamente e propositiva in attacco. Il Bologna è in salute, è nono in classifica e ha due punti di distacco dalla Juventus. Praticano un calcio moderno grazie al mio collega Thiago Motta, il loro 4-2-3-1 ad alta intensità toglie tempi e spazi per non permettere all’avversario di costruire. Cercheremo di farli abbassare e di creare loro qualche difficoltà, sto immaginando quella che sarà la partita e domani scoprirete chi saranno i protagonisti”.

    Stamattina c’è stata la visita del presidente, quanto può essere importante?
    “Avere una persona del genere nel calcio è una fortuna, è merce rara. Questo è un progetto che è appena partito, eppure mette soldi dalle sue tasche per creare una base di lavoro che dia soddisfazioni, nel tempo, sotto tutti i punti di vista. Credo che vada ringraziato. Sono nel calcio da quando avevo 14 anni, lo sport per me è tutto e ha dato stabilità economica a me, alla mia famiglia, ai miei amici. Gli ho detto da subito che deve essere sempre più presente, è lui il nostro punto di riferimento. Sappiamo che ha tante cose da fare, ma è importante averlo al nostro fianco. Nella sua agenda la Salernitana avrà sempre un posto di rilievo. Cosa mi ha chiesto? Di salvarci. E non siamo ancora salvi. L’obiettivo non cambia”.

    A Milano aveva chiesto una partita da campioni, domani?
    “Domani voglio che i tifosi si sentano ben rappresentati, sono la nostra forza. Dobbiamo trasmettere alla gente quel senso d’appartenenza che ci deve contraddistinguere giorno dopo giorno. Mi aspetto una partita molto difficile, potremmo commettere errori ed è lì che il pubblico deve aiutarci, motivarci e spingerci verso la vittoria. L’Arechi deve essere così. Se fuori casa riescono a dare un grosso contributo, figuriamoci quanto possono darci quando giochiamo nel nostro stadio. Se siamo uniti possiamo costruire un futuro di alto livello per Salerno e per la Salernitana”.

    Squadra stanca, dunque?
    “Non direi stanca, ma eravamo reduci da 20 giorni ad alta intensità. Ho dovuto fare un lavoro di un certo tipo per conoscere al massimo la squadra, nei singoli e nel collettivo. Voglio una squadra fresca di gambe e di testa, sotto questo punto di vista vedo sempre più identità. In ogni partita c’è una complessità specifica che deriva dalla forza dall’avversario. Domani sarà un bel banco di prova pure dal punto di vista tattico, visto che il Bologna è molto diverso dalle squadre affrontate sin ora”.

    Vi preoccupa il fatto che ci saranno tanti calciatori impegnati con le nazionali?
    “So cosa significa, cambiano molto le metodologie di lavoro soprattutto per i calciatori africani. Posso controllare tutto questo? No. E allora mi concentro su ciò che dipende da me”.

    Mazzocchi, in odore di convocazione in Nazionale, è ormai al 100%?
    “Io mi aspetto sempre di più da tutti. Tutti i calciatori reduci da infortuni seri vanno recuperati con intelligente e di recupero si può parlare quando stabilmente fanno parte del gruppo squadra senza avere nessun tipo di problema. Pasquale ha fatto spezzoni nelle settimane precedenti e sta mettendo energia nelle gambe”.

    Quando la Salernitana ha fatto risultati contro le grandi, la settimana successiva c’è stato un passo falso in casa. Ha ragionato su questo aspetto che ha contraddistinto la precedente gestione? E’ un esame di maturità?
    “Il giocatore non può vivere nella paura del risultato e della prestazione. Ciò che possiamo controllare è l’azione che stiamo per fare, non quella che abbiamo già fatto. Ognuno ha il suo ruolo preciso all’interno della squadra, la comunicazione è sempre molto importante. Detto questo, state certi che vedrete una Salernitana cosciente di ciò che deve fare. Tutti devono essere disposti a trovare un compromesso per il compagno, non per sè stessi. Il collettivo viene prima del singolo, sotto questo aspetto sarò intransigente e lo pretendo. Mi aspetto continuità, è ovvio, ma questo passa dalla tranquillità, dall’equilibrio, dalla consapevolezza della difficoltà della gara. Aver fatto risultato a Milano non vuol dire essere diventati perfetti, ci vuole consapevolezza che il Bologna si opporrà con un atteggiamento tattico preciso che renderà la strada in salita. In casa e fuori voglio lo stesso atteggiamento, con l’Arechi pieno che ci motiva nel momento di difficoltà possiamo superare gli ostacoli. E’ la gente che deve spingerci alla vittoria, per arrivare al trionfo serve il connubio con la gente e tocca a noi trascinarli dalla nostra parte. Voglio un ambiente che non sia troppo gasato o troppo depressi e che vada oltre il risultato della domenica”.

    Sta pensando di schierare due punte?
    “A voi piacciono molto i numeri, i dati dicono che i gol non sono arrivati dagli attaccanti ma dai centrocampisti. Tutti avranno la possibilità di fare gol, abbiamo gente in grado di essere pericolosa in zona offensiva. Domani avrò bisogno sia di Dia, sia di Piatek. Mi hanno dimostrato di essere pronti, a prescindere da chi agisca alle loro spalle”.

    Per una crescita complessiva che vada oltre il risultato della domenica su cosa bisogna lavorare?
    “Sono felicissimo di confrontarmi con un direttore sportivo super preparato, di spessore internazionale e con cui parlo ogni giorno. Nei sei anni in cui collaboravo con la federazione portoghese ho svolto diversi seminari e mi sono confrontato con personalità di un certo livello. Wenger disse che il lavoro di un allenatore ha un impatto decisivo sulla cultura di qualsiasi club. La mia preoccupazione è indirizzata a ciò che posso controllare. Metto la mia conoscenza a disposizione della società, del presidente, dell’amministratore delegato, sulla dirigenza e sui calciatori. Vogliamo dare orgoglio e felicità a una città passionale che, chissà, un giorno potrebbe arrivare a livelli internazionali”.

  • Salernitana, Sousa: “Tutte le partite sono importanti”

    Salernitana, Sousa: “Tutte le partite sono importanti”

    Il tecnico della Salernitana Paulo Sousa presenta lo scontro salvezza in programma domani pomeriggio a Marassi contro la Sampdoria. Ecco le sue dichiarazioni.

    L’anno scorso a Genova partì la rincorsa salvezza, domani una vittoria sarebbe altrettanto determinante? Ci saranno cambi di formazione?
    “Per noi tutte le partite sono importanti, dobbiamo concentrarci su tutto quello che possiamo controllare. Più avremo identità e idee chiare, più avremo la possibilità di vincere le gare. Tutti devono conoscere compiti collettivi e individuali. Che si giochi in casa o fuori voglio la stessa mentalità, non deve mai mancare la gioia di giocare. Il sistema di gioco è relativo, è la testa a fare la differenza. Voglio una Salernitana coraggiosa e propositiva”.

    Due trequartisti dietro l’unica punta, è questa la strada da seguire?
    “All’interno di un gruppo di lavoro la competitività è una grande risorsa. Credo che i fattori fondamentali di crescita siano intelligenza tattica, qualità dell’allenamento e, appunto, competitività interna. Il modello di gioco è un processo in continua evoluzione e ristrutturazione, abbiamo una idea di gioco che la mia squadra deve essere brava a sviluppare tenendo anche conto delle caratteristiche dell’avversario. Vedo un gruppo che ha voglia, che si è messo a disposizione, che tiene alla maglia. Ed è un’ottima base di partenza”.

    Mazzocchi e Dia giocano?
    “Pasquale ha una intensità coinvolgente, chi ama il calcio lo segue volentieri così come i compagni. Può giocare sia a destra, sia a sinistra. E’ un calciatore da nazionale, che crossa benissimo e che in fase offensiva può fare la differenza. Deve solo trovare la condizione fisica, ma parliamo di un giocatore importante per la Salernitana. E’ possibile che parta dall’inizio. Stesso discorso per Dia, un attaccante che ha fatto tanti gol e che finalmente ha svolto l’intera settimana di allenamento con noi. Sta capendo quali debbano essere i movimenti in campo”.

    Quanto sarà difficile la gara di domani?
    “Loro giocano in casa, hanno una motivazione superiore ed è uno scontro diretto a tutti gli effetti. Stankovic sta lavorando veramente bene, per tener testa a questa Sampdoria dovremo approcciarci con la stessa mentalità. Io lo chiamo spirito di sopravvivenza. E’ un avversario che gioca con grande intensità, che non molla mai. Nelle ultime sette partite non hanno mai perso con più di un gol di scarto, questo significa che restano in gara dal primo al novantacinquesimo. Spero di vedere una Salernitana in grado di fare un ulteriore salto di qualità, soprattutto dal punto di vista psicologico. Stiamo crescendo, su questo non c’è dubbio. Ma domani è un banco di prova piuttosto complicato”.

    Per la Samp è l’ultima spiaggia, per voi andrebbe bene anche un pareggio?
    “Per vincere le partite abbiamo bisogno di una identità chiara, gioia di giocare, determinazione e coraggio. Sono caratteristiche imprescindibili, altrimenti diventiamo automaticamente inferiori all’avversario. Sappiamo che la Sampdoria ce la metterà tutta, stanno attraversando un momento molto delicato e noi, come atteggiamento, dovremo pareggiare il loro spirito di sopravvivenza. Aggiungo che hanno organizzazione, in campo sanno quello che devono fare e lavorano molto sulla profondità. Hanno centrocampisti mobili, che dettano i tempi del passaggio e sanno allargare il gioco proponendo 4 giocatori in area per ricevere i cross e battere a rete. Dobbiamo essere bravi a fare densità vicino alla nostra porta, gestendo il possesso palla e uscendo dalla pressione con coraggio”.

    Chi gioca in porta?
    “Ochoa. Anche perchè Sepe non si è allenato per tutta la settimana e non sarà convocato”.

    Vuole ricordare Astori 5 anni dopo la sua scomparsa?
    “E’ uno di quei drammi che ci fa capire che bisogna vivere bene. Perchè il tempo è poco. Qualcuno pensa che siamo eterni, invece siamo di passaggio. Ricordo che tutti iniziarono a correre avanti e indietro quando arrivò la notizia…terribile!”

    Sampdoria senza diversi calciatori, è un vantaggio?
    “No, ho espresso chiaramente il mio pensiero sull’avversario. Stankovic è stato bravo a trasmettere mentalità e intensità, la Sampdoria combatte su tutti i palloni fino all’ultimo secondo. Dovremo almeno pareggiare le loro motivazioni, altrimenti facciamo fatica”.

    Possibilità che giochi Piatek?
    “Sin dalla prima conferenza ho detto che abbiamo un potenziale offensivo tra i più forti. E’ l’atteggiamento quello che conta, non smetterò mai di battere su questo concetto. Lancio un messaggio chiaro: conta il collettivo, non l’interesse del singolo. E vale per Piatek, per Dia, per Bonazzoli e per Botheim”.

    Quanto ha lavorato sull’aspetto fisico?
    “C’è stato un cambiamento nella metodologia di allenamento, ho aggiustato carichi e volume. Ho parlato spesso con il medico per capire lo storico e il pregresso di ogni singolo calciatore. Ma non ci sono sedute specifiche in cui si tratta una sola argomentazione: per me parte fisica, tecnica, tattica e mentale viaggiano sullo stesso binario e non possono essere scisse”.

    Candreva è il vero leader di questa squadra?
    “Do molto peso a quanto vedo in settimana. Per esperienza, per contatto diretto con i compagni, con gli arbitri, con lo stadio e con l’ambiente credo sia uno di personalità che ci può aiutare. Stesso discorso per Fazio”.

  • Salernitana, Sousa: “Sempre bella la gara di esordio”

    Ecco le dichiarazioni del tecnico della Salernitana Sousa insieme con il Ds De Santis.

    Parla il direttore sportivo De Sanctis: “A nome della società diamo il benvenuto a mister Paulo Sousa, profilo internazionale di grandissima esperienza. Il presidente e noi tutti siamo convinti possa dare un contributo importante e che, fino alla fine della stagione, ci toglieremo belle soddisfazioni. Vogliamo raggiungere il prima possibile la salvezza”.

    Tocca ora a Paulo Sousa: “Devo ringraziare pubblicamente il presidente e il direttore sportivo, vogliono portare la Salernitana ad un livello alto e sono felicissimo di poterli aiutare”.

    Mister, con che modulo giocherà la Salernitana?
    “I concetti e le idee contano più dei numeri. Non è in una settimana che puoi cambiare comportamento. Nicola ha lavorato in un anno, tutte le idee sono vincenti e io ho le mie. E sono altre. Voglio una squadra corta, intensa ,forte sul piano mentale. Il pressing deve essere una nostra caratteristica, così come la voglia di recuperare subito il pallone. La mia Salernitana deve controllare il gioco, ricercare la fase di possesso. So benissimo che è difficilissimo chiedere questo quando parti affrontando la Lazio. Dico, però, che tutto quello che è stato il passato recente va messo da parte. Se ci sono stati errori dico che…può succedere. Io voglio vedere triangolazioni, gestione del possesso, proposizione nella metà campo avversaria. Per me la Salernitana è una delle migliori rose del campionato a livello offensivo. In una partita ci sono diversi momenti di gioco, proponendoci e garantendo movimento continuo ci possiamo togliere le nostre soddisfazioni. So che ci saranno errori, sono appena arrivato. Ho percepito però la voglia di migliorare nella costruzione. E’ obbligatorio alimentare i nostri attaccanti. Il modulo è relativo. So che la rosa è stata costruita per una linea a cinque, cercherò di non disperdere le cose buone che sono state fatte”.

    Chi giocherà in porta tra Sepe e Ochoa?
    “Ho parlato con entrambi, tutti devono essere disponibili. Hanno caratteristiche diverse, vedrò il lavoro durante la settimana e deciderò di volta in volta in base alla strategia della partita e alle peculiarità dell’avversario. In queste prime gare non c’è un titolare. E’ chiaro che c’è in rosa un calciatore come Ochoa che lascia la famiglia, che arriva in un altro Paese…è ovvio voglia dare il suo contributo. Si è messo a disposizione del mister e della squadra, vedo che stimola i giovani ed è un esempio. Ha l’esperienza giusta”.

    Interviene in merito De Sanctis: “Abbiamo deciso di ingaggiare un portiere come Ochoa perchè Sepe si è fatto male. La considerazione sulle caratteristiche è stata fatta in funzione del ko di quello che era il titolare. Non era in discussione il rendimento di Sepe. E’ chiaro che la competitività nasce naturalmente quando prendi un giocatore così forte. Non c’è mai stata una diversità di vedute e di progetto, entrambi sanno da cosa derivino le nostre scelte”.

    Come ha trovato la squadra sul piano mentale?
    “Quando parlo di intensità so che non si può prescindere dall’essere presenti e mentalmente forti. Un tecnico sa che non deve allenare soltanto sul piano tattico. Ho studiato lo storico di questa squadra, i numeri, gli infortuni. In questa settimana ho cercato di essere il più equilibrato possibile, so cosa posso chiedere dopo appena 4 giorni di lavoro. Ho cercato di trasmettere 2-3 concetti. Dobbiamo raggiungere la salvezza il più rapidamente possibile, proprio per questo l’io va messo da parte a favore del noi. Purtroppo ci sono infortuni importanti, per questo qualche giocatore si dovrà mettere a disposizione in ruoli insoliti rispetto alle caratteristiche. Ho visto un gruppo che ha lavorato, che ha voglia di esprimersi. Ho bisogno di alta intensità anche da parte di chi è sceso in campo di meno. Io chiedo cose diverse, nel pieno rispetto degli allenatori italiani che sono preparatissimi e che mi hanno insegnato molto. Domani affronterò Sarri che stimo tantissimo, è uno dei migliori della serie A. Posso dirvi che ho dato 2-3 spunti strategici che prescindono dal match di domani, sono le linee guida da seguire se vogliamo rappresentare al meglio la nostra gente. Voglio vedere corsa, aggressività. Sono super positivo, la Salernitana deve arrivare all’obiettivo attraverso una precisa idea di calcio”.

    Si aspetta qualche innesto dal mercato degli svincolati?
    “Ci sono calciatori che stanno per rientrare, ma so che la proprietà non si farebbe trovare impreparata”.

    Interviene De Sanctis: “Le due scadenze sono il 24 febbraio e il 31 marzo. Non vediamo sul mercato occasioni imperdibili. Sulla base dei recuperi di Mazzocchi e di Maggiore ritengo che ci siano poche possibilità di intervenire. Fazio salterà anche la prossima col Monza, ma a livello numerico ritengo che in difesa siamo abbastanza tranquilli. Secondo me Troost Ekong tornerà dopo la sosta”.

    Direttore, perchè un contratto solo fino a giugno per Sousa?
    “Il mister ha voglia di dimostrare che i rischi non lo spaventano. Abbiamo valutato altri profili che ci hanno letteralmente scaricato le responsabilità. Sono felice che un allenatore come Paulo Sousa abbia dimostrato concretamente la voglia di sposare il progetto Salerno”.

    Interviene Sousa: “Vi confermo che ho voluto fortemente la Salernitana. E’ vero che mi ha contattato lo Spezia, ma anche club che potrebbero disputare le competizioni internazionali. Ma sono felice di essere qui. L’atteggiamento, le idee e il calcio non cambiano se lotti per la salvezza o per lo scudetto. Voglio coraggio, altrimenti retrocedi. Tatticamente c’è stato poco tempo per lavorare, ma voglio vedere applicazione. Voglio incidere in un arco di tempo limitato, la consapevolezza arriverà attraverso il lavoro quotidiano. E i giocatori devono essere certi che possiamo trovare la strada giusta”.

    Lei ha detto che l’attacco è tra i più forti, tuttavia lei guiderà la difesa più perforata del campionato…
    “Io non separo la linea difensiva dall’attacco. Voglio un gioco corto, distanze ridotte tra linee e reparti. Tutti devono avere in testa gli stessi principi. Più linee di gioco formiamo più possiamo ritrovarci nella metà campo avversaria. Ho avuto a disposizione quattro allenamenti, oggi ci siamo soffermati sulle palle inattive. So che all’inizio ci saranno errori, a me interessa l’applicazione. Se attacchiamo bene avremo la possibilità di difendere meglio, perchè siamo noi ad avere il possesso del pallone. Tutti devono lavorare in campo, le squadre di Sarri vincono perchè sono continue nei 90 minuti. La Lazio ha i centrocampisti tra i più forti d’Italia, hanno una pressione alta e sappiamo che in costruzione concederemo qualcosa. Ma pretendo l’atteggiamento giusto, dal primo all’ultimo minuto. Spero che hanno immagazzinato gli input che ho trasmesso in 2-3 allenamenti. Numericamente pochi, ma fatti bene. I numeri ci penalizzano e fanno capire perchè, oggi, siamo lì in classifica”.

    Ha parlato con Bohinen, calciatore di livello che però stenta in questo campionato?
    “Ci ho parlato due giorni fa, amo il confronto individuale. So che è un giocatore importante, ha avuto un infortunio serio che lo ha condizionato mentalmente e fisicamente quando va a fare i contrasti. Noi abbiamo bisogno di lui, è uno di quei calciatori che permette di prevalere in fase di possesso. Dopo il nostro confronto ho cercato di capire con quale atteggiamento si approcciasse all’allenamento successivo. Voglio che Bohinen ci dia una mano”.

    Ha dato uno sguardo al calendario, c’è una tabella che ha fatto?
    “No. Vivo il calcio per vincere. Stop. Non alleno in funzione dei punti. Sono realista, so benissimo che si attraversa un momento particolare e che affronteremo avversari di livello. Ma voglio raggiungere quanto prima i 36 punti. Solo dopo penseremo ad altro”.

    Ha parlato con Ribery?
    “E’ un ragazzo speciale, lo conoscete meglio di me. Ha mostrato grande sensibilità, anche quando ha preso la decisione rispetto alla sua situazione contrattuale. E’ stato lui a dare l’input alla società quando ha capito che in campo non poteva dare una mano. E’ stato un gesto straordinario, da esempio per tutti. Lui sarà parte del mio staff, così come altri ragazzi che erano già qui alla Salernitana. Ognuno può dare un contributo per il raggiungimento della salvezza. Franck vuol fare l’allenatore, gli metterò a disposizione la mia esperienza per aiutarlo”.

    Interviene il ds: “Ribery è parte integrante della Salernitana, lo sarà al 101%. Dopo l’addio al calcio ha manifestato la volontà di fare l’allenatore, qui potrà crescere e avviare il suo percorso. Aveva dimostrato di essere un grande uomo già quando scelse Salerno un anno e mezzo fa”.

    Mister, che idea si è fatto dei giovani che compongono la rosa?
    “In tanti hanno potenziale, per me non c’è differenza tra giocatore giovane o più esperto. In certi momenti sono i veterani a dover trasmettere qualcosa, ma se uno è pronto va in campo a prescindere dall’età. Investo il mio lavoro su di loro, consapevole che nel percorso di crescita c’è lo sbaglio da mettere in preventivo. Rispetterò sempre le loro caratteristiche, studierò le persone e l’uomo prima ancora che il professionista. In uno spogliatoio ci sono culture e personalità diverse che devo essere bravo a integrare. Ho ragazzi che saranno fortissimi in prospettiva futura, ne sono certo. Il progetto del presidente e del direttore sportivo mi ha convinto perchè vedo una rosa con potenzialità. Il futuro è adesso, li aiuteremo insieme alla nostra città. A tal proposito dico che Salerno è passionale, che ama il calcio e soprattutto la sua squadra. Per far qualcosa di straordinario abbiamo bisogno dei tifosi, qui questa componente c’è. Vogliamo rendere i tifosi orgogliosi di noi”.

    Lei era a Verona, che idea si è fatto sulla Salernitana?
    “Ho idee diverse. Ho visto di base una predisposizione a giocare per i tre punti, l’ho percepito anche nei miei pochi allenamenti. Spero che le mie idee possano permettere alla Salernitana di trasformare la voglia di vincere in…vittoria! Nicola l’anno scorso ha conquistato una salvezza storica, ci ho giocato contro e so che sa creare difficoltà agli avversari. La società però ha preso una decisione diversa perchè i numeri certificano difficoltà oggettive. La sfida è importante, ma ho voluto accettare perchè credo che possono aiutare la Salernitana. Salviamoci, poi saliremo di livello”.

    In rosa ci sono calciatori come Botheim e Valencia che non hanno quasi mai giocato. Con lei cambiano le gerarchie?
    “Assolutamente sì, hanno potenzialità. Botheim deve migliorare in aggressività e deve dare profondità, ma è un calciatore interessantissimo. Valencia lo conosco bene, l’ho affrontato da avversario. Il processo di integrazione ha dei tempi fisiologici da rispettare, ma il futuro è dalla sua parte e vedo un ragazzo disponibile. Ho parlato con loro, così come con Kastanos. Saranno loro gli elementi fondamentali, anche in ruoli diversi rispetto all’abitudine. Maggiore e Mazzocchi sono indisponibili e voglio che ognuno sia capace di disimpegnarsi in qualunque zona del campo”.

    Dia out, come si può sbloccare il tandem Piatek-Bonazzoli che sta faticando sul piano realizzativo?
    “Dia è fondamentale, può competere a livello internazionale. Vogliamo convincerlo a sposare un progetto a lungo termine, anche per questo vogliamo salvarci il prima possibile. Purtroppo si è fatto male, però mi fido degli altri che hanno altrettanta qualità. Può darsi che recupererà per Monza, la scelta di non convocarlo deriva dalla volontà di non correre rischi. Poteva darci qualcosina già per domani, ma preferisco integrarlo progressivamente. Non perde la forma fisica in sette giorni, anzi può ricaricare le batterie. Farò una buona rotazione per far sì che tra di loro si affini l’intesa. Per consentire agli attaccanti di segnare bisogna mettere in campo una squadra che sappia creare. Voglio superiorità sulle fasce, è mio compito farli agire a ridosso della porta avversaria”.

    Parola al direttore sportivo: “Sento parlare di futuro, io mi concentro sul presente. Sappiamo quanto Iervolino sia ambizioso e generoso, la Salernitana ha avuto uno stravolgimento tecnico ed economico in appena 14 mesi. Vogliamo crescere e alzare l’asticella, ma la crescita passa da una salvezza anticipata. In questo modo possiamo fare scelte in anticipo rispetto alle altre. Faccio un discorso generale. Quando c’è un esonero ci sono responsabilità da condividere. Spesso ho usato la parola “alibi”, ora Nicola è andato via e nessuno potrà più commettere errori. A partire dal sottoscritto. Per il bene della Salernitana ci dobbiamo mettere tutti a disposizione della Salernitana e del nuovo allenatore. Non posso non ringraziare Nicola, 21 punti conquistati non sono pochi”.

    Mister, che Arechi si aspetta domani?
    “E’ difficile trovare una piazza passionale come questa. In tante città ci sono tifosi di tante squadre, qui invece amano la Salernitana e questo è alla base di qualunque progetto ambizioso. Solo così possiamo crescere e avere coraggio. Sono sicuro che domani e nelle altre partite ci spingeranno e ci metteranno in condizione di raggiungere la salvezza quanto prima. Li dobbiamo rappresentare al meglio, saranno il nostro uomo in più soprattutto in casa. Ma anche a Verona sono stati straordinari. Ho scelto Salerno anche per questo”.

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