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  • Napoli: prime crepe tra De Laurentis e Spalletti; in caso di addio a fine stagione c’è l’idea De Zerbi

    Napoli: prime crepe tra De Laurentis e Spalletti; in caso di addio a fine stagione c’è l’idea De Zerbi

    Dopo le ultime settimane molto complicate, arrivano le prime tensioni tra De Laurentis e Luciano Spalletti. La sua permanenza sulla panchina del Napoli in vista della prossima stagione non sembra essere affatto sicura e si parla di possibili sostituti per ripartire nuovamente con un nuovo progetto tecnico. A De Laurentis piace moltissimo Roberto De Zerbi che potrebbe lasciare lo Shakhtar Donetsk visti gli ultimi mesi complicati causa guerra tra Russia e Ucraina. Al momento c’è da chiudere un campionato nel migliore dei modi possibili e successivamente verranno fatte le valutazioni necessarie, ma la certezza è che qualcosa tra Spalletti e De Laurentis sia cambiata, con De Zerbi che potrebbe essere la sorpresa.

  • Napoli, Spalletti: “Siamo obbligati a vincere”

    Napoli, Spalletti: “Siamo obbligati a vincere”

    L’allenatore del Napoli, Luciano Spalletti in conferenza stampa presenta la sfida contro la Roma in programma lunedì alle ore 19 allo stadio Maradona. Ecco le sue dichiarazioni:  E’ cambiato qualcosa dopo le vittorie delle milanesi?

    “Ma noi non possiamo giocare le partite degli altri, diventa pericoloso spendere energie nelle partite degli altri. Noi potevamo provare a non perdere quella precedente, ma anche quella è andata e riduce le nostre possibilità. Le nostre intenzioni non cambiano, andiamo per vincere la partita qualsiasi sia l’avversario”. Serviranno ulteriori motivazioni? Che partita deve essere con la Roma? “E’ un’insidia per noi, come noi per loro, vincerà la squadra che si sentirà più minacciata, che avrà la percezione del pericolo, quella che sarà più esecutiva nei comportamenti da avere nella gara. Non si vince con i ‘forza, dai, andiamo’, ma facendo ciò che si deve fare contro un avversario forte”. Contro la Roma tutti i tifosi si chiedono: c’è la possibilità di vedere Mertens con Osimhen insieme? “E’ possibile, hanno già giocato, anche nel secondo tempo con la Fiorentina c’erano Mertens ed Osimhen, quando la partita era in pari loro c’erano, poi in alcuni momenti ci siamo allungati e c’erano loro due. I tifosi lo chiedono? Sono anche quelli dell’università dove sono stato, ognuno l’ha scritta in modo diverso, poi uno ha cambiato anche modulo. Mi dai la tua formazione? Insigne, Mertens, Lozano ed Osimhen e dietro Lobotka e Anguissa? Tu lasci comunque fuori gente importante come Zielinski e Fabian”. Fabian come sta? Non è in un buon momento fisicamente.  “Sta molto meglio, è sulla via del top, ha meno fastidio per questa pubalgia che ha un po’ sofferto. E’ uno che si può scegliere dall’inizio”. Come sta Zielinski? Non è brillante ultimamente. E sugli infortunati? “Di Lorenzo non ci sarà, la prossima sì, Petagna ha reagito bene per ora e quindi si valuterà domani ma le indicazioni sono positive. Zielinski sta bene, ho visto un buon allenamento anche oggi. Gli allenamenti sono stati buoni, tutti a buon livello, poi negli ultimi si abbassa il volume del lavoro e si va con cose più corte per la brillantezza”. La fase di non possesso era la vostra forza, ma da dieci partite prendete almeno un gol, come si spiega? “E’ il contrario di come l’ha presentata lei, la fase di possesso è la nostra forza, se teniamo palla non si prende gol, se diamo il pallino agli avversari è più facile avere difficoltà perché non abbiamo una squadra da urto, d’impatto, ma di fantasia, tecnica, che evita certe cose durante la partita, ma senza quelle cose nella scatola bisogna abbondare di altre e gestire diversamente”. Si rimprovera qualcosa? Cosa la fa impazzire? “Sì, queste partite casalinghe dove potevamo saltare addosso alla classifica ed invece abbiamo avuto difficoltà, questa è la cosa che mi ha dato più da pensare, ma quando sembra molto difficile c’è sempre il futuro che è aperto e la possibilità di organizzare qualcosa per delle opportunità e si va a rigiocarci le opportunità rimaste”. Fa all-in? Metterà tutto sul piatto? O bisogna ancora gestire? “Mai giocato a poker, non ho tempo, ma non abbiamo mai gestito niente, proprio per infondere suggestione siamo sempre andati avanti guardando in faccia tutti per vincere contro chiunque per creare questa mentalità di vincere sempre e per questo ne abbiamo persa anche qualcuno, non abbiamo mai gestito e non gestiremo mai niente per vincere le partite”. Ha difeso Fabian e Zielinski, ci spiega il loro momento e se può rinunciare a loro? “Io li difendo tutti, volevo dire che sono due forti, altrettanto forti, è un giochino pericoloso se ci entriamo dentro, si rischia di dare interpretazioni. E’ corretto ciò che si dice, ci sono equilibri da mantenere, ma durante una partita dei cambiamenti ci sono stati, ma accettiamo le idee di tutti. La sua formazione è la stessa del collega? Zielo è un giocatore forte, ragazzo eccezionale, e lo farà vedere in futuro, si collocherà nei giocatori top”. Tecnica e fantasia, lei parlava delle caratteristiche della squadra, quanto si sposano con la pericolosità? “Dipende dai livelli, più ci si mette qualità ed estro, più si diventa pericolosi, dipende dalle dosi, tutto può essere veleno o medicina, dipende dalle dosi. La pericolosità è in base a cosa si sviluppa, abbiamo vissuto belle partite e dobbiamo giocarle senza rimpianti, anche perdendo qualcuno l’abbiamo giocata e nei primi 30 minuti con la Fiorentina abbiamo avuto almeno 3 situazioni per far gol, poi c’è stato un periodo della gara dove loro sembravano andare più forte gestendo palla e poi abbiamo preso gol che non possiamo prendere, ed un attimo prima del gol potevamo mettere Mertens davanti al portiere facile ma non ci siamo riusciti. Sono valutazioni da fare in maniera approfondita senza eccesso di delusione”. Con la Fiorentina spesso lancio lungo per Osimhen, ma anche per Insigne che per caratteristiche non ha la gamba come il nigeriano. E’ qualcosa di provato ma non riuscito o loro iniziativa? Forse era più congeniale per Lozano? “E’ un’analisi che abbiamo fatto, qualche lancio di troppo c’è stato, ma se ti vengono addosso come fa la Fiorentina e per non farti giocare con la palla sui piedi. C’era da avere distanze più corte, su quello si poteva fare diversamente, fare il corto-lungo e metterla dietro, se la distanza diventa ampia stare corti sulla pallata diventa difficile risalire, ma era un modo per trarre vantaggio, come abbiamo fatto a Firenze ed altri hanno fatto contro la Fiorentina. Su una palla incrociata proprio Insigne è tornato indietro, ma era stato messo di là e poteva andare, ma l’analisi l’abbiamo fatta anche noi. Il calcio è un po’ cambiato, non possiamo paragonarlo a quello degli anni 90, roba vintage”. Su Mourinho. “Di Mourinho apprezzo molto la capacità di farti arrivare ciò che pensa, lui arriva quando dice qualcosa, mi ricorda mio fratello Marcello (ride, ndr), oggi tutti scrivono che non l’ho mai battuto, è vero, in questo momento si avvia a diventare una leggenda e vincere una sfida contro di lui può diventare anche una cosa passata. Per far bene devi battere la leggenda”.

  • Napoli, Spalletti: “Turno di campionato cruciale”

    Napoli, Spalletti: “Turno di campionato cruciale”

    Luciano Spalletti, alla vigilia del big match contro l’Atalanta, l’allenatore azzurro in conferenza stampa dal Training presenta la sfida.  Snodo cruciale, partita verità?  “Partite di quelle che ti guardano negli occhi, chi abbassa un po’ lo sguardo nei 95′ perde perché loro sanno mantenere il livello alto di forza, qualità, ritmo. Squadra costruita bene, come da anni, in queste gare qui non basterà una giocata, una finta, ma 95′ di sportellate ribattendo colpo su colpo, questa sarà la partita”. Sui mondiali ed i giovani. “Si deve continuare con Mancini, la strada è giusta, ha portato giovani anche per il futuro, ha vinto un titolo importantissimo, poi si può sbagliare una partita come successo, ma la qualità del gioco, del centrocampo, di molti che ha portato è sotto gli occhi di tutti. C’è da migliorare, come sempre, siamo indietro per stadi e strutture, e per lavorare al meglio servono, i paesi dipendono dalle infrastrutture, gli stadi di proprietà sono fondamentali poi c’è il problema culturale nel cercare la vittoria fin dalle scuole calcio, è un’ossessione sin dai primi anni, conta solo il gol, non il permettere di sbagliare, non si permette di tirare fuori la qualità ma si punta a vincere subito il torneino. Un buon settore giovanile non si misura dai tornei vinti, ma da quanti ne fai crescere a certi livelli. Ma sento parlare sul gioco, ma lì è una partita, il risultato passa sempre da un gioco costruito bene, ma su questo è soggettivo…”. Tu e Gasp vi stimate. Temi pressione psicologica per una tappa importante? “Sì, basta vedere cosa ha portato Gasp in Europa e si possono allargare i complimenti a tutto il club, hanno rinnovato lo stadio, fanno un buon spettacolo. Noi se siamo qui è perché abbiamo vinto tante gare non al completo e se ci siamo riusciti 2, 3 e 4 volte, possiamo riuscirci anche 5 e 6. Se non ci addossate nessuno stato di emergenza, siamo molto felici. La partita in alcuni momenti diventerà da terra che trema sotto i piedi, quando giochi contro questi qui è normale, vanno sempre allo stesso modo fino alla fine. Noi però abbiamo rimesso a posto anche momenti molto difficili durante la stagione, sono contento e fiducioso dello sguardo dei miei giocatori nello spogliatoio. Uso le parole di Koulibaly, “siamo tutti napoletani fino al termine” e percepiamo meglio la voglia di andare a scrivere il nostro percorso. Racconta molto”.

    L’assenza di Di Lorenzo è importante negli equilibri e nello sviluppo. Non c’è uno con le sue caratteristiche?
    “C’è, c’è, c’è Zanoli che ha le stesse caratteristiche, non ha giocato finora perché ha davanti Di Lorenzo che è l’innovazione del ruolo, cercando sempre cose nuove. Zanoli dal secondo allenamento a Dimaro me lo immaginavo titolare in una partita contro una squadra forte come l’Atalanta, era già visibile questo, poi c’è Malcuit che ha recuperato e siamo nelle condizioni di coprire il ruolo e di avere molte delle qualità di Di Lorenzo, anche se al suo livello ci arrivano in pochi. Malcuit per alcune, Zanoli per quelle ed altre pure è ok per non farlo rimpiangere”. Cosa ci può dire di Osimhen? Quando torna? “Oggi sono contento che ci dedicate un grande spazio sulla Gazzetta, addirittura un richiamo in prima pagina. Covid, pluvalenze, Alemao, Osimhen e lo spogliatoio contro. Parlando pure della partita avreste fatto un quadro completo (ride, ndr). Bisogna stare attenti a fare il gioco delle 3 carte con i tifosi, che vi sgamano facilmente. Di Osimhen ne parlerà la società domani, per chiarirlo, la cosa è molto semplice”. C’è qualcuno che è favorito lì davanti?  “No, ci sono tutte lì. Sono tutte uguali, le potenzialità sono quelle, sono squadre forti, costruite bene, che sopperiscono alle difficoltà”. Partita decisiva come a Verona? “Su lotta scudetto e Champions si può fare copia incolla fino alla fine, se non vinci devi lottare per il quarto posto, s’è già detto e si dirà sempre”. Infastidito dei deferimenti?  “C’è la società per questo, i nostri giocatori comunicati per Covid sono superiori a tutte le altre squadre, io so quello, poi il resto lo chiariranno facilmente gli altri”. Come sta Lozano? “E’ arrivato stanotte, s’è allenato, è a disposizione”. Come sta Insigne dopo la mancata qualificazione? “Lorenzo ogni volta lo vedo allo stesso modo, dicono possa essere turbato dalle situazioni, può darsi, ma nel modo di stare insieme alla squadra e con me non lo dà mai a vedere, arriva sempre tra i primi, è disponibile e gioioso con tutti ed in allenamento fa vedere delle cose che in partita non ha fatto vedere e questo un po’ mi dispiace che non riesca a ripeterle”. Come ha visto Mertens dopo la nascita del figlio Ciro? “Noi diventiamo ciò che amiamo, lui è napoletano perché ama la città, i tifosi, ha voglia di far bene, domani può dimostrare a Ciro Romeo di che pasta è fatto suo papà come calciatore, ha un tifoso in più e poi pochi stranieri nel calcio italiano si sono integrati come lui, anche questa è una qualità importanti. Spero mi presenti il conto di tutte le volte in cui non l’ho scelto e avrebbe potuto giocare, a volte si fanno scelte e si penalizza sempre qualcuno. E’ uno che può cambiare le sorti della partita, un professionista completo, anche quando non gioca incita la squadra, i compagni dopo un errore, è uno dei leader”.

  • Napoli, Spalletti: “Ci serve continuità”

    Napoli, Spalletti: “Ci serve continuità”

    Vigilia della sfida contro l’Udinese e il tecnico del Napoli, Luciano Spalletti, in conferenza stampa presenta la sfida di domani.  Spesso è mancata la continuità, in settimana ha visto cose diverse rispetto al passato?  “Sono dei professionisti, si chiedono sempre se basta ciò che hanno messo nelle partite. Moltissimi si alzano la mattina per andare sopra il proprio livello, nel calcio moderno funziona così. Bisogna ribellarsi alla normalità ed aggiornarsi continuamente, noi di questi ragazzi qui ce ne abbiamo diversi, danno il massimo e si inventano anche qualcosa. E’ una caratteristica nostra, poi c’è il talento che fa la giocata, ma per ripetere spesso quella giocata serve il carattere dietro e l’ho visto”. Quando il Napoli provò a vincere lo Scudetto c’era un’atmosfera pazzesca, ora i tifosi ci credono meno. Perché? Vuole lanciare un messaggio? “Noi l’entusiasmo lo percepiamo, fortissimo, è facile da andare a toccare ed assorbire, pensiamo alle ultime gare giocate in casa e come siamo arrivati allo stadio, tutto un vai e frena perché ti entrano in mezzo, l’amore trasmette sensazioni positive. Nel prossimo mercato sicuro non cercheremo altri tifosi, siamo già a posto (ride, ndr), ci bastano e gli dobbiamo restituire soddisfazioni. Abbiamo 9 storie da raccontare e da protagonisti per i nostri tifosi, in casa e fuori come abbiamo visto a Verona”. Che insidie nasconde l’Udinese? Sulla coppia offensiva Deulofeu-Beto?  “Le insidie sono molte, Marino e Pozzo sanno costruire per gli obiettivi che vogliono raggiungere. Marino crea ordine nelle situazioni, in campo è così, i giocatori sono scelti bene per i loro obiettivi. Le ripartenze sono un’insidia se non hai equilibrio, la forza sulle palle inattive perché hanno fisicità, e poi hanno grande estro in 3-4 elementi, elementi di livello che possono fare mercato importante. Dovremo avere equilibrio, gestire la partita ed avere chiaro cosa ci giochiamo in queste 9 storie”. Ora si può dire abbattendo questo muro di omertà: le percentuali Scudetto?  “Se guardiamo la classifica, chi è davanti ha più percentuale, come chi deve recuperare una partita, ma se vediamo le percentuali basate su il valore delle 4 squadre, dico 25% ciascuna! Ma la classifica vale”. Squadra che vince non si cambia… vale sempre?  “Non ci faccio molto caso, io valuto i calciatori in settimana soprattutto ora che ci sono giorni di lavoro, sicuramente per me ho deciso, giocheranno 11 titolari (ride, ndr), si fa così, e li ho scelti, non ho neanche un dubbio”. Mancano i gol degli esterni offensivi, come si può ovviare? 
    “Loro hanno un disegno ben preciso, faranno un blocco squadra abbastanza vicino all’area per recuperare e ripartire, perdere palla lì sarebbe un problema. Bisogna essere bravi ad andargli dietro, palleggiare in superiorità, abbiamo le caratteristiche per farlo. Calciatori tecnici tendono a prenderla tra i piedi, fare l’uno-due, lì non sono stato tanto bravo forse a dargli il comportamento di andare oltre quella barriera e riceverla dietro il blocco della linea difensiva”. Si affiderà al sistema di gioco visto a Verona o tornerà a quello classico?  “L’atteggiamento, l’ho detto più volte, è in un modo quando hai il pallone ed in un altro quando ce l’hanno loro, l’intenzione è quella, non so se ci riusciremo. Nei 5 che vengono a prendere palla, ti lasciano i terzini liberi, non sempre ci puoi andare direttamente, bisognerà saperla gestire da destra e sinistra per trovare varchi e dei vuoti, 4-3-3 mischiato al 4-2-3-1, cambia poco”. Le valutazioni sugli 11 terranno conto anche dei diffidati per Bergamo?  “Si partirebbe male che la ritiene meno delicata, lei non influenza i miei calciatori. Se qualcuno dei miei avesse l’idea di riposare… noi dobbiamo vincere per andare alla storia successiva. Noi abbiamo il 100% di passione e voglia per queste storie. Sono rischi che si corrono e vanno affrontati, bisogna vincere, allenarsi e rivincere, è bello chiaro. Ed in casa bisogna metterci qualcosa in più, sento dire tante cose, ma tutto ciò riguarda l’affetto è oro colato e non gioca mai a sfavore. Le soluzioni dobbiamo trovarle in noi stessi di ciò che non è andato bene. A noi non influenza, può influenzare gli altri che alzano il livello di determinazione e dobbiamo metterci qualcosa in più”. Prima di Verona ha chiesto più duelli, fisicità, per domani cosa si aspetta? 
    “L’ho detto già, qualcosa di più. La somma degli sforzi ripetuti giorno dopo giorno ti porta un giorno ad alzarti ed avere qualcosa in più, un’esplosione che ti fa riuscire anche in quello grazie al lavoro quotidiano. Noi abbiamo fatto fatica, abbiamo preso due lauree quest’anno sulla fatica, anche se ci capita sempre qualcosa, ad esempio Ounas non sarà della partita, ma abbiamo un numero sufficiente di giocatori e si va convinti di farcela”. In Torino-Inter alcuni episodi hanno lasciati perplessi, quanto è importante usare la tecnologia e tornare ad avere fiducia? “Ho fiducia, ho visto l’impegno e la strada intrapresa con la tecnologia, poi non so dirvi se la usano male e perché. Giannoccaro è venuto 3 giorni fa a farci una lezione e ci ha fatto vedere direttamente cosa accade nella sala VAR, i dialoghi, è complicato far collimare tutto anche se hanno preso pure decisioni importanti. Si reagisce alle cose che ritengono svolte male, siamo tranquilli di poter fare il nostro senza influenze degli errori”. Come vede Insigne? Perché non ha giocato l’ultima?
    “Molto bene quando è entrato, s’è allenato benissimo, lunedì abbiamo fatto la partitella per portare a livello fisico anche chi non ha giocato la gara ufficiale e s’è impegnato moltissimo. Per quanto riguarda i miei problemi con Insigne sono tutti rivolti alla stessa cosa, ovvero che purtroppo tra tre mesi non sarà più a disposizione. Mi piacerebbe averlo…”. 25% di possibilità Scudetto ha detto, ambizione e non presunzione? “Lo sappiamo, abbiamo detto sempre che le cose passano per non ripassare più, in un campionato puoi giocartela ed il prossimo no, funziona così nel calcio, lo sappiamo. Il vero valore della vita è fare qualcosa per altri, e ce ne sono migliaia qui. Abbiamo davanti una roba importante, se basterà questo entusiasmo per vincerlo non lo so, ci sono altri e sono forti, siamo qualche punto dietro, però poi dobbiamo viverlo bene con i nostri tifosi in ogni caso e per dirlo alla fine servirà la testa salda sulla partita”. Quanto terrà conto dell’atteggiamento per far parte anche dell’anno prossimo da parte di chi è in scadenza?
    “Non devo fare il controllare, lo fanno da soli, Koulibaly, Ghoulam che non gioca per colpa mia, ma continua a urlare e consigliare i compagni, c’è partecipazione e volontà dei ragazzi e non esiterebbero a riprendere qualcuno senza atteggiamento. Non bisogna giocarle col freno a mano inserito, ma proponendo un calcio dei nostri tempi, continue sventagliate, uno contro uno in corsa, continue situazioni individuali da sbrogliare da soli…”. Il Napoli ha il 5° attacco, a pari punti col Milan conterebbe la differenza reti: oltre alle vittorie, cercherete più gol quando possibile? Potrà aumentare il minutaggio di Mertens? “Lo sappiamo, sono anche i particolari che fanno la differenza, poi lo stesso discorso di Ghoulam ed altri… se Ciro non ha giocato è un po’ colpa mia, lui è bravo a farsi trovare pronto sempre anche quando lo vedi nel corridoio che con lo sguardo ti dice ‘io ci sono’, questo ci fa piacere e lo teniamo presente”. Osimhen spesso un po’ solo, è possibile ipotizzare Lozano a destra più da seconda punta per assisterlo?
    “Sì, quando poi il terzino nello sviluppo spinge, la punta esterna poi va in orizzontale dentro il campo per fraseggiare o buttarsi verso la porta, lo stiamo già facendo un po’. L’attacco allo spazio forse dovevamo farlo di più, io dovevo dedicargli più tempo anche se di tempo in quel periodo con tante gare non c’era e giocava chi avevamo a disposizione. Colpa mia anche quello (ride, ndr)”.

  • Napoli, Spalletti: “Partita aperta ed è ancora tutto in gioco”

    Napoli, Spalletti: “Partita aperta ed è ancora tutto in gioco”

    Giornata di vigilia della super-sfida di ritorno dei sedicesimi di finale d’Europa League contro il Barcellona ed al centro tecnico di Castel Volturno alle 14.30 ecco la conferenza stampa del tecnico del Napoli, Luciano Spalletti. Ad affiancarlo il laterale azzurro Giovanni Di Lorenzo. Di Lorenzo ha parlato di prendersi maggiori rischi.
    “Chi lotta può perdere, chi non lotta ha già perso. Bisognerà rischiare, comandare, altrimenti si diventa passeggeri, da subito bisogna far vedere le nostre intenzioni altrimenti ci faranno abbassare”. Come sta Lozano? Quando rientrerà?
    “Lozano lo valutiamo giorno dopo giorno, ha bisogno di sentirsi la spalla solida e sta facendo una preparazione particolare per la spalla, poi c’è la questione di condizione, poi altri accertamenti e si vedrà”.Ospina è il titolare, però c’è alternanza.  “Forse non ha visto le partite, è sempre stato titolare. Oppure per lei essere titolare è farlo giocare anche in allenamento, a casa, ovunque, lui ha sempre giocato, poi ha perso qualche gara per infortunio e in Europa ha giocato Meret, è una scelta che si fa, nessuna confusione. Lui dall’alto della sua esperienza e qualità fa vedere il suo valore quando è chiamato, come Meret, come lei dovrebbe fare domande corrette”.Come immagina la partita? 
    “Difficile, molto difficile. Proviamo ad essere i soldati in un videogioco, una battaglia per conquistare una postazione, se ti fai spazio oppure ti sparano e crepi”. Quanto bisognerà essere diversi da Cagliari?  “Non dobbiamo farci condizionare da ciò che accade qualche volta, ma far leva sulle nostre numerose qualità che ci hanno portato in quella posizione di classifica, di giocarcela col Barcellona. Sicuramente differenti dallo svolgimento della gara di Cagliari dove non siamo stati bravi a portarla sul binario di leggerezza talentuosa, non siamo giocatori da duelli fisici, contrasto aereo, noi siamo da palla per terra e dobbiamo giocare in modo consono come abbiamo fatto tante volte anche se davanti c’è il Barcellona. Prima avevano Messi, ora no, ma è lo stesso la squadra forte come quella, con giocatori buoni da tutte le parti. Obiettivo? L’obiettivo è avere una squadra che voglia restare nella testa della sua gente”. Sulle rotazioni? “Me lo dica quali rotazioni dovevo fare a Cagliari. Domani uguale, che rotazione posso fare a centrocampo? Forse davanti, ma serve equilibrio visto che c’è il Barcellona, tenere presente le sostituzioni perché chi viene da un infortunio con 3-4 gare fuori diventa pericoloso farlo giocare subito dall’inizio. E’ rischioso per chi viene da infortuni muscolari, si cercherà di mettere in campo una squadra equilibrata, chi è bravo poi è quello che sbaglia meno”. Chi è favorito dopo l’1-1? “Non c’è favorito, porterà all’eliminazione una delle più forti della competizione. Tutte e due punteranno a non andare ai supplementari. La lezione di Cagliari? Il modo in cui ci comporteremo dentro la partita, a Cagliari c’è stata più fame di salvezza che di Scudetto, vediamo la prossima. Vediamo ora se queste gare da sogno sono quelle che aspettiamo dal primo pallone toccato da bambini”.

  • Spalletti: battere l’Inter aprirebbe nuove prospettive

    Spalletti: battere l’Inter aprirebbe nuove prospettive

    Luciano Spalletti ha parlato alla vigilia del match contro l’Inter. Ecco alcuni estratti: La partita di domani contro l’Inter sarà una figata,  batterli ci aprirebbe nuove prospettive. Non ho alcuna rivincita per la sfida contro i nerazzurri, anzi i ragazzi ci tengono a fare bella figura. L’Inter ha delle caratteristiche che noi non abbiamo, dovremo cercare di limitarli senza snaturare il nostro gioco. Si possono perdere le partite, ma dobbiamo sempre rispettare i nostri tifosi. Avere il Maradona pieno sarà una gioia, dovremo dimostrare di meritarci il loro affetto e la loro passione al tempo stesso.

  • Napoli, il tecnico Spalletti positivo al Covid19

    Napoli, il tecnico Spalletti positivo al Covid19

    Il Napoli, attraverso Twitter, ha comunicato che l’allenatore Luciano Spalletti è risultato positivo al Covid19. Ecco che cosa è  stato comunicato: “Al termine dell’elaborazione di tutti i tamponi odierni è emersa anche la positività al Covid-19 di Luciano Spalletti. Il Mister è asintomatico e osserverà il periodo di isolamento come da protocollo”, ha scritto il così club partenopeo.

  • Napoli, Spalletti: “È sempre un dispiacere non avere i calciatori a disposizione”

    Napoli, Spalletti: “È sempre un dispiacere non avere i calciatori a disposizione”

    Dopo due sconfitte consecutive in campionato, il Napoli è tornato a vincere nel big match di San Siro con il Milan e adesso è determinato a chiudere al meglio il 2021. In conferenza stampa Luciano Spalletti presenta la partita contro lo Spezia. Ecco le dichiarazioni: “E’ sempre un dispiacere quando non si hanno calciatori di quel livello a disposizione (Insigne positivo e Osimhen infortunato, ndr). Sperando che migliori la situazione per tutti gli italiani, ora dobbiamo avere a che fare col rischio che possa succedere sempre qualcosa di nuovo. Abbiamo anche l’imposizione di continuare a fare punti perché le partite passano per non ripassare più. Non è in fondo che si fa il riassunto delle gare non vinte portando a supporto quello che è successo durante il periodo in cui si sono giocate. Noi abbiamo davanti una partita difficile e dobbiamo dare continuazione a quello sviluppo di partita. E’ come se fosse tutta una continuazione quella partita. Dobbiamo fare in modo di non essere mai usciti da San Siro. Ci attende una gara difficile perché io conosco bene l’ambiente Spezia, ci ho giocato, una città e una squadra a cui sono particolarmente legato. So come vive quella città lì la passione per questo sport e so che è una partita difficile. Ci dispiace molto per chi sta fuori, ma chi è dentro deve sapere chiaramente quale dovrà essere il comportamento giusto”.

    Dopo il caso Udinese-Salernitana, non sarebbe il caso di ragionare anche sul rinvio della Coppa d’Africa?
    “Vorreste tirar dentro le istituzioni, ma il mio è un altro ruolo. Diventa facile per me dire che io la Coppa d’Africa, in un momento così delicato in cui si mettono a rischio le persone, l’ho definita un mostro invisibile. Da un punto di vista mio è così. Poi apprezzerò molto ciò che si vedrà nelle partite di Coppa d’Africa perché ci sono i migliori giocatori al mondo, ma quando poi entro nel mio spogliatoio e non vedo statue tipo Koulibaly e Osimhen mancano dei riferimenti. Anche lì si spera che buonsenso e ragione delle istituzioni facciano delle valutazioni corrette e profonde”.

    Recupera Mario Rui. Ci dobbiamo aspettare una formazione diversa rispetto a San Siro?
    “Quando le partite sono così ravvicinate bisogna prendersi qualche ora in più prima di tracciare la formazione definitiva. Da quest’allenamento di stamani, fatto in maniera vera e corretta, in modo da pensare al futuro con fiducia. Le reazioni si vedranno oggi pomeriggio, parlo di gambe e muscoli dei ragazzi. A noi poi le racconteranno stasera. Se mi telefona stasera dopocena glielo dico”.

    Finora 39 punti in classifica: com’è il suo bilancio?
    “Per come sono fatto è un casino andare a dire se poi sono contento o no. A me rimane soprattutto il fastidio di quello che non s’è riuscito a portare a casa, anche se non puoi più metterci le mani. Io scenderei sempre in campo e scendo sempre in campo. L’ultima volta mi sono messo i tacchetti di gomma e ora li metto sempre perché mi sono sentito più a mio agio nello spostarmi in quei due metri quadri che ho. Una volta sono caduto anche a terra. Bisogna scendere in campo sempre allupati, come quando ho cominciato a parlare di calcio anni fa. Sotto sotto io voglio andare a vincere le prossime perché poi lì dentro ci si tira quello che è il tuo trascorrere quotidiano. Io la mattina quando mi alzo trovo i tifosi del Napoli mentre vado al parcheggio a prendere la macchina e tutti hanno la stessa voglia e te la trasferiscono. Puoi essere tranquillo quanto ti pare e così ermetico, ma i tifosi ti entrano dentro, ti scavano, ti fanno dei buchi. E oltre a quelli che sono i tuoi voleri, la tua ricerca, ci si mette anche quella delle persone che incontri, che amano questa squadra e aspettano di poter contribuire a vincere una partita in più. Bisogna andare nella direzione di vincere tutte le partite che ha davanti”.

    E’ stato infastidito dalle polemiche sul gol annullato a Kessié?
    “Probabilmente è stato un fuorigioco per qualcuno particolare a caldo. Lì per lì per qualcuno si è acceso un po’ di dubbio al dibattito, però poi a freddo tutti hanno espresso e detto – compresi gli organi istituzionali dell’AIA – che si tratta di una regola UEFA e FIFA, esprimendosi in maniera unanime. Se poi qualcuno vuole rimanere a caldo, senza averla raffreddata, è una scelta sua. Più nitida di questa di situazione è difficile ritrovarla, per cui non capisco di cosa si parli”.

    Lobotka è diventato un valore aggiunto quest’anno?
    “Come tutti i calciatori del Napoli, Lobotka è innanzitutto un bravo ragazzo. C’era uno mezzo e mezzo e non c’è più, l’abbiamo mandato via l’anno scorso. Io ho sempre avuto grandi registi, grandi numeri quattro. Il buon regista è quello che sa fare tutto bene, il grande regista è quello che fa in modo che la squadra faccia tutto bene. Lobotka appartiene alla seconda categoria, è un grande regista. Poi di buoni registi ne abbiamo tanti, lo possono fare in tanti. Di grandi registi in squadra ci sono Lobotka e Fabian, poi dipende se si gioca con un regista solo o con due più bassi che si dividono i compiti. Il regista spesso è colui che salva l’allenatore dalla pazzia. Quando c’è un gran regista dentro ti affidi alle sue giocate. Di qui ne sono passati di grandi calciatori, ad esempio Jorginho è un grande in quel ruolo”.

    Dopo il Milan arriva lo Spezia in un momento così.
    “Questa non è la conferenza di celebrazione per la vittoria di Milano, ma la conferenza di presentazione della gara con lo Spezia. Stessa cosa vale per l’allenamento di stamattina. E noi abbiamo l’imposizione di vincere questa partita, anche se non si tirano dietro – perché impossibile – le gare precedenti da un punto di vista di riprenderci qualcosa. Però poi le sconfitte creano anche presupposti di crescita perché creano una reazione in me e nei calciatori. Io sono orgoglioso e fiducioso come spero che lo sia la mia squadra domani. Dobbiamo costruire qualcosa di serio, di credibile per questa gente che ci vuole bene e che vive dietro al risultato della partita. Non si scherza sul sentimento delle persone. Domani voglio vedere grandissima intensità fin dal riscaldamento”.

    Abbiamo visto Osimhen allenarsi in maschera: può essere a disposizione?
    “Non c’è domani, non è con lui che si può vincere questa partita”.

    Come avete preparato la sfida allo Spezia?
    “Oggi abbiamo deciso di fare diversamente, lasciando scorrere i primi 10′ senza le pause. Il nostro match analyst ha fatto scorrere i primi 10′ per far capire che non si fa una cosa organizzata. In quei 10′ ci si rendeva bene conto di quella che sarà la partita, che sarà difficilissima”.

    Il Napoli si candida ad essere l’anti-Inter?
    “Noi vogliamo vincerle tutte e già essere ‘anti’ di qualcuno ci disturba un po’. Noi non siamo anti di nessuno, noi vogliamo far vedere la nostra bellezza, giocando le partite e cercando di fare un buon calcio. Si vede poi in fondo di chi siamo peggio e a chi potevamo togliere qualche punto in più. Bisogna avere la nostra identità, un progetto, una volontà di essere ambiziosi. E poi alla fine si fanno somme e sottrazioni”.

    Il Napoli è la squadra con la miglior classifica negli scontri diretti: a lei cosa lascia?
    “Ognuno ha i suoi di numeri. Se prendo un solo dato dipende da dove voglio massaggiare, cosa voglio che il mio cervello pensi di più. Invece nell’essere obiettivi vanno presi tutti i numeri. Contro l’Atalanta, ad esempio, è uno scontro diretto e abbiamo perso. Con l’Inter abbiamo perso. Abbiamo numeri diversi”.

    Lei coinvolge tutti: è questa la sua forza?
    “E’ proprio una impostazione personale quella di voler stare con tutti allo stesso modo, di voler amare tutti i calciatori allo stesso modo, di voler dare possibilità a tutti di esprimersi nel miglior modo possibile. Attraverso quelli che sono i comportamenti si rendono possibili una buona classifica, il poter avere dei sogni, il tracciare delle ambizioni, l’andare a prenderle col valore dei calciatori. A trovare difetti non ti danno mai meriti. Qualche volta va detto, ma difficilmente se trovi solo difetti vai a migliorare qualcuno. Si cerca di essere giusti, obiettivi. Poi c’è il loro valore che è indiscutibili. Bisogna essere anche giusti nel dichiarare che questi ragazzi hanno delle potenzialità. E lo si dice solo se le hanno. Abbiamo a che fare con un gruppo di calciatori che sanno come si sta in uno spogliatoio, e anche quello è un valore importante. Inoltre sanno come comportarsi per giocare in una squadra”.

  • Napoli, Spalletti: “Partita che può essere un crocevia per la stagione”

    Napoli, Spalletti: “Partita che può essere un crocevia per la stagione”

    Luciano Spalletti, parlerà in conferenza stampa dal centro tecnico di Castel Volturno per presentare la sfida ai rossoneri.

    Si parte sugli infortuni e l’emergenza: “Possiamo vincere la partita con quelli che abbiamo a disposizione, la giochiamo con l’obiettivo di portare a casa i tre punti”.

    Cosa ha detto ai giocatori per motivarli? E’ un crocevia importante.
    “Cosa ho detto, la dobbiamo un po’ smettere pure noi. Non accetto il giochino degli infortuni e di chi manca. In questi momenti c’è bisogno di esempi, di far parlare gli esempi, c’è bisogno di corse, coraggio, soluzioni. Domani abbiamo a disposizione 16-17 calciatori della rosa, per cui bastano per andare a giocare le partite contro chiunque. E’ chiaro che se peggiorano ogni volta chi deve giocare… non preoccuparti dei minuti che avresti potuto giocare, fai vedere il tuo valore adesso. Noi andiamo col necessario che serve, poi è chiaro che vogliamo essere ambiziosi e dipende da noi, ottenere certe cose poi qualche volte può non dipendere da noi perché succedono delle cose ma il comportamento da avere è chiaro anche se il calcio a volte è talmente drammatico che in un episodio di gara ti annulla tutto il lavoro settimanale ma quello girerà una volta a favore ed una volta contro”.

    La sua presenza che torna a bordo campo sarà utile?
    “So bene che ho creato problemi ai giocatori facendomi espellere, io non posso fare a meno di loro, quando manca qualcuno sono in difficoltà ed a disagio, li voglio tutti vicini, e so quanto è importante la presenza di ognuno. Io non ho fatto la cosa giusta ed ho penalizzato la squadra in queste due partite e la responsabilità delle due sconfitte è mia e non succederà più perché sono stato male a vederla da fuori”.

    Senza Manolas nella rosa c’è una carenza. Senza pure Koulibaly non si può andare avanti con solo 2 centrali.
    “La storia di Manolas riguarda il rapporto tra lui e la società, è con quelli che ci sono che possiamo ambire a vincere la partita, io quindi di Manolas non ne parlo. Averlo visto felice alla presentazione dell’Olympiacos mi fa piacere per lui, per il resto noi abbiamo delle necessità per le insidie che ti possono accadere. Le osservazioni che fate voi figuriamoci se non le facciamo noi, ora il mercato è chiuso ed il gruppo a disposizione per ora è questo”.

    Con due centrali non va avanti nessuno. “Sì, ma non devo fare questi ragionamenti qui, a me la rosa piace in tutti i petali ma se la asciughi qualcosa manca (ride, ndr) e va ricomposta”.

    Chi c’è domani e chi non c’è?
    “Mario Rui non è convocato, come Fabian, Insigne, Osimhen, Koulibaly naturalmente. Facciamo prima a dire chi c’è (ride, ndr)”.

    Cosa si aspetta dal Milan?
    “Mi aspetto la squadra che ho visto in questi due anni, col lavoro fatto da Pioli, con un modo di stare in campo chiaro così come le scelte dei singoli campioni che ha a disposizione. Io non voglio giocare contro squadre in difficoltà, ma contro squadre forti, perché il Napoli è una squadra che può giocare contro squadre forti, non ho bisogno di peggiorare gli altri per esibire la mia forza. Noi domani dobbiamo giocare da squadra forte, viva, il Vesuvio non deve essere una cartolina ma dobbiamo averlo dentro di noi per fare quello di cui abbiamo bisogno”

    Insigne ha dichiarato che spesso non è stato capito dai tifosi. Lei cosa ne pensa?
    “Solo un allenatore che ha perso il senno potrebbe rinunciare ad uno con le sue qualità, lui è un buon capitano di una squadra, non deve essere mai presa come il massimo possibile perché ogni occasione può essere quella giusta per diventare più forti. Mi è sembrato dall’inizio in linea con la figura che immaginavo da fuori. Lui è un calciatore che ha un cuore, anche se voleva giocare dall’inizio e se lo aspettavo, ci sono io poi che commetto un errore e gli chiedo 70 minuti. Nella sua disponibilità io me ne sono un po’ approfittato, è una sua qualità esserci e aiutare però io dovevo valutare anche se c’erano valutazioni che portavano a poter fare quei 70 minuti come li vuole fare lui, ma ci ho messo del mio ed ha fatto una figura al di sotto delle sue potenzialità”.

    Buoni volumi di gioco nonostante le sconfitte.
    “Abbiamo perso qualche palla di troppo che è costata corse, metri, equilibrio, l’ultima è stata la partita in cui abbiamo perso più palloni questa stagione, possiamo mettercela come causa e va tenuto in mente il pallone perso o il contrasto perso perché poi un gol può essere frutto di un singolo errore ma le partite perse sono la somma di tutti i nostri errori. Non si perde mai per un singolo episodio, ma sempre per l’atteggiamento di tutti”.

    La stagione è cambiata a San Siro, qualcosa è cambiato, ora cosa chiede alla squadra abbandonata dalla sorte e dagli episodi.
    “Abbiamo fatto a tratti quello che chiedo. Io per sentirmi bene con me stesso, devo allenare come se fossi per sempre l’allenatore del Napoli, così come i giocatori devono pensare che avranno una sola maglia, solo così si va più in profondità dei comportamenti e dei pensieri. Abbiamo sbagliato qualcosa, ma abbiamo anche confermato altre fatte molto bene, sugli episodi siamo in credito, sono convintissimo e non significa che domani ci verrà risarcito. Noi siamo quello che facciamo”.

  • Napoli, anche contro il Leicester Spalletti avrà gli uomini contati

    Napoli, anche contro il Leicester Spalletti avrà gli uomini contati

    Non sembra voler rientrare l’emergenza in casa Napoli. La squadra di Luciano Spalletti è attesa domani dalla gara decisiva contro il Leicester ed al lungo elenco degli indisponibili s’è aggiunto anche Stanislav Lobotka, che dovrà fermarsi per almeno un paio di settimane, andando così a ridurre ulteriormente le scelte del tecnico dei partenopei che a centrocampo deve già rinunciare ad Anguissa ed anche a Fabian che anche ieri ha svolto solo terapie ed un po’ di lavoro personalizzato. Oltre a Fabian, non recupera per domani neanche Lorenzo Insigne. I due non si sono allenati fino a questo momento in campo e difficilmente Spalletti li rischierà anche a gara iniziata in una situazione già d’emergenza per quanto riguarda gli infortuni. A centrocampo dunque verrà proposto dal primo minuto Demme, l’unico centrocampista a disposizione in questo momento, probabilmente affiancato da Zielinski e per gestirli eventualmente a gara iniziata c’è Elmas e come ultima soluzione l’adattamento di Mario Rui. L’unica buona notizia arrivata ieri è il ritorno in gruppo di Kostas Manolas, fuori da tempo e quindi difficilmente pronto a dare subito un contributo, ma che quantomeno potrà rappresentare un cambio ai due centrali Rrahmani e Juan Jesus, costretti agli straordinari nelle ultime gare dopo l’infortunio di Koulibaly. Spalletti dovrà accontentarsi della crescita dei giocatori rientrati nell’ultimo periodo, in particolare Ounas e Politano, pronti anche ad un impiego dall’inizio in modo da preservare Lozano, o semplicemente spostarlo sull’altra fascia qualora fosse necessario avere Elmas in mediana.