Dopo il pareggio sul campo del Sassuolo, il Napoli torna al Maradona per ricevere l’Atalanta il tecnico azzurro Luciano Spalletti presenta la gara in conferenza stampa. “Emergenza? Ora bisogna scegliere tra quelli che rimangono. Ciò che è fondamentale è stare uniti, a protezione della squadra che ha già dimostrato nelle difficoltà quanto ha a cuore questa maglia. E gli si vede quotidianamente a tutti gli allenamenti. Non c’è miglior occasione di quando poi ti capita di giocare. Ogni tanto scherzando a qualcuno che rimane fuori mi succede di dire ‘Guarda che prima o poi ti faccio giocare’, visto che sono pronti a mettere in pratica le proprie qualità. Ora capita l’occasione e non c’è situazione migliore di questa per vedere se ci si lascia spaventare oppure si vuole andare a trovare nuove energie e nuove risorse. Quello che diventa fondamentale è che abbiamo ben impresso nella testa, come un chiodo fisso, che noi siamo il mezzo per raggiungere la nostra felicità e quella di tutte le persone che ci stanno vicine e ci vogliono bene. Quando tocca a noi è il momento di farlo vedere che si ha questo potete e che si riconoscere di avere questo potere”. Arriva l’Atalanta in uno degli scontri diretti per lo Scudetto. “Si passa da un eccesso all’altro. Noi possiamo stare al vostro fianco quanto volete, però non siamo dei polli. Siamo partiti per degli obiettivi ben chiari, tutto il resto lo vedremo strada facendo. Vedremo che tipo di viaggio saremo in grado di portare avanti. L’Atalanta è un cliente scomodo, molto scomodo, perché è costruita bene. Quando parliamo di rosa forte per quanto riguarda noi è perché io lo dico, mentre qualcun altro non lo dice ma pure lui ce l’ha. Se si va a vedere l’aspetto della copertura doppia di tutti i ruoli sono meglio di noi. Noi abbondiamo in avanti, ma se si parla di completezza di squadra noi siamo a posto ma ci sono molte altre che sono più a posto di noi. L’Atalanta è una squadra completa, tosta, che sa bene dove vuole andare. Noi abbiamo delle caratteristiche che le possono creare dei problemi, bisogna vedere come si riesce poi a pilotare la partita. O la conduci o diventi un passeggero della partita, monti sopra e ti portano in giro per il campo loro. Questo non dobbiamo farlo perché se sei passeggero dell’Atalanta può portarti a sbattere dove vuole”. Qual è il suo stato d’animo dinanzi a quest’emergenza e dopo la sua squalifica? “Sempre lo stesso. Io sono convinto di avere delle potenzialità di squadra, però facciamo un passo alla volta. Faccio fatica a sopportare la squalifica perché vengo cancellato dal mio mondo. Io vivo per fare l’allenatore, per stare insieme alla squadra. Però c’è da fare una riflessione. Io spendo tempo nelle riunioni a dire che comportamento dobbiamo avere in campo e in panchina, non solo ai calciatori ma anche ai massaggiatori, ai dottori, ai magazzinieri e tutti quelli che compongono la partita. Io chiedo ai miei calciatori di comportarsi in un certo modo, di saper accettare un errore arbitrale, di non cadere nelle provocazioni degli avversari. Errori arbitrali come gli errori che possono fare io quando sbaglio una sostituzione o altro. Per questo dovrò pagare la multa alla squadra. Quando io chiedo una cosa alla squadra e loro non lo fanno gli si fanno le multe, stavolta tocca a me pagare loro. Bisogna trattenersi, anche quando accade qualcosa che ritieni ingiusto. Il fatto di star fuori davvero mi disturba e mi dispiace perché a me piacere vivere la partita da dentro, anche nelle complicazioni. Per quanto riguarda gli infortunati, poi, succede così. Con queste partite così ravvicinate ogni partita è un viaggio verso l’ignoto, non sai cosa ti succede. Il risultato di 2-0 non ti mette al sicuro perché poi magari gli altri cambiano cinque uomini e diventa un’altra partita. Diciamo che noi siamo sotto tempesta in maniera più precisa perché oltre agli infortuni abbiamo avuto anche il Covid. Se ti tocca metter dentro dei calciatori che tre giorni fa hanno avuto il Covid diventa difficile poi riuscire ad avere una risposta come ti aspetti. Allora ancora di più gli si fanno i complimenti ai calciatori per la disponibilità”. Sulla partita con l’Atalanta. “Tutto sommato è quello che vorremmo tentare di fare, mantenere il possesso palla per portare la partita sul nostro binario. Dobbiamo riuscire a gestire la maggior parte della partita perché se la gestiscono gli altri ti portano ad essere un po’ sparpagliati perché hanno quest’ampiezza di gestione di palla. Quando cominciano l’azione ti creano quest’aggiramento nella loro proposta di gioco, andando da una parte all’altra, e la chiudono in molti l’azione. Con questa fisicità e questa forza che hanno. Se loro gestiranno molto palla sarà inevitabile subire le loro caratteristiche e la loro qualità. Abbiamo tentato di farlo negli ultimi venti minuti col Sassuolo e non ci siamo riusciti. Tutte le volte che si recupera palla bisogna sforzarsi di creare le controffensive giuste”. Demme e Politano hanno i 90 minuti nelle gambe? “Vanno fatte delle valutazioni. Di questo si porterà dentro anche le possibilità scientifiche che abbiamo per andare a valutare delle cose. Vorrebbe dire dargli un’ulteriore notizia di quella che potrebbe essere la formazione, ma Gasperini è già bravo e ha già molte notizie, quindi questo lo tengo per me”. Quanto sarebbe importante avere un Maradona come quello visto con la Lazio? “Lo stadio diventa fondamentale. Ho parlato qualche volta con De Laurentiis e lui è molto disponibile. Quando si vive lo stadio bisogna comportarsi bene perché è un luogo importante e bisogna soprattutto andare a prendere quelle cose che ci fanno divertire, che ci danno la possibilità di avere un sostegno da tutti e concederlo a tutti. In società stanno lavorando anche per questo. I calciatori ne hanno un grosso beneficio, ma anche quelli fuori che vedono ai bordi le partite sanno che il nostro stadio pieno può dare un contributo notevole”. Juan Jesus è pronto a sostituire Koulibaly?
“E’ facile perché io lo conosco da diverso tempo. La cosa più significativa è come viene accolto quando un calciatore entra nello spogliatoio. Già si è fatto apprezzare per le qualità e la persona negli anni precedenti, tutti nel nostro mondo ne parlano bene. E poi ha esperienza, forza da vendere, conoscenze. E’ chiaro che farsi trovare pronto è quello che fa la differenza per quelli che hanno giocato meno, ma ha tutte le caratteristiche per svolgere i compiti in maniera precisa”. Mertens nelle ultime partite è tornato quello di un tempo. “Domani è il capitano, per cui è quello che deve darci una mano e indicarci la strada. Chiedete a me di Mertens? Ditemelo voi, voi l’avete visto bene chi è Mertens, io l’ho apprezzato da fuori”.”Ce ne sono molte perché questo modo di smanaccare che ha è perfetto per condurre una press conference che gioca a uomo. Ti vengono a bacchettare qualsiasi parte tu vada. E’ un mezzo importante per allenarsi quello lì. Io sono convinto che poi ogni tanto aiutare anche la squadra, oltre che il confronto individuale, è il top, il massimo. A volte qualcosa si va a perdere quando sforzi troppo i due sensi. Ma nell’allenamento lo smanacchio è perfetto perché ti alza il livello di quelle sfide individuali. Impari ad andare più forte sull’uomo, anche quando sei in un contesto di zona e di squadra ad aspettare il turno ci vai con più forza perché sei abituato. E’ il fisico che fa la differenza, l’Atalanta non ha molti calciatori sotto il metro e 90″.Sarà importante la fase di nessuno, come la chiama lei, contro l’Atalanta? “La fase di possesso e la fase di non possesso la impari a Coverciano. Poi c’è la fase di nessuno, come un rinvio, quando spari in avanti per trenta metri, perché non sai poi chi va a gestire. La stessa cosa sui falli laterali. Ogni volta che la palla è 3-5 metri per area non sai come andrà a finire quella palla lì. Quello fisicamente più piccolo magari ha quell’aggressività e quella forza lì. Non conta quella che è la stazza che metti nel duello, ma conta quella che è la forza”. Cosa pensa di Gasperini? “A me piace tutto di Gasperini, ci sono stato a cena insieme e sono andato a vederlo. E’ stato tra i primi a fare questo tipo di calcio e basta vedere in tutti questi anni dove ha portato l’Atalanta”.
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Napoli, Spalletti: “Non pensiamo all’emergenza infortuni”
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Napoli, Spalletti squalificato due turni
Due giornate di squalifica per Luciano Spalletti, tecnico del Napoli, che di conseguenza salterà le prossime sfide degli azzurri contro Atalanta ed Empoli: il Giudice sportivo ha fermato il tecnico toscano “per avere, al 47° del secondo tempo, contestato una decisione arbitrale indirizzando reiteratamente al Direttore di gara espressioni gravemente irriguardose; infrazione rilevata da un Assistente; recidivo”.
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Napoli, la delusione di Spalletti: “Abbiamo fatto diversi tiri in porta, ma non è bastato”
Come all’andata al Maradona, così a Mosca: il Napoli cade contro lo Spartak Mosca e complica il suo cammino nel girone di Europa League. A breve il commento in conferenza stampa del tecnico Luciano Spalletti. Sul mancato saluto col tecnico dello Spartak Rui Vitoria: “Ad inizio gara non mi ha salutato, se io vengo a casa tua mi saluti all’inizio. Mi ha detto che non mi aveva trovato, ma sono lì a dieci metri: devi venire a salutarmi come ho fatto io all’andata. Io saluto tutti all’inizio, non solo quando vinci a fine partita”. Sulla gara: “Abbiamo fatto tanti tiri in porta, abbiamo avuto tante occasioni e fare più attenzione a non prendere quel gol a inizio partita. Ho fatto delle scelte offensive sin dall’inizio perchè pensavo di poterla indirizzare da subito, ma il gol preso subito ha cambiato tutta la gara. Non ho potuto mettere Fabiàn perchè ha avuto un piccolo problema, l’avrei messo a rischio per domenica. Così evitiamo che vengano fuori nuovi casi, non l’ho messo perchè aveva un problema. Poteva giocare una quindicina di minuti ma l’avrei messo a rischio”. Quanto hanno inciso le assenze e la sfortuna? “Ho avuto delle risposte anche questa sera, nel secondo tempo hanno passato il centrocampo solo tre volte. Le risposte sono positive, si è vista anche stasera la reazione della squadra. Quando la squadra si comporta così è difficile appuntargli qualcosa. Abbiamo perso non perchè è mancato questo o quello, avevamo la squadra per vincerla. L’abbiamo persa ma l’atteggiamento della squadra mi è sembrato corretto”. Preoccupato per la gara alla Lazio? “Non ho timore di giocare le gare. Spero di recuperare qualche giocatore, ci sono già delle cose positive”. Lo Spartak ha meno qualità ma forse aveva più voglia? “Lo Spartak ha fatto la gara che doveva fare, noi ci siamo fatti sorprendere all’inizio con quel gol. Hanno vinto loro, gli facciamo i complimenti e noi dobbiamo provare a far meglio nelle prossime gare o mettere a posto le cose che hanno condizionato questa gara qui”.
Il clima ha influenzato la gara?
“Non c’era niente che ci potesse condizionare. Se hanno vinto gli altri è perchè sono stati più bravi di noi. Sono stato ammonito perchè loro hanno perso tre minuti ad ogni sostituzione, chiedevo dunque di accelerare. Non sono io a dover giudicare l’operato dell’arbitro -
Napoli, Spalletti:”Dopo il ko con l’Inter dobbiamo reagire, spiace per gli infortuni”
Sfida a Mosca per il Napoli di Luciano Spalletti, che alla vigilia della trasferta europea presenta la sfida in conferenza stampa. Come sta vivendo le brutte notizie delle ultime 48 ore? “Le difficoltà aiutano le persone normali a diventare persone stupende o avere un destino straordinario. Mi aspettavo questi primi colpi di difficoltà, sapevamo che non poteva andare tutto bene, che ci sarebbero stati momenti in cui qualche calciatore non era a disposizione. Il fatto di avere una rosa di questo livello, soprattutto nel reparto offensivo, era proprio per superare queste situazioni. Ci faremo carico di queste assenze e andremo a sopperire alla mancanza di questi grandi calciatori”. Con l’Inter è mancato coraggio? “No, mi riferivo ad un momento della gara. Noi la gara l’abbiamo fatta, abbiamo trovato una squadra forte da tutte le parti che con Inzaghi ha continuato a sviluppare il lavoro fatto precedentemente. Siamo stati nella gara, abbiamo perso un pochino il controllo nella fase centrale ma c’è stata una grande reazione. Dopo il 3-1 qualsiasi squadra avrebbe abbassato la guardia, noi invece abbiamo avuto la vampata di recuperarla e se si guarda l’ultima parte di gara forse l’avremmo pure meritato. In una fase della gara mi sarei aspettato qualche scelta meno comoda dai miei, perchè abbiamo il talento di fare certe giocate anche folli, invece ci siamo accontentati di buttare il pallone fuori quando lo si poteva giocare. Passa tutto da come tu gestisci la gara e comandi la gara. Nella fase centrale mi sono piaciuti poco, nel finale però non solo non li abbiamo fatti ripartire ma ci siamo pure creati la possibilità per pareggiare”. C’è stato un pizzico di pigrizia a San Siro dopo il gol di Zielinski? “Sono anch’io curioso che reazione avremo in base alla partita che abbiamo fatto. Ne abbiamo parlato, anche se brevemente perchè ci sono solo due giorni e non puoi fare delle lunghe riunioni. Quando loro hanno tentato l’assalto dopo il nostro vantaggio la squadra doveva avere più convinzione, a noi preferisce essere attaccati perchè poi troviamo gli spazi. La differenza la fa quando sei feroce per andarla a prendere e quanto sei qualitativo quando vengono a prenderti. Abbiamo soltanto sbagliato ad accontentarci a rompere l’azione senza farla diventare una ripartenza, poi non siamo stati fortunati negli episodi. Abbiamo difficoltà che farebbero abbassare lo sguardo a chiunque e invece loro stamattina sono venuti e hanno fatto un grandissimo allenamento. Diventano quelle le soluzioni al momento che abbiamo attraversato, anche perchè il bilancio totale è super positivo. Bisogna reagire a quelli che vogliono farla diventare qualcosa di più grande di una sconfitta, ma è una per ora”. Qual è la differenza tra il calcio russo e quello europeo? “C’è sempre da imparare dal calcio europeo. Ci sono vari livelli di squadre in Russia, ma se prendiamo le squadre del primo livello sono sicuramente al livello del nostro calcio”. Volete chiudere discorso qualificazione a Mosca? Quanto può essere importante Mertens con l’assenza di Osimhen? “Noi non vogliamo portarla oltre questa qualificazione e vogliamo chiuderla qui. Mertens fa parte dei calciatori importanti di cui ho a disposizione, ci ha messo di più per l’operazione subita. Verranno fatte valutazioni su di lui in relazione al doppio impegno settimanale”.
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Napoli, Spalletti: “Non è facile gestire il doppio impegno Campionato e Europa League”
A Varsavia per il sorpasso. Il Napoli nella quarta giornata della fase a gironi d’Europa League è chiamato a sfidare la capolista Legia in trasferta: con un successo gli azzurri volerebbero al primo posto. Luciano Spalletti presenta la partita in conferenza stampa, direttamente dalla Polonia. “Non abbiamo una squadra che si è indebolita. Abbiamo una rosa che ci permette di poter sostituire qualche calciatore che ha giocato più spesso. Siamo venuti qui per vincere la partita. L’Europa League è una competizione a cui teniamo. Sappiamo che è una gara difficile, però la ricerca è la vittoria”. Se la partita fosse stata in Italia Insigne e Fabian sarebbero venuti in panchina? “E’ un’addizione di valutazioni, non si tratta solo di campionato o Europa League. E’ una somma di più cose, come quella della valutazione di domenica di tener fuori Lorenzo. Ha un muscolo affaticato, noi siamo lì a fare prove, esami, per prendere il meglio dei risultati. L’abbiamo tenuto fuori per il muscolo affaticato. Potrebbe giocare ma c’è una gara anche domenica e ci sono anche altri che meritano di giocare. Chi è rimasto a casa rischiava”. Serve un centravanti di riferimento nello sviluppo del gioco? A Salerno con Petagna avete fatto meglio che con Mertens. “Mertens ha giocato una partita sotto il suo livello, quindi magari viene più da evidenziare questa cosa. Poi dipende sempre da ciò che si riesce a fare uin partita. Mertens riesce a riempirla quella zona lì, poi con Zielinski che è più in condizione come adesso ha più facilità perché ha questa capacità di inserimento, di buttarsi negli spazi. Ma sono due soluzioni che portano tutte e due all’obiettivo se percorse nella maniera corretta”. Ancora sulle assenze. “Non dovete preoccuparvi dei minuti non giocati, ma dovete preoccuparvi di cosa fare per aiutare la squadra a vincere nei minuti giocati. Le facce le fanno loro quando tu li scegli, vedremo che faccia faranno. Quelli che sono qui giocano tutti. Con le 5 sostituzioni c’è il 50% di possibilità di giocare, prima con le 3 sostituzioni c’era il 25%. E’ importante questa cosa, per lo spettacolo, per ribaltare una partita, per vedere più contenti i calciatori. E’ il raggiungimento di un risultato importante quello delle 5 sostituzioni. E poi hanno più possibilità di far vedere quelle che sono le loro qualità. A noi non manca niente. Abbiamo una squadra forte. L’unica possibilità per soddisfare la forza della squadra è la vittoria”. Juan Jesus potrebbe giocare due partite di fila per le squalifiche di Mario Rui domani e Koulibaly domenica. “E’ un giocatore muscolare, fisico, resistentissimo. Per cui mi aspetto che possa andare a mettere a posto questa difficoltà momentanea per il ruolo del centrale. Nell’economia della partita può darsi che ci sia la possibilità di togliergli qualche minuto domani, dipenderà dal tipo di partita che verrà fuori, da lui come si sente. Perché la partita reale dà sensazioni differenti rispetto alle valutazioni. Ma il ragazzo dal punto di vista fisico è davvero una belva, diventa difficile trovargli un difetto”. Ritrova Ounas: per lei dà il meglio da esterno o da trequartista? “E’ un calciatore offensivo. Ha talmente tanto estro e qualità che può metterli dove vuole. Chiedergli delle rincorse, come fanno ad esempio Politano e Lozano che vanno a raddoppiare sul terzino… Lo fa lo stesso, ma ha più qualità davanti. Ti fai del male non dandogli la possibilità in maniera offensiva negli ultimi venti metri. Per il ruolo però c’è, sa saltare l’uomo nello stretto, sa imbucare, ha un macino pesante con cui fa sempre qualcosa di importante”. Ci saranno 542 tifosi napoletani in Polonia. “La sentiamo la differenza. Se si riesce ad averli tutti più vicini è come avere un calciatore in più in rosa. Per quella che è la loro passione loro sono a punteggio pieno, più di noi perché loro avrebbero vinto anche quella che abbiamo pareggiato per quello che è il loro trasporto nei nostri confronti”. Quanto tenete all’Europa League? “Perché dovremmo tenerci poco? Questa storia faccio fatica a capirlo. Io mando dei segnali ai calciatori che hanno giocato meno causa infortunio, tipo Demme o altri, dicendo che non importa giocarla? Sarebbe sbagliato, fallimentare dal punto di vista professionale. Loro devono poter esprimere il loro talento, la loro qualità in un contesto reale. Non gli si fa fare le partite per finta ai professionisti che abbiamo noi”. C’è possibilità di vedere Meret in campo? “Meret gioca. E gioca perché è un portiere forte come Ospina, non perché è una partita meno importante. Diamo delle possibilità anche a lui perché si sta allenando benissimo. Per me è un altro portiere titolare. Non ne possiamo far giocare due, altrimenti alle volte l’avrei fatto”.
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Napoli, Spalletti: “Pronti per domani. Stiamo andando bene, continuiamo così”
Alla vigilia del debutto interno in Europa League contro lo Spartak Mosca, fischio d’inizio domani alle ore 18:45, l’allenatore del Napoli Luciano Spalletti ha parlato in conferenza stampa dal centro sportivo di Castel Volturno. Ecco le sue dichiarazioni: In cosa può migliorare il Napoli? “Se si va a prendere in esame l’ultima disputata penso che la cosa nuova delle cinque sostituzioni abbia allungato la vita alla partita di calcio. Di conseguenza per essere al sicuro bisogna fare tre gol. Mentre prima con due gol diventava un risultato difficile da ribaltare, ora con le cinque sostituzioni non sei mai al sicuro. Di conseguenza per quello che è stato lo spazio avuto e la possibilità di andare ad attaccare la linea difensiva del Cagliari, quando ha tentato di fare qualcosa in più, c’erano capitate delle situazioni che noi dovevamo sfruttare. E’ un po’ una riflessione che è stata posta alla squadra, di cui abbiamo parlato”: Sul tipo di calcio. “Gli allenatori giovani che ci sono ora provano ad avvicinare il calcio ad un calcio europeo: pressing alto, riconquista nella metà campo avversaria, costruzione del basso. Dei principi che danno beneficio alla possibilità di segnare più gol. Ma la cosa fondamentale è mettere tre-quattro calciatori nel reparto offensivo a venti minuti dalla fine per avere delle vampate di velocità e tecnica che possono veramente ribaltare un risultato in pochi minuti”. Come sta Lozano in questo periodo? “E’ un ragazzo splendido, una persona di una squisitezza unica. Però qui dentro tutti hanno quelle capacità lì e quelle caratteristiche lì. Lui si trova benissimo. Ha un pochettino ritardato il migliorare la sua condizione a causa dell’incidente in nazionale, ora però lo vedo molto motivato, sorridente. Tra l’altro secondo me lo vedo nell’ambiente giusto per lui, come Osimhen. Napoli mi sembra un ambiente adatto per calciatori come Lozano e Osimhen”. Come stanno i calciatori reduci da infortuni? “Li vedo bene. Sono stati fatti degli allenamenti personalizzati perché Sinatti è un preparatore attento ai dettagli. La disponibilità dei calciatori stessi fa la completezza della situazione. Quando sei lì da solo, non ti vede nessuno, non ci sono le telecamere prendere e fare quello che devi è più difficile. Qui invece si riesce a far bene anche quella parte un po’ più nascosta, che poi è quella che fa la differenza”. Tutti pronti per domani? “Tutti pronti. Dispiace aver lasciato fuori Ghoulam dalla lista, l’abbiamo fatto perché era infortunato in quel momento e si è andati per regola. Ma nei pensieri di poter anche non prendere il terzino sinistro c’era, come doppio ruolo, questa predisposizione per un campione e uomo squadra come lui. E’ un po’ uno di quelli che dettano quelli che sono i ritmi, i tempi di tutto il gruppo. Quando hai calciatori così, che sono degli allenatori in campo, il mio lavoro diventa più facile”. Quanto è importante l’apporto dei tifosi? Come stanno Napoli e il Napoli?
“Benissimo. Questo contatto diretto ci permette di acchiappare quelle sensazioni che ti danno solo i rapporti umani ravvicinati. Per quanto mi riguarda cambia poco perché anche quando l’ho trovato vuoto, per il primo allenamento, i miei occhi hanno visto lo stadio pieno, con il rumore dei napoletani che si sentiva benissimo”. Insigne ha detto che si sta divertendo. E lei? “Io mi diverto. Sto bene quando finisce la partita e abbiamo vinto. A volte dicono che sono contadino ed è vero, sono un po’ contadino. E per noi contadini sognare non è mai prudente. Noi guardiamo al raccolto di domani perché se la stagione cambia e non fai il raccolto è inutile fare sogni a lunga scadenza. Dipende dalla stagione che passerà domani e cosa riuscirai a portare a casa. Noi pensiamo a quello che abbiamo avanti, a quello che è domani, a ciò che possiamo raccogliere domani. Perché domenica è un po’ più in là e non sappiamo cosa accadrà nei prossimi giorni”. Pensa a qualche cambio in più in formazione? “E’ una situazione in funzione di quella successiva. Quei 3-4 calciatori che potremo risparmiare per averli freschi nella partita successiva saranno risparmiati. Tre, quattro, quattro e mezzo…”. C’è il rischio che la ritrovata autostima si trasformi in eccesso di confidenza? “La confidenza bisogna averla perché bisogna dirsi le cose in maniera libera. Se c’è qualcuno che può dire la sua perché vede che sia una soluzione in più la può dire e se la dice corretta noi ne prendiamo atto e andiamo tutti ad eseguire. L’allenatore non è quello che intelligente. Quello intelligente è quello che dice cose intelligenti. L’essenziale è che non ci sia presunzione, che i calciatori vogliano condividere questo momento in cui tutti ci si mette a disposizione e si fa ciò che va fatto. Nel parametro dei gol non presi c’è la bravura della difesa, ma anche i rientri di Insigne per 70 metri per aiutare la linea e fare blocco squadra basso. E’ lo stare dentro la squadra, non mettersi laggiù a un chilometro di distanza. Si sta tutti lì e quando c’è bisogno di quello che ha personalità perché vogliono venire a importi delle cose esce fuori”. Quali insidie può nascondere la partita con lo Spartak Mosca? “Lo Spartak ha perso la prima partita in caso e questa è un’insidia. Potrebbe sembrare che loro siano una squadra doma, mentre come diceva Insigne prima loro hanno perso una partita immeritata dal punto di vista della qualità. Se vi fosse capitato di vedere come ha segnato il Legia Varsavia al 90′ c’è da sgranare gli occhi. Per loro quindi ora diventa questa la partita per poter rimanere dentro, se perdono anche questa sono fuori. In Russia tengono moltissimo al confronto europeo. Per loro non c’è il prendere sottogamba le altre competizioni. Gli italiani poi sono uno stimolo in più per loro. A lottare sono i più forti di tutti perché sono abituati loro a lottare in maniera forte, anche per le difficoltà sociali. Loro lo mettono sempre sul piano della disponibilità al sacrificio e la lotta, lì non si insegna niente a nessuno da questo punto di vista. Non si va solo per qualità di gioco, ma anche per impatto fisico quando si gioca contro di loro”. Quali sono le altre cose che stanno funzionando meglio in fase difensiva? “L’atteggiamento di squadra è il segreto, si passa sempre da quello. Anche se i difensori nel modo di comportarsi devono pensare di farcela da solo contro undici calciatori, nel modo di essere squadra gli altri componenti danno una mano”. Sulla prima partita d’Europa League con il Leicester.
“La squadra ha raccolto un risultato tramite la reazione, l’equilibrio in campo nonostante il risultato. La squadra non s’è fatta deprimere dagli episodi, anche quando abbiamo preso gol ci sono stati degli erroretti ma non ci siamo comportati male, potevamo avere più fortuna. Il carattere e la mentalità sono fondamentali per andare avanti. Secondo me la squadra ha una discreta mentalità. Dobbiamo arrivare al punto di pensare che ogni volta che arriviamo in campo stiamo per disputare una partita dalla quale ne vogliamo uscire vittoriosi, deve essere questo grossomodo l’atteggiamento”. Cannavaro l’ha invitata a cena. “Siamo molto amici, ci conosciamo bene, ci siamo sentiti molte volte al telefono anche quando lui era in Cina. Quando l’ho conosciuto per me è stato come il raggiungimento di un obiettivo. Fabio è un ragazzo splendido, sa quello che dice, come comportarsi. Però per il momento l’ha detto e basta, non mi ha invitato ancora. Che si affretti”. Le piace il padel, è vero? “Sono scarso a qualsiasi gioco. Gioco un po’ a tutto, ma non ho gran qualità. Il gioco avanza tempo. Però mi garba il padel, è una cosa simpatica. Giocando ho capito perché piace a tutti. La pallina ti viene a cercare. Mentre negli altri giochi la pallina scappa via, in questo gioco la pallina viene a cercarti e puoi stare anche fermo. La comodità piace a tutti”. Dalla Russia, visto che ha allenato lì, chiedono un saluto. “Un caro saluto a tutti i miei amici russi”. -
Napoli, Spalletti: “Spingo sull’aspetto mentale, abbiamo grandi doti”
Parlando ai microfoni di Sky alla vigilia della sfida al Leicester City, il tecnico del Napoli Luciano Spalletti parla così della gara d’esordio degli azzurri in Champions League: “Che la mia squadra si faccia trovare pronta, ci sarà un impatto di quelli forti, se non avremo il rubinetto aperto delle qualità potremmo trovarci in difficoltà. La squadra abbina qualità fisiche a tecniche e tattica, quella che abbiamo in Italia”. Ha spinto forte sull’aspetto mentale, può essere un ulteriore test per voi? “È una valutazione giusta, venendo da risultati positivi ci si crede già a buon livello, invece abbiamo da fare ancora dei passi in avanti e lo dobbiamo sapere bene. Dobbiamo lasciare da parte la presunzione e la convinzione di essere forti”. La profondità della rosa che l’aiuta: pensa di impostare un robusto turn-over? “I tanti impegni ancora devono iniziare, questo è il primo, quindi dal punto di vista di fatiche fatte e di condizionamenti della scelta della formazione… non ce ne sono. È fondamentale che si giochi da Napoli”. Vi trovate in uno stadio teatro della più grande storia di calcio mai scritta: in che modo vi è stata d’ispirazione? “Il Leicester è una di quelle favole del calcio che hanno segnato la storia del calcio e posizionarsi a questo livello in un campionato di questo tipo è qualcosa di epico. Ci sono tutte le qualità e se uno vuole attingere trova tantissimo qui. Il credo di Ranieri è stato seguito, è una delle squadra a cui vanno fatti i complimenti per come interpreta questo sport”. È già uno spareggio? “Non può esserlo, ma bisogna partire forte ed essere pronti a giocare a livello alto. Questi confronti qui ti danno il livello che ci vuole per essere il Napoli
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Napoli, Spalletti: “La Juve vorrà riscattarsi, dovremo stare attenti”
C’è grande attesa per Napoli Juventus, una sfida sempre interessante. Juve con un solo punto in due gare, vantaggio o svantaggio? E’ una delle domande poste quest’oggi, in conferenza stampa, a Luciano Spalletti, allenatore del Napoli che ha parlato alla vigilia della sfida contro la Juventus valida per la terza giornata di campionato: “Sicuramente uno svantaggio per noi che ci dobbiamo giocare contro, è un po’ quello che succede quando si va a giocare su un campo contro una squadra che deve riscattarsi, l’abbiamo visto anche col Genoa. Le sconfitte creano presupposti di crescita, le vittorie viziano. C’è da tenere l’asticella su quella via di mezzo corretta che ti dà stimoli ma al contempo non ti dà presunzione”.
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Amichevoli: Grande successo per il Napoli, 3-0 al Bayern Monaco
Incredibile vittoria per il Napoli in amichevole che vince per 3-0 contro i tedeschi del Bayern Monaco, all’Alianz Arena. I gol dei partenopei arrivano tutti e tre nel secondo tempo, doppietta di Osimhen al 69′ ed al 71′, il tris all’ 85′ con Machach. Per il Bayern Monaco di Nagelasmann che nel primo tempo con Gnabry ha colpito un palo, è una pesante sconfitta. Il Napoli di Spalletti si è mostrato equilibrato, ordinato e pungente. Osimhen sembra il 9 giusto per questo progetto tattico, Lobotka continua a crescere, Ounas può rivelarsi una risorsa preziosa. Il Napoli di Spalletti, in attesa di Insigne e nonostante qualche infortunio sta crescendo molto bene.
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Napoli, Spalletti: “Non vedo l’ora di iniziare, a Napoli calcio e miracoli sono la stessa cosa”
Terminata anche la presentazione di Luciano Spalletti da nuovo allenatore del Napoli: “Sono stato contento dal primo momento che mi è stato detto di venire qui, il Napoli è una squadra forte e la città è una città forte. Completa il mio tour dell’anima, ho allenato a Roma nella città del Papa, poi a San Pietroburgo nella città degli Zar e poi a Milano nella città delle moda. Ora c’è il Napoli e sono orgoglioso di sedere sulla panchina della squadra in cui ha giocato Maradona. È la città in cui calcio e miracoli sono la stessa cosa. Non vedo l’ora di iniziare, da quando mi hanno detto che sarei stato l’allenatore del Napoli non gli ho mai tolto gli occhi di dossi. È una squadra che mi piace e mi assomiglia.”