Una giornata davvero molto intensa per il futuro della nazionale italiana di calcio. Dopo le sorprendenti dimissioni di Roberto Mancini adesso è caccia al suo sostituto. Sta prendendo quota la possibilità di Luciano Spalletti che ha vinto il campionato con il Napoli. Vedremo se questa possibilità di concretizzerà.
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Spalletti: “Italiano poteva essere un buon allenatore per il Napoli”
L’ex allenatore del Napoli ha risposto ad alcune domande dei giornalisti sul prossimo allenatore dei partenopei Ecco le sue dichiarazioni.
“Non saprei che dire. Ne conosco tanti di allenatori, ma De Laurentiis ha dimostrato di saper scegliere degli allenatori eccellenti. Italiano poteva essere un profilo giusto per il Napoli, perché ha la voglia con la sua squadra di fare la gara. Ti viene sul muso ed è un atteggiamento che mi piace. Lo si è visto con le due finali che seppur perse significa che hai dato comunque tutto. La finale viene determinata da degli episodi decisivi, ma esserci arrivato significa che ha lavorato bene”.
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Napoli, Spalletti: “Per troppo amore si lascia”
Spalletti nel corso dell’evento “Inside the Sport 2023, il calciomercato tra business e passione” a Coverciano, ha ufficializzato il suo addio al Napoli. Ecco le sue dichiarazioni.
“A volte per troppo amore ci si lascia anche. Ora non sono in grado di dare tutto quello che merita Napoli. Ho bisogno di riposarmi. Mi sento stanco. Ho bisogno di staccare un po’. Non allenerò il Napoli o altre squadre. Starò fermo un anno”.
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Napoli, per la panchina cresce l’opzione Luis Enrique
Il Napoli campione d’Italia in carica è alla disperata ricerca di un nuovo allenatore, visto che Luciano Spalletti è sicuro di non rimanere. Nelle ultime ore sta crescendo con una certa insistenza, l’ipotesi di Luis Enrique alla guida dei partenopei. L’ex Ct della nazionale spagnola sembra essere il favorito per il presidente De Laurentis. Vedremo se questa idea diventerà concreta e ufficiale nelle prossime settimane.
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Napoli, Spalletti: “Resterò al Napoli? Ora pensiamo al finale di campionato”
L’allenatore del Napoli Luciano Spalletti risponde alle domande della stampa nella sala conferenze del Konami Training Center di Castel Volturno, in vista della sfida contro l’Inter. Ecco le dichiarazioni di Spalletti.
Ieri ha parlato ADL, ha detto che non vuole tarpare le ali a nessuno. Lei si sente con le ali tarpate ma onorerà il contratto?
“Tarpare le ali non so cosa voglia dire, dovete chiederlo al presidente. Questa cosa non è inerente a ciò che ci siamo detti a cena. Per quello che riguarda ciò che devo fare io non sono necessarie le ali, ma un paio di stivali. Non ho da volare da nessuna parte. Bisogna ridire le stesse cose già dette, è una cosa che deve dire il presidente, io ho definito tutto in quella cena di una settimana fa, ho chiarito tutto. E’ tutto chiaro, poi se volete continuare a fare acqua, fuoco, fuocherello, continuate a farlo, ma è tutto definito da quella sera”.Vuole restare o meno? I tifosi vorrebbero sapere.
“E’ sbagliato tirare in ballo i tifosi, è una cosa della società, ce lo siamo detti lì quella sera”.E’ più difficile vincere o ripetersi?
“Per me è più difficile partire come squadra che parte ottava che una squadra come adesso, lavorata, a posto da ogni punto di vista. Il Napoli avrà un futuro importante, sono stati fatti passi concreti. E’ più facile lavorare ora che quando sono arrivato. E’ più facile lavorare ora che quando sono arrivato (indicando la casacca col coro dei tifosi, ndr)”.Sull’Inter: “Stimoli ce ne abbiamo molti, i calciatori scelti dalla società hanno tutti la disciplina verso loro stessi, non bisogna chiedergli di allenarsi, ma sono loro che lo chiedono. Loro sono finalisti di Champions, meritatamente, abbiamo tutto tutti finora tranne l’Inter e ci mancano solo loro e quindi sicuramente ci sono gli stimoli. Complimenti anche alla Roma ed alla Fiorentina, sono risultati importanti di cui tutti possiamo trarre benefici e li ringraziamo”.
Questo gruppo ha espresso il massimo del suo potenziale?
“E’ sempre difficile dirlo, sicuramente come possibilità di metterci le mani ed ambire è una rosa perfetta, sono tutti giovani e nel calcio che hanno espresso hanno fatto vedere cosa hanno ed è leggibile dove migliorare qualcosa, è un casino come quando sono arrivato… si parlava di tutti, in tutta la rosa c’erano pochissimi punti fermi, ma ci sono giocatori fantastici. Pure il presidente ha parlato di grande futuro, mi pare abbia detto che ha ambizioni Champions e lui l’ha portata da zero fin qui”.Cosa direbbe il 4 giugno ai napoletani?
“S’è già un po’ detto. Ho dedicato tutto il tempo che avevo, tutte le mie possibilità. Ho ricevuto molto di più di quanto ho dato, vedere la festa del Maradona resterà indelebile”.PUBBLICITÀSenza interpretazioni: ha parlato di stivali, quindi campagna, nel futuro di Spalletti non c’è il calcio?
“Senza fare giochini, vi do indicazioni per poter scrivere meno inesattezze, ma è tutto registrato: non c’è stata necessità di fare alcuna trattativa, io non ho rifiutato nessun aumento di stipendio, non ho da pagare nessuna clausola. Non è vero che ho ricevuto offerte per allenare altrove, è falso, non è vero che sono in attesa di altre squadre. Chi scrive questo scrive il falso o gli fa comodo averlo scritto, che brutto, ma è così”.Sul percorso in generale: “Arrivando terzi siamo stati anche criticati e contestati. Dal primo giorno, potete chiederlo a Di Lorenzo o a tutti, oppure a Beppe Santoro che è stato presente a tutte le riunioni, cosa ho detto. Me lo richiedo anche quest’anno, siete tutti d’accordo che bisogna lottare per vincere la Champions…”
Sono aumentate le aspettative, lei se dovesse incatenarsi per chi lo farebbe?
“E’ sempre l’insieme che deve funzionare anche se ci sono alcuni giocatori fantastici che avete messo davanti agli altri come Osimhen e Kvara, ma la squadra ha vinto anche quando non c’erano. Per mettere tutti questi punti davanti agli altri ha lavorato bene, come la società, io sono stato messo nelle condizioni migliori e nel fare le scelte più di qualcuno ho penalizzato ma loro hanno sempre avuto lo stesso entusiasmo e disponibilità”.Si dovrebbe ripartire da tutti?
“Figurati se io a tre gare dalla fine vengo qui a dire dei nomi che non vorrei. Io parlo di squadra in blocco, come un insieme”.Preferisce partire da zero o da una situazione già importante?
“Dipende dal momento, dalla situazione, da tanti fattori, quando si fa questo mestiere si pensa a vincere, quando sei a Napoli non è che puoi gestire la cosa, vai per portare a casa dei trofei per dare gioia ai tifosi. Il livello qui è top come sentimento quotidiano, qui c’è veramente la qualità assoluta che ti rimette a posto anche le bischerate che facciamo noi, qui l’ambiente a volte crea delle difficoltà ma la città le rimette a posto, qui la città rimette a posto tutto. C’è un amore ed un affetto per questi colori che rimodella anche gli errori che ho fatto io, è difficile ritrovare queste particolarità altrove e ti impone essere un po’ esclusivo e di andare oltre il tuo massimo. Quando si parla di fare l’allenatore qui bisogna avere ambizioni forti”.Ha un credito che neanche immagina, i tifosi le sono grati e la amano: può scartare l’ipotesi Juventus da qui a 3 anni?
“io sono stato già ripagato, sono a posto, ogni anno alla mia età devo rifare l’inventario di quello che mi gira per il cervello. Posso parlare solo di quest’anno dopo che ne ha parlato il presidente”.Si sente esausto o di aver dato il massimo mentalmente?
“Sto benissimo, io penso 24h al giorno al calcio ed al lavoro. In fondo un po’ di fatica l’hai fatta, devi interrogarti su come vuoi ripartire, la cosa più scorretta sarebbe non avere tutte le caratteristiche e quei pensieri che un ambiente bello come Napoli merita. E’ fondamentale. Poi ci pensa il presidente a tenere tutti sulla corda, lui è bravo a tenere la corda tirata ad ogni situazione, ma è quello che devono fare tutti e se decidessi di ripartire lo farei a mille all’ora. Sono disposto ad andare contro tutto e tutti come ho fatto alcune volte”. -
Spalletti verso l’addio a fine stagione dal Napoli
Nonostante lo scudetto appena conquistato, Luciano Spalletti è molto vicino a lasciare la panchina del Napoli a fine stagione. Il tecnico il cui contratto scade a giugno 2024 non è in rapporti molto idilliaci con il presidente De Laurentis. Nelle prossime ore sono attese novità ma la strada della separazione sembra inevitabile.
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Napoli, Spalletti: “Sul futuro? Ne stiamo parlando”
Alla vigilia della gara contro il Monza, l’allenatore del Napoli Luciano Spalletti risponde alle domande della stampa nella sala conferenze del Konami Training Center di Castel Volturno. Ecco le sue dichiarazioni.
Importante l’incontro di ieri col presidente, è una schiarita per il suo futuro a Napoli?
“Fare riunione nei ristoranti di Napoli non è facile, si è sempre con la bocca piena di cose bellissime (ride, ndr), ma quello che è venuto fuori è tutto molto chiaro ma i dettagli è giusto li esponga la società quando riterrà opportuno. Non posso passare avanti, tutte le domande su questa cosa avranno la stessa risposta. Ne parlerà la società, quando vorrà, è corretto così. Io posso solo continuare a lavorare ed a finire nel migliore dei modi il lavoro”.C’è la possibilità di superare il record dei 91 punti di Sarri. E’ una motivazione?
“Sì, bisogna giocarsi le partite, è lì che ritroviamo il nostro lavoro, l’affetto di tutti gli sportivi, ci saranno stadi pieni da tutte le parti con pezzi di cuore azzurro dove noi passeremo per cui bisogna far bene. E’ un passaggio difficile, nuovo, dobbiamo alternare festeggiamenti, come giusto che sia, ma anche giocare un buon calcio come giusto fare anche se abbiamo chiuso in anticipo questo discorso. Ho trovato perfetto quanto fatto con la Fiorentina dopo due notti di festeggiamenti, tutti si aspettavano una squadra più scarica”.Qual è il momento preciso in cui ha avuto la consapevolezza del tricolore?
“Ne sono tanti, si parla sempre di costruzione da quando siamo partiti. Per me è facile, quando sono arrivato sulle casacce cosa abbiamo messo? Se si mette quella strofa del coro… la canzone lo spiega bene. C’era quell’obiettivo sin da quando sono arrivato. Le allusioni che fate sul fatto che io non credevo… io reagirò su quello. Quando mi avete chiesto se mi piaceva la squadra costruita, io ho sempre risposto sì, una sola risposta. Nel percorso c’è il campionato, ma anche tutti i timori iniziali che la squadra ha superato. E’ una mentalità che si costruisce dall’inizio nel parlare, nell’allenarsi, nel frequentare l’ambiente, nelle riunione, nello scrivere delle cose nel gruppo, nella palestra. Ma nelle intenzioni c’era questo obiettivo”Ha capito subito Napoli, si può dire che anche Napoli ha capito subito Spalletti?
“Essendo uno rigido sui festeggiamenti, sull’impostazione del lavoro, quando si tratta di Napoli e del sole di Napoli diventa impossibile non farsi baciare. E’ un sole che ti fa l’abbronzatura azzurra. Io ho sempre lo stesso obiettivo, difendere squadra e società per quello che mi è possibile, poi si lavora anche su quello che può essere il rapporto con l’ambiente. Se si tratta di Napoli può dare moltissimo, è stata una delle mie prime relazioni avute col presidente, far emergere questo amore che era sotto la cenere, riportare tutti allo stadio. E quando ci riesci ti viene riconosciuto, come io ho sempre riconosciuto al nostro pubblico che ci può dare tantissimo, abbiamo affrontato insieme tutte le partite e ci hanno dimostrato la loro forza. Mi ripaga di tutte le notti sveglio ad amare il Napoli, ho dato tutto me stesso e pure di più. Sono felice anche io”.Per una volta può dirci la formazione?
“Bisogna fare le cose correttamente, dare un po’ di spazio a chi non ha giocato precedentemente. Ne scelgo 2-3 a partita, poi contro l’Inter si fa un ragionamento un po’ diverso, è giusto così, e si arriva all’ultima. 2-3, non so: chi volete che giochi? (ride, ndr). Dall’inizio vi dico che gioca Bereszyński”.Spalletti anticipa la domanda di un giornalista: “Non si può scrivere che ho fatto richieste di soldi alla società. Non si può (ride, ndr)”
Sul percorso Scudetto e sulla soddisfazione del confronto con ADL.
“Mi è piaciuto aver dato tutto me stesso. La società ha fatto un grandissimo lavoro per riorganizzare la squadra. Quando parlo di passi corretti significa vincere e valorizzare la rosa. Sarà un futuro brillante, ora non ricordo come ho detto, ma questi sono i passi corretti che citavo. Mi hanno dato la possibilità di lavorare in un certo modo, portando giocatori giovani carichi di qualità e disponibilità. Ci sarà un futuro importante, si può aprire un ciclo con questa squadra. E’ stato una bella serata, il presidente sa scegliere sempre degli ottimi vini, io me ne intendo poco. Ho detto ciò che dovevo dire e sono soddisfatto”.Ha parlato di programmi col presidente?
“Non è giusto che io passi avanti alla società, loro gestiscono queste cose”.Queste gare finali cosa possono dare per programmare il prossimo anno?
“Molto, abbiamo l’obbligo di professionalità indossando questa maglia. La disciplina serve in ogni lavoro e noi l’abbiamo sempre fatta vedere e dobbiamo continuare. La nostra gente lo merita, così come la società”.Dove e quando nasce questa idea di calcio totale? Negli anni fermo o all’inizio a Napoli? E’ un calcio difficile.
“E’ l’idea di cosa vuoi fare, mettendoci dentro cosa può piacere di più ai calciatori, ai tifosi. E qualcosa che piace a me. La direzione è sempre quella lì. Se si vuole trovare un termine, è un calcio senza tempo, può essere importante quello che abbiamo visto tempo fa o quello che proponiamo di nuovo adesso o con i 5 cambi ed i calciatori non hanno il tempo necessario per esprimersi. Elmas è uno senza tempo, lo metti dall’inizio e fa le stesse cose che fa negli ultimi minuti, fa quello che è necessario. Il calcio è senza tempo, devi beccare tutte le esperienze e portarle nel tuo bagaglio”.Qualcosa sul Monza? Non se n’è parlato.
“Il Monza è un cliente scomodo, gioca un calcio bellissimo, ha un allenatore bravissimo che avrà un futuro importante, ha dirigenti che vedono nella testa delle persone, Galliani sa scegliere le persone giuste ed hanno ben strutturato cosa vogliono fare, giocando a campo aperto e riportano sempre la palla dietro sui 3 centrali per costruire da dietro e crearsi spazio. E’ difficile da andare ad opporsi, c’è quello che abbiamo sempre fatto, ma anche il rischio di prendere ripartenze che costano anche fatica e gol. Proveremo a stare attenti a non prendere queste ripartenze e azioni in velocità, ma sarà difficile comandare il gioco, hanno tecnica, poi c’è Petagna che conosciamo anche come uomo e c’è da vincere la partita per andare al di là dei traguardi di punteggi”.Vittoria anche di chi ha vissuto con lei la quotidianità.
“Con Santoro ho legato subito, è uno che è nato negli uffici e sa traslocare la scrivania in campo ed il campo dentro gli uffici, ha cultura, sa consigliare, è uno che tutti vorrebbero lavorarci insieme. Ci ritroviamo qui la mattina presto, andiamo via la sera tardi, anzi lui va via, io resto qui (ride, ndr) ed abbiamo passato tante ore insieme e quando è arrivato quel momento ci siamo liberati di quanto accumulato. Di situazioni di campo ce ne sono tante, vedere i rimbalzi di tutta la panchina, magazzinieri, massaggiatori, i sorrisi ad ogni vittoria, sono tutte immagini molto belle”.Cosa metterà sulle casacche della prossima stagione?
“Bisogna sempre far parlare prima la società (ride, ndr)”Scudetto del coraggio salutando grandi campioni, creando un nuovo gruppo e puntando sul gioco.
“Ho collaboratori splendidi, anche tecnici, non ci manca niente, mi hanno dato una mano importantissima, ringrazio tutti. Sul calcio giocato, le conferenze ecc va tutto di pari passo, se giochi bene è più facile, se giochi male a pallone è difficile spiegare ciò che non piace vedere. Quest’anno mi avete dato una mano enorme per fare questo risultato, l’anno scorso un po’ meno. E’ stato più difficile, ho dovuto dedicare tanto tempo a voi, ma col tempo mi avete capito, non lo so, e dentro il risultato c’è anche il vostro lavoro. Vi ringrazio e ricambio l’applauso”. -
Napoli, uno scudetto meritato in un campionato dominato
Il Napoli, con ben 5 giornate d’anticipo, è campione d’Italia. Un campionato davvero dominato dall’inizio alla fine, che ha portato al tanto agognato terzo Scudetto della storia del club campano. Ci sono tanti simboli e trascinatori di questo fantastico scudetto vinto dai partenopei da Victor Osimhen a Khvicha Kvaratskhelia e capitan Di Lorenzo, il tecnico Luciano Spalletti, il presidente Aurelio De Laurentiis ed il Ds Cristiano Giuntoli.
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Napoli, è il terzo scudetto della sua storia
Questo è uno Scudetto davvero storico per il Napoli, ed è il terzo della sua storia. In precedenza, la squadra partenopea avevo vinto lo Scudetto nel 1987 e nel 1990 con i 2 titoli conquistati con Diego Armando Maradona, questa è la volta della formazione di Luciano Spalletti, di Victor Osimhen, di Kvicha Kvaratskhelia e di tutti gli altri calciatori della compagine napoletana.
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Napoli, Spalletti: “Non facciamo calcoli. Lo spostamento della partita ci condiziona”
Alla vigilia della partita contro la Salernitana che può valere lo Scudetto, l’allenatore del Napoli Luciano Spalletti risponde alle domande della stampa nella sala conferenze del Konami Training Center di Castel Volturno. Ecco le sue dichiarazioni.
Com’è cambiato la sua routine dopo Torino? E il cambio di preparazione con lo slittamento?
“Noi sappiamo da molto tempo qual è la nostra direzione, non dobbiamo fare inversioni o cose diverse, proseguiamo la nostra strada fatta finora, poi ci sono delle cose che stanno al di sopra di noi e che non possiamo controllare. E’ giusto essere controllati per altre cose e ci adeguiamo, ma noi saremo pronti a giocare la nostra partita, saremo stati pronti oggi lo stesso, con tutte le forze, pure quelle che non abbiamo. Giochiamo e basta”.Qual è il suo ultimo pensiero stasera prima di dormire?
“Siamo di fronte ad una sfida estrema, come nelle ultime, che se le porti a casa ti danno più forza. E’ da tempo che vogliamo vivere queste nottate qui e c’è da viverle nello stesso modo di sempre, riuscendo ad avere chiaro cosa dobbiamo fare in campo e nella preparazione per arrivarci”.Il presidente della Salernitana parla di mortificazione della dignità della sua squadra e Sarri di tavola apparecchiata per la loro sconfitta.
“Noi non abbiamo affidato al prefetto o al fato il nostro campionato, ma alla nostra idea di calcio, per fare felici che ci attendono col fiato sospeso per ore per un aeroporto o per strada solo per veder passare un pullman azzurro. Noi non abbiamo fatto niente come squadra, anzi, abbiamo dovuto modificare anche noi il lavoro settimanale e quindi dobbiamo accettare questo e per quello che vediamo e sentiamo hanno voluto dare sicurezza. Mi hanno detto anche di dire qualcosa… se dovesse succede questo fatto, che non sappiamo se succede, per cui dopo dovrò fare un discorso di sicurezza in previsione di… e niente di certo. La squadra invece non deve modificare niente e per la voglia che ho visto anche stamattina sono convinto che faremo la nostra partita, non so se basterà perché affronteremo un avversario forte, sono 8 gare che non perdono, conosco benissimo Sousa, lo apprezzo, abbiamo fatto anche un viaggio insieme ed è uno che lavora sul campo. A vederli da fuori sembrano una società proiettata nel futuro, il presidente sta facendo un grande lavoro, è una città che ha entusiasmo e grande amore per questo sport per cui sarà una gara difficilissima. Quanto successo ha motivato di più gli avversari, ma faremo quello che dovevamo fare oggi”.Sulla volata finale: “Dobbiamo farci trovare pronti, noi abbiamo giocatori che per come hanno pedalato sarebbero forti anche nel ciclismo ma l’idea di gioco collettivo e di squadra, se l’hanno apprezzata tutti, è la soluzione migliore. Lo vogliamo portare in fondo questo discorso, la nostra squadra è più forte tutta insieme rispetto all’addizione di 11 nomi”.
Sulle parole di Elmas: “E’ il desiderio di tutti. Noi non vogliamo sbagliare la volata finale, ma non dipende solo da noi, c’è un’altra partita che si deve giocare e di perdere io non lo auguro a nessuno. L’odio verso gli altri non sarà mai uno strumento per difendere quello a cui vogliamo bene. Io so benissimo che abbiamo una partita importante, ma che non possa essere determinante lo so altrettanto benissimo e si sta belli tranquilli come sempre”:
Sarri ha detto spero il Napoli festeggi più tardi e Allegri dice ‘finalmente avete vinto uno Scudetto’, ci vede invidia? E’ difficile complimentarsi?
“Non lo so, io non devo rispondere né a Sarri né ad Allegri, noi il nostro campionato ce lo siamo costruiti in maniera corretta. Noi pensiamo ai tifosi, alla soddisfazione di vedere giocare un gruppo di calciatori serio, che ce la mette tutta, sono stati importanti per noi in questo percorso per arrivare a questo finale di campionato così emozionante”.Con la Juve s’è vista una fame particolare? Nel finale la squadra è venuta fuori.
“Io credo che la squadra sia venuta fuori dall’inizio, per me ma anche per i numeri, anche nel primo tempo la ricerca è stata la stessa, andarli a prendere e sapendo degli ingressi di Di Maria e Chiesa ci siamo raccomandati per quelle ripartenze quando fai una partita all’attacco, come siamo stati accusati anche col Milan. La riaggressione forte porta che se non la riprendi, ti restano dei vuoti ed a campo aperto zainetto e pedalare fino in fondo e vediamo chi arriva prima se non le previeni prima e le assorbi con la linea. L’abbiamo fatto bene, s’è vinto una gara importantissima ed è accaduto tante volte, questi ragazzi hanno numeri che sono difficili da portare a casa. Poi se non la recuperi e c’è uno come Leao di là, o come Chiesa e Di Maria… poi qualcuno dice lì non devi fare così, ma le altre 7 volte in cui quella situazione ti ha dato vantaggio non le vedi?”.Cosa significa a livello personale?
“Mancano ancora dei punti, non si è fatto ancora. Ricordo quando ne parlai in famiglia, condivido con due figlioli ormai grandi, e tutti e due, come se fossero stati in curva ad un gol di Maradona, mi hanno detto a Napoli non si può non andare, ma poi si deve vincere perché ci sono stati allenatori e calciatori fortissimi che hanno fatto un calcio magnifico che mi ha sempre entusiasmato. C’è una sola possibilità per uscirne gioiosi, vedo anche dalle dichiarazioni che si esce scontenti se non si vince… (ride, ndr). Ora dobbiamo fare i punti che mancano e si ragionerà d’altro, se si avvererà, vedremo”.Nel tour dell’anima di cui parlasti, c’era anche lo Scudetto?
“Si gioca sempre per il massimo, con la tuta ed il fischietto in campo, con calciatori forti che ti sgamano subito se la pensi diversamente. Sono ragazzi che percepiscono l’umore che gli gira intorno e l’entusiasmo a volte ti fa fare partitine come quella di stamattina in cui la palla girava a duemila orari. Quello che si sono costruiti è entusiasmante, c’è la reazione di tutti, anche voi lo percepite vedendo quanti siete oggi. Si lavora al massimo per le possibilità e le capacità, senza rimorsi, usando tutto il tempo possibile. Se vuoi bene qualcosa o qualcuno, l’unica cosa da dedicargli è il tempo, quello testimonia quanto gli vuoi bene e io gliel’ho dedicato tutto. Con la squadra abbiamo fatto il massimo, abbiamo dedicato il massimo del tempo fin da quando sono partito. Non sono neanche convinto del mio lavoro se non gli dedico tutto il tempo, è una mia necessità in quelle 2 ore per fare altro vedere invece ancora delle immagini. Dipende dalla disponibilità che ti crei per la tua professione”.E’ emozionato pensando allo stadio di domani e da dove è partito?
“Sì, mi emoziono facilmente, ho paura se ripendo a dove sono partito. L’emozione ce l’avevo già sul bordo strada dove sono passato, domani di più, ma si va a cercare queste cose qui, sono quelle che fanno la differenza. C’è tutto, ma sappiamo che se non si vuole vivere o rischiare in queste situazioni allora non si deve fare calcio, ma noi vogliamo e si va dentro con tutte le qualità che abbiamo?”.Vittoria dopo l’egemonia di Juve e milanesi?
“E’ dal 2001 che non succede ad un’altra città, è un valore in più per questo campionato fatto dai ragazzi. Ma vediamo se siamo bravi anche nello strappo finale”.L’uomo Spalletti cosa percepisce nella sua anima?
“Abbiamo da giocare ancora delle partite, non so quale sarà la reazione ad un gol che può determinare quella felicità, sono tutte cose estreme che vanno vissute nella realtà, nell’accaduto, non nelle previsioni. Ora guardiamo le reazioni al gol di Kvara, a quello di Raspa non mi sono mosso”.Troppi stereotipi e luoghi comuni sulla città di Napoli?
“E’ una citta energica, a volte folle, da fuori la vedono teatrale e poco vera, ma molto filmata di cose non essenziali, non vere, non reali, ma per me è l’opposto nel senso che sono proprio quelle cose lì quelle reali che i napoletani vivono in maniera profonda. Queste qualità di saper mandare dei messaggi spettacolari, facendo spettacolo, ma di questo se ne parlerà tra un po’…”.Come vive la solitudine dell’allenatore?
“Non sono mai solo, Ciro mi porta in giro, ho i calciatori. In qualche squadra forte ci sono stato, non so se fino a questo punto, ma ho avuto un bel trascorso e qualche volta mi è stato ricordato che da tanti anni che alleno non ho mai vinto ma se questa attesa e questa difficoltà che ho trovato altrove, il non compiuto, sono valse ad arrivare a vivere questo col Napoli allora sono contento che sia stato così. E’ una roba che bisogna aspettare qualche partita ancora dai…”.Sulla squadra: “Sono alla ricerca di qualcosa da raccontare ai figli, ai nipoti, per voler raccontare delle cose particolari, eccezionali, bisogna fare risultati eccezionali, vivere storie eccezionali. Se saranno bravi questa è una di quelle da poter raccontare, sono ragazzi eccezionali, umili, disponibili a metterci qualcosa di loro e dire qualcosa di loro, ma quello che mi è sempre piaciuto e veder nascere una famiglia come la loro, mi rende orgoglioso vedere un gruppo così”.
Qual è l’insidia del gioco della Salernitana?
“Sousa è gradevole, colto, ha lavorato in 7-8 paesi e squadre diverse, ha cultura calcistica e per quello che sta facendo vedere sa dove vuole portare la squadra e cosa fargli fare. Conosco De Sanctis, l’ho avuto, conosco la sua qualità di professionista, di Iervolino ne parlano tutti bene, ha idee, di conseguenza sappiamo che sarà una gara difficile al di là dello spostamento, lo sarebbe stata comunque e dovremo essere pronti a superare questi ostacoli alti, queste montagne rocciose. Se sei incapace di perforarla, devi aggirarla, come tutte le partite. E’ un derby, ma ci sono in ballo altre cose che l’avrebbero fatta essere così ugualmente, c’è la moralità professionale per tutti al di là degli obiettivi”.Il messaggio di Spalletti: “Se dovessimo vincere e la partita determinerebbe… bisogna vincere anche dopo la gara nei comportamenti, nel divertirsi, dobbiamo tutti sapere che questo sport è dei bambini, dei figli, e tutti domani, anche io, avremo i figli in giro per la città. Se qualcuno fa qualcosa che mette a rischio la partecipazione di un’altra persona o dei bambini, fa una cosa che non si può fare assolutamente e quindi si deve essere intelligenti e usare il buon senso. Il gioco è dei bambini e devono festeggiare se dovesse succedere…”.