Il Valencia di Rino Gattuso è alla ricerca di un attaccante con le caratteristiche di Victor Osimhen del Napoli, e il nome individuato dal club spagnolo è quello del nazionale statunitense classe 2000 Timothy Weah di proprietà del Lille, per cui sono già stati avviati i primi contatti. L’operazione potrebbe farsi in prestito.
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Valencia, Gattuso: “Sono contento di essere qui”
Gennaro Gattuso è da oggi ufficialmente il nuovo allenatore del Valencia ecco le sue dichiarazioni nella conferenza stampa di presentazione dell’allenatore di Corigliano. “Per me oggi è la prima volta che vedo Valencia e il Mestalla. E’ un orgoglio e un onore allenatore questa squadra ed essere in questo club. Grazie al presidente Peter Lim, alla dirigenza che mi ha dato questa possibilità. Spero che lavoreremo bene. Abbiamo un compito difficile, ma io e il mio staff non abbiamo paura. Per me la squadra non è 24-25 giocatori, ma 55-60 persone che lavorano insieme a noi, tutti insieme. Abbiamo rispetto per tutti, questa è la mia mentalità, ma paura di nessuno. Per me oggi è meglio parlare in italiano perché so che ci saranno molte domande difficile e devo rispondere correttamente. Chiedo perdono per questo, ma è meglio parlare in italiano per il momento”. La difesa subisce troppi gol da anni: è da qui che comincerà il suo lavoro? “Dipende. Se io faccio 80-85 gol e ne subisco 50, ho differenza reti di +35. Se invece ne faccio 50 e ne subisco 50 siamo 0-0. A me piace un calcio in cui si comanda il gioco, palleggiare dal basso. Se subisco tanti gol devo farne almeno il 30-35% in più”. Ha parlato con i leader della squadra?,“Non ho chiamato ancora nessuno perché mi sembrava corretto fare prima la presentazione. Oggi ho visto due calciatori, in questi giorni sicuramente andrò a chiamarne altri, vederli uno ad uno e vedere che voglia e che sensazioni hanno”. C’è stato il Gattuso calciatore e ora c’è il Gattuso allenatore: che differenza c’è? “Basta vedere che calcio propongo e i miei dati. Se facciamo questo paragone c’è una differenza incredibile. Quando giocavo sudavo sempre la maglia, ero sempre a correre. Oggi invece vedo il calcio in maniera diversa. Mi piace che la squadra giochi, mi piacciono calciatori pensanti che sappiano fare molte. Oggi Gattuso allenatore e Gattuso calciatore sono molto diversi. Però nel calcio c’è bisogno del fuoco dentro, la passione, la voglia di soffrire. Come nella vita quotidiana, la differenza la fa chi si allena bene. Io l’ho vissuta per tanti anni così la mia professione. Quando giocavo tante volte sembravo presuntuoso in campo, ma la presunzione me la dava il mio lavoro quotidiano. Ero forte perché non lasciavo nulla al caso. E voglio vedere questo nel mio spogliatoio. Nelle squadre che ho allenato finora a volte mi è riuscito, spero di riuscirci anche qui”.Com’è arrivato qui? Che sensazioni ha?
“Quest’anno io non ho voluto lavorare perché non avevo la voglia giusta, la cattiveria giusta. E’ stata una mia scelta. Prima del Valencia ho parlato con 7-8 squadre, ma sono qua perché sono consapevole che questo è un gran club. La mia storia dice una cosa: sono stato uno dei primi italiani ad andare a giocare in Inghilterra a 17 anni e mezzo, sono stato il primo campione del mondo a lavorare in situazioni complicate. Quando mi ha chiamato il Valencia l’ho scelto subito perché giocare in uno stadio così, con una tifoseria così, ne vale la pena. Sarà complicato, ma se faremo un buon lavoro sarà bello”. Dopo Milan e Napoli, ecco il Valencia. “Al Napoli e al Milan è stato facile, bisogna tornare più indietro, quando allenavo Sion o Creta. Lì si che le situazioni erano difficili, ma qui no. Sono stato nella Ciutat Esportiva e ho visto che sono in un gran club, dove si può vivere bene. Bisogna cominciare dal senso di appartenenza. Suona bene: Napoli, Milan e il Valencia è collocato nella stessa fascia. E’ una società di un fascino e una storia incredibili, anche se ora è in difficoltà. Dobbiamo pedalare, ma ne vale la pena”. A chi si ispira come allenatore? Ha sempre parlato bene di Ancelotti. “Non si può fare copia-incolla da un allenatore all’altro. Ogni allenatore ha un suo modo di vivere la partita, di parlare, uno stile suo. Tutti gli allenatori che ho avuto sicuramente mi hanno lasciato qualcosa. Si può vincere con tutti gli stili. Ancelotti, ad esempio, è un allenatore che non è duro e ha vinto. Lippi invece è duro e ha vinto lo stesso. Giusto per fare due esempi. Io quando alleno la squadra mi diverto. Mi piace molto parlare coi calciatori, ma a una condizione: quando si entra nel terreno di gioco si fa sempre con grande professionalità. Posso accettare degli errori, ma deve esserci serietà nel lavoro. Mi piace avere una squadra che scherza, che sta bene insieme. Ma bastano 2-3 giocatori per rovinare un allenamento e per l’allenamento è sacro, il sacrificio è chiaro”. Come ti piacerebbe che sia identificato il Valencia di Gattuso? “Sicuramente giocheremo con una linea di difesa a quattro. Poi possiamo parlare di due centrocampisti o di tre centrocampisti, quindi 4-3-3 o 4-2-3-1. Ma l’importante è il gioco, è tenere la palla. Con molta professionalità proveremo a giocare il calcio che mi piace, quello che sto portando avanti e su cui sto lavorando da quattro anni”. Può chiarire la sua relazione con Jorge Mendes? “Ho cominciato otto anni fa la mia carriera da allenatore. Nella mia vita non ho mai preso un calciatore di Jorge Mendes. Sono nel calcio da 27 anni e ho un rispetto incredibile per Mendes, un uomo di calcio e un amico. Ma non ho mai fatto un’operazione con lui, né al Milan né al Napoli. Poi se essere amico di Jorge Mendes e rispettare Jorge Mendes è un problema, il problema è vostro, non mio. Io non ho fatto nessuna trattativa con Mendes. Anzi, la prima persona con cui ho parlato quando si è saputo del Valencia è stato l’ex presidente Anil Murthy. Poi dopo io ho chiamato Mendes per dirglielo. Ma spero che se lui ha un calciatore funzionale possa aiutare me e il Valencia. Noi abbiamo bisogno di calciatori forti. Questo vale per Jorge Mendes come per tutti”. Cosa le ha chiesto il presidente Lim? “Il 29 maggio sono partito da Milano Malpensa per andare a Singapore con Anil Murthy. Poi il giorno dopo è uscita la notizia che si era dimesso. Non sono partito con Jorge Mendes, sono partito da solo. Jorge arrivò il giorno ancora seguente. Sono stato due giorni a parlare con il presidente Lim. Di tutto: del problema di Soler, di Guedes, di Gaya, delle soluzioni da trovare se questi calciatori andranno via. E ho trovato un presidente che già sapeva di questi problemi. Il mio punto di riferimento in questo momento sono due persone: il presidente Lim e il nostro direttore sportivo Corona. Poi è normale che sappiamo di dover fare tante cose. Ho trovato un presidente molto partecipe, che sapeva di cosa parlava, e penso che il tempo ci dirà quello che possiamo fare”. Se vedrai cose che non vanno nel club cosa verrà fuori? Il Gattuso dal carattere forte o quello riconoscente verso Lim? “Io lo so che qui tanti sono contro Peter Lim ed è per questo che voglio essere giudicato per i risultati. Se la squadra gioca male insultate me, non Peter Lim. Se perdiamo una partita non ha senso criticare Lim”. Guedes, Gayà e Soler crede che resteranno? “Spero di sì, ne parlerò con loro. Quando dico che credo nei dati è così. Oggi parliamo di una squadra che l’anno scorso ha segnato 48 gol e ne ha subiti 53. Quando il 50% dei gol lo fanno Guedes e Soler capisci l’importanza del giocatore. Io non penso all’importanza dei capitani, ma all’importanza tecnico-tattica. Se li perderemo, perderemo tanto. Per questo voglio parlare con loro. Vedremo che margini ci saranno, non siamo sicuri che andranno via. Ma conosco bene la loro importanza. Se andranno via dovremo prendere calciatori con la stessa voglia e lo stesso spirito”. Lei si reputa un leone o un gattino? “Tu che pensi? Tra uno o due mesi ci prendiamo un caffè insieme e me lo dirai tu. Io ho già memorizzato le vostre facce (rivolto ai giornalisti, ndr)”. Ancora su Gaya, Guedes e Soler. “Stiamo parlando di calciatori che hanno un anno di contratto, non 4-5 anni. Gaya, Guedes e Soler hanno ancora un anno di contratto. E’ normale che quando si parla di un anno di contratto se non prendi provvedimenti dopo il giocatore va via a zero. E’ per questo che sto dicendo che voglio parlare con loro tre, voglio capire se c’è la possibilità di fare uno, due anni di contratto in più. Devo capire se c’è un’apertura o no. Non ho parlato della necessità di vendere questi calciatori. Per un club nel calcio moderno perdere calciatori come loro a zero, con i problemi societari che hanno tutti, è giusto provare ad evitarlo”. Dobbiamo aspettarci rivoluzioni nell’organico per ottenere la squadra che vuoi? “Ad aprile ho parlato col club, ma non avevo in testa la cosa che potessi diventare allenatore del Valencia. Lo sono diventato a Singapore, il primo giugno, quando ho parlato col presidente Lim. Sono importanti i tre calciatori di cui abbiamo parlato, ma ce ne sono tanti altri. Abbiamo una rosa interessante, con tanti giovani di qualità. Se riusciamo a rinforzarla e faremo le cose giuste, potremo divertirci”. Ha chiesto qualche nome preciso per rinforzare l’organico? “Non abbiamo parlato di nomi, ma dei reparti in cui intervenire. Abbiamo parlato di ciò che ci può servire. Lui mi ha ascoltato, sa come voglio giocare e sa perché voglio giocare in quel modo. L’importante è che chi arriva sia funzionale al nostro calcio, non ci importano i grandi nomi se non sono funzionali. Ci sono 5-6 posizioni in cui intervenire e ne abbiamo parlato”. Tre anni senzaa l’Europa: cosa serve alla squadra per tornarci? “Io ricordo un Valencia temibile. Non ho mai avuto la fortuna o la sfortuna di giocarci contro. Voglio respirare la mentalità giusta. Ogni giocatore deve sapere che quando ha questa maglia addosso ha anche un peso, il peso della storia di questo club”. Il club deve vendere per 60 milioni per il bilancio. “Non ho parlato di questo con nessuno, non sono un contabile, non ho una banca. Ho parlato solo di Gayà, Soler e Guedes”. Sulla malattia. “E’ una malattia immuno-degenerativa. Dodici anni fa mi dissero che non potevo allenare, invece… Sono un esempio di superazione”. E’ stato accusato di maschilismo: cosa pensa Gattuso delle donne nel calcio? “Tutto dipende da chi parla. Io, per esempio, non ho account social. Voglio essere libero. Sono stato un anno senza lavorare e mi pare ingiusto che la gente mi giudichi per un anno in cui ero tranquillo a godermi la vita. Alcuni episodi mi hanno segnato dal punto di vista delle accuse. Il primo fu quando la figlia di Berluscono, che sostituì Galliani che lavorava al Milan da 25 anni. Avrebbe avuto un carico importante da sopportare. Ora so che è importante essere politicamente corretti. Razzismo? Ho allenato decine di giocatori di colore e voglio chiarire una cosa: io vengo dal Sud Italia, mio padre viveva in una città di 10 mila abitanti… Non ha alcun senso accusarmi di razzismo. Ho 30 persone che lavorano con me, tre di loro sono con me da oltre dieci anni e tutti sanno come sono fatto”. A questo Valencia manca un Gattuso? “Se giocheremo con una linea a tre ora c’è Guillamon, Racic che quest’anno non ha giocato bene però penso che possa dare tanto. E anche Koba c’è”. Ha voglia di vivere un progetto a lungo termine? “Ho trovato equilibrio nella mia vita 20 anni fa, a Marbella. Ho casa lì da vent’anni e i miei figli sono cresciuti lì. E’ l’unico posto in cui mi sento in pace. Amo la Spagna e mi piace la vita degli spagnoli. Vivono la vita giorno per giorno, senza arrovellarsi troppo. Ho avuto la fortuna di stare per 14 anni nello stesso club (il Milan, ndr) e spero di poter esser parte di lungo progetto anche qui. Ho un contratto di due anni e credo che qui ci sia un progetto solido”. -
Ufficiale: Gattuso è il nuovo allenatore del Valencia
Adesso è arrivata anche l’ufficialità Rino Gattuso è il nuovo allenatore del Valencia. L’ex allenatore del Napoli e del Milan ha firmato un contratto con gli spagnoli fino al 2024 con opzione per un’altra stagione. Dunque viene confermata l’indiscrezione dei giorni precedenti.
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Politano può lasciare Napoli c’è il Valencia
Giuffredi, agente di Matteo Politano, ha rilasciato un’intervista ai microfoni di “Si Gonfia la rete” sulle frequenze di Radio Marte, per parlare del futuro dell’attaccante azzurro: “E’ molto spensierato e forse ora si diverte di più. Già contro lo Spezia mostrò il suo stato di forma, è un periodo molto positivo per lui. Se Politano ha chiesto la cessione? Nell’ultima parte del campionato è stato accantonato. Abbiamo avuto un colloquio con Spalletti e con Giuntoli perché il ragazzo non sente più la fiducia di prima e quando un giocatore non ha fiducia non sta bene. Politano ha detto che se fosse arrivata qualche richiesta, l’avrebbe valutata perché restare in un ambiente in cui non senti la fiducia dell’allenatore non ti permette di rendere bene. La testa fa più delle gambe e quando un giocatore si sente messo in discussione rende il 30% in meno”. Inoltre, Giuffredi, aggiunge: “Politano non sente più la fiducia e di conseguenza sicuramente le prestazioni sono venute a mancare. Vivendo questa situazione, ha detto che avrebbe ascoltato richieste se fossero arrivate. Se poi non arriveranno offerte adeguate, resterà a Napoli e lo farà con la testa giusta. Che nessuno si offenda, ogni allenatore ha il suo gioco, ma i numeri dicono che il gioco di Spalletti si addice poco alle caratteristiche di Politano”.“Gattuso è un estimatore di Politano e Valencia è una piazza bellissima che prenderemo in considerazione se ci fosse un’offerta, ma per il ragazzo potrebbe esserci anche posto in Italia. Non bisogna pensare a Gattuso solo perché lo ha valorizzare al massimo. Certamente è una ipotesi che se arrivasse prenderemo in considerazione, ma non è sola. Devo però dire una cosa: se prenderemo in considerazione qualche offerta, deve valerne la pena”. Ha concluso Giuffredi. -
Anche il Valencia di Gattuso su Vecino
Vecino, dopo i cinque anni di Inter, potrebbe iniziare una nuova esperienza nella Liga spagnola. Secondo i rumor del calciomercato il centrocampista uruguayano potrebbe diventare un rinforzo del nuovo Valencia di Gennaro Gattuso, tecnico grande ammiratore del giocatore che avrebbe voluto anche nella sua esperienza al Napoli.
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Sergio Olivera può seguire Gattuso al Valencia
La Roma chiederà un grande sconto al Porto per provare a confermare Sergio Oliveira. A 13 milioni il portoghese non resterà certo in giallorosso, mentre si potrebbe aprire uno spiraglio se il prezzo dovesse calare intorno ai 7-8. Al momento sembra impossibile, visto che il club portoghese non ha nessuna intenzione di concedere questo tipo di sconto a Tiago Pinto. Molto probabilmente Oliveira farà ritorno in Portogallo in attesa di capire quale possa essere il suo futuro. Un futuro che difficilmente sarà ancora a tinte giallorosse. Nelle ultime ore l’ipotesi che si sta facendo concreta è che Sergio Olivera possa raggiungere Gattuso al Valencia.
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Gattuso a un passo dalla panchina del Valencia
Rino Gattuso è pronto a ripartire a sorpresa dalla Spagna, l’ex allenatore di Napoli e Milan è molto vicino all’accordo con il Valencia. Al tecnico calabrese è stato offerto un contratto biennale con opzione per il terzo fino al 2025, Gattuso soddisfatto della proposta è vicino a confermare la scelta.
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Liga, successo 2-0 del Valencia sul Celta
La partita valida per la 38esima giornata della Liga spagnola tra Valencia e Celta Vigo si è conclusa con il punteggio di 2-0. Quindi il Valencia chiude con una vittoria il proprio campionato. Allo stadio Mestalla i ragazzi di Bordalas si sono imposti con il punteggio di 2-0 sul Celta Vigo: decisivi il sigillo di Gomez al 28′ e l’autorete di Araujo al 60′, che ha definitivamente chiuso i giochi. I Pipistrelli salgono momentaneamente al nono posto in classifica, in attesa dell’Osasuna, che nel match in programma domani contro il Maiorca ha l’opportunità di firmare il controsorpasso.
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Liga, pareggio 1-1 tra Espanol e Valencia
La partita valida per la 37esima giornata della Liga spagnola tra Espanol e Valencia si è conclusa con il punteggio di parità 1-1.
Tutti i gol nel primo tempo, Valencia in vantaggio al 37′ con M. Gomez e pareggio dei padroni di casa al 45′ con De Tomas. In mezzo rete annullata all’Espanol con J. Puado. Dopo questo pareggio, in classifica il Valencia è decimo con 45 punti in decima posizione e invece l’Espanol è tredicesima con 41 punti.
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Liga, tris del Betis sul Valencia
La partita valida per la 36esima giornata della Liga spagnola tra Valencia e Betis Siviglia si è conclusa con il punteggio di 0-3 in favore del Betis.
Le reti sono state realizzate tutte nel secondo tempo da William Jose al 57′, Canales all’87’ e da Iglesias al 90′. Con questo successo il Betis Siviglia sale in classifica a 61 punti in quinta posizione ed il Valencia invece resta decimo con 44 punti.